IL SOGNO DI BIANCA

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    CAPITOLO 7 - UNA PUNIZIONE MEMORABILE (terza parte)

    La Direttrice le sfilò lo zenzero, poi la prese per un braccio e la fece rialzare.
    Chloé con un fazzoletto le asciugò le lacrime e l'aiutò a soffiarsi il naso, spostandole i capelli dal viso come se fosse una bambina.
    - Mi fa piacere vedere che finalmente stai imparando un po' di disciplina, te ne servirà molta per l'ultima parte della punizione - disse la Direttrice.
    Bianca la guardò attonita, poi guardò Chloé, che continuava a ripulirle la faccia con aria indifferente.
    No, non era possibile che volesse punirla ancora, aveva certamente capito male.
    La vide nuovamente trafficare in quell'armadio e l'angoscia iniziò a salire a dismisura, il respiro si fece pesante e i battiti del cuore raddoppiarono.
    Tornò da lei con in mano una lunga canna di bambù, simile a quella che usava Chloé per punirla, ma più spessa.
    Bianca iniziò a realizzare che la punizione non era finita.
    Era così scioccata da non sapere cosa dire o fare, ormai aveva imparato che con quella donna implorare non serviva a nulla, anzi, poteva essere controproducente.
    Proprio la canna, lo strumento che più odiava... pensò, con un po' di risentimento nei confronti della sua insegnante, che di sicuro non era stata scelta a caso.
    Non riusciva davvero a immaginare come avrebbe potuto sopportare le sferzate della canna sul suo culetto già così malridotto.
    Senza nemmeno accorgersene, gli occhi le si riempirono nuovamente di lacrime e un singhiozzo le si bloccò in gola, si mordeva il labbro tremante per trattenere l'ennesima esplosione di pianto
    La direttrice fece sibilare la canna in aria e le indicò la scrivania.
    - Ora pretendo da te il massimo della disciplina.
    Avrei dovuto darti trenta colpi con questa canna, ma visto che ti vedo particolarmente provata ti farò una concessione e te ne darò solo quindici.
    Dovrai contare dopo ogni colpo.
    Mettiti in posizione, appoggia bene il busto alla scrivania, divarica le gambe e spingi in fuori il sedere.
    Ricacciando indietro orgogliosamente le lacrime, Bianca si posizionò come le era stato detto.
    Ma ciò che non si aspettava era l'intensità con cui la canna affondò nella sua carne ipersensibile, i colpi erano ben diversi da quelli che era abituata a ricevere.
    Il primo colpo le lasciò impressa una netta riga violacea.
    Riuscì a fatica a mantenere la posizione e a contare, piegando le ginocchia e aggrappandosi con tutte le sue forze alla scrivania.
    Iniziò a sbuffare e a pestare i piedi a terra, non avrebbe sopportato un altro colpo come quello...
    Al secondo colpo tutto il suo autocontrollo andò a farsi benedire.
    Scoppiò a piangere, alzandosi di colpo e portandosi le mani sul culetto dolorante.
    La direttrice la guardava duramente.
    - Torna subito in posizione ragazzina, o tornano ad essere trenta!
    - No non voglio, non ce la faccio più!!!
    - È proprio quando non ce la fai più che la punizione inizia ad essere efficace! Forza torna giù, obbedisci!
    La ragazza non si decideva, stava ferma in piedi massaggiandosi le natiche sferzate, rivolgendo lo sguardo alla sua insegnante in cerca di aiuto.
    - Chloé ti prego, diglielo tu che non ce la faccio... - la supplicò, con gli occhioni imploranti.
    Ma la donna non aveva nessuna intenzione di lasciarsi impietosire.
    Le si avvicinò e facendola girare su se stessa le appioppò uno sculaccione, rimproverandola:
    - Adesso basta con questi capricci signorina!
    È ora che impari ad assumerti le tue responsabilità, hai sbagliato ed è giusto che paghi!
    Ora torni giù e ti prendi la tua punizione fino alla fine senza fiatare, mi sono spiegata?
    Bianca, spiazzata da quella reazione così dura, si rese conto di quanto doveva averla delusa con quella bravata, era la prima volta che la puniva per qualcosa di davvero grave.
    - Bianca, torna giù ho detto! - ripetè alzando la voce e guardandola fissa negli occhi.
    La ragazza aveva smesso di lamentarsi, le lacrime continuavano a scendere silenziose, intervallate dai singhiozzi.
    Non voleva più ribellarsi, voleva solo espiare e liberarsi di quel fardello che la opprimeva, ne aveva bisogno.
    Si rimise in posizione, piegata sulla scrivania.
    La direttrice riprese a colpirla.
    Bianca gridava ogni volta che la canna si abbatteva sul suo povero culetto, piegando le ginocchia per il dolore, ma rimaneva in posizione disciplinata, contando i colpi.
    A poco a poco, sotto il peso di quei colpi sentiva dissolversi il peso delle sue colpe.
    Al quindici tutto si fermò e il silenzio l'avvolse.
    Le forze l'avevano abbandonata, stava distesa mollemente sulla scrivania con gli occhi chiusi e il respiro affannoso ancora scosso da qualche singhiozzo.
    Aveva la mente vuota, non riusciva a pensare a nient'altro che al benessere che provava in quel momento, drogata com'era di endorfine.
    La lasciarono tranquilla per qualche minuto, dandole il tempo di riprendersi.
    Chloé era accanto a lei, la sorvegliava senza staccarle gli occhi di dosso.
    Quando si fu calmata, l'aiutò dolcemente a sollevarsi e l'accompagnò nell'angolo.
    - Ora rimani qui a riflettere per dieci minuti senza toccarti il culetto, poi abbiamo finito - le sussurrò.
    Era distrutta, gli occhi gonfi di pianto, il naso gocciolante e la saliva colata all'angolo della bocca.
    Ma finalmente si sentiva davvero in pace, serena e libera dai sensi di colpa.
    Sentì una mano posarsi sul suo fianco, si girò e si abbandonò tra le braccia di Chloé, che ora finalmente poteva consolarla.
    Avvolta nel suo abbraccio sentì la tensione crollare e nuove lacrime bagnarle il viso, ma stavolta di sollievo.
    - Mi dispiace...
    - Lo so piccola, è tutto finito stai tranquilla - le disse sfiorandole delicatamente il culetto dolorante.
    La direttrice le osservava seduta alla scrivania con aria compiaciuta e forse, sembrò alla ragazza, un tantino più eccitata del dovuto.
    - Sono molto soddisfatta di come hai affrontato la punizione Bianca.
    Ora puoi tornare nella tua stanza e fai in modo che certi errori non si ripetano più - disse congedandola.
    Poco più tardi era distesa sulle ginocchia della sua amata a farsi esaminare le ferite da combattimento.
    La donna le ispezionò con attenzione le natiche, segnate da netti solchi violacei.
    - Un lavoro davvero degno di nota - disse con un sorrisino compiaciuto.
    - Ora che ho visto quanta resistenza hai dovrò imparare a essere molto più severa nelle punizioni!
    Bianca la guardò di traverso, mettendo il broncio:
    - Non ce ne sarà bisogno, d'ora in poi sarò bravissima!
    - Ah sì, non ne dubito dopo la ripassata che hai preso! Penso che non te la scorderai per un bel pezzo!
    Aprì un barattolino di arnica che aveva preso dal cassetto e iniziò a spalmargliela sul sedere.
    Ogni volta che le dita bagnate di crema passavano sulla pelle martoriata, la ragazza sobbalzava sulle sue ginocchia e mugolava, prima per il bruciore, poi per il piacere che le dava quel fresco balsamo.
    Finita la medicazione si mise faticosamente seduta in braccio a Chloé per farsi coccolare, evitando accuratamente di appoggiare le chiappe sulle sue ginocchia.
    - Se la Direttrice viene a sapere che ti ho messo della crema lenitiva sarò io la prossima a finire su quella panca!
    - Allora forse potrei andarglielo a dire...
    - Ah sì? - le disse Chloé divertita - E perché vorresti farmi punire?
    - Perché sei stata cattiva con me, le hai detto tu di usare la canna! Quando l'ho vista prenderla per un po' vi ho odiate tutte e due!
    Chloé le sorrise e la baciò sulla fronte:
    - Adesso mi odi ancora?
    - Non più! - le rispose abbracciandola.

    Edited by Edy. - 2/9/2022, 19:04
     
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    Un lavoro davvero degno di nota - disse con un sorrisino compiaciuto.
    - Ora che ho visto quanta resistenza hai dovrò imparare a essere molto più severa nelle punizioni!


    Ora che Chloé sa fin dove potrà essere sadica nelle punizioni, la vedo male per Bianca.
    Pardon, volevo dire... la vedo bene per Bianca.
     
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    - Se la Direttrice viene a sapere che ti ho messo della crema lenitiva sarò io la prossima a finire su quella panca!
    - Allora forse potrei andarglielo a dire...
    - Ah sì? - le disse Chloé divertita - E perché vorresti farmi punire?
    - Perché sei stata cattiva con me, le hai detto tu di usare la canna! Quando l'ho vista prenderla per un po' vi ho odiate tutte e due!

    Chloé le sorrise e la baciò sulla fronte:

    - Adesso mi odi ancora?
    - Non più! - le rispose abbracciandola.

    Solo per queste righe i miei più solenni complimenti. Grazie mille, davvero. Al di la della severità della punizione, leggermente "oltre" secondo me, apprezzo praticamente tutto. E il modo fluido che hai di scrivere mi spinge a dirti "continua cacchione continua"
     
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    Grazie a te Titti!😊
     
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    Ah Titti, comunque l'oltre è colpa di Ravel, è lui che mi istiga a usare più olio di gomito...
     
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    CITAZIONE (titticarpe @ 27/7/2022, 18:21) 
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    - Se la Direttrice viene a sapere che ti ho messo della crema lenitiva sarò io la prossima a finire su quella panca!
    - Allora forse potrei andarglielo a dire...
    - Ah sì? - le disse Chloé divertita - E perché vorresti farmi punire?
    - Perché sei stata cattiva con me, le hai detto tu di usare la canna! Quando l'ho vista prenderla per un po' vi ho odiate tutte e due!

    Chloé le sorrise e la baciò sulla fronte:

    - Adesso mi odi ancora?
    - Non più! - le rispose abbracciandola.

    Solo per queste righe i miei più solenni complimenti. Grazie mille, davvero. Al di la della severità della punizione, leggermente "oltre" secondo me, apprezzo praticamente tutto. E il modo fluido che hai di scrivere mi spinge a dirti "continua cacchione continua"

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    Brava E.d.y.
    punizione severa ma meritata
     
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    CAPITOLO 8 - NEL LABIRINTO DELLA MENTE

    (Questo capitolo è in parte autobiografico, spero di non urtare la sensibilità di nessuno, qualora soffra o abbia sofferto di disturbi alimentari o di altro tipo di dipendenza.)

    Erano appena finite le vacanze di Natale, gli studenti erano rientrati in Accademia.
    Bianca le aveva trascorse con la sua famiglia e il rientro era stato sicuramente nostalgico, ma anche desiderato.
    Dopo due settimane di inattività e bagordi natalizi, tutti i ballerini dovevano rimettersi un po' a regime e i primi giorni erano i più faticosi.
    Per Bianca il rapporto con il cibo era sempre stato difficile.
    Il suo fisico era da sempre snello e asciutto, ma il suo perfezionismo estremo e le sue insicurezze la rendevano ipercritica verso se stessa. Non si amava fisicamente, si vedeva sempre troppo grassa e il fatto di frequentare un ambiente dove la forma fisica contava molto non l'aiutava di certo.
    Quando esagerava con il cibo si sentiva in colpa e aveva l'impulso di saltare i pasti per compensare, cosa che poi la portava ad avere incontrollabili attacchi di fame con conseguenti abbuffate, entrando in un circolo vizioso da cui era difficile uscire.
    Dal suo ingresso in Accademia, era seguita, come molti altri ballerini, dall'équipe di nutrizionisti e psicologi che la scuola metteva a disposizione degli studenti.
    Da quando seguiva la dieta consigliatale dal nutrizionista, Bianca stava molto meglio e, grazie anche alle cure e all'apprezzamento che riceveva da Chloé, stava iniziando a piacersi un po' di più.
    Per queste ragioni, una delle regole che Chloé le aveva imposto e su cui era molto fiscale, era che la ragazza non saltasse mai i pasti e si attenesse alla dieta senza sgarrare.
    Ovviamente i periodi di vacanza, dove gli studenti erano liberi di autogestirsi e le tentazioni culinarie erano molte, erano per lei un problema e il rischio di ricadere nei suoi disturbi era alto.
    Durante le feste natalizie aveva perso il controllo della situazione, alternando abbuffate e digiuni, ma ovviamente si era guardata bene dal confessarlo a Chloé, non tanto per non essere punita, ma perché non voleva deluderla.
    Quando al ritorno, pesandosi, vide che l'ago della bilancia si era spostato due chili più avanti, per lei fu una tragedia e tutti i propositi di seguire la dieta andarono in fumo.
    Davanti agli specchi della sala di danza si vedeva enorme e sgraziata, a causa della distorsione percettiva che il suo disturbo le provocava.
    Iniziò a ridurre drasticamente le quantità di cibo, si pesava ossessivamente ogni giorno, il suo unico obiettivo era perdere quei due chili, che la allontanavano dal suo ideale di perfezione.
    Per fortuna il suo fisico, sottoposto ai duri allenamenti, non resse a lungo alle privazioni.
    Durante una lezione di danza, ebbe un improvviso mancamento, si accasciò sul pavimento contro la parete e si lasciò andare.
    Quando riaprì gli occhi, era distesa a terra con le gambe rialzate e la mano della sua insegnante che le schiaffeggiava le guance sudate, mentre la chiamava ad alta voce.
    - Come ti senti Bianca? Riesci a rispondermi?
    Lo sguardo e la voce di Chloé erano seri e preoccupati.
    - Ho visto tutto nero, sentivo i rumori lontani, poi non ho sentito più niente... mi gira tutto... - disse con voce tremante.
    La debolezza la rendeva fragile, aveva solo voglia di piangere.
    - Shhh, stai tranquilla tesoro, è solo un calo di zuccheri, ora bevi questa e vedrai che starai subito meglio - le disse Chloé in tono materno e premuroso, rialzandole leggermente la testa e facendole sorseggiare un bicchiere di acqua zuccherata.
    Lo zucchero fu immediatamente assorbito dal suo corpo affamato e le guance pallide ripresero un po' di colore.
    Chloé non la mollava un istante e le accarezzava i capelli con apprensione, si era spaventata moltissimo.
    - Va meglio piccola?
    - Sì, molto meglio.
    - Ora ti porto a letto, i prossimi due giorni te ne starai in camera a riposare.
    - Ma no non serve, mi è già passato davvero! - tentò di protestare Bianca, terrorizzata all'idea di saltare le lezioni.
    Chloé la fulminò con lo sguardo, facendola arrossire.
    - Non mi sembra il caso di discuterne qui, ne riparliamo in camera. Ora vieni.
    La prese in braccio e la portò in camera senza troppi sforzi, era un fuscello, non era difficile sollevarla.
    La ragazza le mise le braccia intorno al collo e appoggiò la testa contro il suo petto, chiudendo gli occhi e respirando il profumo della sua pelle.
    Era così bello lasciarsi cullare tra le sue braccia, se solo avesse potuto rimanere così per sempre, lontana dalle preoccupazioni e dai sensi di colpa, sollevata da ogni responsabilità...
    La adagiò sul letto, la spogliò e le fece indossare il pigiama, rimboccandole le coperte.
    - Come ti senti? - Le chiese spostandole I capelli dalla fronte e baciandola teneramente sulla punta del naso.
    - Ora bene - sorrise timidamente la ragazza.
    - Mi chiedo come mai tu abbia avuto questo calo di zuccheri, hai mangiato oggi a pranzo?
    - Sì... - Mentì, arrossendo e abbassando lo sguardo per nascondere la bugia.
    - Ne sei sicura? Guardami in faccia quando parli con me!
    Il suo tono di voce era diventato improvvisamente severo e la fece rabbrividire.
    Alzò gli occhi:
    - Beh... ho mangiato qualcosa, ma non molto, non mi andava...
    Chloé le tastò le guance e la fronte.
    - Mi sembri fresca, ti senti male per caso?
    - No no, avevo solo poco appetito... comunque il nutrizionista mi ha detto di ridurre un po' le quantità di cibo fino a riprendere il peso forma perché ho preso due chili durante le feste! - mentì nuovamente, sperando di essere più credibile.
    - Davvero ti ha detto così? Mi sembra strano visto che sei già al limite del sottopeso... Quasi tutti mettono un paio di chili durante le vacanze, ma non è certo un problema, appena ricominciano ad allenarsi riprendono subito la forma fisica.
    L'importante è non fare sciocchezze come saltare i pasti, ma questo lo sai non è vero? Ne abbiamo già parlato tante volte, da quando segui la tua dieta va molto meglio mi sembra...
    - Sì sì infatti...
    Bianca annuì cercando di mostrare convinzione, non voleva assolutamente che sospettasse qualcosa.
    - Bene, devo andare a continuare la lezione, più tardi passo a vedere come stai.
    Ho detto a Lisa di andare in mensa a prenderti uno spuntino, mangialo mi raccomando.
    E nei prossimi due giorni te ne stai a letto a riposo, chiaro?
    - Ma Chloé, non posso perdere due giorni di allenamenti e poi sto benissimo, è stato solo un leggero mancamento!
    Chloé la fissava con aria torva e le mani sui fianchi.
    - Quante volte ti ho detto che non devi discutere con me signorina? Sono la tua insegnante, se ti dico che devi stare a riposo lo fai e basta, sono stata chiara?
    - Uffa, non è giusto che decida tu per me, tutti gli altri avrebbero fatto come volevano! - disse Bianca mettendo il broncio.
    - Non è assolutamente vero, avrei messo a riposo chiunque altro se si fosse sentito male, i miei allievi devono prima di tutto stare bene fisicamente!
    Si può sapere cosa sono tutte queste storie? Per caso devo prendere la spazzola?
    Bianca arrossì per la collera, la minaccia di usare spazzola normalmente sarebbe bastata a calmarla, ma stavolta era fuori di sé.
    - Ti prego Chloé, non voglio stare a letto, non puoi obbligarmi!
    - Certo che posso se penso che tu ne abbia bisogno!
    - Lo so io quello di cui ho bisogno, non sono una bambina! - ribattè stizzita.
    - Molto bene! Stasera quando sarai sulle mie ginocchia con il pigiama abbassato e il culetto che brucia lo vedremo se sei o non sei una bambina!
    Prima che potesse replicare, Chloè uscì dalla stanza, lasciandola sola a sfogare la sua rabbia.
    Gli occhi le si riempirono di lacrime, si infilò sotto le coperte e iniziò a piangere in preda a una crisi di nervi.
    Non capiva cosa le stesse succedendo.
    Normalmente le avrebbe fatto piacere sentirsi accudita e protetta da Chloé, invece stavolta non era così.
    Lisa le aveva portato delle fette biscottate con la marmellata, ma non le toccò per ripicca e si addormentò profondamente stravolta dalla stanchezza.
    La risvegliò il cigolio della porta.
    Era Lisa.
    Erano già le sette, aveva dormito tantissimo, forse aveva davvero bisogno di riposo.
    - Ehi tesoro, come va?
    - Meglio grazie, mi sono addormentata - rispose sbadigliando.
    - Meno male, ci hai fatti morire tutti di paura! Dai vieni che è ora di andare a cena!
    - Ehm... veramente non ho molta fame...
    - Cosa? Sei impazzita? Non vorrai digiunare dopo quello che ti è successo! Guarda che ti ho osservata in questi giorni, stai mangiando molto meno del solito, ecco perché oggi sei crollata come una pera cotta, con tutte le energie che sprechiamo mica puoi reggere!
    Adesso ti vesti e vieni con me in mensa, ci penso io a farti mangiare come si deve!
    E guarda che se ti rifiuti ti faccio sculacciare da Madame Dubois! - le disse ridacchiando.
    Per fortuna si era girata e non vide l'espressione scioccata di Bianca.
    Per un istante pensò che avesse intuito qualcosa, ma poi capì con sollievo che si trattava solo di una battuta.
    Una battuta che di lì a poco si sarebbe trasformata in realtà...
    Di malavoglia si vestì e andò in mensa, trascinata quasi di peso dalla sua compagna, che le riempì il piatto di cibo.
    - È troppo Lisa!
    - Non fare la scema, sei debole devi mangiare!
    Lisa quando voleva sapeva essere davvero insistente, ma tra una battuta e una risata riuscì a farle mangiare tutto senza che si sentisse in colpa.
    Tornarono in camera, Bianca pensò che forse quella di Chloé era stata solo una minaccia, senza il pretesto delle lezioni fuori orario quale altra scusa avrebbe trovato per farla uscire a quell'ora!
    Si reinfilò il pigiama e si preparò per tornare a letto, quando qualcuno bussò alla porta.
    Lisa andò ad aprire.
    - Oh Madame Dubois, entri pure!
    Bianca impallidì e avvertì una fitta allo stomaco.
    - Come stai Bianca? Ti sei ripresa?
    - Sì grazie Madame, sto benissimo, sono appena tornata dalla mensa e ora mi sento decisamente in forma, domani posso riprendere tranquillamente le lezioni! - disse la ragazza in tono di sfida, ancora indispettita per l'ordine ricevuto.
    - Beh questo è tutto da vedere, ora vieni con me in infermeria e deciderà il medico se puoi riprendere le lezioni!
    Su andiamo, ci stanno aspettando! - le disse in tono serafico, ma incenerendola con lo sguardo.
    Bianca sapeva benissimo che, una volta uscite di lì, si sarebbe pentita amaramente di averla sfidata.
    Appena fuori dalla porta, Chloé le rifilò sue sonori sculaccioni e la prese per un orecchio come una monella, trascinandola fino al suo studio.
    - Ahi mi fai male Chloé, per favore lasciami! - la supplicò la ragazza.
    - Entra forza!
    Chiuse a chiave la porta e iniziò a farle una sfuriata.
    - E così adesso ci mettiamo anche a sfidare signorina!
    Guai a te se usi ancora quel tono strafottente quando parli con me, mi sono spiegata?
    Bianca ribolliva dalla rabbia.
    - Ho detto che mi sento bene e non mi serve stare a riposo, non hai il diritto di obbligarmi, tra le regole che mi hai dato non c'è il riposo forzato!
    - Continui con questo tono? Vorrà dire che riaffronteremo l'argomento quando ti sarai calmata, sono sicura che con il culetto gonfio sarai molto più ragionevole!
    Avanti, vieni qui!
    - Non è giusto, non ho fatto niente di male, non puoi punirmi!
    - Non vuoi prenderti cura di te stessa, questo sarebbe niente di male secondo te? Su vieni, non farmelo ripetere!
    - Ho detto che non voglio - disse imbronciata.
    Chloé fece un lungo sospiro, la sua pazienza aveva raggiunto il limite.
    - Bianca, non farmi alzare e venire a prenderti, o stavolta ti giuro che non ti siedi per un mese. Subito qui!!! - gridò come una furia.
    Bianca rimase spiazzata, era la prima volta che alzava la voce in quel modo, era davvero nera.
    Tutta la sua arroganza fece un passo indietro e, seppur riluttante, andò a mettersi sulle ginocchia della sua insegnante.
    Chloé le circondò la vita con un braccio per impedirle di muoversi, come faceva sempre.
    - Ora voglio che tu mi dica perché ti trovi qui signorina.
    - Perche mi hai obbligato tu! - rispose in modo sarcastico.
    Chloé le mollò due sculaccioni fortissimi, che la fecero saltare sulle sue ginocchia pur indossando il pigiama.
    - Fai poco la spiritosa mia cara se non vuoi portare i segni della spazzola per un mese! Voglio una risposta seria, avanti!
    Bianca sbuffò, sapeva di avere torto, ma l'orgoglio le impediva di ammetterlo.
    Si vergognava da morire quando Chloé la costringeva ad ammettere le sue colpe mentre si trovava in quella posizione umiliante, si sentiva una mocciosa in castigo sulle ginocchia della mamma e le parole faticavano ad uscire.
    - Perché... non voglio prendermi cura di me stessa - disse a bassa voce, imbarazzata.
    - Vedo che iniziamo a ragionare!
    Prese a colpirla con la mano sui pantaloni leggeri del pigiama.
    I colpi non erano dolorosi, ciò che le bruciava era l'orgoglio ferito.
    Dopo una decina di sculaccioni, Chloè le afferrò l'elastico del pigiama e delle mutandine, abbassandoli entrambi fino alle ginocchia.
    Riprese a sculacciarla in modo più energico.
    Già dopo i primi colpi Bianca iniziò a stringere i denti e ad affondare le dita nell'imbottitura del divano, quella mano sapeva essere davvero crudele quando serviva!
    Sperava che la fatica l'avrebbe costretta ad interrompere presto, ma si illudeva, Chloé sembrava instancabile e non accennava a ridurre nè il ritmo né l'intensità dei colpi.
    L'orgoglio di Bianca cominciava a vacillare, quasi senza accorgersene iniziò a lamentarsi e supplicare.
    - Aaahhh! Ti prego Chloé basta, mi fa troppo male! Aaahhhiii!!! Per favore, ho capito!!!
    Smise di colpirla e iniziò ad accarezzarle il culo, completamente scarlatto e bollente.
    La ragazza piangeva, più per la mortificazione che per il dolore.
    Quelle carezze non facevano che aumentare i suoi sensi di colpa, Chloé era solo preoccupata per lei e voleva aiutarla, era stata una sciocca a ribellarsi in quel modo.
    - Adesso che sei più calma vogliamo ragionare insieme e capire cosa ti sta succedendo? - le disse in tono pacato.
    Bianca non smetteva di singhiozzare.
    Non aveva il coraggio di dirle cosa la tormentava, temeva che non avrebbe capito.
    - Prima ho parlato con il nutrizionista che ti segue, dice di non averti mai detto di mangiare meno, anzi per la verità ha detto che non ti ha ancora visto dal ritorno dalle vacanze!
    Da quando mi racconti bugie?
    Avrebbe dovuto immaginarlo, Chloé aveva già scoperto tutto. Si vergognò moltissimo di averle mentito.
    - Mi dispiace Chloé, io non volevo mentirti...
    - E allora perché l'hai fatto? Sai benissimo che puoi fidarti di me, perché non mi hai detto di avere ancora problemi con il cibo?
    - Credevo di stare meglio, ma quando sono tornata a casa ho ricominciato ad abbuffarmi e a digiunare! Non volevo dirtelo per non deluderti, eri così felice dei miei progressi!
    - Bianca, vorrei davvero che la smettessi di pensare di deludermi, tu non mi deludi mai, questo mettitelo in testa una volta per tutte.
    Sono orgogliosa dei progressi che hai fatto, ma so che si tratta di un percorso lungo e difficile ed è normale che tu abbia dei momenti di crisi, la cosa importante è che eviti di chiuderti in te stessa e ne parli con me e con chi è in grado di aiutarti, non puoi affrontare questo problema da sola!
    - Lo so, scusami...- disse con la voce ancora scossa dai singhiozzi.
    - Da domani ricominci a farti seguire dai nostri specialisti, ti ho già fissato un appuntamento e se non sarà sufficiente cercheremo qualcun altro in grado di aiutarti. E dirò a Lisa di tenerti d'occhio e di riferirmi se ti vede saltare i pasti, non deve più succedere, chiaro? - le disse dandole un ultimo sculaccione forte.
    - Aaahhh!!! Sì sì, chiaro!!!
    Bianca girò la testa per cercare conforto dai suoi occhi, la donna le sorrise accarezzandole una guancia bagnata di lacrime.
    - Passami la spazzola che c'è sul tavolino.
    - No ti prego Chloé, la spazzola non la voglio, fa troppo male! Non serve davvero, ho imparato la lezione!
    - Questo lascialo decidere a me! Su, dammela!
    Con riluttanza le passò la spazzola, aggrappandosi forte alla sponda del divano, rassegnata al peggio.
    Sentì che la spostava in avanti, chiudendole le gambe tra le sue per impedirle di scalciare, questo significava solo una cosa: tanto dolore.
    Fu scossa da un brivido lungo la schiena e in mezzo alle cosce.
    Sentì il legno freddo e levigato della spazzola appoggiarsi su una natica e accarezzarla per qualche secondo, poi il primo colpo, secco e pungente.
    - Aaahhiii! No no per favore non così, fa male!!!
    - Silenzio Bianca! Abbiamo appena cominciato!
    Le diede un secondo colpo, stavolta sull'altra natica.
    - Aaahhh! Ti prego Chloé, non ce la faccio! - disse coprendosi il sedere con la mano.
    Chloé le colpì senza troppa forza la mano indisciplinata, poi gliela bloccò dietro la schiena e riprese a colpirle il culetto, ignorando le suppliche e i pianti della ragazza.
    Così immobilizzata, Bianca si sentiva totalmente impotente, mentre una raffica di colpi le mandava a fuoco le chiappe. Sapeva benissimo che Chloé non si sarebbe lasciata impietosire dalle sue lacrime finché non avesse ritenuto la punizione sufficiente, non le restava altro da fare che lasciarsi andare e affidarsi alle sue decisioni.
    - Ora voglio che ti levi dal cervello quella ridicola paura di deludermi, non devi pensarlo mai più, mi hai capito? - la rimproverò, mentre continuava a colpirla senza sosta.
    - Siii ho capito lo giuro, non lo penserò mai più!!! - rispose Bianca di getto, in quel momento avrebbe detto o fatto qualunque cosa purché quel dolore cessasse.
    Chloé andò avanti finché Bianca non smise di gridare e divincolarsi e iniziò ad abbandonarsi ai colpi, gemendo in modo sommesso e continuo, lì capì che era giunta al limite.
    Si fermò e posò la spazzola.
    Bianca continuava a gemere a bassa voce, ci mise un attimo a realizzare che la punizione era finita.
    Chloé l'accarezzò per tutto il tempo che le serviva, finché i lamenti cessarono e il respiro si calmò.
    L'aiutò a sollevarsi e la prese in braccio, stringendola forte contro il suo petto.
    Bianca nascose il viso sulla sua spalla e si sentì improvvisamente leggera, come se le ossessioni e i sensi di colpa che la tormentavano per un attimo l'avessero abbandonata.
    Sapeva che sarebbero tornati, ma ora non si sentiva più così sola nel labirinto della sua mente.

    Edited by Edy. - 2/9/2022, 21:22
     
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    Credevo di stare meglio, ma quando sono tornata a casa ho ricominciato ad abbuffarmi e a digiunare! Non volevo dirtelo per non deluderti, eri così felice dei miei progressi!
    - Bianca, vorrei davvero che la smettessi di pensare di deludermi, tu non mi deludi mai, questo mettitelo in testa una volta per tutte.
    Sono orgogliosa dei progressi che hai fatto, ma so che si tratta di un percorso lungo e difficile ed è normale che tu abbia dei momenti di crisi, la cosa importante è che eviti di chiuderti in te stessa e ne parli con me e con chi è in grado di aiutarti, non puoi affrontare questo problema da sola!

    Come hai affrontato bene l'argomento (bella la parentesi iniziale)

    P. S.
    Per stavolta però la spazzola poteva evitarla...
    Ma come diciamo con "i miei"
    io sono "cuore di burro "
     
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    CITAZIONE (You… @ 31/7/2022, 09:25) 
    CITAZIONE
    Credevo di stare meglio, ma quando sono tornata a casa ho ricominciato ad abbuffarmi e a digiunare! Non volevo dirtelo per non deluderti, eri così felice dei miei progressi!
    - Bianca, vorrei davvero che la smettessi di pensare di deludermi, tu non mi deludi mai, questo mettitelo in testa una volta per tutte.
    Sono orgogliosa dei progressi che hai fatto, ma so che si tratta di un percorso lungo e difficile ed è normale che tu abbia dei momenti di crisi, la cosa importante è che eviti di chiuderti in te stessa e ne parli con me e con chi è in grado di aiutarti, non puoi affrontare questo problema da sola!

    Come hai affrontato bene l'argomento (bella la parentesi iniziale)

    P. S.
    Per stavolta però la spazzola poteva evitarla...
    Ma come diciamo con "i miei"
    io sono "cuore di burro "

    Ma di burro sciolto proprio! 😅
     
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    L’ho letto un paio di volte. Credo che sia in assoluto il pezzo che mi piace di più. O per lo meno più affine al mio fare spanking. Ti ringrazio anche per la parentesi e per esserti “aperta” a noi.
     
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    Grazie Titti 😊
     
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    È un argomento che mi tocca da vicino, lo hai trattato con la giusta sensibilità e delicatezza, brava! (:
     
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    CAPITOLO 9 - FESTE, MALANNI E AMOREVOLI CURE (prima parte)

    Nell'Accademia c'era aria di fermento: alcuni studenti erano stati selezionati per partecipare a un importante balletto nel Teatro dell'Opera di Roma.
    Bianca era stata scelta per una parte breve, ma abbastanza complessa e ci stava lavorando già da alcune settimane.
    Mancavano dieci giorni e la ragazza era come sempre piena di insicurezze e timori, era il suo primo spettacolo importante ed era terrorizzata dalla paura di sbagliare davanti a tutti.
    Chloé invece era molto ottimista e cercava di infonderle fiducia, la sua preparazione era già a un buon livello, l'esercizio doveva solo essere perfezionato e consolidato.
    Quella sera, dopo le lezioni, le ragazze parlavano tra di loro negli spogliatoi.
    Marta, una compagna di corso di Bianca, aveva organizzato una festa in casa per il suo diciottesimo compleanno.
    Abitando a Roma, aveva la fortuna di vivere con la sua famiglia, anziché nei dormitori dell'Accademia.
    - Allora ragazze, confermatemi le partecipazioni per domani sera, così vado a fare le ordinazioni.
    Bianca tu sei dei nostri vero?
    A Bianca piaceva molto Marta e avrebbe voluto partecipare alla sua festa, ma trattandosi di un pigiama party, era evidente che nessuna avrebbe chiuso occhio per tutta la notte e lei, a differenza delle altre, non poteva permettersi di rimanere sveglia, visto che il giorno dopo avrebbe avuto una giornata intera dedicata alle prove dello spettacolo.
    - Ehm... veramente non lo so Marta, il giorno dopo ho le prove dello spettacolo, devo essere riposata...
    - Dai Bianca, non fare sempre l'asociale!
    Mica muori per un po' di stanchezza e poi lo spettacolo è sabato prossimo, hai ancora dieci giorni di tempo per prepararti! Guarda che se bidoni la mia festa mi offendo! - disse Marta fingendo di mettere il broncio per convincerla.
    Bianca sospirò:
    - E va bene ci vengo, ma a una certa ora io vado a dormire, ok?
    - Yeeee!!! Ce l'ho fatta a convincerti! - disse l'amica abbracciandola, mentre Bianca si stava già arrovellando sul modo migliore per dirlo a Chloé.
    Finora non aveva osato parlargliene perché era certa che sarebbe stata contraria, ma adesso era arrivato il momento.
    Prima di andare a cena, passò nel suo studio per parlarle, sperando ardentemente che se ne fosse già andata, così avrebbe avuto la scusa per dirglielo al telefono senza doverla affrontare di persona.
    Bussò col cuore in gola.
    - Avanti!
    Accidenti. Mai che gliene andasse bene una.
    Entrò titubante.
    - Vieni Bianca! Che succede, come mai non sei in mensa?
    - Stavo per andarci, ma prima volevo dirti una cosa...
    - Dimmi pure, ti ascolto.
    - Ma no niente di importante, volevo solo ricordarti della festa di domani sera, perché potrei non sentire le tue chiamate e non voglio che ti preoccupi! - mentì, sperando di riuscire a confondere le acque.
    - Di che festa stai parlando? - le chiese Chloé con aria interrogativa.
    - Ma di quella che ha organizzato Marta per il suo compleanno, ci ha invitato a casa sua a dormire! Non dirmi che non te l'avevo detto! - disse fingendo di cadere dalle nuvole, con l'aria più innocente che aveva nel suo repertorio.
    A Chloé iniziavano già a prudere le mani, le succedeva sempre quando la vedeva fare la commedia per evitare di assumersi le proprie responsabilità.
    - Veramente no, non me l'avevi detto! - le disse con espressione severa.
    - Ti ricordo che venerdì mattina avrai la prima prova con i professionisti della compagnia e dovrai essere in perfetta forma, come pensi di farcela dopo aver passato tutta la notte a fare baldoria?
    - Ma no tranquilla, ho già avvisato Marta che a una certa ora io mi metterò a dormire!
    - Certo me lo immagino come dormirai mentre le altre festeggiano! Andiamo Bianca, non essere ridicola, credi che non sappia come sono queste feste?
    E poi era proprio necessario che la facesse di giovedì? Avrebbe potuto farla nel fine settimana!
    - Oh ma insomma Chloé! Sono mesi che non faccio altro che studiare e danzare, non sarà mica la fine del mondo se per una sera mi diverto! Lo fanno anche le altre, non vedo perché io no!
    - Peccato che le altre non debbano partecipare allo spettacolo! Comunque quando hai scelto di fare questo lavoro sapevi benissimo quali sacrifici avrebbe comportato! Se non te la senti puoi sempre ritirarti, nessuno ti obbliga Bianca!
    - Ma uffa! Devi sempre ingigantire tutto! Comunque sappi che sono solo venuta a informarti, non a chiederti il permesso, ho diciotto anni, non devo rendere conto a te se voglio partecipare a una festa! A Marta ho già detto di sì, quindi ci vado. Punto!
    - Benissimo, vacci pure allora, fai come ti pare! Ma sappi che se venerdì non sarai in forma smagliante, sarà il tuo culo a pagarne le conseguenze, cara la mia diciottenne! E adesso vai a cena che è tardi! - troncò il discorso Chloé, senza dare a Bianca possibilità di replica.
    La ragazza uscì dallo studio arrabbiata e delusa, litigare con Chloé la metteva sempre di cattivo umore al punto da non riuscire a pensare a nient'altro.
    Ci rimuginò tutta sera faticando a prendere sonno.
    Iniziava a pentirsi di averle risposto in quel modo, anche se era stata dura non aveva tutti i torti, i suoi impegni professionali venivano prima del divertimento e se voleva intraprendere quella carriera doveva essere disposta a fare delle rinunce.
    Poi però pensò alle sue compagne, loro tutte quelle paranoie neanche se le ponevano, perché per lei avrebbe dovuto essere diverso?
    Alla sua età aveva tutto il diritto di divertirsi, al diavolo i doveri per una volta!
    Giovedì sera, alle nove in punto, il gruppetto di amiche si ritrovò a casa della festeggiata.
    Marta era piuttosto benestante, viveva in una mega villa con piscina e nella veranda aveva allestito un ricco buffet, la festa si preannunciava decisamente divertente.
    Tra chiacchiere, giochi e balli, la serata passò in un baleno e, senza che se ne rendessero conto, si fecero le tre di notte.
    Lisa, che come al solito aveva alzato il gomito con la birra, era su di giri.
    - Adesso per concludere la serata in bellezza facciamo il gioco della bottiglia, ma lo si fa a modo mio!
    Chi esce deve baciare sulla bocca quella che ha girato la bottiglia e la prima che esce per tre volte dovrà farsi un tuffo in piscina vestita! - disse ridacchiando.
    Bianca si accorse dell'orario.
    - Oh mamma com'è tardi, ragazze io devo andare a letto, domani ho le prove!
    - Ma che letto e letto! Stanotte nessuna può dormire, è la nostra serata! - disse Lisa obbligandola a sedere in cerchio sul pavimento con le altre.
    - Ma Lisa! - cercò inutilmente di protestare Bianca.
    - No niente ma! Prima fai il gioco della bottiglia con noi, poi vai dove ti pare!.
    Bianca sospirò rassegnata, pregando di riuscire a reggersi in piedi l'indomani, se Chloé avesse saputo quello che combinava le avrebbe fatto il culo a stelle e strisce!
    La prima a iniziare il gioco fu la festeggiata.
    Gira e gira, la bottiglia si fermò proprio davanti a Bianca, che arrossì come un peperone mentre l'amica ridendo le metteva le braccia intorno al collo incollando le labbra alle sue.
    - Ahahah Bianca! Com'è che sei diventata bordeaux? Dillo che ti piace baciare le donne! - gridò Lisa con la sua solita riservatezza.
    Bianca stava sprofondando per l'imbarazzo.
    - Ci vorrebbe qui la Dubois, lei sì che è esperta, una limonata da lei me la farei dare volentieri, peccato che è già prenotata dalla Direttrice!
    - Piantala Lisa, sei proprio cretina! - disse Bianca risentita.
    Le scocciava sentir fare dell'ironia su Chloé, ma soprattutto non poteva fare a meno di provare una fitta di gelosia ogni volta che sentiva nominare la Direttrice e pensava a loro due insieme.
    Si sentiva ancora la coscienza sporca a causa della loro lite e questo le impediva di godersi pienamente la festa, anche se cercava di non pensarci.
    Intanto il gioco continuava, ormai da più di mezz'ora.
    Per la terza volta, la bottiglia si fermò su di lei.
    - Ahahah!!! Cara Bianca, ti tocca un bel tuffetto!
    Bianca cadde dal pero, presa com'era dai suoi pensieri.
    - Cosa??? Ma siete pazze? Sono quasi le quattro! E poi siamo a febbraio, si gela!
    Tentò di fuggire in casa, ma le amiche le immobilizzarono gambe e braccia e insieme la sollevarono da terra, portandola fino a bordo piscina.
    - No no vi prego ragazze, non sto scherzando! Aaaahhhh!!!
    Non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò nell'acqua ghiacciata della piscina, completamente vestita.
    Uscì tremante e gocciolante, imprecando contro le compagne che ridevano a squarciagola.
    - Che cazzo ridete! Sono le quattro di mattina, dovrei essere a letto da ore e invece sono qui a strizzarmi le mutande per colpa vostra! E domani mi aspetta una giornata da incubo! - disse con le lacrime agli occhi e la voce soffocata.
    - E dai Bianca, è un gioco, non te la prendere così, volevamo solo scherzare un po'... e poi ti sta bene, ci siamo vendicate perché tu hai avuto una parte nello spettacolo e noi no! - disse Lisa facendole una linguaccia per cercare di sdrammatizzare la situazione.
    Ma vedendo che Bianca stava per mettersi a piangere cambiò subito registro:
    - Dai scusa, siamo state delle sceme! Vieni che ti aiuto ad asciugarti e poi ce ne andiamo tutte a letto, almeno due ore di sonno riusciremo a farcele!
    Tra brividi di freddo e starnuti, Bianca non riuscì a chiudere occhio e quando suonò la sveglia del cellulare ne fu quasi sollevata.
    Si alzò con la testa pesante, gli occhi e la gola che bruciavano e il naso colante.
    - Lo stato ideale per presentarmi alle prove! - pensò sconvolta.
    Stava così male che non aveva nemmeno la forza per mettersi a piangere.
    Chloé stavolta non gliel'avrebbe fatta passare liscia.
    Mentre raggiungeva la scuola in autobus, era scossa da brividi che le facevano battere i denti.
    Non riusciva nemmeno a reggersi in piedi, figuriamoci se avrebbe potuto affrontare una giornata di prove.
    Arrivata in camera si accasciò sul letto, tremava come una foglia, non era in grado di alzarsi né di avvisare qualcuno.
    Dopo un tempo incalcolabile, sentì bussare alla porta, poi delle mani che la scuotevano e le toccavano le guance e la fronte, mani a lei familiari... erano quelle di Chloé, che non vedendola arrivare in sala era venuta a controllare.
    La chiamava a gran voce:
    - Bianca rispondimi! Cosa ti senti?
    La ragazza riuscì a socchiudere gli occhi iniettati di fuoco.
    Bruciava per la febbre.
    - Mmmm...mi fa male tutto, sento la testa che esplode... ho tanto freddo!!! - disse balbettando.
    Chloé prese una coperta pesante dall'armadio e gliela avvolse intorno al corpo intirizzito.
    Bagnò un asciugamano di acqua fresca e glielo mise sulla fronte.
    - Sei bollente tesoro! Stai tranquilla, ora chiamo il medico!
    La dottoressa arrivò in un attimo e la visitò scrupolosamente.
    Aveva le placche in gola, dal tampone rapido risultò aver contratto un'infezione da streptococco.
    - Serve un antibiotico per 6 giorni, tachipirina al bisogno e riposo assoluto per una settimana.
    Bianca scoppiò a piangere in preda al panico.
    - Non posso stare ferma una settimana, sabato prossimo ho lo spettacolo, non riuscirò a prepararmi in tempo!
    Chloé le lanciò un'occhiata che la raggelò. Bianca percepiva chiaramente la sua rabbia sotto lo sguardo freddo e controllato, ora si sentiva terribilmente in colpa per non averle dato retta.
    - Mi scusi dottoressa, in condizioni normali non glielo chiederei, ma vista la situazione eccezionale, mi chiedevo se ci fosse una terapia in grado di rimetterla in sesto in tempi un po' più brevi...
    La dottoressa ci riflettè un attimo.
    - Beh, molto dipende dai suoi tempi di ripresa, però sicuramente una terapia antibiotica per via intramuscolare sarebbe più efficace.
    Bianca impallidì, aveva la fobia degli aghi, l'unica iniezione della sua vita l'aveva subita da piccola per le vaccinazioni e ricordava ancora con terrore le mani di sua mamma che la immobilizzavano, mentre l'infermiera le iniettava nella chiappetta quel liquido bruciante.
    - Mi sembra un'ottima idea, posso occuparmene io senza problemi, ho imparato anni fa a fare le iniezioni - sentì Chloé rispondere alla dottoressa, mentre le lanciava di sbieco un'occhiata sadica.
    - No no le iniezioni non le voglio, non se ne parla, ho paura degli aghi! - ribattè immediatamente la ragazza, arrossendo.
    - Oh andiamo Bianca, non fare la bambina, a diciotto anni è ora di superare certe paure ridicole! O preferisci forse che assegni la tua parte a qualcun altro?
    - Nooo, è solo che...
    - Le iniezioni andranno benissimo dottoressa - disse, ignorando completamente le deboli proteste della ragazza.
    - D'accordo, adesso le faccio io la prima dose, poi le prescrivo quelle per i prossimi giorni.
    La dottoressa aprì tutto l'occorrente e con le sue mani esperte iniziò rapidamente a diluire il farmaco, sotto gli occhi terrorizzati della ragazza.
    Posò la siringa sul comodino insieme a un batuffolo di cotone intriso di disinfettante.
    Bianca era pietrificata. I suoi occhi supplichevoli passavano dalla siringa allo sguardo di Chloé, sperando che le dicesse che si trattava solo di uno scherzo per punirla, ma la donna sembrava seriamente intenzionata a farle infilzare il sedere con quell'ago orribile.
    - È tutto pronto, se vuoi girarti a pancia in giù...- le disse la dottoressa.
    - No che non voglio! Per favore non c'è un altro modo? - la implorò Bianca con le lacrime agli occhi.
    Intervenne Chloé, risoluta:
    - Non essere sciocca Bianca, non sentirai nulla, solo un pizzicotto! Su forza, girati!
    - Nooo vi prego...
    - Ho detto girati! Alla tua età non dovrò tenerti ferma come una bambina spero!
    Bianca, mortificata da quelle parole, si girò a pancia in sotto, mentre una lacrima le colava sulla guancia.
    Era arrabbiata, Chloé aveva trovato il modo peggiore di fargliela pagare per quello che aveva fatto.
    Prima che si decidesse a farlo da sola, sentì che le afferrava l'elastico del pigiama e glielo abbassava insieme alle mutandine, scoprendo quasi interamente i glutei.
    Sprofondò la faccia nel cuscino vergognosa, tremando più per la paura che per la febbre.
    Appena sentì il cotone disinfettarle la pelle iniziò ad agitarsi.
    - No no vi prego non voglio, ho paura! - disse piagnucolando come una bambina.
    Si vergognava dello spettacolo che stava dando, ma non poteva farne a meno.
    Chloé si sedette accanto a lei e le bloccò le braccia per tenerla ferma, ma questo non fece altro che aumentare la sua ansia e i tentativi di divincolarsi.
    - Bianca cerca di stare rilassata o ti farò male - disse la dottoressa, ma la ragazza ormai aveva perso il controllo e non ascoltava quello che le diceva.
    Chloé le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò minacciosa:
    - Vuoi calmarti o devo sculacciarti davanti alla dottoressa?
    A quelle parole Bianca si paralizzò, sapeva che avrebbe avuto il coraggio di farlo e l'umiliazione sarebbe stata davvero insopportabile.
    Fece due respiri profondi cercando di rilassare i glutei che teneva involontariamente contratti.
    Sentì l'ago penetrare rapidamente nella carne, come una scossa, poi un forte bruciore si diffuse in tutta la natica.
    - Aaahhh, no no per favore toglietemelo, bruciaaa!!! - gridò tentando di girarsi, ma Chloé aveva rinforzato la presa su di lei e la teneva saldamente ferma in posizione.
    La dottoressa tolse l'ago e le massaggiò la chiappa indolenzita per aiutare il farmaco ad assorbirsi, mentre Bianca continuava a piangere.
    - Ecco, abbiamo finito - disse.
    - Quante storie per una iniezione! - la rimproverò severamente Chloé.
    Bianca la guardava imbronciata, con il viso bagnato di lacrime, ancora scossa dai singhiozzi.
    La dottoressa se ne andò dopo aver lasciato a Chloé la ricetta per l'antibiotico, raccomandandole di tenere la ragazza a riposo, farla bere spesso e somministrarle le iniezioni due volte al giorno.
    Bianca era disperata all'idea di subire nuovamente quella tortura.
    Appena furono sole, si rintanò con il viso sotto le coperte, per evitare lo sguardo di Chloé.
    Si aspettava da lei una sfuriata epica, invece le disse semplicemente:
    - Stasera dopo le lezioni passerò a prenderti, starai da me finché non sarai guarita, così potrò dedicarti tutte le attenzioni di cui hai bisogno signorina!
    E uscì, lasciandola sola.
    Il modo in cui l'aveva detto le fece intuire che le iniezioni sarebbero state solo una parte del trattamento che aveva in serbo per lei e forse neanche la peggiore.
    Prima di addormentarsi per lo sfinimento, Bianca pensò con rammarico che avrebbe decisamente preferito una sfuriata.

    Edited by Edy. - 3/9/2022, 09:16
     
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    Molto bello come sempre..
     
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