Diario di bordo

L’Olandese Volante

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Dolly c.r.
        Like  
     
    .
    Avatar

    Spankee

    Group
    Member
    Posts
    8,550
    Reputation
    +7,078
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    Terzo capitolo

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: sfortunatamente quello che ho combinato alla mia festa di compleanno ha avuto conseguenze soprattutto per il mio fondoschiena che nonostante siano passati alcuni giorni, con mio malcelato fastidio quando mi siedo, porta ancora i segni delle battipannate di Severus.
    Passo le mie giornate dividendo il mio tempo fra il crogiolarmi pigramente sul veliero ed il dare, come posso, il mio contributo a Spankyisland.
    Dal giorno dopo la festa, da quando è venuto sul veliero insieme a Mister Paddle e Severus di Jack si sono perse le tracce, poi, stamattina mi è arrivata una sua missiva in cui mi invita sulla sua bagnarola per far vela verso rotte commerciali e farmi provare l'ebbrezza di un combattimento e di un abbordaggio, cose da pazzi!
    Ma io me ne sto tanto bene tranquilla sul mio veliero, soprattutto dopo che insieme a quel cicisbeo di Mister Paddle mi ha castigato severamente, non ci penso proprio ad imbarcarmi sulla Ombrina.
    Quindi gli ho risposto come si deve.
    Egregio Capitano Morgan, grazie dell'invito ma se crede che verrò su quella sua bagnarola, che galleggia a mala pena, si sbaglia di grosso, se lo può proprio scordare, dopo la punizione che mi ha inflitto per lo scherzo della festa solo se mi ci porta con la forza e caricata su una spalla verrei sulla sua bagnarola.
    Quindi, dopo aver scritto la lettera ho chiamato Boo e l'ho fatta recapitare al Capitano.
    Stasera, stavo per preparare la cena quando ho sentito dei passi sul ponte, era Boo che appena tornato, ridendo mi ha raccontato cosa è accaduto dopo aver dato la mia lettera al Capitano Morgan e le urla che ha sentito provenire dalla Ombrina mentre si allontanava.
    Ah ah ah ah, che avrei dato per vedere la faccia del Capitano quando ha letto il contenuto della lettera, quindi io e Boo ci siamo accomodati a tavola e abbiamo gustato un bel piatto di pasta coi frutti di mare, la mia specialità, alla faccia del Capitano ah ah ah ah, a quello che potrebbe succedere dopo … ci penserò domani.

    Diario di bordo dell'olandese Volante: stamattina mi sono svegliata e dalla finestra dei miei alloggi , con mia grande sorpresa ho notato che l'Ombrina non era nel porto, il Capitano era partito sicuramente arrabbiato per il mio rifiuto di andare con lui, per quel che me ne importa, ma conoscendolo, al suo ritorno non si farà attendere la sua vendetta per il mio rifiuto.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: Sono giorni ormai che Jack è partito per chissà quali avventure e ancora non ritorna, tutti i giorni scruto l'orizzonte nella speranza di vedere in lontananza la Ombrina, vinta dalla malinconia e dalla solitudine, perché nell'attesa mi sono resa conto che gli voglio veramente bene e che mi manca tantissimo.
    Mentre scrivo affogo la malinconia e la solitudine in una bottiglia di rum, intanto che dentro di me lottano due sentimenti contrari, la felicità di quando lo vedrò tornare e la paura della punizione che mi darà per aver rifiutato il suo invito.
    Stavo scrivendo il diario quando ho sentito un gran vociare provenire dalla banchina del porto, mi sono affacciata dall'oblò e mi è parso di vedere un puntino in lontananza, all'orizzonte, ho dunque preso il cannocchiale e di corsa sono uscita sul ponte, sì, effettivamente c'era un grande veliero all'orizzonte che si stava dirigendo verso Spankyisland, ma non era l'Ombrina.
    Ho visto il bel veliero entrare nel porto, con le sue tre file di cannoni per lato, si trattava della Jolly Rogers, la nave ha ormeggiato proprio accanto all'Olandese Volande, alcuni marinai hanno calato una passerella, e dal veliero è scesa una donna con la scorta di due marinai.
    Mentre ero affacciata alla balaustra, uno dei due marinai mi ha chiesto con cortesia il permesso di salire a bordo, che ovviamente ho concesso subito, così il Capitano, una bella donna e la sua scorta sono saliti a bordo.
    Ho quindi invitata la donna ad accomodarsi nella cabina che uso come salottino mentre i due marinai erano rimasti di fuori di guardia, dopodiché, davanti ad una tazza di tea caldo e dei pasticcini fatti da me il Capitano, che altri non era che la figlia del Corsaro Nero, mi ha raccontato del suo tormentato viaggio a causa di una terribile tempesta che ha rischiato di affondare il veliero.
    Poi mi ha confidato di essere stanca di viaggiare, e da questo la sua decisione di trovare un porto tranquillo e sicuro dove gettare l'ancora, le ho detto che qui a Spankyisland si troverà benissimo, l'isola è bella e anche i suoi abitanti, prima di accomiatarsi mi ha porto una lettera su cui c'era il sigillo del Capitano Morgan.
    Notizie per voi dal mio buon amico il Capitano Morgan ha detto sorridendo la donna e poi ha aggiunto: <non tarderà ad arrivare e avrà un bel bottino da mostrarvi>, quindi, accompagnata dalla fidata scorta si è congedata.
    Rimasta sola con trepidazione ho aperto la lettera di Jack, ed un brivido mi ha percorso la schiena, mi scriveva che stava arrivare e di prepararmi perché una volta arrivato sarebbe venuto subito qui sull'Olandese Volante per punirmi del mio rifiuto, finito di leggere la lettera mi sono accasciata sulla sedia, un misto di paura e di emozione si è impadronito di me, è stato a quel punto che fra me e me ho pensato, forse sarà meglio berci su, forse se mi ubriaco mi verrà il coraggio di affrontarlo, quindi ho preso la bottiglia di rum e un bicchiere.
    Dopo essermi scolata l'intera bottiglia un pensiero sì è subdolamente insinuato nel mio cervello, se quella donna è amica di Jack magari saranno anche amanti, chissà, e mentre il tarlo della gelosia penetrava sempre di più nel mio cervello ormai offuscato dal rum, ho pensato chissà con quante altre, durante questo suo viaggio avrà fatto il dongiovanni, e allora, barcollando ho messo sul grammofono una romanza dal “Don Giovanni” di Mozart.

    Cantando insieme al disco ho preso dal cassetto della scrivania del Comandante la pistola, l'ho impugnata, e con la bottiglia di rum vuota in una mano e la pistola nell'altra, ubriaca e malferma sulle gambe, ho salito i pochi scalini che portano al ponte.
    La musica riecheggia tutto intorno, sicuramente la staranno sentendo da lontano, la mente e la vista erano offuscati dal rum tant'è che non mi ero neppure resa conto che un altro veliero si stava avvicinando all'Olandese Volante, solo quando ho percepito il rumore di un'ancora gettata in mare, mi sono voltata, ed intravisto che, sul terrazzo di prua del maestoso veliero svettava, nella sua stupenda interezza, il Capitano Morgan.
    Quindi stordita e nel pieno della melodia ho alzato il braccio, ho preso la mira e ho sparato, dopodiché mi sono ritrovata, col sedere per terra.
    Nello stato in cui ero non potevo sapere se avessi colpito Jack oppure no, ma nonostante la musica sentendo come la sua voce la sovrastasse urlando, ho intuito di averlo mancato; e infatti lo intravedevo affacciato alla paratia di babordo che con tutta la sua voce gridava:< DOLLY !!! MA SEI USCITA DI SENNO ? A MOMENTI MI AMMAZZI! SEI IN GROSSI GUAI RAGAZZINA!>.
    E' stata questione di poco e me lo sono ritrovata davanti, era furibondo o almeno così a me pareva, visto il mio stato confusionale, mi ha afferrata per un braccio e mi tirata su dicendo:<dolly, razza d’incosciente che non sei altro!>
    La mia mano ha lasciato cadere la bottiglia di rum vuota, mentre il viso di Jack quasi sfiorava il mio io sono riuscita solo a biascicare un:<ohh, ciao capitano, bentornato>.
    Prima di crollare addormentata sul pavimento.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: ieri i primi raggi del sole, filtrando dalla finestra della mia cabina, mi hanno svegliata, mi sono tirata su un poco e mi sono accorta che avevo dormito nuda. Nuda? Non mi pareva di essermi spogliata ne tanto meno di essermi messa a letto, qualcuno doveva averlo fatto al posto mio e ho pensato ma chi? Sentivo la testa scoppiarmi e lo stomaco in subbuglio tant'è che, così come stavo, sono corsa al bagno in preda ai postumi dell'ubriacatura di ieri, una volta liberata mi sono data una lavata al viso ma il mal di testa e il mal di stomaco che provavo erano talmente forti che desideravo solo una cosa, tornare a letto!
    Mentre uscivo dal bagno ho visto Jack addormentato sulla poltrona che tengo vicino al letto, non riuscivo a crederci, mi aveva portata lui qui ed era stato qui tutta la notte, e all'improvviso mi è preso un magone, ho cominciato a piangere, cosa che ha subito svegliato Jack:<dolly, sei sveglia, come stai?>
    Mentre indossavo la vestaglia kimono l'ho guardato, ed in quel momento avrei voluto morire al pensiero che, in preda ai fumi dell'alcol avevo rischiato di ucciderlo, e invece lui si era preso cura di me tutta la notte.
    Sto male Jack, ho mal di testa e mal di stomaco, gli ho detto mentre lui, alzatosi dalla poltrona mi ha abbracciato dicendo:< Pazzerella che non sai altro, i tuoi sono i postumi di una bella sbronza, ora rimettiti a letto che vado a prepararti un rimedio miracoloso>.
    Detto ciò è uscito ed è andato nella cambusa, mentre io mi coricavo di nuovo a letto; dopo un po' è tornato con una ciotola il cui contenuto aveva un aspetto, ma soprattutto un odore orribile, infatti con un'espressione schifata sul viso gli ho detto :<jack, non pretenderai che beva quella robaccia spero! Preferisco stare male!>
    Lui, sedutosi sul letto accanto a me ha cercato di convincermi: <siamo alle solite eh Dolly? Su, non fare la bambina, questo è un rimedio portentoso per far passare una sbornia, adesso da brava bevi senza fare tanti capricci o sarò costretto a coricarti sulle mie ginocchia ed a darti un anticipo di quello che avrai non appena starai meglio!>
    Il suo tono non ammetteva repliche e controvoglia, consapevole che la punizione per il mio rifiuto al suo invito e per avergli sparato era solo rimandata ho bevuto, facendo mille smorfie, il disgustoso intruglio.
    Poi Jack ha preso la ciotola vuota, l’ha poggiarla sul mobile, per poi tornare a sedersi di nuovo accanto a me e con delicatezza ha cominciato ad accarezzarmi i capelli ed il viso.
    In quel momento, vinta dalla sua tenerezza non ho resistito più, era tale l'emozione che provavo che, mentre grossi lacrimoni mi scendevano lungo le guance, l'ho abbracciato:
    <oh Jack, mi dispiace tanto, è che mi era presa la gelosia, perdonami, mi dispiace, mi dispiace tanto>.
    Jack ha ricambiato il mio abbraccio:<dolly cara, tu gelosa di me? Non l'avrei mai pensato, che sciocchina che sei, sei proprio una bambina, una bambina a cui voglio tanto bene e che appena starà meglio riceverà una sculacciata memorabile, più che meritata, adesso però riposati, oggi pomeriggio tornerò a trovarti ed a quel punto sì che per te saranno dolori>.
    Così dicendo si è sciolto dal mio abbraccio, mi ha baciata dolcemente sulla bocca e, chiudendo la porta dietro di sé, è andato via.
    Con il passare delle ore sentivo che l'intruglio stava incominciando a fare effetto, sentivo sempre di meno il mal di testa e il mal di stomaco, ma al tempo stesso provavo sempre più timore per quello che sarebbe accaduto quando Jack fosse tornato nel pomeriggio.
    In preda al panico ho affondato la testa sul cuscino e sono scoppiata in un pianto dirotto.
    La giornata è passata tranquilla, grazie all'intruglio i postumi della sbornia pian piano erano svaniti, ma, con il trascorrere delle ore, con l'approssimarsi della punizione sentivo crescere dentro di me l'ansia e la preoccupazione.
    Il pensiero di aver rischiato di ucciderlo mentre ero ubriaca mi faceva sentire terribilmente in colpa, con il cuore in subbuglio sono salita sul ponte per vedere il tramonto che qui, sull'isola, è bellissimo e mentre il sole baciava il mare pensavo fra me e me che qualsiasi punizione avesse voluto darmi Jack l'avrei accettata.
    Ero assorta nei miei pensieri quando ho sentito dietro di me dei passi, mi sono girata ed era Jack, provando un misto di affetto e preoccupazione gli sono corsa incontro e l'ho abbracciato:<capitano, finalmente!> Gli ho sussurrato con la voce rotta dall'emozione.
    Premuroso mi ha subito chiesto se stessi meglio e mentre annuivo con la testa, mi ha guardata con i suoi splendidi occhi verdi, nel suo sguardo vi potevo leggere un misto di dolcezza e severità, dopodiché, accarezzandomi il viso mi ha detto:<sai che ora però abbiamo delle cose da risolvere vero?>
    Ho capito subito cosa intendesse con quelle parole, e sentendomi profondamente in colpa per ciò che avevo fatto con un filo di voce, abbassando lo sguardo gli ho risposto di sì, con la consapevolezza che la punizione sarebbe stata severa, ma meritata.
    Quindi Jack mi ha preso per mano e mi ha accompagnata sottocoperta, nei miei alloggi, mentre il sole era ormai tramontato e la calda luce delle lanterne illuminava l'Olandese Volante.
    Siamo entrati nella mia cabina, nessuno dei due parlava, mi sono seduta sul letto, intanto che lui si metteva comodo, togliendosi la cappa da capitano, a giacca di pelle, slacciandosi la bandoliera con le pistole e il cinturone con la spada, il tutto con un'esasperante lentezza, mentre seguivo con gli occhi ogni suo movimento mille pensieri affollavano la mia mente, avrei voluto fuggire da quella imminente punizione ed al tempo stesso la desideravo per placare il mio cuore e la mia coscienza.
    Però, quando l'ho visto sfilare la coda di drago dalla sua custodia e metterla sul tavolo, vicino alla brocca d'acqua un brivido mi ha percorso la schiena, il panico si è impadronito di me al pensiero che forse l'avrebbe usata su di me, che la frusta, con i suoi brucianti baci mi avrebbe segnato la pelle e dato molto dolore.
    Jack, forse intuendo questa mia inquietudine, dopo essersi seduto accanto mi ha abbracciata e mi ha detto con dolcezza:<tesoro, stavolta l'hai combinata davvero grossa e la punizione che ti aspetta è tutta meritata, quando avremo finito sono certo che il tuo cuore si sentirà meglio>.
    In silenzio, con gli occhi già velati di lacrime ho annuito.
    Il momento era arrivato.
    Mi ha fatta alzare dal letto e pormi di fronte a lui, lentamente, con calma, mi ha slacciato i pantaloni che sono scesi giù, fino a metà gamba, quindi, con altrettanta dolcezza, tenendomi per una mano mi ha accompagnata sulle sue ginocchia, in silenzio mi sono coricata sulle sue ginocchia.
    L’emozione era tanta, al punto che ancor prima che cominciasse la punizione già due lacrimoni mi scendevano lungo le guance.
    Mentre con un braccio mi teneva ben ferma, usando un tono gentile mi ha detto: <dolly cara, queste sono per il tuo modo indisponente di rispondere al mio gentile invito a seguirmi, al quale, se ben ricordi hai risposto con inutili insulti>.
    Io in pieno marasma emotivo tentavo di scusarmi: <scusami Jack, io...! >
    Fra me e me avevo pensato che forse così facendo la punizione sarebbe stata meno severa, ma lui non mi ha fatto neanche finire di parlare che già la sua mano ha cominciato a colpire severamente il mio fondoschiena, alternando su entrambe le natiche severi sculaccioni, ritmati, cadenzati, lenti, ma da subito brucianti.
    Stoicamente cercavo di sopportare quel bruciore e di prendermi quella severa e meritata punizione in silenzio, ma col passare dei minuti e l'aumentare del bruciore, la mia compostezza ha cominciato a venire meno ed ho iniziato a mugolare e ad agitarmi sulle sue ginocchia.
    Poi, quando ho cercato di portare dietro la schiena la mano destra lui con poco sforzo me l'ha bloccata, spegnendo sul nascere ogni velleità di evitare qualche sculaccione, e mentre la sculacciata con la mano proseguiva ritmata, senza tregua, aveva sottolineato il mio tentativo con un paio di colpi più severi, e dicendo:< Dolly sai che non voglio le tue mani nel mezzo!>
    Dopo un tempo che a me pareva infinito perché sentivo il sedere bruciare e gli ahiaa ed ahiii più squillanti avevano preso il posto dei più sommessi mugolii di prima, poi non riuscendo a frenarmi, ho cominciato anche a singhiozzare sommessamente.
    Allora il Capitano si è fermato ed ha iniziato ad accarezzarmi la pelle calda, e sicuramente rossa perché le culotte, per quanto siano rimaste al loro posto, non mi avevano offerto molta protezione.
    Ho pensato ingenuamente che la punizione fosse finita lì, ma quello che lui mi ha detto mentre mi accarezzava il fondoschiena ha fatto svanire ogni mia speranza:< Tesoro questa era per il tuo comportamento indisponente, ma non ho ancora finito, alzati e portami la tua spazzola per i capelli ... forza!>
    Dopo mi ha aiutata a sollevarmi, in silenzio ho obbedito, annuendo col capo, da un cassetto ho preso la spazzola, quella regalatami per il mio compleanno da Boo, e l'ho porta al Capitano.
    Mentre lo facevo, nel tentativo di porre fine alla punizione, gli ho ancora sussurrato con un filo di voce: <jack, io ... mi dispiace per come mi sono comportata !>
    Nonostante la dolcezza che vedevo nel suo sguardo, avvertivo la severità nella sua voce:< Lo so piccola, ma è necessario perché tu capisca quanto hai rischiato, togli del tutto i pantaloni>, il suo tono non ammetteva obiezioni e quindi lentamente ho tolto i pantaloni.
    Non è ancora finita, ho pensato e mi sono arresa, quando mi ha preso dolcemente per una mano e mi ha rimesso sulle sue gambe mi ci sono ricoricata senza fare storie, silenziosa e arrendevole, ho sentito il suo braccio serrarmi saldamente mentre la sua mano mi tirava giù le culotte e con esse anche l’ultimo sprazzo di difesa dalle sculacciate abbandonava il mio fondoschiena, un sussulto rabbioso ha accompagnato il suo gesto, era il segno che sarebbe stato severo.
    Vedendomi rassegnata alla punizione mi ha fatto sentire il contatto con la spazzola, a quel contatto ho sussultato e ho stretto le coperte tra le mani, poi il primo colpo è atterrato sonoro sul mio fondoschiena, come quelli che sono seguiti, cadenzati, corposi e tanti, che mi hanno fatto avvertire un bruciore insopportabile.
    Le lacrime hanno iniziato a scorrere sulle mie guance, mentre con la voce rotta dal pianto lo supplicavo di smettere:< Capitano ahia, ti prego, sarò brava! Ahia!>
    Ho iniziato a scalciare ma la sua stretta era salda, ed i colpi continuano senza sosta mentre mi parlava con tono severo:< Dolly queste te le prendi tutte, sono per esserti ubriacata come il peggior marinaio ed è una cosa che non tollero!>
    Poi, finalmente, dopo più di una cinquantina di colpi la punizione è finita e con un pizzico di rabbia ha gettato la spazzola sul letto, era stato duro, severo come mai prima d'ora.
    Mentre piangevo sommessamente sulle sue ginocchia lui ha incominciato a massaggiarmi dolcemente il fondoschiena che sentivo bruciare, poi mi ha aiutata a rialzarmi in piedi mettendomi fra le sue gambe e mi ha abbracciata dicendomi :< Tesoro, hai capito bene il perché di tutto questo?>
    Io fra le lacrime, con la testa ho annuito.
    Poi, dicendo che era rimasta solo una questione da risolvere, si è alzato, allontanato dal letto e dalla sua bandoliera ha estratto la pistola con cui ho rischiato di ucciderlo mentre ero ubriaca e l'ha appoggiata vicino alla coda di drago, quindi, improvvisamente, con tono serio mi ha ordinato: < Spogliati>.
    Spogliarmi, ho pensato mentre Jack poteva vedere sul mio volto tutto il mio imbarazzo, ma vedendo la pistola accanto alla coda di drago ho capito, ed un violento tremito di vergogna e di timore a cominciato a scuotermi, con lo sguardo silenziosamente lo imploravo, ma il suo sguardo duro e severo non mi lasciava scelta, quindi ho abbassato gli occhi e lentamente mi sono tolta la camicia e il resto dell'intimo, rimanendo completamente nuda davanti a lui.
    Sono arrossita violentemente per la vergogna di trovarmi così, senza difese, alla sua mercé, ed ho cercato di coprire come potevo la mia intimità.
    Quindi Jack si è avvicinato e mi ha abbracciata, dandomi un bacio sulla bocca:<coraggio piccola, al tavolo. Piegati e distendi le braccia>.
    A quelle parole il panico in me ha ripreso il sopravvento, come le lacrime che hanno ripreso a scendere silenziose sulle guance, senza fiatare, emettendo solo un debole gemito mi sono messa giù.
    Velocemente e senza troppi preamboli con delle corde mi ha legato le caviglie alle gambe del tavolo, ho tentato debolmente di evitare l'ulteriore punizione supplicandolo inutilmente di non farlo.
    Ma lui, accarezzandomi i capelli ha ignorato le mie suppliche dicendo: <tesoro finirà prima di quanto pensi, allunga bene le braccia e apri le mani a palmi in su>.
    E dopo avermi messo nelle mani la pistola con cui per poco lo ammazzavo ha continuato con tono severo: <non ti azzardare a farla cadere, e guardala fissa per tutta la punizione!>
    Poi presa la coda di drago si è posizionato accanto a me chiedendomi:< Dolly, quante parole ci sono nella frase NON - LO - FARÓ- PIÙ?>
    Ed io con un filo di voce: <quattro …, Capitano>.
    E quattro colpi di frusta riceverai, ha sentenziato.
    Quando con un sibilo ho sentito il primo colpo arrivare, su entrambe le natiche, il dolore ed il bruciore sono stati tali che ho gridato e sono scoppiata in un pianto senza sosta, che quasi mi toglieva il fiato.
    I tre restanti colpi sono arrivati rapidi e severi, mordendomi come il fuoco la pelle, dopodiché il Capitano mi ha tolto la pistola dalle mani, mi ha slegata e coperta con una coperta calda, mi ha sollevata e nel suo caldo abbraccio mi sono lasciata andare.
    Quindi si è seduto sul letto tenendomi stretta tra le sue braccia, parlandomi dolcemente:
    < Dolly, tesoro, ho avuto troppa paura che tu potessi farti male, non si scherza con certe cose, ho navigato a lungo ed ora che ti ho ritrovata non posso perderti>.
    Io ho annuito, mentre lui togliendomi la coperta da dosso mi ha fatta girare e, preso il barattoletto dell'arnica che tengo sul comodino, l'ha aperto e presane un poco con le dita ha cominciato a spalmarla delicatamente sui segni della frusta, il suo tocco era dolce e all'improvviso ho sentito la sua bocca baciarmi il collo, le spalle e poi lungo la schiena fino alle colline, le stesse che fino a poco prima aveva offese e fra un bacio e l’altro la sua voce roca mi sussurrava parole dolci: <dolly, tesoro, mi fai disperare ma ti voglio bene>.
    Intanto che mi baciava il mio corpo si tendeva, si inarcava e si offriva.
    Mentre lui continuava:< Piccola, sei bellissima, hai un corpo stupendo, un corpo da desiderare, da amare, da prendere>.
    Mentre lo diceva con una mano ha slacciato i pantaloni e facendo attenzione alle ferite, si è disteso su di me e da dietro mi ha presa con la sua prepotente virilità.
    Io sotto di lui ansimavo, per il dolore causatomi dalle frustate e per il piacere che mi stava dando la sua virilità e al culmine di una sinfonia che sembrava non finire mai siamo stati travolti dall'estasi del piacere.
    Jack respirando affannosamente si è sdraiato vicino a me, abbracciandomi, mentre il mio pianto, ora di gioia per la felicità goduta, si placava lentamente, ed altrettanto lentamente mi sono addormentata fra le sue braccia.
    Stamattina, quando mi sono svegliata, con ancora la coperta addosso ho visto che il Capitano era andato via. Con le natiche ancora doloranti per le frustate mi sono alzata, lavata e riflessa sullo specchio ho messo un poco di unguento sulle quattro ancora brucianti striature amaranto che solcavano da destra a sinistra il mio fondoschiena, quindi mi sono vestita e scesa giù in cucina a prepararmi un caffè che sono andata a bere sul ponte.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: stanotte ho dormito male a causa di una certa inquietudine che mi ha preso da qualche giorno; mentre stavo bevendo il solito caffè seduta sul ponte per godermi l'aria mattutina ripensavo a certi avvenimenti accadutimi sull'isola ed a quanto il mio più che proficuo contributo al lustro dell'isola, che mi è costato tempo e fatica, non sia stato riconosciuto degno di merito, gratitudine e riconoscenza.
    La stessa cosa mi accadde tanti anni fa a Cage City, anche lì, nonostante i miei molteplici sforzi, la mia fatica nel dare il mio contributo al lustro della città non ricevette niente in cambio, ma stavolta è diverso, questa volta non me ne starò zitta e buona, per questo ho deciso che per un po' andrò via da Spankyisland.
    Giusto il tempo di farmi sbollire la rabbia, prima che il mio lato oscuro mi faccia cedere alla tentazione di prendere a cannonate l'isola, tornerò fra qualche giorno, sperando che per allora la rabbia mi sia sbollita. Comunque quando ritornerò il mio rapporto con l'isola non sarà più lo stesso che ho avuto fino adesso.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: stamattina, dopo aver chiuso il diario di bordo ed averlo riposto in un cassetto dalla scrivania, sono uscita dalla cabina del Comandante con passo lento sono salita sul ponte e mi sono diretta al timone, improvvisamente una nebbia sinistra ha avvolto l'Olandese Volante, il cigolio delle catene delle ancore che salivano ha rotto il silenzio, un vento irreale ha gonfiato le vele ed il veliero, nascosto dalla nebbia lentamente ha preso il largo, sparendo all'orizzonte.

    Edited by Dolly c.r. - 28/2/2022, 15:26
     
    .
7 replies since 5/10/2020, 10:23   918 views
  Share  
.