LA PROVA DELLA REGINA

Prima riproposizione di un vecchio racconto ;)

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    Buondì People! Ripropongo pari pari, pian piano, in modo cadenzato, per non ingolfare tutto, i racconti del vecchio forum... Così contribuisco alla vita del forum anche se incasinato ;)



    "Salve a tutte/i ! Questo racconto è vagamente e liberamente ispirato alla leggenda antico/moderna intorno al "Messaggero Misterioso" ( analoga a quelle riguardanti il "Popolo del Segreto", sorta di Bodhisattva buddisti, i Consiglieri nerovestiti, antenati dei Men In Black , ecc ecc.), nonché alla Maschera di Ferro e a Kaspar Hauser; e , naturalmente, ad Edgar Allan Poe e alla sua Pantomima... Il resto farina del mio sacco. Buona lettura!



    LA PROVA DELLA REGINA




    Lei era potente, e presto avrebbe disposto di un inesorabile ed invincibile esercito, grazie al quale avrebbe potuto soggiogare un Regno attraverso il semplice gesto di una mano. La Principessa diciottenne si apprestava a divenire Regina!...
    Ma la sua ascesa al Trono dipendeva da un evento che temeva, al quale però non si sarebbe potuta sottrarre. Questo evento aveva riguardato sua madre, la madre di sua madre prima di lei e via discorrendo, ed ella sapeva bene in cosa sarebbe consistito, salvo l'esito, in quanto quest'ultimo sarebbe dipeso da una sua scelta.
    Quanto doveva compiersi ebbe inizio, come di consueto, la notte precedente l'incoronazione.
    La figura nerovestita, dall'ampia veste vaporosa, con la disinvoltura di uno spettro eluse ogni sorveglianza, e si presentò al cospetto della Principessa.
    Aveva il volto celato da una maschera che riproduceva le fattezze del viso della Principessa stessa, con un'espressione serafica ed austera al contempo. Con un gesto colmo d'una grazia compìta, consegnò il suo messaggio, e si dileguò nell'oscurità.
    Reprimendo un fremito, con mani leggermente tremanti, la Principessa infranse il sigillo. Il messaggio recava tali parole: " Mia giovane Signora. Domani è il giorno in cui per la prima volta siederai sul Seggio che manifesta il potere concessoti dal Destino e dal merito delle tue Ave. Ebbene, su quel seggio siederò io prima di te, e tu sarai distesa sulle mie ginocchia, nuda dalla cintola in giù, per essere percossa sulle natiche innanzi alla tua Corte e al tuo Popolo. Così è deciso senza appello. A domani Vostra Grazia..."; firmato: la Maschera.
    La Principessa represse un urlo accorato e, rossa in viso, si avvicinò ad uno specchio e si spogliò nuda, rimirandosi e cercando di immaginarsi nell'imbarazzante situazione. Col cuore in gola, faticosamente prese sonno...
    L'indomani si preparò al gran momento, che venne veloce...
    Pur essendo l'enorme sala rombante gremita di persone, una ressa convulsa e impenetrabile, la figura nerovestita avanzò senza dover sfiorare alcuno, e repentina, sotto occhi sbigottiti, fu nei pressi della grande scala che conduceva alla pedana ospitante il Trono.
    La Principessa l'attendeva sulla sommità, vestita con alti paramenti, ma da quali facevano capolino, quasi occhieggiando circospetti, degli affusolati e candidi piedini nudi.
    Con incedere fiero, la figura salì la scala, e con gesti eloquentissimi, senza dover emettere un fiato, fece capire alla Principessa cosa doveva fare. Un singulto, un sospiro mesto ma al contempo malcelatamente furioso, e la Principessa eseguì, ponendosi di fronte a coloro che riempivano la sala del Trono.
    A questo punto la figura, senza fare alcuna fatica, spostò il seggio che tre uomini vigorosi avrebbero mosso con grande sforzo, allo scopo di far sì che, durante la sculacciata, il sederino della giovane sarebbe stato rivolto al pubblico in sala; indi si dedicò solerte alla sua vittima.
    Mentre la figura nerovestita sollevava con calma la pesante gonna, facendola scivolare sulle gambe diafane e tornite della Principessa, sulla sala calò grave un silenzio quasi reboante, che intrise le orecchie e il cuore della povera ragazza. Durante l'interminabile rituale, qualche sporadico colpo di tosse fendette con fatica tale viscoso silenzio, riuscendo un poco a confortare e sostenere la fanciulla, le cui gambe quasi cedevano dall'emozione. Presto le pudenda della giovane furono esposte allo sguardo di tutti, orchidea fulva come la sua chioma, per tutto il tempo che la figura impiegò ad assicurare il tessuto intorno alla vita. Quando quest'ultima ebbe concluso, con pochi gesti compassati e risoluti si sistemò sul Trono, e venne il turno della Principessa di voltarsi, chinarsi e sistemarsi sulle sue ginocchia...
    Alcuni interminabili istanti, e il tormento inasprito dall'imbarazzo iniziò, calando veemente, esatto e vigoroso sulla candida natica destra. Il colpo risuonò come il rintocco di una lugubre campana, e un altro lo seguì, se possibile ancora più bruciante.
    Il volto della principessa, consapevole costei in modo dilaniante dell'umiliante ed inquietante situazione in cui versava, divenne rosso ben prima del sedere. Emettendo flebili gemiti, ogni tanto ella si concedette di sgambettare, pur sapendo che un piedino non poteva proteggerla da sguardi indiscreti quanto dagli sculaccioni; e , un paio di volte, cedette alla tentazione di ripararsi con la mano, che venne rimossa dalla figura con gesti delicati e solleciti , quasi d'intesa, prima di un nuovo sculaccione cocente.
    Al ritmo d'una sinfonia di sculaccioni confezionati in una sculacciata solenne, il povero sedere divenne come le guance rubizze d'un beone, poi cremisi, indi paonazzo. Solo una sottilissima lacrima solcò però il viso della ragazza, che non abbandonò un'altera compostezza.
    Fu così che il tormento finì, e la Principessa venne fatta rialzare.
    Il silenzio regnava sovrano, quando la voce stentorea della figura lo infranse. " Io sono lo Spettro del Potere", disse il personaggio mascherato, " e questa maschera fa di me quel che sono... Ma presto conoscerete il volto dietro di essa, ovvero quello della più umile delle ancelle.". Si rivolse dunque alla Principessa : " Puoi fustigarla sulla pubblica piazza, farne ciò che vuoi!!!"; e, con un gesto irruente e quasi sprezzante, si strappò la maschera.
    Come riemergendo da un sogno, l'ancella , infagottata in una veste corvina che ora risultava goffa, trasalì attonita. Poi, esterrefatta, realizzò ogni cosa e rovinò in ginocchio.
    Per un intero minuto la futura Regina fissò la giovane con uno sguardo penetrante e spiritato; poi l'illuminazione la pervase, ed ella capì la vera natura e il vero significato di quanto era successo...
    Si sistemò così la gonna con noncuranza, restando scalza e discinta, e sedette su quel trono che avrebbe potuto essere, da quel momento in poi, immagine della sua cocente umiliazione. Indi accolse la fanciulla fra braccia premurose, carezzandole capelli e viso, e massaggiandole schiena e fondoschiena.
    Dopo alcuni interminabili minuti, proruppe poi solenne ma pacata: " Conosco la storia di questa ragazza. So che ha subito molte analoghe punizioni quando era solo una indifesa bambina, e non un'aspirante Regina come me, da un padre che soleva eccedere nei bagordi, e sfogare sulla piccola le proprie frustrazioni. Ebbene, popolo mio, se fossi avventata e stolta, userei la mia potenza e punirei l'umiliazione subita. Ma le prime vittime della nostra potenza siamo noi stessi, prigionieri del suo infingardo inganno. L'autentica forza è invece la saggezza ! ... " Tacque alcuni istanti, indi riprese con tono sempre più concitato: " ... E tale saggezza consiste nel comprendere che un regno non è un giocattolo ma un onere, un fardello che pesa su spalle, mente e cuore... E , cosa ancora più importante, apprendere la vera lezione, la verità profonda che riguarda ognuno di voi, miei cari e preziosi sudditi: questa fanciulla, che siede ora sulle mie ginocchia e sulle cui ginocchia il mio sedere è stato arrossato... sono io! " ...
    Un applauso scrosciante, intenso da levar via il dolore e il turbamento come la più languida delle carezze, inaugurò i festeggiamenti che avrebbero accompagnato l'ascesa al Trono della nuova saggia Regina...
    Costei, però, teneramente avvicinò le labbra all'orecchio dell'ancella e le sussurrò: " Potremmo ritirarci nelle mie stanze per un po', e lì mi concederesti la premura di una frizione con l'unguento mia cara? In fondo, me lo devi... ". La ragazza spalancò un radioso e dolcissimo sorriso, e annuì sollecita. "
     
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    CITAZIONE (Dani Mello @ 21/10/2021, 10:55) 
    Bello, mi è piaciuto. Il tuo stile è lontanissimo dalle mie letture e dal mio mio modo di scrivere, ma mi ha sedotto e quindi conquistato. Bravo.

    Grazie! Contentissimo ti sia piaciuto! :)
     
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    CITAZIONE (PinkyLittle @ 21/10/2021, 14:08) 
    Questo mi è proprio piaciuto! 3_3

    :) :) :) :) :)
     
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2 replies since 20/10/2021, 12:32   343 views
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