Lacci & Sculacciate

Votes taken by Oedhen

  1. .
    Quando "vieni a letto" assume un altro significato

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  2. .
    Eh, no! E' tutto il pomeriggio che ingoio il rospo sul tuo comportamento solo perchè eravamo in pubblico.
    Adesso vieni di volata sulle mie ginocchia.
    E bada bene che la prossima volta non aspetterò di tornare a casa per farlo.

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  3. .
    Mannaggia, ci siamo cacciate proprio in un bel casino.
    A chi toccherà per prima?
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  4. .
    Se non si fosse capito, si: sono arrabbiata!
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  5. .
    Capire se stessi e cosa si vuole essere non è così semplice.
  6. .
    Si, signorina! In questa scuola sculacciamo anche per "queste piccole sciocchezze".

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  7. .
    Si, mi sono espresso male, ma avevo bene in chiaro il concetto.

    Il bianco non c'è perchè è dato dal foglio di base.
  8. .
    Ti svelo un segreto: sculaccio da almeno 25 anni.

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  9. .
    Oggi mi prenderò la rivincita su tutte le cose che ho dovuto sopportare finora.

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  10. .
    Sai che non vedeva l'ora di conoscere i miei metodi educativi?
    E tu le hai dato il pretesto, chiamandola in quella maniera.

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  11. .
    Dopo tutte le volte che te lo "ridico" non hai ancora imparato la lezione?

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  12. .
    Anche se so di essermele meritate, le sculacciate bruciano lo stesso.
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  13. .
    CAPPUCCETTO ROSSO

    C'era una volta, tanto tempo fa una ragazza che abitava in un villaggio sperduto.
    Ella era tanto tenera e cara che solo a vederla le volevan tutti bene, specialmente la nonna che non sapeva mai cosa regalarle.
    Una volta le regalò un piccolo cappuccio di velluto rosso e poichè le donava tanto e non voleva portare altro la chiamarono sempre "Cappuccetto Rosso".
    Ciò che non si narra di questa storia è ch'ella; cresciuta in codesti ambienti circondata da vizi, aveva preso una brutta strada. Quella per il bosco direte voi.
    Anche, ma ci si riferisce più che altro in senso metaforico.

    "Alzati su, che è tardi" le disse la madre.
    "Ancora cinque... dieci minuti dai..."
    "Su, non fare la pigra, non sei più una bambina."
    "Ma siamo sotto le feste, già durante il resto dell'anno mi devo alzare presto per andare all'università."
    "Poche storie, ti do cinque minuti per prepararti"
    Ma ella se ne infischiò e rispense le luci per farsi riabbracciare da Morfeo.
    Al termine del tempo la madre; spazientita e non vedendola arrivare andò in camera sua, le tolse le coperte, vi si sedette a fianco e trascinandola a sè la sculacciò per qualche minuto abbondante.
    "Ecco, così ti toccherà fare colazione seduta in modo scomodo!"
    "Uffa! Ma perchè mai devo alzarmi così presto?"
    "Ho cucinato una focaccia ed ho preparato un bottiglione di vino per la tua nonna, e dovrai portarglielo."
    "Ancora?"
    "E certo, lo sai che fa fatica a muoversi!"
    "E ci credo, ad abitare in mezzo al bosco con tutta quella umidità."
    "E che ci dovremmo fare?"
    "MA non so... io direi di affittarle un appartamento in pieno centro, magari con il montascale."
    "E chi lo paga? Tu? Poi sai quanto è affezionata alla sua vecchia casa."
    "Vecchia casa piena di spifferi tra l'altro."
    "Così è la storia."
    "Così è la storia ogni santo giorno."
    "Non puoi privarla del cibo."
    "Puoi sempre farle un'ordinazione su Just Eat."
    "Non è la stessa cosa, a lei non piacciono certe porcherie. Non dirmi che non vuoi bene alla nonna"
    "Certo che le voglio bene, ma a piedi sono un'ora ad andare ed una a tornare perchè in quella zona l'autobus ci passa solo una volta alla mattina ed una alla sera."
    "Tu ci andrai!"
    "No, non ci andrò!"
    "Scommetti che ti ci convinco?"
    "Dai, voglio proprio vedere come!"
    Detto questo, la madre se la trascinò nuovamente sulle ginocchia, e resole nuovamente nudo il fondoschiena la sculacciò fino a farle bruciare le natiche.
    "Ahi. Ahi. Basta. Ok... ok... ci vado... ci vado..."
    "Ecco, così ti toccherà camminare in modo scomodo! Sei fortunata a non dover usare la bicicletta!"
    Con il broncio, ella riassestandosi a fatica i pantaloni prese la bisaccia con gli alimenti e si avviò all'uscio di casa.
    "Mi raccomando, fai la strada diretta e non attardarti con nessuno."
    Ella però se ne infischiò e prese la strada del bosco, che le avrebbe fatto risparmiare venti minuti abbondanti.
    In prossimità del laghetto incontrò il lupo, che le fece:
    "Ehilà, come butta?"
    "Eh, stamattina ho litigato con mia madre per ben due volte."
    "Eh, così è la vita durante l'adolescenza. Ma la vecchia invece, come sta?"
    "Eh, insomma... ha sempre dolori alla schiena, e se provi a chiamarla con il telefonino non risponde o perchè non sente la chiamata o perchè non riesce a pigiare i tasti giusti, così tocca andare la di persona."
    "Una faticaccia. Beh, almeno risparmi i soldi della palestra."
    "Almeno quello."
    "Che poi ti crescono due bei cosciotti succulenti."
    "In che senso scusa?"
    "Io? Eh? Ah niente, niente... dicevo... dicevo... che poi ti si tonificano le gambe e sembri più carina."
    "Dici davvero? Mi trovi carina?"
    "Si si. Giurin girello." (In un'altra favola sarebbe cresciuto a dismisura il naso, ma ahimè così non è)
    "Grazie!"
    "Di nulla, ma cosa porti in quella bisaccia?"
    "Oh, una focaccia enorme ed un bottiglione di vino"
    "Vino rosso."
    "Ovviamente. In questa storia se noti tutto quanto è rosso."
    "Già. L'autore di questa storia è un po' monocromatico."
    "Ti dirò, anche per il cappuccio. A me piace perchè tiene calde le orecchie, mica per il colore, ma vai a farglielo capire."
    "Lasciamo stare. Tutto quel vino li per tua nonna?"
    "Si."
    "Ma sono 5 litri!"
    "Eh..."
    "Non sarò un nutrizionista ma non credo che le faccia bene."
    "Mia mamma dice che un bicchiere di rosso a pasto..."
    "UNO! Quanto grande è questo bicchiere? Dai, fammene assaggiare un po', così a lei facciamo del bene e te sarai più leggera a camminare."
    "Ci sto."
    Si sedette su un ceppo di legno (ancora un po' indolenzita) e presi due bicchieri assaggiarono il vino.
    E poichè erano di pareri contrastanti circa la maturazione dell'uva assaggiarono una seconda volta.
    Ed una terza per essere sicuri.
    Insomma, quasi mezzo bottiglione.
    "Dai che ti accompagno."
    Ciondolando un po' arrivarono alla casa della nonna.
    "Chi è?"
    "Sono io!"
    "Che combinazione, anche io sono io!"
    "Dai nonna, apri!"
    La porta si aprì ed assieme ad ella entrò anche il lupo.
    Il suo scopo come ben si sa era di papparsi dapprima la nonna e poi cappuccetto poichè il dessert si tiene per la fine del pasto.
    La nonna però tra i vari problemi fisici non rientrava la mira, che ce l'aveva ancora buona e centrò con un mattarello il lupo, tramortendolo.
    "Tu la devi smettere di frequentare quella brutta gente."
    "Ma dai, è un bravo ragazzo..."
    "Quello mi ha già tentato di mangiare una volta."
    "La solita esagerata! A proposito, ecco ti ho portato questo!"
    Estrasse la focaccia. Ed il (mezzo) bottiglione.
    "Ti dico che non ti ci voglio più vedere assieme!"
    "In questo posto c'è solo gente noiosa, per una volta che trovo qualcuno di simpatico ed interessante."
    "Non lo devi vedere più."
    "Non me ne frega niente. Io vedo chi mi pare e piace."
    "Sono le tue ultime parole?"
    "Si. Ultimissime."
    "Ti spiego meglio..."
    La sua spiegazione fu fatta da seduta, con la ragazza stesa di traverso sulle sue ginocchia, battendole ripetuttamente il sedere nudo con la pantofola.
    "Nonna, che mani grandi che hai!"
    "E' per sculacciarti meglio!"
    Dopo un paio di minuti smise, poichè ella era lacrimante.
    "Ecco, così ti toccherà riflettere sulle amicizie in modo scomodo!"
    Prima di prenderle per altre marachelle si congedò.
    Aveva già perso troppo tempo e quindi si riavviò nel bosco.
    Qui reincontrò il lupo, che con una vistosa fasciatura sulla fronte la aggredì per poterla mangiare.
    Osservando il sedere ben rosso esclamò:
    "Urca! Carne ben cotta, la mia preferita!"
    A quel punto un colpo di fucile lo zittì definitivamente.
    Il cacciatore era sulle sue tracce da tempo.
    "Hai rischiato grosso."
    "Grazie."
    "Aspetta a ringraziarmi."
    "In che senso?"
    "Nel senso che questa è una riserva di caccia e tu non ci dovresti passare di qui. Favorisca patente e libretto!"
    "Ma se sto andando a piedi!"
    "Licenza di caccia!"
    "Non ce l'ho!"
    "Oltretutto, hai l'alito di chi ha bevuto circa mezzo bottiglione. Magari quello che dovevi portare a tua nonna."
    "Ehm... io..."
    "Sei in contravvenzione. Sono circa 312 €."
    "TRe-cento-dodici? Ma io non li ho."
    "Sono pagabili sia in contanti che in sculacciate. Oltretutto i pantaloni li hai già abbassati."
    "Oh no...e va bene..."
    Così si levò nuovamente i pantaloni e si stese sulle gambe dell'uomo che la sculacciò con gusto fino a renderle le natiche di un rosso carminio, godendo del belvedere che la ragazza le offriva.
    "Ecco, così ti toccherà camminare in modo scomodo!"
    Ella si rialzò e riallacciandosi i pantaloni in vita e con le lacrime sul volto esclamò:
    "Oramai posso andare fino al villaggio attraveso il bosco?"
    "Certo, tanto oramai la contravvenzione l'hai già pagata."
    "Proprio un filantropo!"
    "Ci rivediamo! Passa pure per il bosco quando vuoi!"
    "Nel senso che non mi farà più la multa?"
    "Certo che no. Nel senso che te la potrò dare un'altra volta. Non ci sono molti modi per scaldarsi le mani di inverno, e quale occasione migliore di farlo se non su un bel paio di chiappette morbide?"
    Lei si incamminò stizzita. Stizzita e dolorante.
    Siccome aveva perso un sacco di tempo per tutti quegli intoppi, decise di prendere dei funghi e dei fiori per sua madre, sicchè conosceva un posto dove entrambi crescevano rigogliosi.
    E quando ne aveva colto uno, credeva che più in là ce ne fosse uno ancora più bello, correva lì e vi ci si addentrò ancora di più.
    Alla fine riuscì a riempire la cesta di funghi e fece un mazzo bello grosso e si riavviò a casa.
    "Mamma, sono tornata!"
    "Disgraziata! Mi stai inzaccherando la casa di fango! Avevo appena dato la cera. Scommetto che sei passata per il bosco!"
    "Mmmm... n-no..."
    "E dove avresti preso i funghi allora? Dal gommista? Eh? Vieni qua!"
    "Ehm... si ma non pensavo fosse un problema che..."
    "Certo che sarà un problema, adesso. Per te."
    Così la trascinò nei pressi del camino dove teneva una canna in giunco ed abbassatole i pantaloni e piegandola con le mani al muro la vergò due dozzine di volte.
    "Ecco, così ti toccherà ripulire la casa in modo scomodo!"
    "Ahi..."
    "E sei in punizione. Da oggi le sculacciate saranno il tuo pane quotidiano."


    Fu da quel giorno che venne rinominata da "Cappuccetto Rosso" a "Culetto Rosso".
    E vissero tutti felici e contenti. Beh, QUASI tutti.
  14. .
    Si Jessica, hai avuto già la tua chance e l'hai sprecata. Eri stata avvisata.
    (Si vede appena appena il volto)

  15. .
    LA devi finire di civettare con chiunque.
    Te la faccio passare io la voglia.
    f%20spogliat
891 replies since 5/8/2021
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