IL SOGNO DI BIANCA

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    CAPITOLO 9 - FESTE, MALANNI E AMOREVOLI CURE (seconda parte)

    La sera Chloé passò a prendere Bianca.
    La ragazza aveva sonnecchiato tutto il giorno, stremata dalla febbre.
    - Le tue amiche festaiole si sono prese tutte lo streptococco e hanno avvisato che staranno assenti dalle lezioni per una settimana. Mi piacerebbe sapere cos'avete combinato a quella festa per ammalarvi tutte quante! - le disse Chloé in tono acido, mentre la vestiva per uscire.
    Bianca avvampò e non disse una parola, si guardò bene dal raccontarle la verità, pensando saggiamente che la sua situazione fosse già abbastanza critica.
    Era emozionatissima all'idea di passare alcuni giorni a casa di Chloé, sapere che le avrebbe dedicato tutte le sue attenzioni prendendosi cura di lei la rendeva felice.
    Quello che frenava il suo entusiasmo era il pensiero delle iniezioni, la sola idea di farsi bucare un'altra volta la terrorizzava.
    Chloé l'aiutò ad alzarsi, era molto debole e faticava a reggersi in piedi, dovettero fare diverse pause prima di riuscire ad arrivare alla macchina.
    Rimasero in silenzio per tutto il tragitto, Bianca non riusciva a tenere gli occhi aperti e giaceva in stato semicomatoso sul sedile, la febbre era risalita.
    Sentì l'auto fermarsi e le braccia di Chloé che la avvolgevano, sollevandola dal sedile.
    Completamente esausta si abbandonò al suo abbraccio, con lei si sentiva al sicuro.
    Aveva ricominciato a tremare come una foglia, Chloé avvertì i brividi che la scuotevano mentre la teneva stretta a sé.
    Appena furono in casa, la adagiò sul letto, le tolse scarpe e giubbotto e la infilò sotto le coperte, massaggiandole il corpo per riacaldarla.
    Vedendo la sua piccola in quello stato, non riusciva ad essere troppo arrabbiata, era più che altro preoccupata.
    Il suo unico pensiero in quel momento era abbassarle la febbre, a punirla ci avrebbe pensato più avanti.
    Appoggiò sul comodino la busta che aveva acquistato in farmacia, contenente tutto quello che la dottoressa le aveva prescritto.
    Quando Bianca la vide estrarre la siringa e la fiala antibiotica, si sentì svenire.
    - Chloé ti prego, tutto ma non l'iniezione! - la supplicò.
    La donna non rispose e iniziò ad aspirare il farmaco, come se nulla fosse.
    - Forza signorina, abbassati i pantaloni e le mutandine e girati a pancia in giù.
    - Per favore Chloé!
    - Adesso basta Bianca! Hai già fatto di testa tua una volta e questo è il risultato, adesso si fa come dico io, chiaro? - le disse duramente, guardandola dritta negli occhi.
    Bianca si azzittì mortificata, purtroppo doveva darle ragione.
    Si girò e si abbassò i vestiti a metà coscia, cercando di trattenere le lacrime che premevano per uscire.
    Chloè appoggio la siringa sul comodino ed estrasse dalla busta un termometro di vetro.
    - Per prima cosa misuriamo la febbre, se supera i 38° devi prendere la tachipirina.
    Bianca alzò il gomito per farselo mettere sotto l'ascella, ma quando la vide lubrificare la punta del termometro e sedersi dietro di lei, realizzò improvvisamente che intenzioni avesse.
    - Ma cosa vuoi fare Chloé? Ti prego almeno questo no, mi vergogno! - disse piagnucolando.
    - Niente storie signorina, piegati sulle ginocchia e spingi in fuori il culetto, così riesco a inserirtelo più facilmente!
    - Uffa, sei cattiva, ti stai vendicando solo perché ti ho disubbidito! - disse coprendosi la faccia per l'umiliazione.
    - Se fossi cattiva adesso ti troveresti sulle mie ginocchia a prenderti la lezione che meriti, invece aspetterò che tu stia meglio per dartela! - le rispose Chloé pazientemente.
    - E allora che bisogno c'è di misurarmi la febbre in questo modo?
    - Primo perché la misurazione è più precisa e secondo perché è così che si misura alle bimbe disobbedienti! - le rispose con aria saccente.
    Bianca sbuffò, di solito sentirsi chiamare bimba la eccitava, ma stavolta si sentiva ferita nell'orgoglio, perché sapeva di essersi comportata in modo infantile.
    Senza altre discussioni si mise in posizione.
    Con un gesto deciso Chloé le infilò la punta gelida del termometro nell'ano, tenendolo in sede per qualche minuto.
    Il contrasto tra il freddo dello strumento e il culetto bollente della ragazza le provocò un brivido e la pelle si ricoprì di pelle d'oca.
    - Come immaginavo, hai 38° e mezzo!
    Ora fai la brava bambina e ti lasci mettere la suppostina senza fare storie, chiaro? - le disse prendendo una supposta di tachipirina dalla confezione.
    Bianca nascose la testa sotto il cuscino, stava morendo di imbarazzo.
    Senza troppe cerimonie, Chloé le appoggiò la supposta sul buchetto, che la inghiottì senza sforzo.
    La ragazza mugolò affondando le dita nel cuscino.
    - Brava piccola! Manca solo l'iniezione, poi per stasera abbiamo finito!
    - No l'iniezione non la voglio, ti supplico Chloé!
    - Niente capricci, rilassati e non stringere le chiappe!
    Appena le si avvicinò con la siringa, Bianca non riuscì a trattenersi e d'istinto si coprì il sedere con le mani.
    - No no ti prego!!!
    - Bianca, togli subito quelle mani! Stavolta non c'è nessuno a guardarci, se non mi ubbidisci giuro che prendo la spazzola!
    A malincuore spostò le mani e afferrò il cuscino, stringendolo con forza.
    Respirava con la bocca aperta per cercare di controllare l'ansia e rimanere il più possibile rilassata.
    - Non fare scatti improvvisi mentre ti pungo, può essere pericoloso! - le raccomandò Chloé mentre disinfettava la pelle.
    Le appoggiò una mano sui reni per tranquillizzarla e impedirle movimenti bruschi.
    Con un gesto rapido e preciso le infilò tutto l'ago nella natica e lentamente le iniettò il farmaco.
    Bianca tremava e soffocava le urla dentro al cuscino, rimanere ferma le costava una fatica immane.
    - Ecco fatto! Sei stata bravissima tesoro! - le disse dolcemente, sfilando la siringa e massaggiandole la zona dolente con il cotone.
    Si sdraiò accanto a lei per consolarla, le accarezzava i capelli dandole piccoli baci sulla fronte calda e sudata.
    Aveva ancora gli occhi lucidi per la febbre, ma i brividi erano passati, ora iniziava a sudare per effetto della tachipirina.
    Chloè la spogliò, lasciandola solo con le mutandine e la canottiera, poi abbassò le luci e le rimase accanto coccolandola finché non si fu addormentata.
    La mattina dopo la febbre era risalita.
    Si ripetè lo stesso rituale della sera prima, nonostante i pianti e le suppliche Bianca fu costretta a mettersi a pancia in giù con le mutandine abbassate a ricevere la dolorosa medicina.
    Due ore dopo Chloé passò in camera a controllarla, era sveglia e stava giocando con il cellulare.
    - Come stai piccola?
    - Un po' meglio, ma mi sento stanchissima, mi fanno male tutte le ossa...
    - Non preoccuparti, conosco un metodo infallibile contro la febbre ostinata, ricordo che mia nonna lo utilizzava sempre con noi nipoti quando ci ammalavamo e nel giro di un paio di giorni tornavamo a correre e saltare come grilli!
    - E che metodo sarebbe? - Chiese Bianca, ancora traumatizzata dall'iniezione della mattina.
    - Su non ti angosciare adesso, sai benissimo che tutto quello che faccio è per il tuo bene. Facciamo così, ora tu rimani qui tranquilla mentre io preparo il necessario, poi quand'è tutto pronto ti chiamo.
    Quelle parole invece di tranquillizzarla raddoppiarono la sua ansia, la giornata era iniziata male e prometteva di continuare ancora peggio.
    Dopo dieci minuti di nervosa attesa, Chloé si affacciò alla porta:
    - Bianca è tutto pronto, ora puoi venire!
    Una fitta improvvisa le serrò lo stomaco, tutto quel mistero stava mettendo a dura prova i suoi nervi.
    Chloé la aiutò ad alzarsi e l'accompagnò in bagno.
    Appena entrata, le prese un colpo: una sacca piena d'acqua, collegata a un lungo tubo di plastica che terminava in un beccuccio, se ne stava appesa in bella mostra alla porta del bagno.
    - Ecco qua, ti ho preparato un clistere di acqua tiepida da un litro e mezzo, vedrai che con questo tornerai in forma in men che non si dica! - le disse Chloé in tutta tranquillità.
    Bianca era sotto shock. Non aveva nessuna intenzione di sottoporsi a quella tortura, le veniva il mal di pancia al solo pensiero.
    - Chloé, togliti dalla testa che io mi lasci fare un clistere, assolutamente no! - replicò con aria indignata, cercando di fuggire dal bagno.
    - Dove credi di andare Signorina! - le disse la donna, bloccandole il passaggio e prendendola per un braccio.
    - Lasciami! Ti ho detto che non voglio!
    - Questo modo di rispondere non mi piace per niente sappilo! Per tua informazione non si tratta di una proposta, ma di una decisione, o collabori e ti lasci fare, o dovrò trovare il modo di convincerti!
    Bianca non riuscì a trattenersi e scoppiò in un pianto liberatorio.
    Era arrabbiata, stanca, debole, non c'era niente che andasse come doveva.
    Lasciò crollare tutte le difese e si abbandonò tra le braccia di Chloé, pronte ad accoglierla.
    - Ti prego, non voglio sentire male, ho paura! - ripeteva singhiozzando.
    - Ma non ti farà male, faremo entrare il liquido lentamente e mi fermerò appena me lo dirai tu, promesso! - le disse Chloé in tono materno.
    Bianca, tranquillizzata dalle sue parole, si lasciò guidare a terra, dove la donna aveva steso un asciugamano.
    - Mettiti a quattro zampe, appoggia i gomiti a terra e alza bene il sedere! - le ordinò.
    La ragazza eseguì, docile e rassegnata.
    Chloé immerse un dito nella sacca per controllare la temperatura dell'acqua, poi con attenzione fece defluire l'acqua fino a eliminare tutta l'aria presente nel tubo.
    Infine prese il gel lubrificante e iniziò a cospargerlo generosamente sulla cannula del clistere.
    Appoggiata a terra, Bianca osservava con tenerezza il suo sguardo concentrato.
    Si rese conto di quanto le voleva bene, a nessun altro avrebbe permesso di farle qualcosa di così intimo.
    Chloé si inginocchiò dietro di lei, le appoggiò una mano sulla natica e con l'altra iniziò a lubrificarle gentilmente l'ano, prima esternamente, poi all'interno.
    Con delicatezza le introdusse la cannula di plastica e aprì il rubinetto per lasciar defluire l'acqua.
    La ragazza sentì il liquido tiepido inondarle l'intestino, era una sensazione meno sgradevole di quanto si aspettasse.
    Dopo alcuni secondi iniziò ad avvertire i primi crampi e lo stimolo impellente di liberarsi.
    - Ahi mi fa male, fermati ti prego! - gridò spaventata, temendo di non riuscire a trattenere il liquido.
    Chloé sospese immediatamente il flusso dell'acqua.
    - Stai tranquilla tesoro, sono ferma, fai dei respiri lenti e profondi e cerca di rilassarti.
    - No no ti prego toglimi la cannula, devo liberarmi non resisto!
    - No Bianca non puoi liberarti adesso, non siamo neanche a metà, devi trattenerlo per un po', altrimenti non serve a niente.
    Su respira, vedrai che il dolore passa.
    Bianca rassegnata iniziò a respirare lentamente, stringendo il beccuccio del clistere per paura di rilasciare il liquido sul pavimento.
    Con sollievo sentì il dolore sparire, lasciando il posto a una piacevole sensazione di calda pienezza, che si propagava fino al suo sesso già umido.
    Chloé le appoggiò una mano sul ventre pieno e iniziò a massaggiarlo delicatamente, con movimenti circolari, per aiutarla a rilassarsi.
    - Va meglio?
    - Sì...
    - Ok, allora riapro il rubinetto, se torna il dolore fermami.
    L'acqua riprese a scorrere nel suo intestino ormai dilatato, stavolta senza incontrare resistenza... in pochi minuti riuscì ad assorbire senza sforzo tutto il contenuto del clistere.
    - Bravissima piccola, abbiamo già finito - disse sfilandole la cannula - ora devi trattenerlo per almeno cinque minuti, poi potrai liberarti.
    Mentre le parlava continuava ad accarezzarle la pancia tesa e gonfia come un palloncino pronto ad esplodere.
    Non sentiva più nessun fastidio, l'effetto combinato delle carezze e dell'acqua tiepida l'aveva rilassata quasi al punto di addormentarsi...
    Sentì le dita della donna infilarsi nel suo sesso aperto e fradicio e istintivamente inarcò la schiena per offrirsi meglio alle sue carezze, mugolando come una gatta ogni volta che sfioravano il clitoride turgido e sensibile.
    Era a un passo dall'orgasmo, stringeva forte i muscoli per trattenerlo, ma stava per cedere.
    - Basta Chloé, fermati ti prego! - la implorò ansimante.
    La donna smise di accarezzarla, sorridendo.
    - Va bene, adesso puoi liberarti.
    L'aiutò a rialzarsi lentamente.
    Bianca teneva le mani sull'addome, che in piedi sembrava quello di una donna incinta, mentre Chloé da dietro la circondava con entrambe le braccia, baciandola teneramente sul collo.
    Entrambe si godettero quel momento di piacevole intimità.
    L'idillio fu interrotto dall'arrivo dei crampi, Bianca iniziò a lamentarsi, aveva urgente bisogno di liberarsi.
    Chloé l'accompagnò sulla tazza del wc.
    - Ti prego esci, voglio stare da sola! - la supplicò la ragazza, piagnucolando per il dolore e l'imbarazzo.
    - Va bene, io vado di là, ma voglio che mi chiami quando hai finito, sei troppo debole per alzarti da sola.
    - Ok...
    Chloé chiuse la porta e la lasciò sola.
    Ci mise un quarto d'ora a svuotarsi completamente, ogni volta che arrivava un crampo si malediceva per essersi lasciata convincere a farlo.
    Ma dopo essersi liberata, provò una meravigliosa sensazione di benessere e leggerezza.
    Chloé la riaccompagnò a letto e le fece sorseggiare un bicchiere di acqua con sale e zucchero, prima di lasciarla riposare.
    Nei due giorni seguenti, la situazione andò decisamente migliorando, Bianca aveva recuperato energie e appetito e le placche in gola erano sparite.
    La mattina, dopo la consueta iniezione a cui ormai aveva fatto l'abitudine, Chloé si sedette sul letto accanto a lei.
    - Credo che domani potrai riprendere le lezioni. Hai perso solo due giorni, non avrai problemi a essere pronta per lo spettacolo di sabato.
    La fissava dritta negli occhi, con aria severa.
    Bianca abbassò lo sguardo arrossendo.
    - Adesso che stai meglio, penso sia il caso di parlare di quello che è successo - le disse seriamente. - C'è qualcosa che devi dirmi, prima di essere punita?
    Bianca imbarazzata si nascose sotto le lenzuola per sottrarsi al suo sguardo.
    - Non ci provare nemmeno signorina! - La rimproverò scostando il lenzuolo - sai benissimo che devi guardarmi negli occhi quando mi parli!
    A fatica Bianca sollevò lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi glaciali, a cui non poteva nascondere nulla.
    - Mi... mi dispiace, non avrei dovuto partecipare a quella festa... e mi dispiace di averti risposto in quel modo...
    - C'è altro? - le disse, quasi fosse in grado di leggere nella sua mente.
    - Bè... so già che mi metterò nei guai per questo, ma devo dirti cos'è successo alla festa. Abbiamo fatto il gioco della bottiglia e ci siamo baciate in bocca tra di noi, credo sia per questo che ci siamo ammalate tutte... e poi mi hanno anche buttata in piscina...
    Chloé chiuse gli occhi e prese un enorme, lento e profondo respiro, poi si alzò in silenzio e uscì dalla stanza.
    Bianca si era già pentita di aver parlato, le avrebbe prese in ogni caso, che bisogno aveva di scendere così nei dettagli!
    Rimase in attesa per qualche minuto, non sentiva nessun rumore dall'altra stanza e questo la inquietava.
    Improvvisamente la donna comparve davanti alla porta, teneva in una mano il paddle di legno, nell'altra una piccola saponetta bianca.
    - In effetti in questi giorni non mi sono lavata molto! - disse Bianca ridacchiando per cercare di alleggerire la tensione, ma l'espressione seria di Chloé le smorzò la risata in gola.
    - In effetti credo proprio che tu abbia bisogno di sciacquarti la bocca dopo tutti quei baci e dopo le rispostacce che mi hai dato! - ribattè piccata.
    - Forza, in piedi signorina! Mettiti in quell'angolo faccia al muro! - le intimò.
    Bianca obbedì e si girò verso la parete con le mani incrociate dietro la testa.
    Chloé dietro di lei le abbassò in un solo colpo pantaloni e mutandine fino alle ginocchia.
    - Vedi di non farli scendere, altrimenti facciamo i conti! - le sussurrò minacciosa, dandole un leggero sculaccione su una natica.
    Le si parò davanti con la saponetta in mano.
    - Apri la bocca!
    Bianca la guardò con aria disgustata e scosse la testa, tenendo la bocca serrata per paura che Chloé gliela infilasse a tradimento.
    - Apri ho detto Bianca!
    Gliel'avvicinò alla bocca.
    La ragazza esitò per qualche secondo, poi finalmente si fece coraggio e aprì leggermente le labbra, lasciandosi infilare tra i denti quel disgustoso pasto.
    - Lo terrai per dieci minuti e guai a te se ti muovi! - la minacciò Chloé.
    Aveva un sapore orribile, Bianca passò dieci minuti di supplizio, cercando di controllare il respiro.
    Si sforzava di non deglutire, per evitare i conati di vomito.
    La saliva le colava agli angoli della bocca e due lacrime le avevano solcato il viso per lo sforzo e l'umiliazione.
    Trascorsi finalmente quei dieci interminabili minuti, Chloé la chiamò.
    Era seduta sul bordo del letto.
    Bianca le si avvicinò camminando a papera con le gambe divaricate, per non far cadere i pantaloni.
    Aveva ancora la saponetta in bocca, non aveva osato toglierla per paura che le facesse ricominciare il castigo daccapo.
    Vide con sollievo che Chloé afferrava la parte sporgente dalle sue labbra e aprì la bocca, lasciandosi liberare da quella tortura.
    - Bleah, che schifo! - disse appena fu in grado di parlare.
    Chloé le lanciò un'occhiataccia.
    - Per caso vuoi tenerla altri dieci minuti?
    - No no ti prego, scusami! - disse la ragazza avvampando.
    Ad un cenno della donna, si posizionò obbediente sulle sue ginocchia.
    Chloé iniziò come sempre ad accarezzarle il culetto ben tornito, adorava vederlo mentre si ricopriva di pelle d'oca sotto l'effetto delle sue carezze.
    Sulla parte alta, vicino alla schiena, osservò i lividi delle iniezioni, stavolta non sarebbe stata quella zona il bersaglio delle sue attenzioni.
    Iniziò a colpirla, alternando le natiche.
    Dopo i primi colpi leggeri aumentò rapidamente il ritmo e l'intensità della sculacciata.
    Bianca serrava la mascella per trattenere i lamenti, la debolezza le causava una sensibilità al dolore più spiccata del solito, ma l'orgoglio le impediva di lasciarsi andare.
    Bastò qualche colpo più forte sull'attaccatura delle cosce a spazzare via ogni freno.
    Senza ritegno iniziò a piangere e supplicare, scalciando e dibattendosi come un'anguilla sulle ginocchia della donna, che faticava non poco a tenerla ferma.
    Chloé continuò a sculacciarla per alcuni minuti, poi si fermò per darle modo di recuperare, avevano entrambe bisogno di una pausa.
    Bianca non smetteva di piangere, stava sfogando tutta la stanchezza accumulata in quei giorni.
    Quando vide Chloé prendere il paddle appoggiato sul comodino, iniziò ad implorarla come una monella pentita.
    - No ti prego, ti prego, solo per questa volta non usare il paddle, ho capito la lezione, prometto di ascoltarti d'ora in poi!
    Chloé non riuscì a trattenere un sorriso, capì che era davvero provata e per un attimo fu tentata di interrompere la punizione, ma non sarebbe stato serio dargliela vinta così facilmente.
    - Conta venti colpi, poi abbiamo finito! - le disse cercando di mantenere un tono severo.
    - No no per favore, non ce la faccio più! - singhiozzò, coprendosi il sedere con entrambe le mani.
    - Togli le mani Bianca, non abbiamo ancora finito!
    - Ti pregooo!!!
    Sentì che Chloé le toglieva dolcemente le mani dai glutei, stringendole entrambe nella sua. Grata per quel contatto ricambiò la stretta, non sarebbe riuscita ad arrivare alla fine senza un aiuto.
    La donna iniziò a colpirla con il paddle, facendole contare i colpi uno ad uno per distanziarli tra loro.
    Colpiva con poca forza, quel tanto che bastava per rendere la punizione sgradevole, ma non insopportabile.
    Nonostante questo, Bianca arrivò alla fine stremata.
    Stava sdraiata immobile sulle sue ginocchia, scossa solo dai singhiozzi.
    Ci volle almeno un quarto d'ora di coccole e carezze per riuscire a calmarla.
    Chloé l'aiutò ad alzarsi, con un fazzoletto le asciugò i lacrimoni che le bagnavano il viso e le fece soffiare il naso, poi l'accompagnò in bagno a lavare la faccia.
    Poco dopo, se ne stavano insieme sdraiate sul divano, a guardare un film.
    Bianca pensò con un pizzico di nostalgia che il giorno dopo sarebbe dovuta tornare a vivere in Accademia.
    Le sarebbero mancati quei momenti di quotidianità insieme, le attenzioni di Chloé tutte per lei, le notti passate a dormire abbracciate, mentre batteva i denti per la febbre...
    Si accoccolò tra le sue braccia, c'era ancora tempo, fino a domani l'avrebbe avuta tutta per sé.

    Edited by Edy. - 2/9/2022, 19:19
     
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    Uh io a me medesima la nego eccome! Agli altri che si sentano liberi 😂😂😂
     
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    Uh io a me medesima la nego eccome! Agli altri che si sentano liberi 😂😂😂

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    Uh io a me medesima la nego eccome! Agli altri che si sentano liberi 😂😂😂

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    Ehm Nena...non l'ho fatto apposta credimi...
     
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    CITAZIONE (LilithV @ 9/8/2022, 14:40) 
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    Ehm Nena...non l'ho fatto apposta credimi...

    Mio padre direbbe “non lo hai fatto apposta ma dalbon” (dalbon = veramente )
     
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    - C'è qualcosa che devi dirmi, prima di essere punita?

    Bianca imbarazzata si nascose sotto le lenzuola per sottrarsi al suo sguardo.

    - Non ci provare nemmeno signorina! - La rimproverò scostando il lenzuolo - sai benissimo che devi guardarmi negli occhi quando mi parli!

    A fatica Bianca sollevò lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi glaciali, a cui non poteva nascondere nulla.

    E il sapone :sick:
     
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    Il sapone è assolutamente necessario in certe dinamiche
     
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    CITAZIONE (titticarpe @ 9/8/2022, 23:44) 
    Il sapone è assolutamente necessario in certe dinamiche

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    CITAZIONE (titticarpe @ 9/8/2022, 23:44) 
    Il sapone è assolutamente necessario in certe dinamiche

    Concordo😬
     
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    CITAZIONE (Edy. @ 10/8/2022, 07:32) 
    CITAZIONE (titticarpe @ 9/8/2022, 23:44) 
    Il sapone è assolutamente necessario in certe dinamiche

    Concordo😬

    Te lo farei provare...
     
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