Diario di bordo

L’Olandese Volante

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Dolly c.r.
        Like  
     
    .
    Avatar

    Spankee

    Group
    Member
    Posts
    8,550
    Reputation
    +7,078
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    Primo capitolo

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: dopo essere andata via, tanti anni fa da Cage City, e dopo aver vagabondato per anni nei vasti e tumultuosi oceani sono approdata qui, a Spankyisland, un'isola talmente lontana delle normali rotte da non essere nemmeno segnata nelle carte nautiche e geografiche, spero di trovarmi bene visto che qui ci vive una mia cara amica, conosciuta a Cage City dove avevo una casa. Qui preferisco vivere sul veliero, L'Olandese Volante, un tre alberi che, come l'omonima nave fantasma di Richard Wagner, si governa da sola, non ha bisogno né di capitani, né di marinai, nocchieri o di mozzi per essere governata, ci sono solo io ed ho deciso di rimanere su questa amena isola finché mi farà piacere, d’altronde sono uno spirito libero.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: se il buon giorno, come si dice, si vede dal mattino, ho già capito che l'isola pullula di spanker da operetta, proprio ieri mentre stavo dando una sistemata ed una pulita al ponte armata di straccio, secchi e spazzolone sento una voce provenire dalla banchina che mi saluta e mi da il benvenuto. Mi giro, e chi ti vedo? Un damerino, belloccio, che dal modo in cui si proponeva pareva un cicisbeo, ma cortesemente rispondo: <buongiorno a lei>, non avendo nessuna intenzione di avere problemi di convivenza appena arrivata all'isola, cerco di essere socievole e perciò domando incuriosita, non conoscendolo: <grazie, signor?>
    Sfoderando un sorriso sornione, accompagnando le parole con un leggero inchino aggiunge: <permetta che mi presenti signorina Dolly sono Mister Pallins, è un piacere conoscerla di persona, la sua fama l'ha preceduta>.
    Ovviamente ho ricambiato i convenevoli sorridendo ed ho invitato Mister Pallins salire a bordo per prendere un caffè, facendogli cenno di salire a bordo; lui non se lo è fatto ripetere due volte e con passo baldanzoso ha percorso la passerella ed è salito a bordo.
    Una volta su l’ho invitato ad accomodarsi nel salottino che uso come sala da pranzo e per ricevere gli ospiti; dopo che si fu seduto, sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi di circostanza l’ho pregato di perdonare la mia assenza giusto il tempo di preparare il caffè, conscia del fatto che il mio è uno dei migliori caffè del mondo.
    Mister Pallins ha sorriso e mentre si accomodava, molto garbatamente mi ha invitato a non preoccuparmi; la sua attesa non è stata lunga, poco dopo sono tornata nel salottino con il vassoio su cui poggiavano le tazzine colme di caffè fumante e qualche pasticcino per accompagnarlo, quindi mi sono seduta anch'io.
    Per intraprendere la conversazione gli ho chiesto :< Allora, Mister Pallins, a che debbo il piacere della sua visita? Glielo chiedo soprattutto per curiosità, mi fa piacere che appena arrivata qualcuno sia venuto a farmi visita>.
    Lui, dopo aver sorseggiato un po' di caffè e mangiato un pasticcino, sorridendo ha risposto alla mia domanda in modo enigmatico:<beh, signorina Dolly, diciamo che la mia visita ha una ragione, diciamo preventiva>.
    A quelle parole il caffè che stavo bevendo mi è quasi andato di traverso e incuriositagli ho chiesto subito spiegazioni per quelle parole.
    Pallins allora ha continuato: <nel senso, signorina Dolly, che siccome la nomea del suo carattere, diciamo impertinente e ribelle, l'ha preceduta anche in questo sperduto angolo di oceano, ed essendo uno dei più conosciuti spanker dell'isola, mi sono sentito obbligato a farle visita per redarguirla adeguatamente come misura preventiva, nel caso con la sua indole monella volesse sovvertire la tranquillità di quest’isola>.
    Come è facile comprendere il tono della conversazione con Mister Pallins cominciava a non piacermi, ma ho fatto finta di nulla e con tono garbato gli ho domandato:<e in che modo, Mister Pallins, intenderebbe redarguirmi adeguatamente se non sono indiscreta?>
    Lui si è fatto una risata mentre posava la tazzina sul vassoio: <oh bella signorina Dolly, con una cocente sculacciata e con come sennò? Mi offro volontario per il suo popó di popó. Subito ... sul ponte! … Punizione all’aperto!>
    Detto ciò si è alzato ed ha cercato di afferrarmi per un braccio, sfortunatamente per lui io sono stata abbastanza veloce da sfuggirgli ed immediatamente sono andata in cucina a prendere il mattarello, quindi tornata nel salottino l'ho apostrofato con durezza e senza lasciarmi per nulla intimidire li ho urlato :<questo è da vedersi spanker da operetta! Col cavolo che ci vengo sul ponte! Quelli come lei, Mister Pallins, me li mangio a colazione con cappuccino!>
    Dopodiché, cogliendolo del tutto di sorpresa, ho alzato il mattarello e gli ho sferrato un colpo sulla testa che lo ha fatto stramazzare al suolo, quindi, dopo aver raggiunto il giradischi, ho messo su “La cavalcata delle Valchirie” a tutto volume.

    Poi ho afferrato Mister Pallins, ancora privo di conoscenza, e l'ho trascinato di fuori, sul ponte, l'ho appoggiato alla balaustra e con uno spintone l'ho buttato giù, nell'acqua sottostante.
    Urlandogli dietro: <ah ah ah ah ah, sono sicura che un bel bagno le rinfrescherà le idee >.
    Mister Pallins, dopo il tuffo è riemerso spruzzando acqua dalla bocca e imprecando ed inveendo contro di me: <monellacia! PESTIFERA!>
    Poi mentre, affannosamente, grazie all’aiuto di alcuni marinai che stavano lì, riusciva a risalire sulla banchina ha cominciato a gridare: <ma NON FINISCE QUI' SAI! … TORNERO' A TROVARTI E TI ASSICURO CHE DOPO NON POTRAI SEDERTI PER UNA SETTIMANA PESTE CHE NON SEI ALTRO!>
    Lo sentivo, sempre più piano, continuare ad inveire contro di me intanto che andava via, zuppo com'era, mentre io, affacciata alla balaustra gli facevo marameo e la linguaccia.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: cavolo, non so se mettermi a ridere o altro, che bella figura di spanker ha fatto Mister Pallins, finito in acqua come un pesce lesso ah ah ah ah ah, a pensarci bene non è che ci sia molto da ridere, chissà, forse è colpa della mia troppa esuberanza della mia troppa “monellaggine” , mi piace chiamarla così, boh, non posso farci niente, monella ci si nasce!
    Si, monella lo si è sempre, come lo sono io, una monellaccia impenitente di vent'anni che anche quando stava a Cage City era la disperazione di master e spanker, eh eh eh eh eh, bei tempi quelli !
    Adesso che sono arrivata, dopo un lungo peregrinare, a Spankyisland sperando di trovare un Tutore capace di domarmi, ma, a quanto mi è parso di capire, nel poco tempo che mi trovo qui, non ci sono più i Tutori, i master e gli spanker di una volta.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: la giornata è passata tranquilla, mentre scrivo sorseggiando un bicchiere di rum invecchiato, dalle finestre aperte del mio alloggio, nel castello di poppa, arriva una brezza leggera, che mi porta l'odore del mare; riesco a vedere anche la luna, che stasera è straordinariamente candida, come la mia di luna personale, che da troppo, troppo tempo non è oggetto di calde cure da parte della forte mano di un Uomo.
    Questo mi riempie il cuore di tristezza, forse è colpa del rum, forse è colpa della luna o forse è colpa di questo odore di mare che mi stordisce, ma quale spirito libero, chi voglio ingannare, non c'è felicità nell'essere liberi, si deve appartenere a qualcuno perché questa è l'unica maniera di poter essere felici.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: che giornata oggi, sull'isola ho visto a distanza Mister Verymaster, un "vecchio" (eh eh eh eh eh) e caro amico di quando vivevo a Cage City.
    Erano anni che non ci vedevamo, fin da quando ero andata via da quella città, quanti ricordi ho di quel periodo legati a Mister Verymanster, che a quel tempo fu il mio mentore ed il mio più caro amico di allora.
    Il ricordo dei bei tempi passati insieme a Mister Verymaster, per cui provo devozione e rispetto, però, non mi ha impedito, stamattina di combinarne una delle mie, mentre si trovava fuori dalla sua casa, io, dopo essere salita sul tetto gli ho rovesciato addosso un secchio (secchio compreso) d'acqua ah ah ah ah ah; spero solo di non averla fatta troppo grossa stavolta.
    E chi se la dimentica la sua severità quando stavamo a Cage City? Ancora me le ricordo le vergate che mi diede quando gli sradicai i salici appena piantati e lo innaffiai con la pompa da giardino.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: dormito poco e male, al pensiero di quello che ho fatto ieri a Mister Verymaster avendo saputo della sua presenza sull'isola, invece di andare a trovarlo, felice di rivederlo e felice di perdermi nei suoi bellissimi occhi azzurri, felice di sciogliermi fra le sue braccia, baciarlo ... COSA HO FATTO IO? GLI HO TIRATO UNA SECCHIATA D'ACQUA! CRETINA, CRETINA, CRETINA! ACCIDENTI A ME E ALLA MIA MONELLAGGINE!
    Ieri, se non l'avessi fatto sicuramente avremmo passato la serata sul mio veliero ricordando i bei tempi passati in compagnia di una buona bottiglia di rum, magari dopo mi sarei coricata sulle sue ginocchia per una sensuale sculacciata e poi, magari, avremmo fatto l'amore, e invece niente di tutto questo!
    Ora sto qui col magone, coi lacrimoni che cominciano a bagnare i fogli perché sicuramente sarà furioso con me, e non solo per la secchiata d'acqua di ieri ma anche perché, quando eravamo a Cage City, lo lasciai per un altro master, sono sicura che non me l'ha mai perdonata ed ora anche questo.
    Avrei dovuto dimostrargli la mia felicità nel rivederlo dopo tanti anni, e dirgli che nonostante tutto quello che è successo, nonostante siano passati tanti anni dall'ultima volta che ci siamo visti, non ho mai smesso di volergli bene perché Lui è stato, ed è ancora tutto per me, il mio Tutore, il mentore, la mia guida, il mio amico più caro. E invece l'ho reso ridicolo davanti a tutti, spero tanto che un doccia calda e un caffè possano darmi un po' di ristoro.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: il sole era già alto stamattina, quando mi sono svegliata, ho dormito o quasi a pancia in sotto, sulle lenzuola, per non irritate di più le mie povere natiche ancora molto doloranti per le vergate ricevute ieri da Mister Verymaster.
    Stavo nei miei alloggi, sottocoperta, mi stavo asciugando dopo essermi fatta il bagno quando dal molo ho sentito provenire il rumore di applausi e di incitamenti tipo bravoooo, fai bene, dalle quello che si merita a quella monellaccia.
    Incuriosita mi sono messa addosso l'accappatoio, non ho fatto in tempo a mettere piede fuori dalla porta che ho sentito dei passi molto decisi sulla passerella, salita la scaletta che porta sul ponte non riuscivo a credere ai miei occhi, Mister Verymaster, con i suoi splendidi occhi azzurri che sembrava volessero incenerirmi con quello sguardo severo che conosco bene, si avvicinava a grandi passi.
    All'improvviso un'ansia e un'angoscia tremendi si sono impadronite di me, non sentivo più reggermi le gambe, tant'è che mi sono accasciata sul pavimento, mentre Mister Verymaster continuava ad avanzare, e dopo avere percorsa la passerella, ha attraversato il ponte con passo deciso.
    Appena mi è stato vicino ha alzato il braccio come se volesse colpirmi, io ho chiuso gli occhi e istintivamente ho cercato di ripararmi il volto con le braccia, ma non è successo niente, ho riaperto gli occhi e Mister Verymaster era lì, il suo viso a pochi centimetri dal mio, potevo sentire il suo profumo di Uomo.
    Stordita da quel profumo, perdendomi i quegli occhi azzurri ho abbassato le braccia, lui mi ha afferrata e mi ha tirata su dal pavimento e sussurrando nell’orecchia, con voce glaciale, mi ha detto: <non hai più scampo, stavolta le paghi tutte>.
    E' vero, pensavo in quel momento fra me e me, non ho scampo, e intanto sentivo sul molo la folla urlare, a quel punto mi sono arresa a quello che era l'inevitabile e con un filo di voce sono riuscita solo a sussurrare:<sono pronta Signore !>
    Mister Verymaster mi ha trascinata con fermezza al centro ponte e con un gesto plateale mi ha tolto di dosso l'accappatoio, facendomi rimanere nuda, offerta allo sguardo della folla; io cercavo di coprirmi l'intimità come potevo mentre un'infinita vergogna mi assaliva.
    Poi, con voce dura ed alta perché la folla sul molo sentisse, Mister Verymaster disse: < Adesso credo sia il momento di passare a qualcosa di più educativo, venti colpi di verga, lenti ma a tutto braccio e magari scanditi dalla folla. Userò una verga non troppo grossa per non ferire le tue prosperose chiappe ribelli, ma penso che sia meglio legare le tu mani in alto, sopra la testa, al grosso anello di ferro che vedo inchiodato all'albero maestro, la punizione che sto per infliggerti saprà farti riflettere sulle tue mancanze e credo sarà un bel deterrente per evitare che si ripetano >.
    Una volta che ha finito di parlare, ed anche legato le mie mani all’anello di ferro, mi sono ritrovata col viso rivolto verso il palo, ed essendo girata di spalle, non vedevo, ma sentivo la folla che incitava e poi ho sentito anche un sibilo sinistro vibrare dell'aria, e subito dopo il primo colpo arrivare.
    La folla ha incominciato a contare UNO, … DUE, … TRE, ... QUATTRO, ... CINQUE, ... SEI, ... SETTE, ... OTTO, ... NOVE, ... DIECI, ... UNDICI, ... DODICI, ... TREDICI, ... QUATTRORDICI, ... QUINDICI, ... SEDICI, ... DICIASSETTE, ...DICIOTTO, ... DICIANNOVE, ... VENTI.
    Ad ogni colpo, ad ogni vergata, la pelle mi bruciava sempre di più, gridavo ed imploravo ma né le grida, né le implorazioni fermavano la mano di Mister Verymaster, mentre il mio corpo era scosso dai singhiozzi: <questa punizione te la ricorderai a lungo!> Mi ammoniva Mister Verymaster, intanto che mi batteva, e quando ebbe finito si è avvicinato e sussurrando mi ha detto:<credo possa però bastare, hai perso tutta l'arroganza che ti appartiene e sembri addirittura indifesa>.
    La punizione era finita, ma quasi non me ne ero resa conto, ero talmente affranta e dolorante che non appena il Master mi ha slegata dal palo quasi gli sono caduta fra le braccia, lui, sostenendomi, mi ha ricoperta con l'accappatoio che mi ha restituito l'intimità persa, mentre lo faceva mi sono voltata e attraverso le lacrime che mi velavano gli occhi ho visto la folla, prima urlante, farsi piano piano silenziosa e diradarsi, lo spettacolo era finito.
    Mister Verymaster sostenendomi col suo braccio mi ha portata nei miei alloggi, ed ordinato di andare in bagno a darmi una rinfrescata, così una volta sola, ho fatto scivolare l'accappatoio, lo specchio rifletteva la mia immagine, mi soffermai a guardare vedendo una donna affranta, dolorante, pentita ed in lacrime.
    Mi sono anche girata per vedere il risultato della punizione, venti righe colore amaranto segnavano la pelle, mi bruciavano mi facevano male, poi, come mi aveva ordinato Mister Verymaster, mi sono data una rinfrescata il viso e sono uscita dal bagno indossando la mia vestaglia kimono.
    Mister Verymaster non era andato via, era ancora lì, aveva messo una sedia vicina al letto e non appena mi ha vista mi ha fatto cenno di spogliarmi e di sdraiarmi a pancia in giù sul letto, ho obbedito.
    Lui si è seduto sulla sedia ed ha aperto un barattolino contenente una specie di intruglio gelatinoso che mi ha detto essere un'antica ricetta marinaresca per far guarire più in fretta i segni delle frustate, ne ha preso un poco e delicatamente ha cominciato a distribuirla su tutte e venti righe amaranto che risaltano sul candore della mia pelle.
    Il tocco della sua mano era leggero, quasi impercettibile ed io avvertivo quale e tanta delicatezza stava usando per curarmi le vergate; intanto che lo faceva mi rimproverava dolcemente: <vedi monella che non sei altro, se fossi stata più rispettosa nei miei confronti e nei confronti degli altri spanker tutto questo non sarebbe accaduto, e stai pur sicura che ti punirò ancor più severamente se dovesse accadere di nuovo!>
    Mentre mi rimproverava mi tornava alla mente la punizione, l'essere stata umiliata, oltraggiata e ferita e questo mi ha portata a voltarmi e a lanciargli uno sguardo di fuoco, lui se ne è accorto ricambiando il mio sguardo con il suo severo dicendo: <rinfodera gli artigli gattina, se non vuoi che così come stai ti corichi sulle mie ginocchia per un'ulteriore lunga e cocente sculacciata!>
    Detto questo mi ha stampato due sonori sculaccioni, uno per ogni natica, il dolore che ho provato è stato così forte che quasi ho urlato, ho affondato il viso sul cuscino mentre caldi lacrimoni ricominciano a scendere, non appena ha terminato Mister Verymaster è andato in bagno a lavarsi le mani, quando è tornato mi ha trovata in ginocchio, lui mi si è messo davanti e quella mano che poc'anzi mi aveva umiliata, oltraggiata e ferita io l'ho baciata, quella stessa mano che ora mi accarezzava il viso ed i capelli.
    Mister Verymaster mi ha tirata su, mi ha stretto fra le sue braccia ed un lungo bacio ha suggellato le nostre labbra, un lungo bacio che mi ha acceso il fuoco della passione nelle vene, il mio sguardo si è perso nei suoi occhi azzurri.
    Lui se ne è accorto e con dolce violenza mi ha spinta verso la parete, mi ci ha fatto poggiare le mani, ed a quel punto ho sentito le sue mani di uomo afferrarmi i seni, cominciando a torturare con dolcezza i capezzoli ed in questo modo ha amplificato il fuoco che sentivo nel bassoventre, poi, in silenzio, si è fatto strada nella mia più segreta intimità.
    Nonostante i suoi movimenti contro di il mio martoriato fondoschiena mi causassero dolore, il lento boccheggiare del veliero ed il nostro ondeggiare amplificava la magia di quel momento fino a giungere ad un'estasi del piacere che ci ha travolto.
    Dopo avermi dato un ultimo bacio Mister Verymaster è andato via, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandomi sola.
    Stamattina, mentre il sole illuminava di una luce dorata la cabina, dopo essermi svegliata mi sono girata, e accanto al cuscino ho trovato con mia grande sorpresa un biglietto ed una rosa rossa, qualcuno era entrato nella mia cabina mentre dormivo, aperto il biglietto ho letto in bella calligrafia, ”Sei mia” firmato V.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: fra i molti amici che avevo a Cage City qui, a Spankyisland, ho ritrovato anche Severus Piton, il caro Severus, dopo tanti anni è sempre lo stesso, quasi il tempo non fosse minimamente passato.
    Ci conoscemmo a Cage City dove lui, stanco delle tetre atmosfere di Hogwarts, aveva deciso di girare un po' il mondo e si era fermato a Cage City.
    Mi sembra ieri quando lo vidi per la prima volta, nella sua consueta palandrana nera che si aggirava per i negozietti della città, i suoi occhi scuri, il suo sguardo magnetico, la sua voce profonda fecero breccia nel mio cuore subito me ne innamorai.
    Tra di noi nacque così una bella amicizia sfociata, col tempo, in un bel rapporto che lo vide divenire il mio Tutore di cui non mancai di conoscere ed apprezzare la severità; ho ancora vivo nella memoria il ricordo di quando, durante una sua breve assenza da Cage City, della serie ”Quando il gatto non c'è i topi ballano”, combinai parecchie monellerie di cui Severus mi fece pagare salato il conto non appena tornò in città.
    Una volta venuto a conoscenza delle malefatte compiute in sua assenza, la stessa sera del suo ritorno, venne a trovarmi a casa; era tardi, ed avevo solo addosso la camicia da notte e mi apprestavo a spegnere le luci della casa prima di andare a dormire nella mia camera da letto situata al piano di sopra, quando ho sentito un violento bussare alla porta e una voce maschile a dir poco alterata urlare:<dolly! Apri subito questa porta!>.
    Era Lui, era tornato, e dal tono della sua voce più “severus” che mai, impallidii, certa che non appena avessi aperto quella porta non ci sarebbe stato scampo per me, mi avrebbe punita severamente, ed infatti, non appena lo feci lui entrò dentro casa come una furia sbraitando:
    <dolly! Non posso assentarmi neanche pochi giorni che tu mi combini dei casini tali da farmi fare una pessima figura davanti a tutti!>
    Quasi assalendomi e puntandomi il dito indice a pochi centimetri dal naso ha continuato:< Dopo quello che hai combinato che figura ci farò io? Diranno tutti che sono un pessimo Tutore visto che ti permetto di fare impunemente quello che ti pare e piace, ma non sarà così, credimi!>
    Investita da quel fiume di parole dal tono visibilmente alterato, con lo sguardo basso, tentai di scusarmi e di rabbonirlo:<severus, scusa, mi dispiace ma cerca di capire, tu non c'eri, e io mi annoiavo>.
    Nel sentire ciò la sua espressione si fece ancora più severa e con tono duro di disse: <ah, bene, la signorina si annoiava, te la faccio passare io la voglia di combinare casini! Fila subito in camera tua e portami giù la tua spazzola!>
    Mentre mi redarguiva mi ha anche dato un sonoro sculaccione, quindi, senza proferire parola sono salita in camera mia per andare a prendere la spazzola; al mio ritorno Severus si era posizionato accanto alla grande poltrona in pelle vicina al caminetto ordinandomi con un'espressione dura e severa sul viso che non ammetteva repliche:< Vieni qui!> Sapevo bene cosa stava per accadere ed obbedii senza fiatare.
    Non appena mi sono avvicinata alla poltrona mi ha afferrato per un braccio, costringendomi ad inginocchiarmi ed poggiare le mani sullo schienale.
    Poi con la mano sinistra mi ha spinto sulla schiena, costringendomi a chinare il busto ed a portare indietro il sedere, quindi mi alzato la camicia da notte arrotolandola sui fianchi, e dopo essersi posto al mio fianco, ha cominciato ad accarezzarmi le natiche così ben esposte, data la posizione, mentre io, consapevole di quanto sarebbe accaduto, tenevo la testa poggiata sulle mani, gli occhi chiusi, nell'attesa snervante, che cominciasse il meritato castigo.
    Non dovetti attendere molto, Severus alzò il braccio e la tremenda spazzola con i suoi SPANK SPANK SPANK SPANK SPANK cominciò a suonare e ad imprimere sulla pelle del mio fondoschiena i suoi brucianti baci ai quali rispondevo con una sequela di lamenti ed implorazioni:< Ahiii, ahaa, ahaaiii .... basta, ti prego, non lo farò più, basta brucia> e intanto muovevo le mie natiche a destra ed a sinistra mentre mi sculacciava con vigore e severità.
    Non so quanto durò la punizione, ma quando si fermò ero accasciata sulla spalliera della poltrona con il corpo scosso dai singhiozzi.
    A quel punto posò la spazzola sul tavolo, mi aiutò a scendere dalla poltrona e mi avvolse in un tenero abbraccio consolatorio:< Su, è finita bambina, basta piangere>.Io, con il viso nascosto sul suo torace, piangendo silenziosamente riuscii solo a sussurrare: <mi dispiace tanto … perdonami>.
    Lui mi sollevò il viso con la mano e guardandomi con infinita tenerezza mi disse con voce dolce: < Sei perdonata, adesso da brava bambina mettiti in quell'angolo, faccia al muro e con le braccia dietro la schiena a tenere sollevata la camicia da notte, giusto il tempo di gustarmi un bicchiere di cognac seduto in poltrona, deliziandomi della vista del tuo bel fondoschiena rosso e caldo. Poi andremo insieme in camera tua dove darò sollievo alle tue superbe natiche con la crema all'arnica>. Detto ciò mi condusse, verso l'angolo si versò il cognac si accomodò sulla poltrona.
    Il corner time durò quel tanto che è bastato a darmi quel profondo senso di pentimento, di pace e di perdono che provo sempre dopo ogni punizione.
    Dopo un po' sentii che si alzava, venne dietro di me, rimise a posto la camicia da notte e abbracciandomi, insieme siamo saliti in camera mia, mi fatta sdraiare sul letto, a pancia in giù e mentre tenevo la testa affondata sul cuscino ho sentito le sue mani alzare la camicia da notte, e poco dopo, il fresco ristoratore della crema all'arnica che la sua mano delicatamente distribuiva e spalmava su entrambi i miei emisferi roventi.
    Dopo che ebbe terminato mi risistemò la camicia da notte, si sedette accanto a me, mi fece alzare con il busto mi avvolse nel suo tenero abbraccio dandomi un appassionato bacio.
    Sussurrando ringraziai Severus, che rispose sorridendo mentre si accingeva ad andare via:< Di nulla bambina>e prima che uscisse esclamai:
    < Severus ti voglio bene ... buonanotte>.
    Egli sorrise dicendo che anche lui me ne voleva, mi augurò la buona notte mandandomi un bacio e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: ieri Severus è venuto a trovarmi sul veliero, fortuna ha voluto che non mi abbia trovata a quanto pare è venuto a sapere di certe mie malefatte combinate qui a Spankyisland, mi ha lasciato un biglietto sulla scrivania della cabina del Comandante con su scritto " Lo sapevo benissimo che eri monella e pestifera, ma speravo che il tempo ti avesse resa più rispettosa, mi sbagliavo, a tempo debito dovrai rendermene conto allungata sulle mie ginocchia con le natiche nude alla mercé delle mie mani".
    Certo che è tutto un programma di quello che mi accadrà se riuscisse ad acciuffarmi, e conoscendo la sua severità, non sarebbe la prima, non si farà impietosire e mi farà scontare tutto, tremo solo al pensiero di doverlo incontrare, perché quando questo accadrà niente e nessuno mi potrà salvare dalle sue ire.

    Diario di bordo dell'Olandese Volane: Severus l'ho visto e l'ho anche “sentito”, è andato via da poco, sto scrivendo in piedi perché, per ovvi motivi, non mi riesce di stare seduta.
    Tutto è cominciato nel tardo pomeriggio quando ho pensato che magari, una bella cenetta a base di pesce l'avrebbe rabbonito un poco, quindi sono scesa dal veliero e sono andata a comprare tutto il necessario per preparare il suo piatto preferito, la zuppa di pesce.
    Purtroppo ho perduto troppo tempo nel preparare la cena, e nonostante l'odore invitante della zuppa si sentisse ovunque, quando Lui è arrivato non era ancora pronto.
    Quando è entrato in cucina mi ha vista ai fornelli, la tavola era già apparecchiata, il vaso dei fiori era sul tavolo insieme a del vino bianco della taverna del porto ed al candelabro a quattro bracci posto al centro tavola, ma la cena non era ancora pronta.
    Allora un po’ imbarazzata per il ritardo gli ho detto:<scusa Severus, la cena sarà pronta tra 20 minuti, ho avuto dei contrattempi, dai, scusami>. Lui, sorridendo non ha certo perso l’occasione ribattendo: < Sai che ti scuso sempre bambina, d’altronde, oltre che per cenare con te, sono venuto anche per punirti come meriti>. Detto ciò mi ha affibbiato un severo sculaccione sul sedere facendomi emettere un gridolino.
    Nel tentativo di evitare la punizione ho argomentato la scusa che stavo cucinando, ma non si è fatto distogliere dal suo proposito, e dopo essersi seduto sulla panca situata sotto l'oblò della cucina, mi ha ordinato, con quel tono serio che conosco fin troppo bene: <dai una bella rimescolata alla zuppa di pesce e poi vieni qui e togliti i pantaloni e le culotte, starai benissimo con la sola maglietta di sopra e il grembiulino da cuoca addosso!> Gli ho obbedito sbuffando, ma questo mio atteggiamento l'ho pagato in seguito.
    Mi sono avvicinata a lui che non appena mi ha avuto a tiro mi ha allungato sulle sue ginocchia così che le mie paffute natiche fossero esposte nude e pronte a ricevere quanto meritato.
    Cominciò subito con una breve ramanzina: < Ecco cosa succede alle monellacce impertinenti e irrispettose, ci vuole una bella sculacciata per rimetterle in riga!>
    Poi ha cominciato a sculacciarmi energicamente a lungo, e non ci è voluto molto perché cominciassi a dimenarmi ed a lamentarmi sotto la sua mano che continuava a scendere dolorosamente senza sosta sul mio fondoschiena che, sicuramente, doveva aver preso sempre più un bel colorito.
    Dopo venti minuti di sculacciate, finalmente è cessato il tormento e Lui, dopo avermi accarezzato e massaggiato le mie povere natiche già rosse e calde, mi ha fatto rialzare: <cattivo che sei> gli ho detto mentre mi massaggiavo il sedere e cercando i pantaloni e le culotte, ma mi ha subito fermata dicendo sarei rimasta così fino a fine serata, con la parte di sotto completamente nuda.
    Con tono supplichevole ho cercato di obiettare che mi sentivo a disagio, ma lui mi ha subito interrotto dicendo:
    < Pensa alla cena piuttosto, altrimenti ricomincio!> Gli ho risposto io con tono lamentoso mentre mi rimettevo con il fondoschiena già rovente ai fornelli: <uffa e meno male che la punizione era finita.>
    Poi, avvicinatosi ha preso una cucchiarella che era appesa sopra i fornelli, quella più grande, e mettendola vicino al suo posto a tavola, con un sorrisetto ha aggiunto: <dici? Avrai una bella sorpresa alla fine della cenetta>. Io l'ho guardato allarmata ma tanto sapevo che era inutile protestare, finalmente la cena fu pronta e l'ho servita.
    A questo punto gli ho chiesto, con aria supplichevole, di potere mangiare in piedi perché il fondoschiena mi bruciava troppo.
    Niente da fare, mi ordinato di sedere così come ero perché ha detto che era colpa mia se ho il fondoschiena bollente, così sbuffando e con molta difficoltà, non nascondendo l'evidente fastidio mi sono seduta.
    La zuppa di pesce, come piatto unico, è stata molto gradita, come Il vino della taverna del porto che si è dimostrato l’ideale per un piatto così succulento.
    Abbiamo mangiato raccontandoci gli ultimi avvenimenti, anche se mentre chiacchieravamo ogni tanto dovevo cambiare posizione sulla sedia e questo mi faceva sentire molto a disagio.
    Finita la cena ho preparato il caffè, l'avevo appena messo sul tavolo quando Severus si è alzato dalla tavola dicendo: < Ora passiamo alla seconda fase Dolly, seguimi sul ponte!> Mi ha intimato senza darmi il tempo di replicare ed ignorando la mia supplicante richiesta di rimettermi le culotte ed i pantaloni.
    Anzi, con tono severo ha aggiunto:
    < Nemmeno per sogno , sul ponte non ti serviranno!>
    Poi mi ha preso con una mano (nell’altra aveva la temibile cucchiarella), mi ha guidata sul ponte e piegata sulla balaustra del veliero, con la faccia verso l’acqua e natiche verso bordo.
    Inutilmente ho tentato di sottrarmi a quest'ulteriore punizione ma la sua mano forte mi teneva bloccata.
    Poi ma cominciato a battere alternativamente le mie povere natiche con energia, ma non prima di commentare sarcasticamente: < Un po’ di brezza di mare è quel che ci vuole per rinfrescare un sedere impertinente come il tuo!>
    Sentivo ad ogni cucchiarellata riacutizzarsi il bruciore, ancora vivo, dalla precedente sculacciata, mi agitavo, ormai in lacrime, cercando di sottrarmi supplicando, ma invano.
    Dopo diversi minuti, durante i quali ho sentito sulle natiche le fiamme dell'inferno i miei lamenti iniziali sono diventati strilli, che però non lo hanno indotto a compassione, che anzi, non ha mancato di riprendermi ancora: < Se urli così, ti sentiranno fino sulla banchina e nella taverna>. Ma i miei strilli risuonavano sempre più alti, tant'è che sulla banchina si erano radunati molti marinai che cercavano di capire cosa stesse succedendo, ma, conoscendomi, già immaginando che ancora una volta il sedere di quella monella di Dolly stava ricevendo una buona razione di sculacciate.
    Dopo 20 minuti esatti della cura con la cucchiarella, Severus mi ha fatta rialzare, avevo il sedere veramente in fiamme, mentre stavo ancora piangendo Lui mi ha condotta nella mia cabina, mi ha fatto allungare sul letto ed ha incominciato a massaggiarmi le natiche ed a spalmarvi con delicatezza la miracolosa crema all'arnica di cui ho buona scorta.
    Poi mi ha augurato la buonanotte dicendo sorridendo: < Stanotte dormirai a pancia sotto, ne sono sicuro, spero ti sia servito di lezione, ma ci credo poco>, poi mi ha dato sulla fronte il bacio della buonanotte .
    Io ho appena sussurrato, ancora in lacrime, un debole buonanotte Severus, seguito dal suo: < Buonanotte monellaccia!>
    Così dicendo se ne è andato via.

    Edited by Dolly c.r. - 28/2/2022, 15:14
     
    .
7 replies since 5/10/2020, 10:23   918 views
  Share  
.