IL SOGNO DI BIANCA

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  1. Edy.
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    CAPITOLO 1 - L'AUDIZIONE

    Quella notte Bianca non potè chiudere occhio, aveva letteralmente i nervi a fior di pelle.
    L'indomani avrebbe salutato la sua famiglia, gli amici e la piccola scuola di danza, suo porto sicuro fin da quando vi aveva messo piede per la prima volta da bambina, per tentare di realizzare il sogno della sua vita: diventare una ballerina professionista.
    Aveva sempre avuto poca fiducia in se stessa e nelle sue capacità, se quell'estate aveva deciso di tentare l'audizione presso l'Accademia del balletto di Roma, era stato solo grazie all'insistenza della sua insegnante di danza, che l'aveva sempre sostenuta e incoraggiata riguardo alle sue possibilità.
    La mattina dopo si presentò alle audizioni timida e insicura, infilandosi nell'angolo più invisibile della sala d'attesa.
    Scrutava furtivamente e quasi con terrore quelle bellissime e competitive ragazze, che le lanciavano occhiate di odio e superiorità.
    Si sentiva un topolino in una fossa di leoni pronti a sbranarlo.
    Al casting erano presenti più di mille partecipanti, pertanto nelle prime selezioni le ballerine erano state suddivise in grandi gruppi.
    Bianca aveva fatto in modo di mettersi al centro delle ultime file, per non essere notata.
    Non aveva fatto i conti però con la direttrice e la maître de ballet, che si spostavano incessantemente da una fila all'altra, scrutando come falchi i movimenti delle giovani ballerine, appoggiate a robusti bastoni di legno che, secondo l'antica tradizione del balletto, servivano a scandire il ritmo e a segnalare le correzioni necessarie sul corpo delle allieve.
    La direttrice della scuola, Olga Zybina, di origini russe, era stata anni addietro una famosa Étoile.
    Una volta terminata la sua carriera, aveva deciso di dedicarsi all'insegnamento, da sempre sua grande passione, e successivamente alla direzione dell'Accademia che le era stata affidata.
    Era una donna sulla cinquantina, di aspetto ancora molto piacevole, la figura alta e snella, i lunghi capelli corvini raccolti dietro la nuca in uno chignon ordinato, con qualche sfumatura grigia a tradire la sua età, che per il resto non dimostrava affatto.
    Era nota a tutti per il suo carattere fiero e autoritario, nessuno in quella scuola era in grado di tenerle testa o opporsi a una sua decisione, l'ultima parola spettava sempre e comunque a lei.
    Raggiunta la penultima fila, dove Bianca tentava inutilmente di nascondersi, posò lo sguardo proprio su di lei.
    La ragazza avvampò per l'emozione e sentì il cuore batterle fin dentro la gola, così forte che le gambe le cedettero e perse l'equilibrio.
    - Sostieni l'en dehors, stringi gli addominali e i muscoli delle cosce e raddrizza quelle spalle! - tuonò severamente la donna.
    Bianca si rianimò immediatamente, come se quel rimprovero avesse acceso un po' del suo orgoglio sopito, e si rimise in posizione, cercando di portare a termine l'esercizio al meglio delle sue possibilità.
    - Molto bene! - disse la direttrice.
    A Bianca sembrò di percepire nel suo tono una certa soddisfazione, ma fu certa di sbagliarsi, non avrebbe mai creduto possibile che un'autorità come lei potesse apprezzare la sua prestazione mediocre.
    Terminata l'audizione, le ballerine dovettero uscire e aspettare il verdetto in sala d'attesa.
    Bianca era stranamente tranquilla, era certa di non aver superato la prova visto il numero delle candidate, in più aveva perso l'equilibrio proprio di fronte alla direttrice, quindi riteneva di non avere alcuna possibilità.
    Però quel "molto bene" le era rimasto impresso, probabilmente era stata solo un'espressione senza significato, ma per lei era stata motivo di orgoglio, per un attimo si era sentita in grado di competere con le altre.
    Dopo una lunga attesa, finalmente le ballerine furono richiamate e fatte disporre in fila.
    Un membro della commissione pronunciò l'esito senza troppi giri di parole:
    - Numeri 5 e 13, un passo avanti per favore.
    - Ci siamo - pensò Bianca, che aveva il numero 13 appeso al body - sono la prima eliminata...
    - Complimenti a entrambe, siete passate al prossimo step! Le altre possono andare, grazie!
    Bianca era rimasta pietrificata, a bocca socchiusa fissava inebetita la direttrice e la maître de ballet, che si scambiavano sguardi ammiccanti.
    - Pensa di rimanere a fissarci ancora a lungo signorina? Se non le dispiace vorremmo andare a cena! - la incalzò con un sorrisetto ironico Madame Chloé Dubois, maître de ballet dell'Accademia.
    Bianca divenne paonazza per l'imbarazzo, sarebbe voluta sprofondare sei metri sotto terra. Ormai era abituata a fare figuracce davanti agli estranei a causa della sua timidezza, ma non aveva ancora imparato a convivere con questo lato del suo carattere e ogni volta se la prendeva con sé stessa per non essere nata loquace, spigliata e sicura di sé come avrebbe voluto.
    - Ehm... no no scusate ora vado, è che non me l'aspettavo...
    - Ce ne siamo accorti, ma noi crediamo che abbia delle potenzialità e forse dovrebbe iniziare a crederci anche lei. Ora vada a riposare, ci vediamo domani per l'ultima selezione, in bocca al lupo!
    Bianca corse senza sosta fino all'hotel vicino all'Accademia, dove aveva affittato una camera, era senza fiato, ma non poteva fermarsi, doveva scaricare tutte le emozioni e l'adrenalina accumulate.
    Si buttò sul letto sfinita, ripensando ai momenti trascorsi in quella giornata indimenticabile.
    Si sentiva felice e orgogliosa come mai prima d'ora, le parole di Madame Dubois le risuonavano nella mente, insinuando in lei un'idea tanto audace quanto assurda:
    - Forse domani ho qualche possibilità di farcela...
    Con questo pensiero si addormentò profondamente.
    La mattina dopo si svegliò carica, non credeva ovviamente di entrare nella scuola, ma perlomeno aveva la consapevolezza di potersi giocare la sua chance al pari delle altre candidate ed era pronta a dare il meglio di sé.
    Dopotutto questo era il suo sogno fin da bambina, una possibilità la doveva a se stessa, se non altro per tutti i sacrifici fatti fino a quel momento.
    L'ultima selezione era su una prova singola, ogni candidata doveva esibirsi su un pezzo di repertorio e lei aveva scelto la variazione di Kitri del Don Chisciotte.
    Appena sentì pronunciare il suo nome, il cuore fece un tuffo nel vuoto, le gambe divennero gelatina e le parve che non potessero reggerla.
    Entrò nella sala, davanti a una giuria di sconosciuti che la scrutavano con occhi severi.
    L'attenzione era tutta per lei e sentiva di non poterlo sopportare, tutta la convinzione di pochi minuti prima se l'era data a gambe, come avrebbe voluto fare lei in quel momento.
    Parlò la direttrice:
    - Buongiorno signorina De Angelis, eccoci finalmente all'ultima prova, quale pezzo ha deciso di mostrarci?
    Bianca aveva la saliva azzerata.
    - Io... vorrei portare... non lo so mi dispiace!
    Iniziò a tremare, il corpo era scosso da profondi singhiozzi, mentre le lacrime le solcavano le guance rosse per l'imbarazzo.
    Le sembrava di vivere un incubo, era così impanicata da non ricordare nemmeno il nome del pezzo che aveva scelto!
    Stava piangendo come una bambina davanti all'intera commissione, nell'occasione più importante della sua vita!
    Nell'aula era sceso un silenzio tombale, si udivano solo i suoi singhiozzi.
    La direttrice si alzò e le si avvicinò, senza proferire parola le appoggiò le mani sulle spalle e la guidò con decisione verso l'uscita.
    - Continuate con la prossima candidata, noi ci assentiamo per qualche minuto.
    Uscì trascinandosi dietro Bianca, ancora sotto shock.
    Entrarono nel suo studio, la donna la fece sedere su una sedia e a sua volta si accomodò su quella di fronte, un'antica scrivania in legno di ciliegio le separava.
    Rimase ad osservarla con espressione seria in religioso silenzio, finché i singhiozzi finalmente iniziarono a calmarsi, quindi si alzò e uscì per un attimo dalla stanza, lasciandola sola.
    Bianca, che aveva faticosamente recuperato un minimo di autocontrollo, iniziò a realizzare dove si trovava. L'ultima cosa che avrebbe pensato potesse accaderle in quella giornata era di finire nell'ufficio della direttrice!
    Sì guardò intorno incuriosita: l'arredamento, in stile antico e un po' spartano, richiamava vagamente quello dei vecchi college inglesi.
    Accanto alla scrivania vi era una poltrona in velluto bordeaux, mentre all'altro lato della stanza si trovavano un armadio e una piccola panca di legno priva di schienale.
    Alle pareti erano appesi il diploma e i numerosi attestati e riconoscimenti ricevuti in anni di blasonata carriera, oltre ad alcune foto di Olga Zybina da giovane, durante gli spettacoli che l'avevano resa celebre, o in compagnia di altri illustri personaggi della danza.
    La direttrice rientrò, aveva in mano un vassoio con un bricco da tè e due tazzine, lo appoggiò alla scrivania e riempì le tazzine, porgendone una a Bianca.
    - Su bevi, ti farà stare meglio.
    La ragazza si aggrappò con gratitudine alla sua tazza di tè bollente, ne aveva davvero bisogno.
    Mentre lo sorseggiava, lanciava timide occhiate alla direttrice, anch'ella intenta a bere.
    Era affascinata da quello sguardo impenetrabile.
    Pensò che in fondo, sotto l'apparenza dura, si nascondesse un animo gentile, dopo quella scena mortificante avrebbe potuto sbatterla fuori dalla sala con un "arrivederci e grazie", invece si era addirittura presa la briga di portarla nel suo studio e offrirle del tè!
    Ovviamente si aspettava che la sua audizione fosse finita lì, quindi rimase di stucco nel sentire le sue parole:
    - Visto che ora ti sei calmata, non appena avrai finito il tuo tè potremo tornare in sala per riprendere l'audizione da dove l'abbiamo lasciata.
    - Ma io... credevo che per me fosse finita! - balbettò Bianca incredula.
    - È questo che vuoi? Andartene senza nemmeno averci provato? Quando ti ho vista mi hai dato l'impressione di una ragazza determinata, ma evidentemente mi sbagliavo, peccato.
    - Signora io voglio provarci, è solo che... insomma, non credo che riuscirò ad entrare!
    - Capisco! Beh è davvero un peccato, perché io e gli altri insegnanti abbiamo visto del talento in te, ma è ovvio che se non credi in te stessa nessuno potrà mai farlo al posto tuo. Questo mondo non è per tutti e neanche il talento più grande sarebbe sufficiente senza la giusta tenacia e determinazione.
    O forse semplicemente questo sogno non è poi così importante per te, quindi è giusto che tu ti faccia da parte e lasci la possibilità di realizzarlo a chi ci tiene veramente.
    Punta sul vivo, Bianca ebbe un moto di risentimento:
    - Sì che ci tengo Signora, è il mio sogno più grande da quando ero bambina e farei qualunque cosa per realizzarlo!
    - Davvero? Perché da come ti sei comportata finora non si direbbe!
    Se le cose stanno così, torna di là e mostra alla commissione quello che sai fare! Rimani concentrata sul tuo obiettivo, senza inutili paure e piagnistei, quelli lasciamoli alle bambine, tu non lo sei!
    Bianca si alzò dalla sedia, ammaliata.
    Era incredibile come quella donna sapesse agire sulle sue emozioni, in due parole aveva neutralizzato le sue paure.
    Quello che la ragazza sentiva adesso era solo il desiderio di farcela, dando il meglio di sé.
    - Ah, ancora una cosa! - disse la direttrice prima di uscire - resta inteso che, se dovessi essere ammessa, il primo aspetto su cui lavoreremo sarà quello di migliorare la tua autostima.
    Una ballerina professionista non può avere questo genere di problemi, se entri in questa scuola il tuo atteggiamento dovrà cambiare, io stessa mi occuperò personalmente di aiutarti con tutti i mezzi a mia disposizione, più o meno duri, e sappi che io ottengo sempre quello che voglio.
    Bianca non comprese pienamente il significato di quelle parole, che le misero tuttavia un leggero senso di inquietudine.
    Ma ora non aveva tempo per pensare a questo, doveva concentrarsi sulla sua prova.
    In sala tutti gli occhi erano puntati su di lei, ma stavolta non avrebbe fallito, doveva farcela...
    Partì la musica e accadde quello che succedeva ogni volta che danzava, improvvisamente non era più la ragazzina timida e impacciata di pochi istanti prima, ma si era trasformata nella bella e fiera Kitri, che volteggiava leggera come una farfalla sulle punte gessate, quasi a celare la fatica e il dolore provati.
    Solo al termine dell'esibizione tornò ad essere la piccola Bianca, che guardava con timore gli sguardi compiaciuti della commissione.
    La direttrice si alzò e la guardò con un guizzo indefinibile negli occhi, che la spaventava e la soggiogava al tempo stesso.
    - Signorina De Angelis, ho il piacere di ammetterla nella nostra Accademia di danza, inizierà a lavorare con noi da lunedì prossimo, complimenti e benvenuta!

    Edited by Edy. - 2/9/2022, 18:11
     
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