Lacci & Sculacciate

Votes taken by BlackLagoon

  1. .
    Buona tarda notte people hahaha

    Qui vi parla il vostro Black redivivo e impelagatissimo! Scrivo a nome di una mia amica di Roma, Alexandra, una persona d'oro, un po' timida e riservata perciò mi ha chiesto il favore di intermediare. E' in cerca di uno Spanker coetaneo (lei ha 25 anni), severo, premuroso e intelligente, se possibile del Lazio o di Roma stessa - ma non è tassativo - e che, dovesse capitare, abbia voglia di impegnarsi in una relazione anche sentimentale.

    Ve la raccomando, è una ragazza arguta, intelligente e simpatica, molto matura, ed è anche decisamente bella, elemento secondario ma che completa il quadro.


    Se dovesse suscitare il vostro interesse, vi reindirizzo su facebook o in qualche altro modo!

    Grazie dell'attenzione! Sim
  2. .
    Che dire Marc... Sono fantastici semplicemente!!!
  3. .
    CITAZIONE (Marc Siamese @ 16/5/2022, 21:22) 
    Black, sulla tua generosità nel condividere i paesaggio del tuo mondo interiore sai già che non avevo dubbi, ma adesso mi hai fatto sentire in colpa per la mia presentazione sbrigativa! 🤣

    ;P Essendo in fervida ricerca mi sto strabuttando hehe. Però, come dice la cara Salice, nessuna presentazione sarà mai esaustiva: ci si presenta, si conosce e ci di fa conoscere col tempo, ed io ne ho sempre poco per frequentare e interagire :( , prendendomi energiche lavate di capo per questo ;P
  4. .
    CITAZIONE (Ravel2014 @ 16/5/2022, 19:08) 
    Il Vate, Gabriele D'Annunzio, non avrebbe saputo presentarsi meglio.
    Complimenti.

    Grazie ^.^! Ma non esagerare dai ;P hahaha
  5. .
    Buonasera! Ho pensato di rifare un accenno blando al tipo di Spanker che sono. Poi mi taccio hehe ;P

    Allora: sono, per fornire delle linee guida, uno Spanker “erotico”. Questo però, sia chiaro, non implica in sé nulla di genitale, che può dipendere dalle circostanze e dal tipo di intesa stabilita e concordata, bensì solo la natura tesa alla ricerca del piacere, fisico e mentale, della mia partner in primis, e mio di conseguenza (sono un “altruista sessuale”, definizione clinica). Per quanto possa sculacciare per motivazioni reali, e così infiniti altri scenari, non sono qui per impartire autentiche “punizioni”. Inoltre (questione mia personale, sia chiaro, nessun balzano giudizio sulle preferenze o la natura altrui), aborro l'umiliazione (che non ha a che fare con l'imbarazzo, che è un'altra cosa) e sono particolarmente allergico alla remissività.

    Come Spanker (e anche come Dom, sono pure quello talvolta) mi interessa essere porto sicuro e tempesta al contempo, il tramite capace, sicuro e saldo attraverso cui una persona possa osare una fantasia dirompente, superando angusti limiti fino a brillare come una stella abbacinante, e dimostrando a sé stessa di poter ardire il dolce e paradossale delirio del folle e vertiginoso gesto: essere padrona nell'abbandono, intrepida nel trasognato imbarazzo, avvinta dal piacere nella trasfigurazione del dolore; fino a dirsi, stravolta: cavolo, l'ho fatto ancora!

    Ecco, più o meno è questo. A buon rendere people!
  6. .
    Buonaseeeera!

    Su consiglio di una mia carissimissima amica, riformulo così il mio annuncio ;P :


    “Sarve a tutte voi care donzelle
    Altere, fiere dame e trepide ciumachelle

    Sono er Tipo, de la Nera Laguna
    Vivo là oltre er colle e la duna

    A vedemme bono, caro e premuroso
    'Na crema d'omo direste, serafico, pacioso

    Ma se la fiamma m'accendete d'irruenza
    Ecco allora che arreca la baldanza

    E focoso divegno Mastro Chiappa
    E ar patibolo, nude salgono povere terga

    Per dire addio, co' 'na mesta lagrimuccia, ar solito, tedioso colore
    E bruciare, fervere d'ardore!

    Rosse come er Sole
    Quanno s'arza e quanno more.

    E co' 'sta promessa me congedo
    Speranno che un brivido v'abbia ghermito er core
    E un fremito er didietro!”


    Distinti saluti gente.

    Black

    Edited by BlackLagoon - 14/5/2022, 18:56
  7. .
    Buonasera belle persone!



    Purtroppo la donna di cui parlo nel mio vecchio annuncio, che riporto integrale in calce, non è più la mia compagna, ci siamo lasciati. E' complicato, e ci siamo lasciati con dolcezza, sobrietà e rispetto, e una promessa di grande amicizia dovuta all'importanza che abbiamo l'uno per l'altra; tuttavia ho il cuore profondamente ferito. Laddove il sesso sarebbe impossibile, perché non farebbe che esacerbare la ferita, lo Spanking, e la ricerca dell'altrui piacere in tale forma, risulterebbe invece decisamente terapeutico e corroborante.

    Se tra voi vi fosse qualcuna in cerca di uno Spanker, e dovesse provare interesse per me una volta aver intrapreso un dialogo, costei lenirebbe un po' la mia ferita, conducendomi a riversare su di lei, rinnovate, tutta la mia passione, abilità e premura. In poche parole, se dovessimo sceglierci vicendevolmente, la persona in questione dovrebbe aspettarsi dello Spanking... Beh, immaginatelo...

    Se mi cercate, sono qui!

    Vecchio annuncio del 2021: "Ciao! Sono un romano di 40 anni, con una fervida passione ventennale per lo Spanking e molta esperienza a riguardo. Quel che amo è suscitare, in una persona ricettiva, sensibile ed intelligente, vibranti ed inusitate emozioni, attraverso la gamma di ciò che confluisce in questo mirabile gioco: sfida, intrepido ardimento, vertigine, dolce delirio, avvincente abbandono... Io cerco una persona che voglia sperimentare e vivere tali emozioni attraverso di me, novizia o meno, traendone vivo piacere mentre il suo sedere nudo è affidato alla mie mani.
    Mai stato interessato, in questo ambito, al sesso (a meno che la mia partner non gradisse questo tipo di contatto), men che meno ora che ho accanto una compagna che amo, con la quale ho però un rapporto scevro di gelosia: lo Spanking fa parte di me ma non di lei, e io (come lei in altri termini) sono libero di vivere questo particolare tipo di intesa ed intimità con un'altra persona con la mia stessa passione.


    Chiunque fosse interessata, mi trovate qui per intraprendere un dialogo. "

    Edited by BlackLagoon - 13/5/2022, 01:23
  8. .
    Bellissima!

    CITAZIONE (Oedhen @ 11/8/2021, 21:45) 
    Fessee_culinaire_

    Vedo che vi mancava questa chicca!

    Ne ho già visti un paio su questo post, ma se volete il lato comico della sculacciata, Nikzula è un maestro indiscusso.

    https://nikzulaspankingart.wordpress.com/

    Bellissima!
  9. .
    Benvenuta!
  10. .
    Benvenuta!
  11. .
    Sei molto potente! Incontrovertibilmente! Lo dico sempre che la sottomissione è fatta di tempra, temperamento e coraggio!
  12. .
    CITAZIONE (Mondy @ 12/4/2021, 16:53) 
    da quello che ricordo l'ho sempre avuta. ho ricordi di folgorazione anche verso 6/7 anni. mi brillavano gli occhi quando vedevo una scena in tv o anche solo quando qualcuno diceva quella parola, "sculacciate", mi sentivo un po' a disagio in quei momento ma mi piaceva. ovviamente i primi "godini" come li chiama Salice, sono arrivati più in la negli anni, ma ricordo bene di avere sempre avuto questa passione ben radicata in me

    Anche io ho questo interesse da quando ho memoria, creato da meccanismi inconsci che ho carpito solo tempo dopo. Per me galeotto fu, in buona parte, questo cartone, mi pare di ricordare...

  13. .
    Continua la mia riproposizione di vecchi racconti, per creare una raccolta ;)

    Questo racconto è per me molto prezioso in quanto è stato alla base di un incontro importante :)


    Buona lettura!



    I raggi pastosi d'un sole di miele elargivano calde e morbide carezze alla spiaggetta rocciosa ed appartata, mescolandosi alle onde e alla vellutata brezza, e spargendosi sugli scogli come un filo d'olio su di una gustosa pietanza.
    Elena si umettò le labbra armoniose e posò il cappello di paglia a falde larghe e la borsa di canapa decorata. Indi si sfilò l'ampia maglietta rossa di alcune taglie più grande, unico capo di vestiario che indossava, restando completamente nuda.
    Assorta, si chiese a cosa potesse somigliare il rumore delle onde lontane: forse alle sfumature cangianti di blu e di azzurro, o al tenue ed algido colore del cielo, o ancora al fulgore del sole dispensatore delle sue morbide e calde frecce... Oppure a cos'altro?
    Brusio di un gigante dormiente, dicevano alcuni; ma lei non poteva sapere, e dunque capire...
    Con una punta di mestizia, infilò dita irruenti fra capelli mossi e vaporosi per scombinarli un po', e si sedette. Quando il suo sedere nudo avvertì la roccia bollente, la giovane trasalì... un'ombra di spudorata e trepidante malizia le incipriò il sorriso.
    Aveva conosciuto Alessandro durante un'esposizione delle proprie opere in una galleria privata di Messina. Si era approcciato a lei sorseggiando limoncello, ostentando una sicurezza un po' spavalda, ma con una galanteria dal candore fanciullesco. Subito l'aveva sinceramente elogiata, evocando Tamara de Lempicka e Francis Bacon. Quando si era accorto che qualcosa non quadrava, cadendo in piedi con una prontezza solerte e discreta, aveva cominciato ad armeggiare con la Lingua dei Segni italiana, imparata grazie ad un amico.
    Quella sera stessa avevano cenato insieme, conversando amabilmente nel linguaggio dei segni, e avevano fatto l'amore.
    Nell'impeto della passione, Alessandro le aveva assestato dei poderosi e generosi colpi sul fondoschiena. Incuriosita, lei era riuscita a leggergli sulle labbra un vistoso e veemente: “Cosa farei a questo culetto se potessi!”... Più tardi, mentre si coccolavano, dopo qualche esitazione, era poi riuscita ad estorcergli timidamente una confessione: si trattava di uno Spanker: amava percuotere voluttuosamente derrière femminili.
    Pur avendolo appena conosciuto, la giovane, certa che la sua passione non implicasse alcunché di sordidamente e squallidamente misogino e sessista, gli aveva dunque confessato a sua volta di voler assolutamente provare...
    Quasi per sfuggire alla crescente emozione, la giovane si scagliò repentina come un fulmine verso la battigia, e si tuffò.
    Fresco come panna su di un delizioso gelato, l'amato mare siciliano l'accolse nel suo abbraccio, avventurandosi audacemente lungo il suo corpo nudo come solo può il più gradito degli amanti. Esso sapeva parlare direttamente alla sua anima, ed ella poteva ascoltarne la voce pur non potendo avvertire il mormorio delle sue onde.
    Terminato l'amplesso, sazia delle sue carezze cobalto, Elena si sentì pronta per la nuova esperienza che aveva scelto di provare.
    Abbandonò dunque il tenero amante blu, che ancora la invocava sommessamente, e passeggiò su e giù lungo la spiaggia, sfiorandosi e palpandosi talvolta le natiche: quel che era rimasto relegato palpitante in un angolino delle sue viscere, ora dilagava e peregrinava lungo la spina dorsale.
    Il blu marino tacque, e la giovane trasse un vigoroso respiro, per riempirsi i polmoni del mare e del suo profumo pungente, rimanendo un poco a sentire il sole e il vento sulla pelle morbida e liscia incipriata di salsedine, la quale impreziosiva membra formose e tornite che andavano a comporre un corpo slanciato quanto sinuoso.
    Dopo alcuni lunghissimi istanti, recuperò la borsa e il cappello e si rinfilò l'ampia maglietta rossa che aderì alla cute, procurandole quel piacevole fastidio che la faceva sentire ancor più nuda e recettiva. Indi, decisa, si inerpicò lungo la scoscesa parete rocciosa che l'avrebbe ricondotta in paese.
    Scalza, discinta e selvaggia, attraversò varie stradine, diretta verso la piazza centrale di quel luogo ove tutti ben la conoscevano e amavano, stimavano e rispettavano, accogliendone senza batter ciglio le eccentricità.
    Entrò nel suo bar preferito, rivolgendosi al barista di mezza età dall'aria paterna, che si era preso la briga di imparare il linguaggio dei segni per lei. Ordinò un cappuccino ed un cannolo, che l'uomo le fornì con un caldo e affabile sorriso, e si sedette ad un tavolino accavallando le gambe, accingendosi a gustare il dolce e muovendo freneticamente il bel piede affusolato.
    Mentre terminava di gustare il succoso cannolo, assorta nei suoi pensieri, un tocco delicato la fece trasalire: Alessandro! “Che ci fai seminuda come una ragazzina fra vetusti signori accigliati con la coppola, Susanna coi Vecchioni?”, gesticolò lui... “Ti do un motivo per farmi ciò che mi farai!”, rispose lei con un'insolenza che tradiva fervida eccitazione.
    Il barista non stava guardando, e nessun altro poteva capire quel linguaggio segreto. D'improvviso, la giovane si chiese come sarebbe stato esporre il proprio culetto lì davanti a tutti e farsele dare di santa ragione. Abbassò le palpebre ritrovandosi nel suo mondo silente di serica oscurità, ove l'immaginazione imbeveva i sensi vivi fino alla lacerazione, facendoli sbocciare.
    Spalancò quindi gli occhi, ormai incapace di resistere, afferrò la mano del giovane e lo condusse immantinente al portone della propria abitazione.
    Estrasse le chiavi dalla borsa, ma queste parevano vive ed elusive come un pesce, e le ballarono indisponenti il ragtime fra dita tremebonde quanto lei, finendo per precipitare al suolo quasi fossero stramazzate. Alessandro si chinò gentilmente a raccoglierle e gliele porse sorridendo dolcemente. La giovane lo fissò, facendo capolino da capelli scarmigliati di cui scostò una ciocca con un soffio, esibendo un'aria tracotante che faceva però acqua ed incertezza da tutte le parti. Con un lieve affanno, le afferrò e fece per infilarle nella toppa, ma le ricaddero.
    Col cuore in gola, sentì che Alessandro, senza alcun preavviso, le aveva assestato un vigoroso sculaccione. Lo fissò con occhi spiritati, mentre lui le restituiva sorridendo le chiavi. Senza pensarci due volte, gli assestò a sua volta un sonoro ceffone, tornando a fissarlo con aria di sfida. Lui rimase impassibile, con un sorriso serafico e particolarmente eloquente stampato in volto.
    Qualcuno aveva assistito? Qualcuno aveva sentito?! Si chiese sbigottita. Non poteva saperlo e non osava scostare lo sguardo dal di lui viso. Ricomponendosi, si disse poi che il giovane aveva voluto provocarla, ma non lo avrebbe mai fatto se qualcuno avesse potuto accorgersene. La situazione la faceva sentire vulnerabile, eppure il fatto stesso di essersi imbarcata in essa con ardimento le faceva avvertire, al contrario, un sentore di potenza!
    Infilò le chiavi nella toppa, spalancò il portone e lo richiuse dietro di loro.
    Nell'angusto androne, i grandi occhi della giovane esibirono uno sguardo sbieco e sbarazzino che baluginava nella penombra, mentre ella aderiva di schiena alla fredda parete, quasi volesse farne uno scudo per proteggersi le chiappette...
    “Prego, dopo di lei signorina!...”, gesticolò placidamente Alessandro. Traendo un profondo respiro, Elena tornò decisa a voler andare fino in fondo, e lo condusse nel proprio appartamento.
    Ora il giovane era seduto al centro dell'accogliente studio, incorniciato dalla variopinta congerie di pennelli, tele e colori. Uscendo quanto necessario dal suo ruolo, con compìta serietà, volle sincerarsi di tutto: “ E' tutto di tuo gradimento, sei pronta per questa esperienza?” , gesticolò, “ Va bene con le mani a terra? Sicura di non volervi sotto qualcosa di morbido?”. Lei annuì.
    “ Allora bene...”, continuò lui, “ Il tuo prezioso fiore si adagerà su questo asciugamanino pulito che mi hai fornito e che tengo sulle ginocchia.. Se qualcosa non va toccati la nuca, sarà la nostra safeword. Tutto chiaro?! Assicurami!!!... “
    Con concitata trepidazione e disarmante tenerezza, la giovane annuì, annuì ed annuì ancora.
    A quel punto, con fare austero, Alessandro si tirò su la manica della camicia per assicurarsi l'ottima mobilità del braccio castigatore, e rivolse ad Elena un gesto dolcissimo, invitandola ad appropinquarsi. Indi, qualcosa si accese nel suo sguardo che fece avvampare la giovane, ammaliandola, e risuonando nella sua dimensione senza suoni come un'eco altisonante.
    Alessandro avvertì dove la stava facendo precipitare, e volle che vi si crogiolasse, esacerbando lo sguardo perché risultasse magnetico.
    Elena sospirò, sospirò e sospirò, muovendosi lentamente verso di lui, come circospetta, assaporando il fresco pavimento sotto le piante dei piedi e quanto poteva di quella situazione incredibile.
    Quando lei fu al suo fianco, Alessandro si levò un istante dalla vecchia ed elegante sedia in legno per sistemarle lui stesso le mani dietro alla nuca, indi si sedette e prese ad armeggiare con il lembo finale della maglietta rossa, allo scopo assicurarlo all'altezza della cintola.
    Ora il sedere di Elena era finalmente nudo, come era giusto che fosse per ricevere un buon castigo, scosso da un fremito lieve che ne contaminava la tornita morbidezza velata di salsedine. Mentre i di lei occhi irrequieti passavano senza posa dal di lui sguardo alle di lui labbra e viceversa, Alessandro si assicurò che ella potesse leggervi quanto stava pronunciando ad alta voce: “ Ora imparerai a non schiaffeggiare il tuo Spanker!”
    Fissando il suo sguardo sornione e blandamente severo, Elena si sentì pervasa da un brivido, ma non esitò a sistemarsi d'un fiato sulle sue ginocchia, mani e piedi a terra e culetto ben esposto.
    Lui le accarezzò soavemente natiche, cosce e fondo della schiena per due interi minuti; poi si impossessò di una sua natica fremente per alcuni interminabili secondi, in cui lei non seppe che fare e neppure cosa provare, salvo una spasmodica convulsione ove emozioni e sensazioni quasi non si distinguevano... Ecco allora che quella decisa carezza fece spazio al primo scabro, stridente, bruciante sculaccione!
    Il tormento che il povero culetto provò fu subito notevole, a tratti insopportabile, mentre si insinuava sobillante, come uno sconvolgente rovescio della medaglia, un inafferrabile gradimento, che prese il sopravvento troneggiando il dolore, assiso su di esso come su di un seggio, ma lasciandolo altresì esattamente dov'era!
    Elena non oppose resistenza alcuna: né uno sgambettare né un accenno di agitazione, né un tentativo, seppur blando, di difendere il sedere con la mano, né un contrarsi delle natiche; nulla che potesse arrecare disturbo allo sculacciatore severo. Rimase invece, ferma e determinata, ad assaporare, senza sconti, il delizioso tormento che si abbatteva inesorabile sul suo povero, indifeso, nudo e bellissimo culo.
    Nel vacillare generale della sua persona, il confine fra mente e corpo si recise e riassestò forsennatamente, lasciando trapelare domande che si facevano carne e vertigine...
    Innanzitutto: come era possibile che un ragazzo così dolce e sensibile le elargisse quel superbo e ferino dolore con tale decisione!? E poi: cosa aveva fatto per meritare una simile lezioncina? Chiudendo gli occhi, entrò nei meandri dell'avvolgente oscurità silente, che acuiva la nuova sensazione fino a farla stagliare come una grande nota vermiglia, e illuminare il ricordo di tanti piccoli misfatti, che ella si divertì ad allineare assegnando ad ognuno la sua dose di sculaccioni, in base al proprio capriccio.
    Sentendosi invischiata nel paradosso e paradossalmente libera nella destabilizzante vertigine che esso le provocava, la giovane tornò indietro nel tempo, con la mente, fino ad immergersi nella reminiscenza di una grave marachella combinata durante l'infanzia, un brutto scherzo giocato alla sorella minore. Saldo nel suo cuore e nella sua mente restava lo splendido ricordo dell'intelligenza con cui il padre le aveva fatto discernere l'errore, persuadendola a prodigarsi per la sorellina piangente, inducendola così a riflettere su quale fosse la cosa giusta da fare e di rimando quella errata; eppure, in parallelo, l'esperienza mai provata, seducente come solo può esserlo l'ignoto, attraente con l'inesorabilità con cui ci si perde nell'oscurità e si è abbacinati dalla più intensa luce, le si squadernò nell'immaginazione più sfrenata, che l'universo ovattato ove era costretta a vivere faceva ribollire dirompente come l'acqua ghermita da una diga: le calde e un po' ruvide ginocchia di Alessandro erano quelle di suo papà, del quale visualizzava vividamente il grave cipiglio; il proprio sedere nudo e sempre più rosso era quello di una sconsiderata birbantella; gli sculaccioni che risolutamente lo castigavano venivano somministrati dalla severa mano paterna, intenta ad impartirle la giusta sculacciata! Sì, giusta!!! La consapevole assurdità di questo pensiero la inebriava!!! E nuotava nelle sue acque perigliose stringendosi all'autentico ricordo e alla meraviglia delle proprie sensazioni come ad un salvagente sicuro... L'imbarazzo pervaso di superba assurdità l'intrideva e la travolgeva ardendo fin quasi allo svenimento, alla quale la sottraevano nuove e deflagranti emozioni scatenate dal prorompere dell'inusitato: quale suono poteva produrre la carne così percossa e soavemente angariata? Tempesta? Rombo di tuono? Rullo di tamburi? Reboante incedere di eserciti pronti a fronteggiarsi in un clangore d'armi?!... E potevano i passanti avvertirlo come il vento lontano e burrascoso che increspa la superficie del mare?...
    Non poteva saperlo, ma solo poteva lasciarsi rapire da quest'insondabile, splendido delirio.
    Una ressa di domande le affollarono la mente fin quasi al collasso, cominciando a rassomigliare ad indovinelli zen intorno al suono di un albero che cade ove nessuno possa udirlo; a rispondere, ormai, solo quel piacevole dolore e dolente piacere, connubio di colori degno di un suo dipinto.
    Oramai le sensazioni non necessitavano più del filtro della ragione , prossime all'Estasi che dissipa ogni domanda.
    Il dolore si fece così cocente e meraviglioso da indurla quasi ad emettere un grido che lei stessa non avrebbe potuto udire...
    Ora, di questa esperienza e sensazione non restava che un'eco impregnante l'aria come un profumo, altrettanto insondabile e meravigliosa.
    Elena era adesso seduta sulle ginocchia di Alessandro, impegnato questi a coccolarla e coccolarla. Gesticolando sommessamente, il giovane chiese con estrema premura: “ Tutto bene? Sei stata bene? Stai bene? E' stata una bella e avvincente esperienza?” . “Si!” , proruppe lei entusiasta , “ Da rifare assolutamente! Questo culetto me lo devi castigare bene!” , e lo abbracciò.
    “Cosa ti ha più affascinato di questa esperienza?”, chiese il ragazzo. “... Il... Dolore!”, rispose lei, “ Voglio dire: di per sé, nonostante la nobilitazione costante e un po' scervellata che se ne fa, è una cosa gretta, brutale, volgare... Invece l'ho adorato, ed è un mistero che voglio chiarire con me stessa, e che mi affascina!”.
    “Ricordi le << Memorie di Adriano>> ?”, continuò Alessandro, “ Lo hai letto?”. “ Marguerite Yourcenar, certo!” , esclamò Elena. “ Ebbene”, riprese il giovane, “ ricordi dunque quando egli obietta , ad un detrattore della sessualità, che certo una lira è fatta di budello animale, ma poi emette suoni che toccano le corde dello spirito?...”
    Elena se ne rimase pensosa a farsi accarezzare e scostare dolcemente ciocche di capelli, indi proruppe nuovamente: “ Forse l'esperienza più prossima a quanto di strano ho provato è ciò che si definisce Estasi...”. Tacque assorta, poi riprese: “ Ma, d'altronde , come scriveva il filosofo Emil Cioran, l'Estasi non è che una sensazione, a conti fatti...”
    Rimase a fissare Alessandro, che la contemplava con sguardo ridente, facendo ogni tanto scivolare ed indugiare un poco lo sguardo sul vivo rossore delle belle natiche.
    “...Già, solo una sensazione...”, continuò infine la ragazza, “ Ma per chi si limita a sentire... E non sa ascoltare!”
  14. .
    Ecco, questa è pura meraviglia per me, mi manda in sollucchero
  15. .
    CITAZIONE (deep blue @ 21/10/2021, 21:49) 
    Io vado letteralmente matto per quelle calze sexy 😍... Vediamo se trovo una foto.

    Eccole!!

    Anche a me piacciono ma ho un'idiosincrasia: odio i tacchi! In realtà io amo tutto ciò che fa acqua e sapone, e adoro cose come ballerine e salopette. Chiaramente una persona si veste e trucca come vuole, parlo istintivamente di gusti, di ciò che mi avvince e fa vibrare
22 replies since 15/1/2020
.