IL SOGNO DI BIANCA

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  1. Edy.
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    CAPITOLO 3 - LA RIVELAZIONE

    Era passata una settimana dalla "punizione" nello studio di Madame Dubois, da quel giorno Bianca non aveva fatto altro che pensare e ripensare all'accaduto, masturbandosi con veemenza ogni sera prima di addormentarsi.
    La cosa strana è che, dopo quell'incontro, si sentiva insolitamente carica, sicura di sè e felice, come se tutta la fatica e la stanchezza dei giorni precedenti l'avessero abbandonata.
    In sala prove si impegnava al massimo senza distrazioni e stava facendo grandi miglioramenti, forse perché desiderava compiacere la sua insegnante, o forse perché lei le aveva chiaramente fatto capire di apprezzarla, e non solo come ballerina.
    Ma non era solo questo.
    A causa delle sue fantasie si era sempre sentita sbagliata, perversa, ma ora per la prima volta aveva avuto la sensazione che non ci fosse nulla di male in ciò che provava e, soprattutto, di non essere la sola a provarlo.
    Desiderava ripetere quell'esperienza, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo alla sua maestra e sperava che fosse lei a fare il primo passo.
    Tuttavia i giorni passavano e nulla accadeva.
    Chloé sembrava molto fredda e distaccata, aveva quasi l'impressione che la ignorasse e che avesse dimenticato quello che era successo tra loro.
    Ma cos'era successo realmente?
    Bianca, insicura com'era, si diede subito la sua risposta:
    La Dubois si era solo voluta divertire per una sera usandola come passatempo, del resto tutti sapevano che aveva una relazione con la direttrice, che ruolo avrebbe mai potuto avere lei?
    Che stupida - si tormentava - cosa potrebbe mai importarle di una ragazzina insignificante come me!
    Avvertiva una fitta di gelosia in fondo al cuore, che non le dava pace.
    Cercava di concentrarsi nello studio e nella danza, ma era molto difficile con tutti quei tarli per la testa.
    Una sera, mentre i pensieri le impedivano di prendere sonno, ebbe un'illuminazione.
    Doveva provare in qualche modo ad attirare la sua attenzione, facendo qualcosa di sbagliato.
    Questo per lei era molto difficile, detestava deludere gli altri e temeva di perdere la stima della sua maestra.
    D'altra parte non poteva continuare a tormentarsi così, se fosse andata male perlomeno si sarebbe messa il cuore in pace.
    Il giorno dopo si presentò alle prove con un'ora di ritardo senza avvisare e con lo chignon totalmente disfatto, sapendo quanto Chloé tenesse alla puntualità e alla precisione.
    Il cuore le batteva a mille, non osava entrare in sala, si sentiva terribilmente in colpa al pensiero di deludere la sua insegnante e fu sul punto di correre in camera fingendo un malore improvviso, ma il desiderio di ottenere attenzioni da lei prevalse sulla paura.
    Entrò.
    Tutti si voltarono, compresa Madame Dubois.
    - Signorina De Angelis, cos'è successo?
    Non ha avvisato del ritardo, ero preoccupata, credevo avesse avuto un malore!
    - Io... mi dispiace, dopo pranzo ero stanca e mi sono addormentata, ho dimenticato di puntare la sveglia.
    Lo sguardo di Chloé cambiò immediatamente e la incenerì:
    - Mi dispiace constatare che prenda così poco seriamente i suoi impegni, se per lei dormire è più importante delle prove la pregherei di tornare in camera sua e continuare a farlo.
    Bianca era atterrita, non era questa la reazione che si aspettava!
    Cercò di correre ai ripari:
    - Mi dispiace Madame, io non me ne sono accorta...
    - Signorina, qui stiamo lavorando e non abbiamo tempo da perdere, buona giornata!
    Era inutile insistere, capì che avrebbe solo peggiorato la situazione.
    Con il cuore a pezzi e un pesante nodo in gola, si trascinò fino alla sua stanza e si gettò sul letto, scoppiando in singhiozzi.
    Cos'aveva combinato! Che diavolo le era saltato in testa di fare quella scenetta idiota?
    Sentiva di aver rovinato tutto, si sentiva ancor più in colpa perché non era stato un errore involontario, ma l'aveva fatto di proposito, cretina che non era altro!
    Rimase a piangere rutto il pomeriggio, saltò anche la cena, aveva lo stomaco completamente serrato.
    Nemmeno Lisa era riuscita a tirarla su di morale, raccontandole di tutti i suoi ritardi per convincerla che non fosse poi la fine del mondo.
    Mentre fissava tristemente il soffitto squillò il telefono, era un messaggio da un numero sconosciuto.
    Lo aprì.
    -Ti voglio nel mio studio entro cinque minuti .
    Era lei!
    Uno spiraglio di speranza le aprì il cuore.
    Balzò fuori dal letto, si infilò una t shirt e un paio di jeans e uscì quasi correndo, stavolta non avrebbe tardato neanche un secondo.
    Bussò alla porta con un peso enorme dentro lo stomaco, chissà cosa le avrebbe detto, o fatto...
    - Avanti!
    Era seduta sul divano con le gambe accavallate, la fissava con un'espressione arcigna dipinta sul viso.
    Bianca tentava di proteggersi, teneva gli occhi bassi per paura che potesse leggere il suo senso di colpa e il suo dolore.
    - Vieni qui! - disse seccamente.
    Le si avvicinò timorosa.
    Madame Dubois la trasse a sè prendendola per i fianchi, le sbottonò i jeans e glieli abbassò a mezza coscia, poi afferrò l'elastico delle mutandine e lo tirò lentamente verso l'alto fino a far penetrare tutto il tessuto tra le natiche della ragazza, come se indossasse un perizoma.
    - Mettiti in quell'angolo faccia al muro, gambe divaricate, mani dietro la testa, gomiti ben rialzati. Rimani ferma in posizione finché te lo dico io, altrimenti sarà peggio per te.
    Bianca obbedì come un automa e assunse immediatamente la posizione ordinatale.
    Stava bruciando per la vergogna, se ne stava in un angolo con i pantaloni abbassati e il culetto scoperto come una mocciosa, mentre la sua insegnante la guardava in quelle condizioni!
    Non vedeva l'ora che quella punizione assurda finisse, preferiva decisamente essere sculacciata.
    Ma Chloé non era del suo stesso avviso e sembrava decisa a godersi lo spettacolo ancora a lungo, comodamente seduta sul divano aveva preso a masturbarsi con due dita infilate sotto le mutandine, certa che la sua allieva non avrebbe mai osato disubbidirle e girarsi.
    Dopo un quarto d'ora Bianca iniziò a sentire formicolare gambe e braccia, non avrebbe retto ancora a lungo e stava per cadere nella disperazione, quando Chloé la chiamò.
    - Vieni a sederti qui, vicino a me.
    Bianca tirò un sospiro di sollievo e scrollandosi gli arti indolenziti fece per rialzare i jeans.
    - Quelli rimangono dove sono, le bambine irresponsabili meritano di rimanere col culetto scoperto! - ordinò Chloé cercando di trattenere un sorriso.
    Umiliata, ma profondamente eccitata da quelle parole, lasciò cadere obbediente le braccia lungo i fianchi e, camminando come una papera per l'ingombro dei pantaloni abbassati, si sedette imbarazzatissima di fianco alla donna, che si gustava sadicamente la scena.
    - Ora voglio che mi spieghi esattamente perché l'hai fatto e sappi che non tollero bugie!
    Questo proprio non se l'aspettava, credeva che avrebbe ricevuto un'altra strigliata e magari, sperava, una severa sculacciata, ma non che le avrebbe chiesto il perché.
    Allora forse lei sapeva... aveva capito che l'aveva fatto di proposito!
    Avrebbe voluto confessarle tutto, i suoi desideri più intimi, i turbamenti di quei giorni, ma le parole le rimanevano serrate in gola, come un fiume imprigionato in una diga.
    - Bianca, sto aspettando!
    - Non posso dirlo, non voglio!
    - Devi farlo se vuoi che continuiamo a vederci.
    - Ma sa già perché l'ho fatto, l'ha capito...
    - Certo che l'ho capito, ma voglio sentirtelo dire.
    Bianca sospirò, più e più volte, le gambe le tremavano per l'adrenalina.
    Stava per confessare quello che si era gelosamente tenuta dentro per anni, non aveva scelta, aveva finalmente trovato ciò che la rendeva felice e non poteva perderlo...
    - L'ho fatto apposta, perché volevo essere punita - sussurrò sommessamente.
    - Perché volevi che ti punissi Bianca?
    - Perché... perché è una cosa che desidero da sempre.
    - Ti eccita?
    - Sì, moltissimo.
    Ce l'aveva fatta, l'aveva detto.
    Ora qualcuno oltre a lei sapeva che era una schifosa masochista, ma non le importava più, perché si sentiva finalmente libera.
    Una lieve carezza le sfiorò i capelli.
    - Sono contenta che tu sia riuscita a dirlo.
    - Mi dispiace, so che ha di meglio da fare che perdere tempo con una depravata come me!
    - Non sei una depravata, o se lo sei, io lo sono quanto te. È da quando sei entrata in Accademia che desidero prendermi cura di te in questo modo, ma dovevo essere certa che fosse quello che volevi anche tu, per questo ho aspettato un tuo segnale.
    Il suo cuore fece una capriola, non poteva credere alle sue orecchie!
    Stavolta prese coraggio e la guardò dritta negli occhi.
    - Ma lei e la direttrice... insomma, so che avete una relazione...
    Chloé scoppiò in una fragorosa risata, che la fece sentire una perfetta idiota per aver fatto quell'uscita ridicola.
    - E questo cosa c'entra mia cara! Sappi che io non sono di proprietà di nessuno, sono libera di frequentare chi voglio.
    Bianca era rimasta colpita dalle sue parole.
    Aveva sempre pensato a una relazione come un impegno esclusivo, ma quel nuovo punto di vista la incuriosiva molto.
    - Comunque Olga è informata di ogni cosa e non ha nulla in contrario, anzi...
    Bianca arrossì violentemente, la direttrice la metteva ancora più in soggezione della sua maestra, sapere che fosse a conoscenza di tutto la faceva sentire terribilmente a disagio!
    E che significava quel "non ha nulla in contrario, anzi..." ?
    Decise di non chiederlo, aveva il terrore della risposta che avrebbe ricevuto.
    - Se accetti di intraprendere questo percorso con me, devi essere consapevole che avrai una serie di regole da rispettare oltre a quelle previste dal regolamento accademico e, se le trasgredirai, verrai punita.
    Oltre alle sculacciate, le punizioni potranno prevedere anche altro, che ovviamente stabiliremo insieme in base ai tuoi limiti. Per trasgressioni che riterrò particolarmente gravi, potrò decidere di coinvolgere nella punizione anche la direttrice, ma questa sarà una decisione che spetterà solo a me, lei non potrà toccarti senza il mio consenso.
    A quelle parole, Bianca si sentì avvolta da un senso di protezione che sciolse ogni suo dubbio.
    - Puoi prenderti del tempo per pensarci, oppure darmi subito la tua risposta.
    - Io accetto, Madame - disse istintivamente.
    - Ne sono felice - sorrise Chloé.
    - Ora è molto tardi, devi andare a riposarti, domani inizieremo le prove dello spettacolo.
    Bianca non si aspettava che la serata finisse così, sperava che, dopo la bugia del pomeriggio, Chloé l'avrebbe quantomeno sculacciata severamente, invece dopo tutto quel discorso sulle punizioni la stava liquidando con un quarto d'ora di faccia al muro.
    Era molto delusa, non voleva andarsene.
    - Madame, per la bugia di oggi...
    - Già, la bugia di oggi. Ti anticipo subito che dirmi bugie sarà uno dei motivi più gravi per cui verrai punita, specialmente se riguardano le lezioni di danza.
    Ricordati sempre che il tuo obiettivo principale è diventare una ballerina professionista, qualunque cosa accada non devi mai perderlo di vista.
    Oggi mi hai mentito perché volevi attirare la mia attenzione e farti sculacciare, il risultato è stato perdere un'intera lezione. Questo non deve più accadere.
    Pensi che sia giusto darti quello per cui hai mentito?
    No mia cara, non ti toccherò neppure con un dito e neppure tu lo farai.
    Ti proibisco di masturbarti fino a domani sera e non provare a disubbidirmi!
    Avanti, a letto ora!
    Il tono di Chloé non ammetteva repliche, quindi con un nodo in gola per la delusione e maledicendosi nuovamente per quella stupida bugia, tornò in camera sua.
    Non sapeva spiegarsene il motivo, ma anche in quella delusione, nella privazione della punizione che tanto avrebbe desiderato, nel divieto di masturbarsi, c'era una stato di eccitazione mentale che la pervadeva...
    Faticò molto a prendere sonno senza potersi toccare, ne avrebbe avuto un gran bisogno dopo tutte le emozioni di quella serata, ma non aveva intenzione di trasgredire e alla fine ci riuscì.
    Il mattino dopo, appena sveglia, ricevette un messaggio:
    Buongiorno piccola mia,
    Ecco le regole, o meglio gli obiettivi, che ho stabilito per te:
    - Essere sempre sincera su qualunque cosa faccia, senta, o mi venga chiesta.
    - Evitare di comportarmi male di proposito per ottenere attenzioni.
    - Avere fiducia in me stessa e nelle mie possibilità.
    - Impegnarmi al massimo e con determinazione per raggiungere i miei obiettivi.
    - Mangiare e dormire regolarmente, senza saltare i pasti e seguendo la dieta del nutrizionista.
    - Accettare senza discussioni le punizioni che mi verranno assegnate.
    Riflettici durante la giornata e stasera mi dirai se accetti o se hai dubbi su qualche punto e preferisci discuterne con me.
    Buona giornata.
    Bianca ci pensò su per tutto il giorno: erano regole sensate, anche se non molto semplici da rispettare.
    In particolare avrebbe fatto molta fatica ad essere sempre sincera, era abituata a mentire spesso, soprattutto riguardo alle sue emozioni, perché se ne vergognava.
    Altro aspetto su cui era consapevole di avere grossi problemi era la scarsa autostima, ma proprio per questo era grata alla sua insegnante di averlo posto come obiettivo da raggiungere, forse l'avrebbe aiutata a non sentirsi costantemente un fallimento.
    La sera, al termine della lezione di classico, dopo che tutti gli allievi furono usciti, si fermarono in aula per parlare.
    - Hai riflettuto su quello che ti ho scritto?
    - Sì Madame.
    - E cos'hai deciso? Qualcosa non ti è chiaro o non ti sta bene?
    - No Madame, accetto tutto, però devo dirle che probabilmente la deluderò, perché so già che alcune regole non riuscirò a rispettarle, nonostante il mio impegno.
    - Di questo non devi preoccuparti. Se accetti le regole sarà mio compito trovare il modo di fartele rispettare e vedrai che saprò essere molto convincente.
    Bianca sospirò stringendo forte le cosce, per trattenere il piacere che provava ogni volta che la sentiva pronunciare quel genere di frasi.
    Madame Dubois le rimandò un sorriso maliziosamente sadico: sapeva perfettamente quali corde toccare per eccitare la sua pupilla e non avrebbe perso occasione per farlo.

    Edited by Edy. - 3/9/2022, 07:32
     
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