Diario di bordo

L’Olandese Volante

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  1. Dolly c.r.
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    Spankee

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    Settimo capitolo

    Diario di bordo dell'Olandese Volante:stamattina mi sono svegliata con i postumi della festa, inutile dire che la testa mi scoppiava per i troppi cocktail, ho rimediato con un caffè forte ed un ulteriore riposino in attesa che mi passasse.
    Una volta sentita meglio sono andata sul ponte che portava anch'esso i segni della festa, nonostante l'ora del mattino e pur se a fine estate, il caldo era veramente opprimente ed il sole scottava, mi è venuta la malsana idea di mettermi a pulire il ponte.
    Non sentivo la fatica ne mi accorgevo del tempo che passavo sotto il sole fino a quando, all'improvviso, tutto si è fatto tutto buio.
    Quando ho aperto gli occhi, con la vista un po' offuscata ho sentito qualcosa di fresco sulla fronte, a fatica e tastando con la mano ho sentito che avevo sulla fronte una pezza bagnata, lentamente sono tornata in me ed ho riacquistato la vista, così mi sono accora di essere nel mio letto, nuda, sotto le lenzuola. Ho cercato di alzarmi ma senza riuscirci.
    Subito ho pensato ma cavolo, che ci faccio nel letto e nuda per giunta?
    Poi ho visto Fues seduto accanto a me con un'espressione corrucciata e preoccupata sul viso e quasi sussurrando gli ho chiesto:< Fues, che ci fai qui? E che ci faccio nuda dentro al letto? L'ultima cosa che ricordo è che stavo pulendo il ponte>.
    Lui mi ha risposto preoccupato:< Ben tornata tra i vivi, incosciente che non sei altro, ero venuto a trovarti per invitarti a cena e per poco non mi prende un colpo quando ti ho vista svenuta sul ponte!>
    Io l'ho guardato sorpresa, mentre cercavo di coprirmi:< Ma che dici, svenuta io? Sul ponte? Non sono mai svenuta in vita mia, e poi chi mi ha portata qui e spogliata?>
    La mia curiosità è stata presto soddisfatta, quando mi ha spiegato che mi aveva portata lui dopo avermi trovata svenuta sul ponte con accanto il secchio e lo spazzettone !
    Poi ha continuato:< Ma io dico come ti è passato per la testa di metterti a pulire il ponte sotto quel sole infernale che c'era stamattina? E' logico che ti sei presa un bel colpo di calore>.
    Poi alzatosi ha cominciato a cercare nei cassetti del comò, incuriosita e un po’ indispettita che stesse frugando fra le mie cose, gli ho chiesto cosa stesse cercando, e lui, senza voltarsi mi ha detto che stava cercando il termometro, per misurarmi la febbre dato che ero stata molto tempo svenuta sotto a sole, era molto probabile l’avessi.
    Dopo averlo trovato mi ha detto: < Ora da brava girati che ti misuro la febbre>.
    Ed io spazientita:< Non avrai mica intenzione di misurarmela dietro spero!>
    Lui mi ha guardata con espressione fra il severo e il divertito:< Certo che sì, è l'unico modo sicuro per misurare la febbre, soprattutto alle monelle incoscienti come te quindi adesso fai la brava, girati e mostrami il tuo bel culetto e fatti misurare la febbre, senza fare tante storie per favore, che già, per la pazzia che hai fatto, il mio lato spanker te le darebbe da non farti sedere per qualche giorno>.
    Ed io:< Non ci penso nemmeno a farmi misurare la febbre in quel modo, scordatelo! E poi tu non sei per metà spankee?>
    Ma Fues aveva tutta l'intenzione di misurarmi la febbre in quel modo che io odio tanto, infatti con un tono spazientito mi ha detto :< Girati senza fare storie monella se non vuoi scoprire quanto posso essere spanker, mi hai fatto prendere uno bello spavento e meriti una punizione esemplare, così capisci a cosa servono gli amici ed anche quanto servono per punire le azioni sciocche, quindi niente storie e girati!>
    Con un moto di ribellione gli ho urlato:< Ed io ti ripeto che non ci penso nemmeno a farmi misurare la febbre con quel coso! Lo so che sei un caro amico e ti ringrazio per avermi soccorsa ma quel coso nel mio buchetto non ci entrerà mai!>
    Detto questo mi sono seduta sul letto a braccia conserte e l'ho guardato con aria di sfida.
    A quelle parole Fues mi ha incenerita con lo sguardo ed in attimo, con uno strattone al braccio, mi ha fatta girare e mi sono ritrovata a pancia in giù. Lì per lì mi ha mollato due o tre sculaccioni sul fondoschiena nudo e con tono severo mi ha detto:<questo è solo un anticipo di quello che riceverai dopo sulle mie ginocchia! Ora stai buona o sarà peggio per te!>
    Nonostante protestassi vivamente con mi ha bloccato il braccio destro dietro la schiena mentre con l'altra mano immergeva il termometro in un barattolo di vasellina aperto in precedenza, quindi, facendomi sentire ancora più in imbarazzo di quanto fossi a farmi vedere nuda, col fondoschiena così in bella mostra mi ha detto:< Ora misuriamo la febbre alla piccola monella>.
    Mentre tentavo in ogni modo di divincolarmi gli ho dimostrato tutto il mio disappunto per quella situazione agitandomi e scalciano:<fues, non voglio, lasciamiii!>
    Ma senza alcun risultato, lui si è sdraiato di peso sulle mie gambe impedendomi ulteriori tentativi di evitare l'oltraggioso atto e subito dopo ho sentito il termometro entrare delicatamente e con facilità, nello stretto orifizio posteriore ben lubrificato, provocandomi profonda vergogna, ed un gemito soffocato dal cuscino.
    Per un tempo che mi è parso infinito ho sopportato a fatica l'odiato termometro finché Fues, con delicatezza lo ha tolto con mio profondo sollievo, che è però durato poco perché, con aria preoccupata, mi ha detto che avevo una bella linea di febbre.
    Quindi, riposto il termometro sul comodino con voce severa mi ha detto:< È il momento di pensare al tuo culetto>.
    Così dicendo si è seduto sul letto, mi ha presa per un braccio e dopo avermi tirata giù dal letto, in men che non si dica, mi sono ritrovata, come promesso poco prima, coricata sulle sue ginocchia con il braccio destro dietro la schiena e il fondoschiena indifeso, alla mercé della sua mano che vi si posava delicatamente, mentre io, con tono di supplica gli dicevo:< Fues, no ti prego>.
    Lui ha cominciato ad accarezzarmi per un po' il fondoschiena, la sua mano era gentile e delicata ma io provavo una profonda vergogna a ritrovarmi sulle sue ginocchia, poi con la coda dell'occhio l’ho vista alzarsi per ricadere severa sul mio fondoschiena, alternando i colpi prima a destra e poi a sinistra, talmente severi e precisi che quasi ero sorpresa di come uno switch, come spanker fosse tanto severo.
    Non glielo dissi per non dargli questa soddisfazione, e mentre lui continuava a sgridarmi dicendo di non fare più pazzie del genere, continuò a sculacciarmi per almeno una decina di minuti per poi fermarsi, mentre io dispiaciuta di avergli dato pensieri con il mio comportamento sconsiderato mi sono lasciata andare ad un pianto liberatorio.
    Dopo avermi fatta calmare, accarezzandomi dolcemente il fondoschiena già bollente mi ha detto:<purtroppo per te piccola la punizione non è finita>.
    A quelle parole mi sono girata di scatto verso di lui e guardandolo con gli occhi ancora lucidi per il pianto quasi sussurrando gli ho chiesto:< Come non è ancora finita?>
    Mentre incrociava il mio sguardo, con calma mi ha spiegato, sorridendo, che mi conosce bene e sa che forse da quel momento non lo vorrò più vedere, ma che lo farà lo stesso siccome è un amico e si preoccupa per me, come tante altre persone qui a Spankisland.
    Aggiungendo che pur se mi sento sola, in realtà tante persone mi vogliono bene nonostante le tante monellerie che però ripago, come adesso, stando sulle loro ginocchia.
    Proprio perché mi considera una cara amica non può e non vuole farmi passare questa imprudenza che mi ha fatto rischiare veramente tanto , quindi con dolcezza mi ha ordinato di alzarmi dalle sue ginocchia e di posizionarmi a pancia in giù sul bordo del letto per continuare la punizione.
    Nel sentire queste parole avrei voluto dire qualcosa protestare, ma comprendendo quanto avesse ragione a punirmi non ho detto nulla ed in silenzio mi sono posizionata sul bordo del letto come mi ha richiesto.
    L’ho visto alzarsi e sfilare la cinta dei pantaloni, quindi prendere la spazzola che tengo sul comò, e mentre lo faceva mi ha detto:< Spazzola e cintura serviranno a farti restare per bene in mente che la tua incolumità è la cosa più importante, preparati perché li userò per un bel po'>.
    Io gli ho risposto con una specie di mugugno, per fargli capire che avevo compreso, e mentre le lacrime riprendevano a scendere lui si è seduto accanto a me ed ha cominciato a colpirmi abbastanza duramente con la spazzola, che faceva certo il suo compito tanto che avevo il fondoschiena in fiamme.
    Ma questo non è bastato ad intenerire Fues che dopo aver posato la spazzola si è alzato in piedi e dopo essersi messo di fianco a me ed avere arrotolato la cinta sulla mano ha alzato il braccio , poi, ardenti strisce di fuoco hanno cominciato a decorare le mie rotondità posteriori.
    Quando ha smesso, un pianto sommesso di pentimento mi scuoteva il corpo, mentre il viso era affondato sul cuscino, quindi mi ha fatta alzare ed dopo avermi abbracciata senza malizia, accarezzandomi la testa mi ha detto che tutto era finito, che mi aveva perdonata; poi mi ha chiesto dove tenessi la crema lenitiva all'arnica.
    Fra le lacrime gli ho indicato uno dei cassetti del comodino, dove l'ha presa e mi ha invitata a riposizionarmi sulle sue ginocchia, cosa che io ho fatto senza indugio.
    Mentre mi sdraiavo nuovamente sulle ginocchia una strana sensazione si è impadronita di me, come di profonda pace e di calma, mentre la sua mano leggera leniva il bruciore del mio sedere, dopo aver messo la crema mi ha dato un piccolo schiaffetto sul culeto per farmi alzare e mi ha detto che il motivo per cui era venuto era per invitarmi a cena alla locanda e che l' invito nonostante tutto era ancora valido.
    L'ho guardato un po' perplessa e gli ho detto:< Mi dispiace Fues ma adesso no, non sono proprio nelle condizioni di uscire, non me la sento proprio, facciamo un altra volta?>
    Ma non vi è stato verso di convincerlo perché lui ha insistito:< Non se ne parla nemmeno Dolly, tu vieni a cena con me stasera, non accetto un rifiuto, vestiti e bada bene a non mettere le culotte> Poi ha continuato con un sorrisetto luciferino sulla faccia:< Voglio assistere allo spettacolo di vederti alzare dietro il vestito per sederti e mostrare a tutti il tuo sole al tramonto>.
    L'ho incenerito con lo sguardo, ma vista la sua decisione e forse anche per il timore di ritrovarmi di nuovo a pancia in giù sulle sue ginocchia non ho replicato.
    A questo punto è uscito dai miei alloggi per farmi preparare con tranquillità e dopo pochi minuti sono uscita anch'io indossando uno dei miei vestiti più belli, Fues, sorridendo al mio sguardo imbarazzato mi ha sussurrato: < Stupenda>.
    E mentre mi porgeva gentilmente il braccio insieme siamo scesi dal veliero.
    Giunti alla taverna, Fues ha galantemente spostato la mia sedia per farmi accomodare, badando bene, il crudele, che fossi con la schiena rivolta verso il centro della sala cosicché, come previsto sono stata costretta ad alzare il dietro del vestito per sedermi, mostrando ai tutti i presenti il risultato della sculacciata subita poco prima.
    Ed allora, che quel birbante di Fues, sorridendo mi ha sussurrato all'orecchio:< Un vero spettacolo per gli occhi il tuo fondoschiena bello rosso per le sculacciate che hai preso, chissà cosa staranno pensando tutti nel vederlo>.
    Mentre mi sedevo con cautela facendo attenzione che il duro legno della sedia non facesse troppo attrito sulle mie martoriate e bollenti natiche arrossendo gli ho sussurrato: <fues ... ti odio!>
    Mangiammo bene, merito del pregevole menù e del buon vino offerto dalla casa e tra una chiacchiera e l'altra il tempo è passato senza che ce ne accorgessimo, solo quando il padrone della taverna è venuto al nostro tavolo per dirci che si stava approssimando la chiusura ci siamo decisi di andare via..

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: devo ammettere con me stessa che la festa per l'onorificenza ed incarico che ho ricevuta, anche se non grandiosa come quella organizzata per il mio compleanno, è stata comunque proprio una gran bella festa, posso ritenermi soddisfatta, tutti sono rimasti contenti e questo è l'importante.
    D'altronde l'onorificenza ricevuta era un traguardo al quale ambivo da tanto, da tantissimo tempo, e sarei un'ipocrita se dicessi il contrario, tutt'altro, riceverlo mi ha dato una felicità tale che ancora stento a credere che finalmente, dopo tanto tempo, i miei meriti siano stati riconosciuti.
    L'incarico mi ha però portato anche parecchi oneri ai quali cerco di adempiere nel miglior modo possibile e comincia a darmi mote soddisfazioni.
    Ieri, nel tardo pomeriggio è venuto a trovarmi Don Oleandro, ma aveva l'aria un po' preoccupata, e dopo che ci siamo accomodati sul ponte per prendere il fresco e goderci il tramonto sul mare, mentre gli stavo versando del vino bianco e fresco, mi ha detto:< Dolly, stamattina, mentre facevo la mia solita passeggiata ho incontrato il tuo amico Fues e quando ho saputo che ti eri sentita male mi sono molto preoccupato per te … lo sai?>
    Gli ho risposto sorridendo:< Lo immagino Don Oleandro, ma stia tranquillo, dopo le “cure” di Fues mi sono sentita meglio>.
    A quel punto Don Oleandro mi ha guardata severo:< Sì, ho saputo anche quello e devo dire che Fues ha fatto bene a fare quello che hanno fatto! Sei una cara bambina Dolly ma a volte i tuoi colpi di testa le strappano veramente dalle mani>.
    Poi ha continuato con un tono di voce un poco alterato, mentre io abbassavo lo sguardo imbarazzata: < Era proprio necessario che mettessi a rischio la tua salute pulendo il ponte sotto il sole cocente?>
    Quindi con tono ancora più severo, dopo aver posato entrambi i bicchieri su una botte mi ha ordinato:< Vai a prendere il “cane” che ti hanno regalato per il tua festa!>
    A quel punto sono addirittura sbiancata, pensavo, non sono mai stata battuta col “cane” mentre un fremito di paura mi faceva tremare al pensiero che da lì a poco avrei provato sulla mia pelle i brucianti baci di quell'infernale strumento, in preda al panico ho solo farfugliato: < Ma, ma Don Oleandro!>
    Ma la sua voce perentoria mi ha fatto rinunciare a qualsiasi protesta.
    Così, senza ribattere, sono scesa sottocoperta per andare a prendere il “cane” che tenevo nei miei alloggi quindi, senza fretta, sono risalita sul ponte dove Don Oleandro dopo essersi tolto la giacca e tirato su le maniche della camicia si era preparato ad impartirmi una bruciante lezione.
    Con lo sguardo basso gli ho consegnato il “cane”, e mentre lo facevo mi ha preso per un braccio e costretta a poggiare il corpo su una botte, cominciando a rimproverarmi: < Mi hai fatto preoccupare, io ci tengo a te, come ben sai, ma non mi piace per nulla questo lato del tuo carattere che ti spinge a comportamenti che ledono la tua salute, vediamo se adesso riesco una volta per tutte a farti cambiare modo di fare!>
    Detto ciò mi ha tirato giù, fino alle ginocchia, pantaloni e culotte insieme, quindi ha iniziato a colpirmi con metodica severità mentre mi rimproverava per il mio comportamento incauto:< Sono sicuro SPANK ... SPANK ...SPANK ...bambina che ...SPANK... SPANK .. SPANK ... d'ora in poi... SPANK..SPANK...SPANK...ci penserai due volte prima di mettere a rischio ...SPANK..SPANK..SPANK ... la tua salute, SPANK … SPANK SPANK...SPANK e che su di me puoi contare sempre ... SPANK ... SPANK ...SPANK in qualsiasi momento SPANK ... SPANK ... sono stato chiaro?>
    Mentre la granula dei colpi cadeva senza tregua sul mio fondoschiena piangevo senza sosta, supplicando Don Oleandro di smettesse e promettendogli solennemente che quanto accaduto non si sarebbe più ripetuto, ed allora, solo allora la sua mano si è fermata.
    Poi, con dolcezza questa stavolta, mi ha accarezzato le natiche infuocate e mi aiutato a rimettermi in piedi, poi mentre mi ricomponevo ha aggiunto:< Adesso andiamo nei tuoi alloggi dove ti metterò la crema all'arnica, dopodiché che ne dici se preparassimo insieme una bella cena con il pesce che ti ho portato?>
    Quelle parole mi hanno strappato un sorriso fra le lacrime.
    Quanto era delicata, dolce, sensuale e calda la sua mano nel distribuire sapientemente la fresca crema sui segni lasciati dal “cane” e mentre lo faceva mi ha chiesto molto amichevolmente ospitalità per quella sera, la notte è lunga e prima che Morfeo ci accolga potremmo chiacchierare un po’ mi ha proposto.
    La cosa mi ha fatto molto piacere perché ero felice di godere della sua compagnia, quindi dopo essermi ricomposta siamo andati a preparare la cena.

    Diario di bordo dell'Olandese volante: quest'anno è stato veramente intenso pieno di cose belle e meno belle, e comincio a sentire il bisogno di un po' di riposo, per questo, la settimana prossima, per festeggiare il mio primo anno a Spankyisland, andrò, insieme a Don Oleandro, in crociera sull'Olandese Volante, faremo un giro dell'arcipelago giusto il tempo per rilassarci un poco e godere insieme un po' di riposo e di intimità.
    Come so bene Don Oleandro prova dell'affetto per me, l'ho capito quando la sera della festa, quando mi ero allontanata perché la canzone che Boo aveva messo mi aveva fatto tornare alla mente Jack, che mi ha spezzato il cuore e lo ha reso refrattario a qualsiasi sentimento profondo, poi Don Oleandro era venuto a cercarmi e dolcemente costretta a prenderlo sottobraccio ed a tornare alla festa.
    A Don Oleandro voglio bene, lo stimo e gli sono devota perché lui, da quando ci conosciamo, con la sua dolcezza e con la sua severità è sempre stato presente, giorno dopo giorno. Insieme abbiamo costruito un bellissimo rapporto di affetto e se un giorno decidesse di offrirsi come compagno di vita, anche se non provo per lui l'amore travolgente che provavo per Jack gli direi di sì senza esitazione.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante:stanotte durante il sonno sono stata colta da un incubo terribile in cui vedevo Jack, solo, su un'isola deserta che chiedeva aiuto, mi sono svegliata in preda al terrore, anche se era ancora notte fonda, di colpo sono uscita giù dal letto, e indossata la vestaglia kimono, sono scesa di corsa dall'Olandese Volante e mi sono diretta verso la Poseidon e, e giuntavi ho gridato dal molo: <mastro TURNER, MASTRO TURNER ... C'E' NESSUNO? QUALCUNO MI RISPONDA!>
    Alle mie grida Mastro Turner si è affacciato alla balaustra del veliero insonnolito e stropicciandosi gli occhi mi ha gridato: < CHI E' LA'... AH ... SIETE VOI MISS DOLLY, CHE VOLETE A QUEST'ORA DELLA NOTTE>.
    SO DOV'E' JACK! IL VOSTRO CAPITANO, ho risposto.
    Mastro Turner non riusciva a credere alle mie parole e sbarrando gli occhi per la sorpresa mi ha fatto cenno di salire :< PRESTO, VENITE A BORDO!>
    Salita a bordo della Poseidon, mi ha fatto accomodare nella cabina di Jack:< Ma come fate ad avere notizie del nostro Capitano? Da quando è sparito nel nulla, mesi fa, non abbiamo più avuto notizie di lui, per questo io e il resto dell'equipaggio abbiamo preferito rimanere qui, sull'isola, nella speranza di un suo ritorno!>
    Davanti ad un bicchiere di rum gli ho raccontato del sogno e gli ho indicato su una cartina nautica dove si trova l'isola su cui Jack era naufragato, Mastro Turner mi ha guardata sorpreso dalla precisione dettagliata con cui gli stavo fornendo le informazioni necessarie per salvare del suo Capitano.
    Io sorridendo gli ho detto:< Non deve sorprendersi Mastro Turner, dovrebbe saperlo che l'Olandese Volante è un veliero magico, come è magico tutto quello che vi accade, normalmente chissà quanto ci mettereste per raggiungerlo, ma appunto per questo vi ho portato questi>.
    Detto ciò gli ho mostrato uno dei dadi in osso che mi aveva lasciato, sperando che non mi fossi accorta della sua presenza, il vecchio Mortimer la sera della festa:< Appena sarete a largo gettatelo in mare e magicamente vi ritroverete dove il capitano e sfortunatamente naufragato, salvatelo e riportatelo a Spankyisland, di più non posso fare per Jack, sto partendo! Buona fortuna Mastro Turner>.
    Quindi, mentre Mastro Turner mi ringraziava con calore sono scesa dall’ Poseidon e sono tornata all'Olandese Volante, nella speranza di riprendere sonno visto che sin dal mattino sarei stata molto impegnata per i preparativi della crociera che farò con Don Oleandro.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante:tutto pronto per la bellissima crociera sull'Olandese Volante che stiamo per intraprendere io e il caro Don Oleandro, sono qui aspettando arrivi; saranno splendidi giorni di sole e di mare toccando le varie isole dell'arcipelago, una bellissima vacanza; non appena Don Oleandro sarà a bordo le ancore si alzeranno, le vele si gonfieranno e il veliero lentamente lascerà la tranquilla baia dell'isola, arrivederci a presto Spankyisland.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante: dopo una settima io e Don Oleandro siamo tornati a Spankyisland dopo una bellissima crociera sul veliero che ci ha portato a toccare le più belle perle dell'arcipelago, Tortuga, Maracaibo, San Cristobal che formano l’arcipelago attorno a Spankingisland.
    La navigazione è stata tranquilla e, grazie alle belle giornate anche molto piacevole.
    Senza ombra di dubbio ho accolto Don Oleandro con tutti gli onori preparando una delle cabine molto confortevolmente ed in modo che vi potesse soggiornare nel migliore dei modi, abbiamo passato le giornate a crogiolarci al sole sul ponte conversando piacevolmente.
    Ed è proprio durate queste chiacchierate, al di fuori dell'atmosfera formale alla sua villa, che abbiamo potuto approfondire la nostra amicizia, già perché fra noi purtroppo ci sarà solo una grande e bella amicizia.
    L’atmosfera rilassata, specie nel tiepido pomeriggio o alla sera, ci spingeva a qualche confidenza in più, senza contare sugli effetti del buon cibo, del vino e dell’immancabile rum serale.
    Fatto sta che complici questi fattori ci siamo molto avvicinati e risate e battute sono state sempre più frequenti insieme a discorsi più seri.
    E mentre eravamo impegnati in uno di questi ho potuto capire, che Don Oleandro non è il tipo da cercare una compagna di vita, e, come da lui stesso detto vuole rimanere scapolo, peccato, un vero peccato, perché io dopo essere stata abbandonata prima da Mister V. e poi da Jack, speravo finalmente di aver trovato, anche se un po' avanti con gli anni, un compagno di vita, pazienza, vorrà dire che mi rassegnerò a vivere da zitella qui a Spankyisland.
    A proposito di Jack, mi ha spiacevolmente sorpreso non trovarlo sull'isola al mio ritorno, eppure ero stata chiara con Mastro Turner su come fare per salvarlo, e ora mi struggo tutti i giorni nell'attesa, nella speranza di vedere all'orizzonte, in lontananza, la sagoma della Poseidon.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante:finalmente, dopo un tempo infinito ieri al crepuscolo, ho visto all'orizzonte la sagoma inconfondibile del Poseidon, finalmente il mio Capitano stava tornando a Spankyisland stava tornando a casa, stava tornando da me.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante:quanto dolore ho nel cuore, un dolore che pesa come un macigno e che a quanto pare nulla può placare, il mio Jack è tornato sì, ma è tornato cambiato, non so cosa gli sia accaduto durante la sua lontananza, so soltanto che non lo stesso Capitano che mi ha amata sull'Olandese Volante facendo breccia nel mio cuore e rendendolo schiavo del suo amore, adesso si comporta con me come se fossi un'estranea.
    Come se non bastasse ultimamente qui a Spankyisland l'aria è diventata irrespirabile per me, per questo ho deciso di andarmene, questa volta per sempre.
    Quando ne ho parlato con Jack, pregandolo di venire con me, per tutta risposta mi ha detto che lo hanno nominato Comandante della flotta di Spankyisland, un titolo a cui ambiva già prima di sparire, questa cosa che mi ha lasciato senza parole, a quanto pare più dell'amore ha potuto il prestigio e il potere. Tutto questo mi ha convinto ancora di più che qui non c'è più posto per me.

    Diario di bordo dell'Olandese Volante:oggi è un giorno molto triste per me, queste sono le ultime righe che scrivo prima di lasciare l'isola; nonostante abbia passato momenti felici a Spankyisland, ultimamente ci sono stati dei cambiamenti radicali, che non mi permettono più di dare il mio contributo come vorrei e questo, unito al fatto che ho visto un anno di lavoro, di tempo, di sacrificio sì, di sacrificio per dare lustro all'isola, buttato letteralmente via mi fa stare veramente male.
    È una situazione che non riesco più a sostenere, ecco perché vado via, questa volta definitivamente da Spankyisland, torno da dove sono venuta nell'immensa vastità dell'oceano, torno a vagabondare sola e senza meta, in cerca di qualche altra isola, in cerca di un altro porto sicuro dove troverò quella pace interiore che tanto anelo.
    Finito di scrivere metto il diario nel cassetto della scrivania del Capitano, e salendo sul ponte sento le ancore salire rumorosamente, vedo le vele gonfiarsi, e sento in lontananza la musica suonata da un pianoforte.

    Il veliero esce lentamente dal porto, diretto verso la vastità dell'oceano, verso nuove terre, verso l'orizzonte dove il sole, ormai al tramonto bacia il mare.

    Fine

    Edited by Dolly c.r. - 13/3/2022, 00:21
     
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