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CAPITOLO 6 - SCHIAVA PER UN GIORNO (prima parte)
Dopo quell'episodio, Bianca era dispiaciuta per come si era comportata con Léon. Non era sua abitudine essere maleducata, ma in quel caso lo era stata. Chiese a Chloé di poterlo rivedere per scusarsi con lui, ma notò che la donna tergiversava. - In realtà non so se avrà tempo per noi, sarà molto impegnato con la tournée... - Ma gli ruberei solo un minuto e poi potremmo approfittarne per assistere alle prove dello spettacolo - insistette Bianca. - Veramente non ti ho detto una cosa riguardo a lui, ma non l'ho fatto solo perché temevo che reagissi male... Léon è un Master. Bianca sgranò gli occhi stupita, non si aspettava proprio quella confessione. Da quando conosceva Chloé, si era fatta un minimo di cultura sul BDSM e ne era in parte affascinata, pur non sentendosi predisposta al ruolo di schiava. - Perché pensavi che avrei reagito male? Non sarai per caso la sua slave vero? - Si informò sospettosa. - Ma no figurati, io non sono proprio tagliata per fare la slave! In realtà ho avuto una breve esperienza con lui molti anni fa, quando studiavano insieme, ma ho capito subito che quel tipo di relazione non faceva per me. Non te l'ho detto semplicemente perché non volevo che ti mettessi in testa strane idee sul nostro incontro dell'altro giorno, tutto qui. Durante la lezione, la testolina di Bianca, invece di concentrarsi sugli esercizi, vagava... Ora che conosceva le inclinazioni di quell'uomo, rivedeva il loro incontro di domenica sotto una luce diversa. Se avesse saputo che era un Master sicuramente non gli avrebbe risposto in quel modo sgarbato, magari il loro pomeriggio a tre sarebbe stato anche divertente... Mentre si esercitava alla sbarra, cullata dal sottofondo della musica classica, iniziò a fantasticare su un loro incontro, dove lei era la slave di entrambi e accettava di obbedire ai loro ordini per farsi perdonare il suo comportamento. Il risultato fu una serie di esercizi fatti in modo approssimativo e una mortificante strigliata da parte dell'insegnante davanti a tutti, che la fece arrossire fino alla punta delle orecchie. Alla fine della lezione, Bianca decise di farsi coraggio e confessare a Chloé le sue fantasticherie. La donna era ancora furiosa per il disastro combinato alla sbarra e le stava lanciando occhiate di fuoco. - Si può sapere cosa combini, bella addormentata! Non ti ho mai vista distratta come oggi! Evidentemente venti colpi di canna erano pochi, hai bisogno di una ripassata come si deve! - la riprese aspramente. - No ti prego, scusami, è che non riesco a smettere di pensare a quello che mi hai detto di Léon... Chloé alzò gli occhi al cielo, sospirando. - Sapevo che ti saresti fatta mille paranoie, ecco perché non volevo parlartene! - Ma no, non sono gelosa, davvero! - E allora qual è il problema , spiegami! Bianca teneva lo sguardo fisso a terra imbarazzata. - Il fatto è che... ho immaginato come sarebbe passare un giorno da slave con voi due... Insomma, non credo di esserci portata, ma sarei curiosa di provare solo per una volta. Chloé la osservò pensierosa e un po' stupita, non si sarebbe mai aspettata una simile richiesta da parte sua. Se da un lato desiderava favorire il suo desiderio di sperimentare nuove avventure, dall'altro avvertiva una grande responsabilità nei suoi confronti, temeva che quell'esperienza potesse deluderla o essere troppo forte per lei, che si era appena affacciata alla scoperta di questo universo. - Non so se è una buona idea, ci devo riflettere, domani ti darò una risposta - concluse senza troppi giri di parole. - Ok - disse Bianca un po' delusa. Aveva sperato che Chloé fosse entusiasta di quella proposta, invece le era sembrata piuttosto scettica. Iniziò a sentirsi in colpa per averglielo chiesto, forse l'aveva ferita, facendole credere di non ricevere abbastanza da lei, quando invece non era assolutamente così! Domani le avrebbe detto che aveva cambiato idea, non voleva rischiare di compromettere il loro rapporto per una sciocchezza. Il giorno dopo si incontrarono prima delle lezioni. Bianca stava per dirle che ci aveva ripensato, ma Chloé la fermò. - Aspetta Bianca, prima che tu dica qualsiasi cosa vorrei spiegarti quali sono i miei dubbi. Il rapporto tra Master e slave è molto diverso da quello che c'è tra noi due, se accetti di essere una slave anche solo per un giorno ti verranno richieste cose che potresti trovare sgradevoli e degradanti, non voglio che tu ti senta costretta a farle se non le senti nella tua natura. Sono disposta a fare questa esperienza insieme a te, ma ad alcune condizioni. Innanzitutto, prima di iniziare stabiliremo chiaramente con Léon quali sono i tuoi limiti. Se durante il gioco qualcosa non ti facesse stare bene lo dovrai dire chiaramente, senza paura di essere giudicata. Inoltre io farò sempre da supervisore e Léon dovrà chiedere il permesso a me prima di farti qualsiasi cosa. Se accetti queste condizioni possiamo provare. Bianca fu subito alleggerita da quelle parole, Chloé non si era risentita come aveva temuto, era solo preoccupata per lei. Rimase per un attimo a pensare. Effettivamente, presa dalla voglia di provare cose nuove, non aveva riflettuto a fondo su cosa significasse essere una slave. Le condizioni poste da Chloé l'avevano messa in guardia, ma al tempo stesso l'avevano fatta sentire al sicuro, era libera di provare senza sentirsi obbligata, poteva dire basta in qualunque momento, nessuno l'avrebbe fatta sentire sbagliata per questo. - Accetto le tue condizioni - disse entusiasta. - Benissimo, allora chiederò a Léon se accetta la nostra proposta e vedremo di organizzare prima della sua partenza. Stabilirono di incontrarsi il sabato sera a casa di Chloé. I giorni volarono tra gli impegni di ognuno e sabato arrivò presto. Bianca, che fino ad allora era rimasta stranamente tranquilla, quella mattina si svegliò angosciata. Non riuscì a fare colazione, aveva lo stomaco completamente chiuso dall'ansia. Doveva chiamare Chloé, aveva bisogno della rassicurazione della sua voce. Le avrebbe spiegato che non se la sentiva più di fare quell'incontro, era certa che avrebbe capito. - Pronto? Ciao Bianca, come mai mi chiami a quest'ora? - Ciao... volevo dirti una cosa... - Che succede? Non sapeva come dirglielo, temeva che si sarebbe arrabbiata... - Bianca, cosa c'è? - È che... io non me la sento più, ho paura di non farcela! - disse con la voce rotta dal pianto. Dall'altra parte nessuna risposta, si udivano solo i singhiozzi sommessi della ragazza. Dopo alcuni minuti di silenzio, Chloé le parlò: - Bianca... capisco come ti senti, ma Léon ha rinunciato ad altri programmi per stare con noi e comunque un impegno preso va rispettato, non si manda a monte all'ultimo minuto. Nessuno ti obbligherà a fare nulla contro la tua volontà, ma passeremo comunque il fine settimana insieme. Ti aspetto stasera. Aveva riattaccato. Era stata molto fredda, di sicuro era arrabbiata con lei, come al solito l'aveva delusa, facendo la figura della ragazzina. Aveva ragione, non esisteva solo lei, presa dalle sue ansie non aveva pensato che anche loro due avevano investito desideri e aspettative su quell'incontro, non sarebbe stato giusto deluderli così. Si accorse di essere molto più calma, l'ansia si era placata. Non doveva dimostrare niente a nessuno, avrebbe fatto solo quello che la faceva stare bene e Chloé non l'avrebbe mai lasciata sola. L'appuntamento era alle nove, quando arrivò Chloé e Léon la stavano già aspettando. - Vieni Bianca, accomodati - le disse Chloé. Lui era in piedi in salotto, aveva tra le mani un bicchiere di whisky. - Ciao Bianca, è un vero piacere rivederti - disse sorridendole garbatamente e porgendole la mano. Bianca gli sorrise timidamente stringendogli la mano. A differenza della volta precedente, lo scrutò con attenzione. Per quanto non fosse mai stata attratta dal sesso maschile, dovette riconoscere che era davvero un uomo piacevole, sia nell'aspetto che nei modi di fare. - Chloé mi ha detto che desideravi scusarti con me per il tuo comportamento di domenica scorsa... Bianca avvampò per la vergogna, abbassando gli occhi imbarazzata. - Sì infatti. - Bene, allora questo mi sembra il momento giusto per farlo. - Ti chiedo scusa... - Non così Bianca. Una schiava si inginocchia davanti al suo padrone quando deve chiedere scusa. E non trovo appropriato sentirmi dare del tu, puoi chiamarmi "Padrone" oppure "Signore", ti permetto di scegliere. Bianca cercò apprensivamente lo sguardo di Chloé, che stava accanto a Leon. La donna le fece un cenno di assenso, che la tranquillizzò. Prese un respiro e obbedì. Si inginocchiò ai piedi dell'uomo, con le braccia tese e le mani poggiate sulle ginocchia. Alzò lo sguardo per cercare la sua approvazione, ma lui la rimproverò nuovamente: - Abbassa lo sguardo, ricordati che non puoi mai guardare negli occhi il tuo Padrone, o verrai punita. Abbassò subito gli occhi, intimidita. Sembrava le stesse parlando un'altra persona rispetto a pochi minuti prima. - Signore, le chiedo scusa per il mio comportamento dell'altro giorno. Spero che voglia punirmi per la mia maleducazione. - Desideri essere punita Bianca? - Sì, Signore. - Lo sarai naturalmente, ma perché è mio desiderio, non tuo. Alzati e spogliati completamente. Bianca si rialzò e iniziò lentamente a togliersi i vestiti. Spogliarsi davanti a qualcuno era una cosa che la imbarazzava a prescindere, ma farlo in quel contesto, con gli occhi di entrambi puntati addosso a lei, era ancora più difficile. Era completamente nuda davanti a loro. - Non coprirti, metti le braccia lungo i fianchi - le ordinò Lui severo. La ragazza obbedì. Stava tremando per la tensione. - Ora girati, allarga le gambe e abbassati fino a prenderti le caviglie. Eseguì l'ordine. La posizione non era certo difficile da tenere per lei, ma era quantomai umiliante trovarsi esposta in quel modo davanti ai loro sguardi. A testa in giù poteva osservare ogni loro movimento. Chloé si era accomodata sul divano e osservava la scena in silenzio, con lo sguardo serio e le braccia conserte. Vide il padrone sfilarsi dai pantaloni una spessa cintura nera di cuoio. La ripiegò su se stessa, tendendola tra le mani. Una scossa di piacere la fece colare in mezzo alle cosce, quel gesto da sempre la eccitava terribilmente. Tuttavia, se c'era uno strumento che più di ogni altro aveva sempre temuto, era proprio quello. Non l'aveva mai provata e non poteva dire quanto fosse dolorosa, ma non essendo uno strumento rigido l'atterriva l'idea che potesse sfuggire al controllo, andando a colpire punti per lei più sensibili, come la schiena, i fianchi , o peggio ancora, le parti intime. Ne aveva parlato più volte con Chloé, che conosceva bene i suoi timori e le aveva promesso di aiutarla a superare quel limite. Il momento era arrivato. Guardò la sua Signora, che non sembrava affatto preoccupata, aveva fiducia in lei e anche lei doveva averne in se stessa, poteva farcela. Sentì il cuoio accarezzarle la schiena , per poi scendere fino alle natiche. Un brivido le percorse tutto il corpo. Lui sollevò il braccio. Prese un lungo e coraggioso respiro, chiuse gli occhi e strinse i denti, aggrappandosi con tutta la sua forza alle caviglie. Il primo colpo fu piuttosto leggero, si rese conto che la paura era molto più forte del dolore provato. Lasciò andare il respiro, cercando di rilassarsi. Il secondo colpo fu più forte, ma comunque sopportabile, le punizioni ricevute finora dalla sua insegnante erano decisamente più severe. Iniziò finalmente a lasciarsi andare e riuscì a godere pienamente dei colpi successivi. Il dolore era intenso, ma non eccessivo, un bruciore caldo e avvolgente si diffondeva dalle natiche fin dentro la pancia, dove si tramutava in scosse di piacere. Si chiese come avesse potuto farne a meno fino ad allora. Dopo trenta colpi, Léon si fermò. Le accarezzò le natiche bollenti e segnate da un ricamo di strisce rosse, poi le afferrò una alla volta, stringendole fino a farle male. Bianca avvertì la differenza tra il tocco liscio e delicato delle piccole mani di Chloé e quel contatto maschile più ruvido e invadente. L'uomo depose la cintura sul tavolo e andò a sedersi sul divano accanto a Chloé. - Vieni qui Bianca - le ordinò. La ragazza si avvicinò. Lui la fissava in silenzio, come se si aspettasse qualcosa da lei, ma non capiva cosa. Intervenne Chloé, che finora era rimasta muta: - Quando il tuo Padrone ti punisce lo devi ringraziare Bianca, rimettiti in ginocchio - le ordinò seriamente. La ragazza fece come richiesto e sussurrò: - Grazie per avermi punito Signore! - Questa sarà la tua posizione di ascolto Bianca, ogni volta che vorrò parlarti dovrai metterti così, tenendo gli occhi bassi - le spiegò Léon. Ora possiamo parlare di come gestiremo la giornata di domani. È molto importante che tu mi dica se ci sono cose che non vuoi assolutamente provare, o al contrario se ce n'è qualcuna in particolare che desideri sperimentare. Bianca si era documentata e ci aveva riflettuto molto, non voleva farsi trovare impreparata. - Ho letto che esistono pratiche legate all'urina e agli escrementi, non vorrei averci nulla a che fare. Stessa cosa vale per il controllo del respiro, mi fa paura. Ah, non voglio nemmeno fare pompini, non sono attratta sessualmente dagli uomini - disse in tono sommesso, quasi a volersi giustificare per la sua natura di cui si era sempre colpevolizzata. - Sei vergine? - le chiese in tono pacato. - Sì - rispose arrossendo violentemente, si era sempre vergognata ad ammetterlo. - Ma la tua Padrona mi ha detto che ti piacciono i giochi anali, quindi il tuo culo sarà mio, su questo non si discute. A quelle parole la ragazza arrossì fino alla radice dei capelli, non poteva credere che Chloé gli avesse parlato dei loro giochi, anche se in fondo era comprensibile che l'avesse fatto. Dopo l'esperienza con lo zenzero infatti, Chloé aveva iniziato a dedicare molte attenzioni al suo stretto orifizio posteriore, per il quale aveva decisamente un debole e la ragazza aveva scoperto di trovare estremamente piacevole ed eccitante farsi stimolare in quel modo. - C'è altro che non vuoi assolutamente fare? La voce di Leon la scosse dai suoi caldi pensieri. - In questo momento non mi viene in mente nulla... - Sappi che mi sentirò autorizzato a pretendere da te qualunque cosa non rientri nei tuoi limiti e a punirti se non la otterrò. Avrai comunque la tua safe per interrompere il gioco in caso di necessità, inoltre non farò mai nulla contro le decisioni della tua Padrona, tu appartieni a lei, non a me, io ti avrò solo in prestito per un giorno. Quella frase le provocò una fitta nel basso ventre, le piaceva pensare di appartenere alla sua Signora. Alzò lo sguardo verso di lei, che la ricambiò con un bagliore di fierezza negli occhi. - Cosa ti ho detto poco fa? Devi tenere gli occhi bassi di fronte ai tuoi padroni, spero di non dovertelo ripetere la terza volta! - la rimproverò severamente Léon. - Mi dispiace padrone - disse fingendosi mortificata. Non riusciva a prendere sul serio fino in fondo quella situazione, ma le piaceva stare al gioco. Chloé si alzò. - È tardi cucciola, andiamo a fare un bagno e poi a letto - le disse dolcemente. Era la prima volta che la chiamava in quel modo, le fece uno strano effetto, molto piacevole. Fece per alzarsi, ma Chloé la fermò, premendole una mano sulla spalla per farle capire che doveva rimettersi giù. - Le cucciole camminano a quattro zampe - le disse, trattenendo a stento una risata. Bianca la seguì fino in bagno gattonando e rimase ad osservarla in silenzio, mentre riempiva la vasca di acqua calda. - Signora, io dovrei... - Da quando i cani parlano? - la interruppe Chloé con un sorrisino sarcastico. Bianca la guardò con disperazione, a quanto pare la sua Padrona si stava divertendo un sacco a prenderla in giro! Lei un pò meno in quel momento, aveva urgente bisogno di fare pipì e non sapeva come farglielo capire, forse avrebbe dovuto abbaiare, ma si vergognava troppo! Chloé si era seduta sul bordo della vasca in attesa che si riempisse e la fissava con aria decisamente divertita. - Che cos'è quel musetto triste? Se vuoi qualcosa me lo devi far capire... Bianca ebbe un'idea. Si avvicinò al wc e iniziò a battere con una mano sulla tavoletta. - Per caso mi stai dicendo che devi fare pipì? - disse la donna cercando di rimanere seria. Bianca annuì con sguardo supplichevole. - Forse dovrei metterti al guinzaglio e portarti nei giardinetti qui sotto... L'espressione allibita della ragazza la fece esplodere in una risata. - In effetti forse è meglio di no, fa un po' troppo freddo! Dovrai accontentarti di questo. Aprì un armadietto e prese un asciugamano, lo piegò in due e lo stese a terra. - Ecco, puoi fare i tuoi bisogni qui, mi raccomando prendi bene la mira e non sporcare a terra, o dovrò darti una lezione! Bianca era imbarazzatissima, non solo doveva fare pipì davanti alla sua Signora, ma anche accucciata come un cane! Dopo un attimo di esitazione si posizionò al centro dell'asciugamano e allargò le ginocchia, abbassando il sedere fin quasi a toccare terra. Dovette concentrarsi a lungo prima di farcela, ma alla fine un timido getto di urina le bagnò le cosce e andò a finire sull'asciugamano, mentre lei pregava di non bagnare il pavimento, o avrebbe dovuto anche subire l'umiliazione di essere punita. - Brava piccola, ora scrollati bene per non gocciolare sul pavimento! Anche questo, accidenti a lei. Per un attimo desiderò invertire i ruoli per potersi vendicare di tutte le umiliazioni che le stava facendo subire. Accennò un lieve movimento del bacino, sperando che la Padrona si accontentasse, ma si illudeva. - E questo sarebbe scrollarsi secondo te? Si chinò accanto a lei e le appioppò quattro sculaccioni fortissimi, due per ogni natica, lasciandole i segni delle cinque dita ben impressi. Poi prese un elastico e le legò i lunghi capelli in un rapido chignon. - E ora fila a farti il bagno! - le ordinò, indicando la vasca. Umiliata fino all'inverosimile, Bianca obbedì ed entrò nella vasca, aiutata dalla sua Padrona. Chloé iniziò ad insaponarla, partendo dal viso fino ad arrivare ai piedi. Le massaggiava dolcemente tutto il corpo con movimenti circolari, senza tralasciare neanche un centimetro di pelle. Con tocchi leggeri prese a insaponarla in mezzo alle cosce, concentrando il massaggio sul clitoride già turgido. La ragazza aprì di più le gambe e sollevò leggermente il bacino, per assaporare meglio le carezze della sua mano che, unite all'effetto afrodisiaco dell'acqua calda, la stavano facendo sciogliere di piacere. - Guarda un pò come alza il culetto questa cagnetta in calore - non mancò di sottolineare la Padrona, ottenendo l'effetto desiderato di farla morire di imbarazzo. La fece alzare e le ordinò di aprire le gambe, per lavare via il sapone con il doccino. Il getto di acqua calda diretto sui genitali le provocava un tale stato di eccitazione che temette di esplodere in quell'istante, di fronte alla sua Signora. Chloé la avvolse in un asciugamano e la fece sedere, tamponandole il corpo per asciugarla e baciandole i capelli. - Ecco qui cuccioletta, ora sei pronta per farti una bella dormita! Tornarono in salotto, dove il Padrone le aspettava seduto sul divano. L'uomo si alzò dirigendosi verso il tavolo, dove aveva appoggiato il suo zaino. Ne estrasse un collare di cuoio nero e tornò a sedersi, tenendolo tra le mani. - Appoggia la testa qui - le fece cenno, battendosi la mano sulle ginocchia. Bianca obbedì, appoggiando docilmente una guancia sulle sue gambe. Le spostò delicatamente i lunghi capelli scuri, scoprendole il collo sottile che imprigionò nel collare robusto. - Per le prossime 24 ore dovrai portarlo, sarà il segno della tua sottomissione - le disse. Andarono tutti e tre in camera da letto, Bianca li seguiva gattonando obbediente. Ai piedi del letto, dal lato dove dormiva la Padrona, erano stati messi un tappetino, un cuscino e una coperta. - Questa è la cuccia dove dormirai stanotte, l'abbiamo preparata apposta per te accanto alla tua Padrona, sei contenta? - le disse León con tranquillità, come se le stesse dicendo la cosa più normale del mondo. Questo proprio non se l'aspettava. Guardò il letto dove di solito dormiva abbracciata alla sua Chloé e pensò che stanotte l'avrebbe condiviso con quell'uomo anziché con lei. Una fitta di gelosia le trapassò il cuore. Rimase immobile, con la faccia scura. Non voleva dormire sul tappeto, ma nemmeno deludere i suoi Padroni, non sapeva se opporsi e interrompere il gioco o forzare se stessa facendo qualcosa che non le andava, dopotutto si trattava di una sola notte... Chloé la fissava in silenzio, la conosceva bene, sapeva che qualcosa non andava... Si inginocchiò al suo livello e iniziò ad accarezzarle la testa: - Va tutto bene cucciolina? Bianca le lanciò un'occhiata eloquente, era decisamente arrabbiata. Chloé la guardò con tenerezza, lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso compiaciuto: adorava vedere la sua piccola fare i capricci e mettere il broncio per la gelosia. - Solo per stanotte potremmo fare un'eccezione e lasciarla dormire a letto con noi, che ne dici Léon? Léon sbuffò, fingendosi indispettito: - Questa cagnetta non imparerà mai a rispettare le regole se la vizi così. Comunque la sua Padrona sei tu, fai come vuoi. Buonanotte a entrambe. - disse girandosi dall'altra parte. Bianca entusiasta saltò nel letto in mezzo a loro, si strinse beatamente tra le braccia della sua Padrona e si addormentò serena.
Edited by Edy. - 2/9/2022, 18:32
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