Diario di bordo

L’Olandese Volante

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    Sesto capitolo

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: dopo molto tempo riprendo a scrivere sul diario di bordo. A quanto pare l'arrivo, tempo fa, di un misterioso vecchio in una notte buia e tempestosa è stato presagio di funesti eventi per Spankisland.
    Dall'ultima volta che ho scritto, sull'isola, sono accadute molte cose, prima fra tutte nell'arcipelago si è scatenata improvvisamente un'epidemia, fortunatamente l'isola non è stata colpita, ma per la sicurezza degli abitanti chi di dovere ha pensato giustamente di mettere in quarantena tutti noi con il risultato che, per quasi due mesi, abbiamo vissuto rinchiusi nelle nostre case, senza poter uscire se non per fare la spesa o motivi urgenti.
    Ciò ha comportato che per tutto questo periodo con ci siamo potuti vedere con Don Oleandro ed avuto solo contatti epistolari, che hanno dato un po' di sollievo a questa solitudine che mi avrebbe resa ancor più depressa.
    Fortunatamente ora è tutto finito, i caldi venti dei tropici hanno spazzato via la cupa atmosfera che si era creata sull'isola e stamattina, mentre un caldo sole estivo preannunciava l'arrivo della bella stagione, dopo aver preso un caffè e fatto colazione mi sono seduta qui, alla scrivania del comandante, mentre l'aria frizzantina del mare entrava dalla oblò e mi sono messa a scrivere.
    Durante la quarantena è stata dura passare il tempo in solitudine, con la voglia di giocare, con la voglia di quelle calde attenzioni e di quella stupenda, bellissima sensazione di dolore e piacere che provo solo stando sulle ginocchia del mio adorato Don Oleandro.
    Il desiderio di provare quel profondo brivido di vergogna nel momento in cui mi tira giù le culotte ed espone al suo sguardo compiaciuto il candore immacolato del mio posteriore aumenta ogni giorno di più.
    Chissà che la bella stagione che sta per arrivare porti con se quella lietezza del cuore, quella gioia di giocare e quella serenità dell'anima di cui ho tanto bisogno.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: riprendo ancora a scrivere dopo un po' di tempo, e devo ammettere che piano piano comincia a non piacermi vivere da sola, su questo veliero. Questa solitudine che mi perseguita, pesa sulla mia vita come un macigno e solo le serate passate alla villa di Don Oleandro esorcizzano per quel che possono.
    Sì lo so, ero sola anche prima, ma c'erano Mister V. e il Capitano Jack Morgan con cui giocavo e questa solitudine mi pesava di meno, ora fortunatamente ho Don Oleandro, il mio adorato Don Oleandro, ma anche lui ha i suoi impegni, il suo da fare alla villa e non può certo perdere tempo a giocare sul veliero con me.
    Ecco, in fondo, forse, il nocciolo della questione è questo, non ho nessuno con cui giocare e le giornate passano lente, solitarie e noiose, certe volte mi pare noioso tutto sull'isola, persino la maggior parte degli spanker che vedo passeggiare come tanti pavoni che fanno la ruota sono irrimediabilmente spocchiosi cicisbei e soprattutto noiosi.
    Il tempo non mi aiuta, sembrava che la bella stagione fosse alle porte ed invece un'improvvisa perturbazione ha colpito l'isola con forti raffiche di vento, mare in tempesta e pioggia scrosciante quasi ogni giorno, tant'è che da parecchio tempo i pescherecci dell'isola non escono e anche l'Olandese, in certi momenti lo sento sconquassato dalle onde, ed allora mi rifugio sottocoperta; una lanterna, una bottiglia di rum e un libro mi fanno compagnia, aspettando che la tempesta passi ed intanto piano piano l'alcol fa il suo effetto, ed io, cullata dalle onde, mi addormento.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: oggi, domenica il tempo ci ha dato una tregua dopo molti giorni di vento, pioggia e mareggiate, c’è uno splendido e caldo sole estivo, il mare si è calmato ed ho voluto approfittarne per fare una bella passeggiata sulla spiaggia a raccogliere conchiglie.
    Nella borsa che solitamente porto per metterci le conchiglie che raccolgo, c'era anche, come al solito la mia vecchia fionda, stava lì inutilizzata da tanto e tempo e con la quale a volte mi divertivo a fare il tiro al bersaglio.
    La riva sabbiosa gira intorno all'isola per lunghi tratti ma nella zona dove ero diretta un piccolo promontorio costringe, per passare oltre lungo la spiaggia, ad entrare in acqua che lì è molto bassa, poi, superato il promontorio, si ritorna sul bagnasciuga.
    Stavo camminando già da un po' sulla riva quando in lontananza mi è parso di vedere un uomo a cavallo, senza pensarci due volte sono corsa a nascondermi dietro le rocce per vedere chi fosse; non mi ci è voluto molto per vedere che il cavaliere in questione era Don Oleandro sul suo pezzato, ed allora, il mio carattere di monella, forse spinta dalla noia di questo periodo, mi suggerito di giocargli un tiro mancino.
    Tirata fuori la fionda, ho preso la mira, ed ho tirato, inutile dire che non appena la piccola pietra ha colpito le terga del cavallo questi ha avuto uno scarto improvviso che ha di fatto sbalzato di sella Don Oleandro facendolo finire in acqua, ah ah ah ah, che risate mi sono fatta nel vederlo cadere come una pera cotta. Un vero spasso, meno male che ero nascosta dalle rocce e non ha potuto vedermi, in caso contrario sapevo benissimo come avrebbe reagito per una simile mancanza di rispetto nei suoi confronti.
    Compiuto il misfatto, sempre senza farmi vedere, e accorgendomi che già dei nuvoloni neri cominciavano a stagliarsi all'orizzonte, segno di un'altra tempesta in arrivo ho fatto ritorno al veliero.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: torno a scrivere dopo qualche giorno di pausa perché prima mi era ahimè impossibile stare seduta, ma è meglio andare con ordine.
    Va detto che quando il clima lo permette, insieme a Don Oleandro, ci fermiamo sul ponte per godere della piacevole brezza marina, mentre se il tempo è uggioso ripariamo all’interno; domenica era uno di quei pomeriggi e Don Oleandro era passato a trovarmi sull’Olandese Volante per le consuete chiacchiere e per apprezzare i miei ottimi biscotti che gradisce molto, e che per questo non mancano mai durante il nostro rito del tè pomeridiano.
    Sentendomi in colpa per lo scherzo, sono stata più gentile e compita del solito, e Lui ignorando che fossi io la colpevole del suo bagno mattutino, avrà pensato che questo cambiamento in meglio fosse dovuto alle punizioni che mi aveva impartito, ed anche che quando viene a trovarmi sono sempre felice di vederlo.
    È successo che mentre mi attardavo in cucina per sfornare i suoi biscotti, il caso ha voluto che lo sguardo di Don Oleandro si fermasse sul diario di bordo, incautamente lasciato aperto sullo scrittoio, infatti, rientrando con i biscotti ho visto che si era avvicinato a leggere la pagina che insieme alle righe scritte conteneva anche il disegno di una fionda.
    Ancora più incuriosito e guardando meglio, mentre io rimanevo impietrita sulla soglia, aveva notato la data riportata sulla pagina, e quindi intuito subito chi era la colpevole del piccolo incidente avuto durante la sua solita passeggiata a cavallo sul litorale sabbioso dell’isola.
    Dopo aver letto, l'espressione del viso di Don Oleandro si è improvvisamente incupita, si è girato molto lentamente verso di me che ero rimasta sulla soglia con il vassoio in mano; in quel momento, nel vedere la sua espressione truce ed il suo sguardo incollerito, quasi volesse incenerirmi, ho avuto veramente paura di averla fatta veramente grossa.
    Quindi con voce che tradiva la sua rabbia mi ha apostrofata con durezza:< Hai una spiegazione per quello che sto leggendo sul tuo diario di bordo? O devo credere che sei stata capace di compiere un’azione simile nei miei riguardi? È questo il modo di ricambiare la mia amicizia, l'affetto che provo per te?>
    Io, sorpresa ed intimorita dalla sua improvvisa durezza e dal suo sguardo ho abbassato gli occhi e con un sussurro gli ho risposto:<no, Don Oleandro>.
    Guardandomi fisso ha continuato: <mi hai veramente deluso Dolly! A quanto pare tutto quello che ho fatto per insegnarti le buone maniere non è servito a nulla!>
    Io veramente non sapevo cosa rispondere a mia discolpa e sono rimasta muta, come paralizzata, ma è stata solo una questione di attimi perché Don Oleandro in men che non si dica mi si è avvicinato a grandi passi urlandomi in faccia:< Credo proprio che questa volta imparerai la lezione, sono proprio stufo delle tue malefatte>.
    E trascinandomi per un braccio, mentre il vassoio d’argento con i biscotti volava via finendo rumorosamente sul pavimento, mi ha trascinata verso una sedia, facendomi poi finire con uno strattone sulle sue ginocchia.
    A quel punto, terrorizzata dal suo furore e cosciente che stava per darmi una punizione memorabile ho cominciato a supplicare: <don OLEANDRO, NOOO, LA PREGOOO ...!>
    Sordo alle mie suppliche ha cominciando a tempestare il mio sedere con una granula di sculaccioni per almeno una decina di minuti, sculaccioni che anche se dati sopra i pantaloni facevano veramente male e bruciavano come l'inferno perché ci stava mettendo tutta la forza possibile nel darmeli.
    Mentre io già in singhiozzi, abbandonata sulle sue ginocchia, cercavo in ogni modo di rabbonirlo chiedendo scusa e dicendo che si era trattato solo di uno scherzo, la granula di sculaccioni si faceva più forte
    SPANK SPANK SPANK SPANK, basta ... SPANK SPANK SPANK SPANK la prego SPANK SPANK SPANK SPANK, Don Oleandro ... SPANK SPANK SPANK SPANK, la supplico. SPANK SPANK SPANK SPANK, le chiedo scusa SPANK SPANK SPANK SPANK, era solo uno scherzo, SPANK SPANK SPANK SPANK , basta.
    Calmato il primo impeto d’ira Don Oleandro si è fermato, e dopo avermi fatta alzare in piedi mi ha ordinato di togliere, con mio grande imbarazzo i pantaloni e le culotte.
    Visto che le mie parole e le mie suppliche non erano servite a nulla non mi restava altro da fare e così, quando mi ha trovata nuda dalla cintola in giù, poi mi ha nuovamente trascinata con rudezza sulle sue ginocchia, riprendendo a martellarmi con ancor più forti sculaccioni che adesso bruciavano molto di più sulla pelle arroventando il mio già arrossato fondoschiena.
    A nulla valevano le mie suppliche ed i miei singhiozzi, Don Oleandro mi stava sculacciando con una tale rabbia, con un tale furore che mai prima d'ora avevo provato sulla mia pelle tant'è che oltre a strillare e supplicare ballavo sulle sue ginocchia.
    Intanto lui, con la voce ancora alterata dall’ira, mi rimproverava mentre mi sculacciava:<
    Allora Dolly, SPANK SPANK SPANK SPANK SPANK, hai ancora voglia di fare scherzi del genere? SPANK SPANK SPANK SPANK vedessi che bel colore rosso sta prendendo il tuo sedere, SPANK SPANK SPANK SPANK è inutile che strepiti e piangi, SPANK SPANK SPANK SPANK sai bene che meriti tutto questo!>
    Dopo almeno venti minuti di autentico inferno per le mie povere natiche, quando Don Oleandro ha ritenuto che il bruciore fosse divenuto insopportabile, ha smesso e dopo avermi fatta alzare mi ha spinta e fatta piegare contro il tavolo con le braccia distese in avanti, mi ha assestato ancora una decina di sculaccioni per poi lasciarmi singhiozzante in quella posizione a meditare.
    Quindi è tornato a leggere il diario e sfogliando indietro di qualche pagina deve aver trovato un altro passo, veramente molto discutibile, perché con voce tagliente mi ha detto: <a quanto pare sei proprio una ragazza irrispettosa, quindi secondo te gli spanker dell’isola sono “pavoni che fanno la ruota, irrimediabilmente spocchiosi, cicisbei e soprattutto noiosi” non riesco a credere che tu possa arrivare a scrivere queste cose. Questa volta devo proprio farti passare la voglia di comportarti così male!>
    Così dicendo ha recuperato il suo frustino, che porta sempre con se, si è avvicinato al tavolo e dopo avermi legato i polsi ai piedi del tavolo, con una corda recuperata in coperta, in modo che non potessi in alcun modo sottrarmi all'ulteriore castigo si è posto dietro di me e ha cominciato a colpirmi col frustino urlandomi:<questi per ricordarti che Mister V. e il Capitano Morgan che non sono certo obbligati a far divertire te, ed ancora questi altri per ricordarti che non puoi appellare in questo modo gli spanker dell’isola. A quanto pare il compito di educarti è più difficile di quanto pensassi, ma voglio credere che le righe rosse e blu che sto disegnando sul tuo sedere ti ricorderanno per un pezzo le buone maniere>.
    Inutile dire che ero sopraffatta dal dolore insopportabile delle frustate che come lingue di fuoco mi penetravano nella pelle, ma soprattutto ero annientata dal rammarico e dal dispiacere di averlo deluso, i miei singhiozzi sommessi ed il fatto che non mi stavo assolutamente ribellando a quel castigo che sapevo benissimo di meritare testimoniavano il mio pentimento.
    Poi Don Oleandro mi ha slegata ed ancora piangente mi ha aiutata a rimettermi in piedi, forse impietosito dallo stato del mio sedere e dalle mie lacrime mi ha fatta stendere sul divanetto e dopo avere preso la crema che tengo sul comodino, nei miei alloggi, ha delicatamente lenito i segni del frustino con abbondante crema, fino a che, piano piano i miei singhiozzi si sono calmati.
    Poi, accarezzandomi la testa ancora affondata in uno dei cuscini mi ha detto che sperava che questa lezione mi fosse servita, quindi mi ha salutata con un bacio ed è andato via lasciandomi riposare ancora frastornata e singhiozzante.
    Non so quanto sono rimasta lì, direi parecchio perché quando ho cercato di alzarmi dal divanetto mi sono accorta che fuori si era fatto buio, quindi ancora nuda dalla vita in giù, camminando a fatica, sono andata nei miei alloggi, dove mi sono letteralmente buttata sul mio letto, giù, a peso morto, affondando la testa nel cuscino. In lontananza sentivo rumore di tuoni ed ancora un pianto a dirotto ha ripreso il sopravvento, poi, piano piano mi sono addormentata.
    La mattina dopo, mi sono svegliata e con rammarico ho visto che pioveva, facendomi pensare che l'estate non vuole proprio arrivare quest'anno, ma è stato un pensiero fugace perché un altro pensiero ha preso velocemente il suo posto, quello del mio fondoschiena martoriato che ancora, nonostante fosse passata la notte, bruciava e pulsava.
    Mi sono alzata dal letto e sono corsa allo specchio per vedere in che condizioni era, per rendermi conto, vedendomi riflessa, che le mie povere natiche erano purpuree e segnate da sottili strisce che andavano dal rosso scuro al blu.
    Potevo sentire sotto le dita, mentre le sfioravo, che bruciavano e pulsavano, a quella vista ho ripreso a piangere e dopo avere indossato la mia vestaglia kimono sono andata nel salottino per riprendere il barattolo di crema che era rimasto lì.
    Nella saletta, con grande sconforto ho visto il vassoio e i biscotti che tanto amorevolmente avevo preparato per Don Oleandro buttati per terra.
    Con estrema cautela mi sono inginocchiata per raccogliere i biscotti ma la vestaglia per quanto non aderente, strusciava sui segni delle frustate e mi torturava il fondoschiena ad ogni movimento, comunque mi sono fatta forza e dopo averli rimessi nel vassoio mi sono trascinata in coperta e li ho buttati in mare; quindi riposto il vassoio ho preso la crema all'arnica ed ho cercato di dare sollievo al brucione che mi procuravano le frustate ricevute.
    Poi con la massima cautela mi sono vestita e sono scesa in cucina dove, dopo essermi fatta un caffè ristoratore, ho preso dalla dispensa l'altra metà dei biscotti che avevo preparato per Don Oleandro, li ho incartati, ma proprio quando mi accingevo a scendere dalla nave, ho visto il domestico di Don Oleandro, Rosario, che tornava alla villa con la spesa.
    Senza pensarci due volte ho percorso di corsa la passerella, l'ho raggiunto e gli ho dato il pacchetto di biscotti con la raccomandazione che li desse subito al suo padrone non appena fosse arrivato, il buon uomo ha acconsentito all'incarico e dopo esserci salutati si è diretto senza indugi verso la villa.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: data la consegna al domestico di Don Oleandro sono tornata nei miei alloggi dove, dopo essermi tolta la vestaglia, ho fatto una doccia tiepida facendo molta attenzione nell'insaponarmi e soprattutto nell'asciugarmi il fondoschiena su cui sentivo in rilievo le molte righe lasciate dal frustino.
    Poi siccome non me la sentivo proprio di vestirmi, nel timore che le culotte potessero aggravare ulteriormente il bruciore ho preferito rimanere con la vestaglia kimono senza mettere nulla sotto, ma nonostante questo le ferite bruciavano e pulsavano ancora parecchio come mai prima d'ora, e mi era impossibile stare seduta.
    Camminavo con difficoltà e se incautamente strusciavo il fondoschiena da qualche parte il dolore si acuiva facendomi lacrimare gli occhi, viste le mie condizioni ho preferito non fare nulla per tutto il giorno limitandomi a stare sdraiata, a pancia in giù sul letto lasciando che il tempo passasse lentamente ripensando alla dura punizione ricevuta.
    Stavo ancora assorta nei miei pensieri ed ormai il sole volgeva al tramonto, quando, all'improvviso, ho sentito la porta dei miei alloggi aprirsi, e Don Oleandro esclamare preoccupato: <dolly, perché non sei venuta tu stessa a portarmi i biscotti? Perché darli a Rosario? Avevi forse paura di me per la punizione di ieri? A proposito, come stai?>
    Io, sdraiata sul letto, per tutta risposta mi sono voltata dall'altra parte per non vederlo, mentre di nuovo calde lacrime mi scendevano dagli occhi.
    Senza darmi il tempo di rispondere Don Oleandro ha alzato delicatamente la vestaglia da dietro per osservare i danni inflitti al mio fondoschiena, commentando:< Mmmm forse sono stato troppo duro con te ieri, i segni del frustino sono ancora violacei e li sento sotto le dita, sarà bene mettere ancora la crema, ti farò un po' male ma è necessario farti guarire presto >.
    Così ha preso l'arnica e delicatamente ha incominciato a distribuirla sui segni del frustino, nonostante il tocco leggero della sua mano sentivo il bruciore e il dolore che stoicamente ho sopportato nonostante il mio corpo tradisse ben altre sensazioni, con la testa affondata nel cuscino piangevo, poi voltandomi da una parte ho sussurrato a Don Oleandro:<mi vergogno>.
    Con la coda dell'occhio ho visto Don Oleandro accennare un sorriso mentre diceva:< ti eergogni di che bambina?>
    Così ho preso fiato e gli ho detto che mi vergognavo tanto per quello che avevo fatto, per lo scherzo sulla spiaggia, l’impertinenza verso gli spanker, nonostante l'affetto che mi ha dimostrato, e le sue cure, detto questo ho di nuovo affondato il viso nel cuscino e sono scoppiata in un pianto dirotto.
    Don Oleandro, dopo avermi messo la crema e risistemato la vestaglia mi ha costretta a girarmi verso di lui, mi ha abbracciata con forza e con voce roca mi ha sussurrato:< Sì, sei stata veramente monella e impertinente, per questo ti ho severamente punita, ma qualsiasi cosa tu faccia potrà anche farmi arrabbiare, potrà costringermi a punirti con durezza, ma niente può far si che venga meno la cura e l'affetto che provo per te>.
    Poi Don Oleandro ha fatto una cosa che non aveva mai fatto, che in fondo anch'io desideravo da molto tempo, sempre tenendomi stretta fra le sue braccia mi ha baciata con passione e sussurrandomi :< Cara piccola Dolly, croce e delizia della mia vita, non aver mai paura di me, non vergognarti, qualunque cosa tu faccia io mi prenderò cura di te. Hai sbagliato, sei stata giustamente punita e ti ho perdonata, è tutto finito adesso>.
    Nel sentire quelle belle parole mi sono sentita così amata che oltre a ricambiare i suoi baci appassionati mi sono stretta ancor di più a lui, abbandonandomi fra le sue braccia e perdendomi nei suoi occhi scuri, desiderando che quel momento non finisse mai.
    Poi Lui si è sciolto dal mio abbraccio, mi ha accarezzato i capelli e sorridendo sotto i baffi mi ha sussurrato:< Stasera desidero che ceni da me, non accetterò un rifiuto sappilo>.
    Ricambiando il suo sorriso gli ho risposto:<sarà per me un piacere Don Oleandro>.
    Quindi si è alzato, si è diretto verso la porta e dopo avermi mandato un bacio con la mano è andato via chiudendo la porta alle sue spalle, lasciandomi sola e felice nel mio sogno d'amore.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: stamattina, dopo essermi alzata ed indossata la vestaglia kimono sono andata in cucina per prepararmi un caffè, quindi sono salita su ponte e ho guardato verso l'orizzonte dove in lontananza si stagliava la sagoma dell'isola di Tortuga.
    È passato un po’ di tempo dalla quando ho scritto il diario, ma ultimamente mi è sembrato che tutto andasse storto ed una profonda insofferenza si è impadronita di me, da qui la mia decisione di allontanarmi per un po' dall'isola, per pensare e riflettere, infatti pochi giorni fa ho tolto gli ormeggi e sono andata via, diretta verso Tortuga.
    Questa volta non ci sarà nessun Capitano Morgan che mi trascinerà via da quell'isola per riportarmi a Spankyisland.
    Il caro Capitano che se ne era andato via senza dire nulla, quando mi pareva di aver trovato finalmente sull'isola un compagno di vita, invece mi ha abbandonata dopo avermi spezzato il cuore e lasciandomi addosso una rabbia tale che se lo avessi di fronte lo darei in pasto ai pesci.
    Con questi pensieri avevo intrapreso il mio viaggio verso Tortuga, e dopo due giorni di navigazione, all'improvviso, dal mare è emerso uno scoglio, sul quale si ergeva un grande trono di corallo su cui era seduto nientepopodimeno che il dio Nettuno.
    Il dio se ne stava seduto sul suo maestoso trono proprio come lo si vede in certe illustrazioni, ad un tratto ha alzato il suo tridente d'oro e l'ha puntato verso il veliero che subito si è magicamente fermato.
    Intimorita da una tale presenza mi sono avvicinata alla prua e rispettosamente mi sono inchinata davanti al potente dio dei mari salutandolo con ossequio:<mi inchino al grande Nettuno, sovrano indiscusso di tutti i mari e tutti gli oceani>.
    Lui, dall'alto del suo trono mi ha guardata severamente, l'espressione del suo viso, sotto la folta barba bianca, esprimeva tutto il suo disappunto, mentre mi apostrofava con tono di rimprovero:< Eccoti finalmente, corsara impertinente, ne ho sentite parecchie su di te, sulle tue monellerie, ne ho sentite talmente tante da dovermi scomodare e lasciare la tranquillità dell'oceano per venire fin quassù ad insegnarti un po' di disciplina e di rispetto!>
    Allibita e al tempo stesso sorpresa dal fatto che la mia nomea di impertinente monella fosse arrivata addirittura alle orecchie del dio dei mari, cercai di accampare qualche scusa, qualche giustificazione, alle quali il possente dio rispose con una roboante risata di scherno:<piccola impertinente monellaccia pensi davvero di potere incantare me, il possente dio Nettuno con le tue sciocche scuse? Avrai ciò che meriti seduta stante e dopo che ti avrò punita come si deve mi ringrazierai con l'ossequio che si deve al potente dio dei mari!>
    Poi di colpo, come sollevata per magia mi ritrovai coricata sulle ginocchia del dio Nettuno, la sorpresa e lo stupore erano tali che quasi mi sembrava impossibile quanto mi stava accadendo.
    Non gli fu difficoltoso con una mano abbassarmi contemporaneamente pantaloni e culotte mentre con l'altra mi serrava con forza il braccio destro dietro la schiena, in quel momento, presa dal panico, ancor prima che la punizione iniziasse cominciai a gridare, ad implorare e supplicare ma fu tutto inutile la possente mano del dio iniziò a colpire alternativamente e con severità le mie natiche messe a nudo e che, in breve tempo, sotto la granula degli sculaccioni che mi stava somministrando si faceva più intensa, diventavano sempre più rosse e bollenti.
    Il bruciore di quegli sculaccioni divini era tale che ormai gridavo, piangevo e supplicavo senza sosta, dimenandomi sulle sue ginocchia, il dio era intenzionato a castigarmi per bene e solo dopo non so quanto tempo smise.
    Dopo la punizione rimasi ancora per un po' sulle sue ginocchia singhiozzante ed inerme, poi sempre magicamente mi ritrovai sul ponte dell'Olandese mentre con delicatezza cercavo di ricompormi ringraziai il Dio, che con la sua voce possente mi ha ancora ammonito: <spero che questa lezione ti sia servita monellaccia e bada a comportarti bene da non costringermi a tornare nuovamente dalle profondità marine, perché in quel caso la tua punizione sarebbe a dir poco epica>.
    Detto ciò Nettuno se ne tornò nelle profondità degli abissi, lasciandomi piangente e dolorante, mentre il vento magicamente gonfiava le grandi vele dell'Olandese Volante.

    Don Oleandro abitualmente esce presto al mattino, poco dopo che è sorto il sole, per fare la sua passeggiata, oggi si era diretto verso il porto con l’intento di andare a trovare Dolly che non vede da qualche giorno, e non avere sue notizie lo preoccupa sempre un pochino.
    Ma, arrivato al porto, non trovando ormeggiato l’Olandese Volante, piuttosto sorpreso è tornato sui suoi passi, e di strada, si era fermato alla taverna a bere qualcosa ed a fare due chiacchiere con quelli del posto.
    Mentre stava ascoltando le chiacchiere intorno sé, Don Oleandro era venuto a sapere che da un po’ di giorni nessuno aveva più visto il veliero di Dolly, che sembra si sia allontanato parecchio, dato che altre barche lo hanno incrociato a distanza mentre facevano rotta verso Spankyisland, insomma Dolly sembrava proprio sparita.
    Più pensa a questa cosa e più Don Oleandro avverte un senso di rabbia, ma come, pensa tra sé e sé, Dolly se ne è andata via senza nemmeno un cenno, un saluto? Ho fatto tanto per fare capire a quella monellaccia impertinente come comportarsi … eppure, si deiceva, sembrava ascoltare i miei suggerimenti (oltre che ascoltarli con le orecchie, in verità, li ha sentiti anche in altro modo), continuava a rimuginare dentro di sé … sembrava addirittura essersi affezionata … ed invece sparisce così!
    Si vede non ha ancora imparato le buone maniere e ad essere rispettosa verso gli amici che le vogliono bene. Forse il mio compito di Tutore non è per nulla esaurito, il problema ora sarà di come farle arrivare notizia del mio disappunto, pensava ancora Don Oleandro.
    All'improvviso gli viene in mente che in effetti l’Olandese Volante è un veliero magico che si governa da solo e forse, pensa, se lanciassi in mare un messaggio in bottiglia nel punto del pontile dove sempre ormeggia, magiche correnti lo consegneranno seguendo la sua rotta, pure se non ne è certo, vuole fare un tentativo.
    Dal padrone della taverna Don Oleandro si fa dunque dare un foglio di carta, una penna e una bottiglia di rum vuota, ma non si dilunga molto nello scrivere, certo che basteranno poche righe per far capire a Dolly quanto sia arrabbiato per questa che considera veramente una mancanza di rispetto, e che farà bene a tornare immediatamente indietro a Spankyisland, ben sapendo che dovrà ricevere la meritatissima punizione che si è guadagnata.
    Quindi infila il messaggio nella bottiglia, si dirige verso il porto e giunto dove solitamente è ancorato L'Olandese Volante getta la bottiglia in mare.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: il tempo trascorre lento qui a Tortuga, non so neanche da quanto sto qui, mi trovo bene, la gente è bella e l'isola non solo è meravigliosa con le sue palme e il suo mare cristallino ma offre, essendo un punto d'incontro per tanti velieri ed equipaggi, ottime possibilità di fare affari.
    Eppure una certa nostalgia di Spankyisland cominciava insinuarsi dentro di me, poi ieri passeggiando sulla spiaggia al tramonto ho intravisto fra le onde che si infrangevano sulla riva qualcosa che rifletteva la luce del sole, mi sono avvicinata e con sorpresa ho visto che era una bottiglia con un foglio di carta dentro!
    Con grande curiosità ho aperto la bottiglia per leggerne il contenuto, e con grande stupore ho scoperto che il biglietto era stato scritto da Don Oleandro, quindi mi sono seduta sulla riva e ho cominciato a leggerlo, poche righe, ma molto molto severe e significative, e che erano un esplicito invito a tornare immediatamente a Spankyisland.
    Era chiaro che non aveva gradito affatto che me ne fossi andata via senza avvertirlo della mia partenza e tanto meno salutarlo, cosa che considerava veramente una azione disdicevole, e quindi mi ordinava di tornare immediatamente indietro, con la consapevolezza che una volta tornata avrei ricevuto la meritatissima punizione che mi ero meritata.
    A quel punto mi sono resa conto che non mi restava che tornare a Spankyisland.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: sono giunta all’ingresso del porto di Spankyisland, e con grande sorpresa, mentre il veliero lentamente si avvicinava alla banchina, ho visto sul molo gli Amministratori dell'isola con il loro seguito, i miei più cari amici e dietro di loro anche Don Oleandro.
    Questi, quella mattina, era sceso al porto, e quando ha sentito che l’Olandese Volante era stato avvistato ancora in alto mare dirigersi verso l’Isola ha capito che la monella avrebbe presto avuto sue notizie.
    Quindi, calcolando i tempi di arrivo nel porto del veliero si è diretto verso il molo, deciso a salire subito a bordo per dare a Dolly il “caloroso” benvenuto che si era guadagnato.
    Quello che non si aspettava era di trovare sul molo, pronte a salire a bordo, molte altre persone che erano venute per festeggiare la “Monella” per la recente nomina ad un incarico di responsabilità sull’isola.
    Facendo dunque buon viso alla nuova situazione, si apprestò a salire bordo insieme ai tanti presenti e ad attendere che abbracci e congratulazioni facessero la loro parte.
    Infatti, non appena la nave si fu accostata alla banchina e messa la passerella per scendere, il Governatore e tutti gli altri sono saliti a bordo del veliero, quindi uno degli Amministratori, porgendomi una pergamena ha dichiarato ad alta voce che mi veniva conferita una onorificenza per il mio contributo dato all'isola.
    Non riuscivo a credere che il mio impegno fosse finalmente, dopo tanto tempo ricompensato, ero emozionatissima nel vedere tutti i presenti che mi facevano gli auguri che via via che sfilavano l’uno dietro l’altro per salutarmi e congratularsi con me, fino a quando è arrivato il turno di Don Oleandro.
    Non appena me lo sono visto di fronte un improvviso rossore mi ha avvampato il viso e i miei occhi hanno tradito un grande imbarazzo: <le domando scusa dal più profondo del mio cuore Don Oleandro, veramente, non so cosa mi ha preso, è stato un momento, non ci ho pensato>.
    Ho farfugliato sottovoce per non farmi sentire dagli altri mentre cercavo di sfuggire al suo sguardo, ben sapendo che, conoscendolo che a poco sarebbero servite queste scuse.
    Lui sorridendo mi ha invitata a fare accomodare gli ospiti ed ad offrire loro qualcosa come si conviene ad una buona padrona di casa, quindi mi ha suggerito di fornire a tutti i presenti una sedia o un qualcosa su cui accomodarsi, ma di non preoccuparmi di prenderne una per me, che tanto non ne avrei avuto bisogno.
    Come richiesto ho portato da bere a tutti, e dopo essersi assicurato che tutti si fossero accomodati Don Oleandro si è alzato in piedi e con un largo sorriso si è rivolto ai presenti dicendo: <cari amici, permettetemi di chiamarvi così anche se in realtà mi conoscete appena, ma in fondo siamo tutti felici abitanti di questa fantastica isola. So che siete venuti oggi a ricevere la bella e giovane capitana dell’Olandese Volante e conferirle un ruolo di responsabilità sull’isola, ed anche io ovviamente mi associo a questo momento che la nostra Dolly certamente merita, ma desidero anche dirvi che Ella, oggi, merita anche altro !>
    Dicendo questo l'espressione del viso di Don Oleandro si è fatta seria, ed io intuendo quali fossero le sue intenzioni ho desiderato con tutta me stessa di sbagliarmi.
    Ma, mentre i presenti lo stavano ad ascoltare con attenzione e in silenzio Lui ha continuato: <probabilmente nessuno di voi sa che da qualche tempo ho voluto assumere il compito di seguire, incoraggiare e se ve ne fosse bisogno correggere la nostra Dolly quando il suo esuberante carattere la porta a trascendere ed a comportarsi in modo sconveniente ed irrispettoso.
    Insomma ogni qualvolta la dovessi cogliere a “monellare” considero mio preciso compito, come Tutore, rimetterla in riga.
    Posso dirvi che oggi è uno di questi momenti, Dolly sa bene cosa mi aspetto da Lei e conosce bene quali sono i giusti comportamenti e per questo non mi sarei mai aspettato che, assecondando uno dei suoi colpi di testa, avesse deciso di abbandonare l’Isola senza una spiegazione, senza un vero motivo e senza farmi partecipe della sua intenzione, nonostante le tante prove di affetto nei suoi confronti.
    Non voglio annoiarvi troppo con questi discorsi, ma era giusto spiegare perché è giunto il momento di impartire a Dolly, in vostra presenza, una severa quanto amorevole sculacciata, affinché impari a tenere più in conto le persone care che le hanno sempre dimostrato affetto e soprattutto a far sì che non ripeta più in futuro improbabili fughe>.
    Io ero rimasta per tutto il tempo in piedi, accanto a Don Oleandro, ascoltando silenziosa e quando questi ebbe finito di parlare, imbarazzatissima e rossa in viso, parlando sottovoce per non farmi sentire dagli altri l'ho pregato di rimandare la punizione a quando saremmo stati da soli, perché mi vergognavo a farmi sculacciare così davanti a tutti i miei amici e agli Amministratori dell’Isola.
    Lui, senza fare una piega, sottovoce mi ha sussurrato ad un orecchio che sapevo bene che le mie preghiere sarebbero rimaste inascoltate, data la sua convinzione che l’imbarazzo e la vergogna sono un ottimo condimento per le sculacciate e ne aumentano l’efficacia.
    Svanita l'ultima speranza di evitare una punizione pubblica ho avuto anche il dispiacere di vedere come i presenti avessero accolto con allegro interesse la notizia dello spettacolo a cui stavano per assistere, dato che tutti mi conosco bene ed in passato hanno avuto direttamente o indirettamente notizia delle mie famose “monellate”.
    Dunque senza indugiare oltre mi ha trascinata vicino ad una sedia libera che aveva messo al centro del ponte e prima che potessi rendermene conto, ancora in piedi, mi sono ritrova coi pantaloni alle caviglie e subito dopo, con mia grande vergogna, distesa a pancia in giù sulle sue ginocchia, mentre la sua mano avvertiva di certo sotto le culotte ben tese, il mio tornito sedere.
    Pochi attimi ed il braccio di Don Oleandro si è alzato cominciando la sonora musica ritmata delle sculacciate date con forza e precisione, seguite da subito dai miei urletti che accompagnavano ogni sculaccione.
    Quando ho sentito il sedere scaldarsi a dovere Don Oleandro si è fermato, ma solo il tempo di chiedermi se avevo capito il perché di quelle sculacciate, poi senza attendere che rispondessi, con un gesto deciso mi ha tirato giù culotte fino alle ginocchia suscitando la mia immediata quanto inutile protesta, mentre in lacrime lo pregavo di non farlo, non davanti a tutti.
    Sprofondavo già nella più profonda vergogna, coprendomi il viso con le mani quando ho sentito un breve applauso provenire dalla piccola platea, insieme ad allegre risatine e commenti, la qual cosa non ha fatto che peggiorare la mia vergogna.
    La punizione è proseguita con ritmo crescente ancora per un tempo che mi è parso infinito, mentre tra le lacrime più e più volte ha promesso che non avrei più fatto colpi di testa del genere, poi quando il mio fondoschiena era divenuto rovente la punizione è improvvisamente terminata.
    Con voce gentile Don Oleandro, accarezzandomi le natiche infuocate mi ha detto:
    <bene Dolly puoi rialzarti adesso, come vedi non ho voluto impiegare strumenti ben più dolorosi delle mia mani, perché ritengo che l’imbarazzo di essere punita davanti ai tuoi amici sia già un motivo sufficiente per farti riflettere bene sul tuo comportamento>.
    L’ho ringraziato di questo pentita e addolorata, ma Lui ha continuato:< Hai già promesso diverse volte, mentre ricevevi le sculacciate di non ripetere cose del genere ma adesso, per finire e prima di rivestirti, ringrazierai i tuoi amici per il tuo incarico e rinnoverai la promessa che hai fatto tra le lacrime davanti a tutti ed a voce alta>.
    Così, dopo che Don Oleandro mi ha aiutata ad alzarmi, così come stavo, con gli occhi ancora gonfi di lacrime ho ringraziato tutti i presenti, promettendo, come mi aveva chiesto di fare. Mentre Lui, soddisfatto mi ha aiutata a rivestirmi consolandomi con un tenero abbraccio e baciandomi sulle guance bagnate dalle lacrime.
    La vergogna di essere stata punita davanti a tutti era tanta, ma la consapevolezza che mi avesse giustamente punita perché ci tiene a me e perché mi vuole bene, come anche tutti i presenti, mi ha aiutata a superare l’imbarazzo e così sono tornata a sorridere.
    Dopo avere preso un paio di bottiglie di champagne per festeggiare mi sono intrattenuta con gli amici che non hanno mancato di riservarmi qualche piccola presa in giro e qualche commento benevolo su quanto accaduto.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: non potrei essere più felice di così, nonostante stare seduta mi crei ancora un pochino di fastidio dopo la sculacciata ricevuta davanti a tutti gli amici e gli Amministratori dell'isola a causa della mia fuga da Spankyisland, finalmente, dopo tanto lavoro, tanto tempo speso per dare lustro all'isola, finalmente ho ricevuto l'onorificenza a cui tanto agognavo.
    Come potrei non esserlo avendo visto che i miei sacrifici sono stati adeguatamente ricompensati ricevendo congratulazioni ed auguri, ora non mi resta che organizzare una splendida festa sul veliero, cosa che si aspettano tutti, per festeggiare sull'Olandese Volante l'incarico ricevuto. Intanto mi godo questo momento di gioia e soddisfazione.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: ieri mattina mi sono svegliata presto, tanta era l'eccitazione e non stavo più nella pelle all’idea della festa che si sarebbe svolta quella sera per il traguardo finalmente raggiunto; sin da subito mi sono messa al lavoro per preparare tutto il necessario.
    Ho programmato una bellissima crociera notturna sul veliero con tanto di strepitoso buffet che avrebbe preparato per l'occasione il proprietario della locanda del porto e poi tanta musica, durante la festa, per stare in sintonia con la location saremo tutti vestiti da pirati piratesse e corsari.
    Per prima cosa dunque, non avendo tempo a sufficienza per organizzare tutto da sola sono andata alla locanda vicina al porto, dove mi sono accordata con il padrone per la preparazione del rinfresco e delle bevande, che mi è costato ben 20 monete d'oro, quindi, tornata sul veliero ho incominciato i preparativi di quanto serviva alla buona riuscita della festa, una pulizia a fondo del ponte, le luminarie, la musica che ci avrebbe intrattenuto e la preparazione di una gustosissima salsa all'arrabbiata con la quale avrei condito le penne a mezzanotte.
    Finito tutto quello che avevo da fare mi sono concessa un poco di riposo, poi ho controllato che tutto fosse a posto ed ho incominciato a prepararmi, soprattutto psicologicamente, perché ancora non mi pareva vero di essere riuscita, dopo tanta fatica a raggiungere questo traguardo.
    All'imbrunire hanno cominciato ad arrivare gli invitati, che erano palesemente ammirati nel vedere la magnificenza del veliero mentre salivano a bordo percorrendo la passerella che li portava sul ponte dell'imbarcazione.
    Una volta su li ho fatti mettere a loro agio, indicando dove riporre i costumi ed i copricostumi, infatti, come precisato nell'invito, la festa consisteva in una crociera a largo con tanto di bagno di mezzanotte.
    Dopo un po' due degli invitati mi si sono avvicinati portando un cofanetto rettangolare dalla forma allungata dicendo:< Cara Dolly di nuovo congratulazioni per l'incarico ricevuto, pensiamo sia stato un riconoscimento meritatissimo per il lustro che hai saputo dare all'isola>.
    Ho ringraziato commossa e confessato di essere felicissima ed ancora emozionata per aver raggiunto questo risultato.
    A quel punto i due, dopo essersi scambiati uno sguardo d'intesa, mentre mi consegnavano il cofanetto hanno continuato:< Questo è per te! Un pensiero da parte nostra per il raggiungimento del tuo obiettivo>.
    Ho preso la scatola, che era abbastanza grande e dalla forma particolare, ma quello che mi colpiva di più era che sicuramente dovesse essere antica, in legno d'ebano con bellissime decorazioni in avorio, emozionata ho ringraziato ancora.
    Poi aprendo la scatola e scoprendo il regalo l'espressione di sorpresa dipinta sul mio viso si è trasformata in una espressione di vera gioia, perché il cofanetto, lungo circa un metro, conteneva un bellissimo ed autentico ed antico “cane” inglese.
    Dopo il momento di sorpresa durato il tempo di realizzare l'idea, ho sollevato di nuovo lo sguardo e con un po' di imbarazzo misto a felicità ho sorriso verso di loro.
    Senza aspettare che li ringraziassi uno dei due ha aggiunto:< Adesso che hai questo ruolo dovrai farti rispettare se ci sarà da “bacchettare” qualcuno o qualcuna>.
    Io ho riso alla sua affermazione perché, essendo una brat, mai mi sentirei di “bacchettare” chi che sia nel senso concreto della parola.
    MA subito dopo l'altro ha aggiunto:< Sì, ma conoscendo il carattere di Dolly non è escluso che possa servire anche per altri scopi>.
    Alle sue parole la mia espressione si è fatta preoccupata, ma ho subito pensato che era la mia festa ed il loro era stato un pensiero sincero perché mi vogliono bene, e così mi è tornato il sorriso, e ringraziandoli ancora li ho invitati a sedersi e bere insieme agli altri invitati, mentre io cercavo un posto per riporre il cofanetto, col suo ambivalente contenuto.
    Mentre stavo andando nei miei alloggi ho avuto l'impressione di essere osservata, mi è parso di vedere l'ombra di quell'uccellaccio del malaugurio del vecchio Mortimer e fra me e me mi sono detta , se è lui, che non si azzardasse minimamente ad unirsi alla festa perché quanto è vero il dio Nettuno, vecchio o non vecchio, lo butto in mare senza pensarci un attimo.
    Poi ho raggiunto gli invitati che chiacchieravano fra di loro lungo il tavolo sul ponte.
    Proprio in quel momento, magicamente, si sono accese le lanterne che decoravano il veliero, e magicamente si sono alzate le ancore e gonfiate le vele, e Boo, che ormai mi fa da dj durante le feste che organizzo si è messo alla consolle e così mentre lentamente l'Olandese Volante prendeva il largo ha messo a palla un pezzo di Bob Sinclar che ha dato inizio alla festa.



    Uno splendido crepuscolo faceva da cornice a questo momento magico e mentre una leggera brezza soffiava portando con se l’odore di mare e di magiche atmosfere, gli invitati hanno cominciato a fare onore al prelibato buffet a base di pesce ed a bere lo champagne che avevo fatto preparare per la speciale occasione.
    Finito di mangiare, molto allegri per lo champagne bevuto ci siamo tutti lanciati nelle danze, e dopo esserci messi uno dietro l'altro abbiamo fatto un bel trenino di buon auspicio in una calda serata di ferragosto, mentre la macchina spara schiuma ci ricopriva tutti dalla testa ai piedi.



    La festa è poi proseguita fra balli e champagne, quindi con la schiuma addosso molti di noi, me per prima, ci siamo tuffati in mare per un delizioso bagno notturno al chiaro di luna.
    Intanto che si era fatta mezzanotte ed ho lasciato soli gli invitati il tempo necessario per presentarmi sul ponte con un tegame colmo di fumanti penne all'arrabbiata che tutti gli amici, con mia grande soddisfazione, hanno molto gradito, alcuni facendo addirittura il bis.
    Dopo averli serviti ho chiesto a Jo' di fare una pausa e di mettere un po' di musica lenta, porgendogli un disco, ma nel sentire quella canzone, all'improvviso, mi è venuto in mente che tra i tanti amici che erano lì con me mancava solo lui, Jack, il caro Capitano.
    In quel momento mi si è stretto il cuore, e sperando che nessuno se ne accorgesse mi sono allontanata sul balconcino dei miei alloggi, una splendida e romantica luna piena rifletteva la sua luce sul mare, mentre ero assorta nei miei pensieri ho sentito qualcuno abbracciarmi da dietro e per un attimo ho desiderato che fosse Jack, invece era Don Oleandro.
    Mi ha fatto girare verso di lui, con una mano mi ha alzato il mento quasi costringendomi a guardarlo nei suoi occhi dolci, con l'altra mano ha preso la mia e me l'ha baciata, quindi, quasi mi stesse leggendo nel pensiero, sussurrando mi ha detto: <penso che sia meglio non lasciare per troppo tempo da soli i tuoi ospiti non trovi Dolly?>
    Io, imbarazzata, gli ho fatto un cenno di assenso col capo e dopo avermi dolcemente costretta a prenderlo sottobraccio siamo tornati insieme dagli invitati.
    Quindi sono proseguite le danze fino a notte inoltrata, poi, quando tutti quanti eravamo un po' stanchi ed alticci e mentre Boo metteva sulla consolle l'ultimo brano che ci avrebbe fatto compagnia durante il ritorno, l'Olandese Volante ha fatto magicamente rotta verso Spankyisland.



    Edited by Dolly c.r. - 28/2/2022, 15:28
     
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7 replies since 5/10/2020, 10:23   919 views
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