IL SOGNO DI BIANCA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    Presente

    Group
    Member
    Posts
    466
    Reputation
    +256

    Status
    Anonymous
    IMG_20220811_133457_900

    CAPITOLO 1 - L'AUDIZIONE

    Quella notte Bianca non potè chiudere occhio, aveva letteralmente i nervi a fior di pelle.
    L'indomani avrebbe salutato la sua famiglia, gli amici e la piccola scuola di danza, suo porto sicuro fin da quando vi aveva messo piede per la prima volta da bambina, per tentare di realizzare il sogno della sua vita: diventare una ballerina professionista.
    Aveva sempre avuto poca fiducia in se stessa e nelle sue capacità, se quell'estate aveva deciso di tentare l'audizione presso l'Accademia del balletto di Roma, era stato solo grazie all'insistenza della sua insegnante di danza, che l'aveva sempre sostenuta e incoraggiata riguardo alle sue possibilità.
    La mattina dopo si presentò alle audizioni timida e insicura, infilandosi nell'angolo più invisibile della sala d'attesa.
    Scrutava furtivamente e quasi con terrore quelle bellissime e competitive ragazze, che le lanciavano occhiate di odio e superiorità.
    Si sentiva un topolino in una fossa di leoni pronti a sbranarlo.
    Al casting erano presenti più di mille partecipanti, pertanto nelle prime selezioni le ballerine erano state suddivise in grandi gruppi.
    Bianca aveva fatto in modo di mettersi al centro delle ultime file, per non essere notata.
    Non aveva fatto i conti però con la direttrice e la maître de ballet, che si spostavano incessantemente da una fila all'altra, scrutando come falchi i movimenti delle giovani ballerine, appoggiate a robusti bastoni di legno che, secondo l'antica tradizione del balletto, servivano a scandire il ritmo e a segnalare le correzioni necessarie sul corpo delle allieve.
    La direttrice della scuola, Olga Zybina, di origini russe, era stata anni addietro una famosa Étoile.
    Una volta terminata la sua carriera, aveva deciso di dedicarsi all'insegnamento, da sempre sua grande passione, e successivamente alla direzione dell'Accademia che le era stata affidata.
    Era una donna sulla cinquantina, di aspetto ancora molto piacevole, la figura alta e snella, i lunghi capelli corvini raccolti dietro la nuca in uno chignon ordinato, con qualche sfumatura grigia a tradire la sua età, che per il resto non dimostrava affatto.
    Era nota a tutti per il suo carattere fiero e autoritario, nessuno in quella scuola era in grado di tenerle testa o opporsi a una sua decisione, l'ultima parola spettava sempre e comunque a lei.
    Raggiunta la penultima fila, dove Bianca tentava inutilmente di nascondersi, posò lo sguardo proprio su di lei.
    La ragazza avvampò per l'emozione e sentì il cuore batterle fin dentro la gola, così forte che le gambe le cedettero e perse l'equilibrio.
    - Sostieni l'en dehors, stringi gli addominali e i muscoli delle cosce e raddrizza quelle spalle! - tuonò severamente la donna.
    Bianca si rianimò immediatamente, come se quel rimprovero avesse acceso un po' del suo orgoglio sopito, e si rimise in posizione, cercando di portare a termine l'esercizio al meglio delle sue possibilità.
    - Molto bene! - disse la direttrice.
    A Bianca sembrò di percepire nel suo tono una certa soddisfazione, ma fu certa di sbagliarsi, non avrebbe mai creduto possibile che un'autorità come lei potesse apprezzare la sua prestazione mediocre.
    Terminata l'audizione, le ballerine dovettero uscire e aspettare il verdetto in sala d'attesa.
    Bianca era stranamente tranquilla, era certa di non aver superato la prova visto il numero delle candidate, in più aveva perso l'equilibrio proprio di fronte alla direttrice, quindi riteneva di non avere alcuna possibilità.
    Però quel "molto bene" le era rimasto impresso, probabilmente era stata solo un'espressione senza significato, ma per lei era stata motivo di orgoglio, per un attimo si era sentita in grado di competere con le altre.
    Dopo una lunga attesa, finalmente le ballerine furono richiamate e fatte disporre in fila.
    Un membro della commissione pronunciò l'esito senza troppi giri di parole:
    - Numeri 5 e 13, un passo avanti per favore.
    - Ci siamo - pensò Bianca, che aveva il numero 13 appeso al body - sono la prima eliminata...
    - Complimenti a entrambe, siete passate al prossimo step! Le altre possono andare, grazie!
    Bianca era rimasta pietrificata, a bocca socchiusa fissava inebetita la direttrice e la maître de ballet, che si scambiavano sguardi ammiccanti.
    - Pensa di rimanere a fissarci ancora a lungo signorina? Se non le dispiace vorremmo andare a cena! - la incalzò con un sorrisetto ironico Madame Chloé Dubois, maître de ballet dell'Accademia.
    Bianca divenne paonazza per l'imbarazzo, sarebbe voluta sprofondare sei metri sotto terra. Ormai era abituata a fare figuracce davanti agli estranei a causa della sua timidezza, ma non aveva ancora imparato a convivere con questo lato del suo carattere e ogni volta se la prendeva con sé stessa per non essere nata loquace, spigliata e sicura di sé come avrebbe voluto.
    - Ehm... no no scusate ora vado, è che non me l'aspettavo...
    - Ce ne siamo accorti, ma noi crediamo che abbia delle potenzialità e forse dovrebbe iniziare a crederci anche lei. Ora vada a riposare, ci vediamo domani per l'ultima selezione, in bocca al lupo!
    Bianca corse senza sosta fino all'hotel vicino all'Accademia, dove aveva affittato una camera, era senza fiato, ma non poteva fermarsi, doveva scaricare tutte le emozioni e l'adrenalina accumulate.
    Si buttò sul letto sfinita, ripensando ai momenti trascorsi in quella giornata indimenticabile.
    Si sentiva felice e orgogliosa come mai prima d'ora, le parole di Madame Dubois le risuonavano nella mente, insinuando in lei un'idea tanto audace quanto assurda:
    - Forse domani ho qualche possibilità di farcela...
    Con questo pensiero si addormentò profondamente.
    La mattina dopo si svegliò carica, non credeva ovviamente di entrare nella scuola, ma perlomeno aveva la consapevolezza di potersi giocare la sua chance al pari delle altre candidate ed era pronta a dare il meglio di sé.
    Dopotutto questo era il suo sogno fin da bambina, una possibilità la doveva a se stessa, se non altro per tutti i sacrifici fatti fino a quel momento.
    L'ultima selezione era su una prova singola, ogni candidata doveva esibirsi su un pezzo di repertorio e lei aveva scelto la variazione di Kitri del Don Chisciotte.
    Appena sentì pronunciare il suo nome, il cuore fece un tuffo nel vuoto, le gambe divennero gelatina e le parve che non potessero reggerla.
    Entrò nella sala, davanti a una giuria di sconosciuti che la scrutavano con occhi severi.
    L'attenzione era tutta per lei e sentiva di non poterlo sopportare, tutta la convinzione di pochi minuti prima se l'era data a gambe, come avrebbe voluto fare lei in quel momento.
    Parlò la direttrice:
    - Buongiorno signorina De Angelis, eccoci finalmente all'ultima prova, quale pezzo ha deciso di mostrarci?
    Bianca aveva la saliva azzerata.
    - Io... vorrei portare... non lo so mi dispiace!
    Iniziò a tremare, il corpo era scosso da profondi singhiozzi, mentre le lacrime le solcavano le guance rosse per l'imbarazzo.
    Le sembrava di vivere un incubo, era così impanicata da non ricordare nemmeno il nome del pezzo che aveva scelto!
    Stava piangendo come una bambina davanti all'intera commissione, nell'occasione più importante della sua vita!
    Nell'aula era sceso un silenzio tombale, si udivano solo i suoi singhiozzi.
    La direttrice si alzò e le si avvicinò, senza proferire parola le appoggiò le mani sulle spalle e la guidò con decisione verso l'uscita.
    - Continuate con la prossima candidata, noi ci assentiamo per qualche minuto.
    Uscì trascinandosi dietro Bianca, ancora sotto shock.
    Entrarono nel suo studio, la donna la fece sedere su una sedia e a sua volta si accomodò su quella di fronte, un'antica scrivania in legno di ciliegio le separava.
    Rimase ad osservarla con espressione seria in religioso silenzio, finché i singhiozzi finalmente iniziarono a calmarsi, quindi si alzò e uscì per un attimo dalla stanza, lasciandola sola.
    Bianca, che aveva faticosamente recuperato un minimo di autocontrollo, iniziò a realizzare dove si trovava. L'ultima cosa che avrebbe pensato potesse accaderle in quella giornata era di finire nell'ufficio della direttrice!
    Sì guardò intorno incuriosita: l'arredamento, in stile antico e un po' spartano, richiamava vagamente quello dei vecchi college inglesi.
    Accanto alla scrivania vi era una poltrona in velluto bordeaux, mentre all'altro lato della stanza si trovavano un armadio e una piccola panca di legno priva di schienale.
    Alle pareti erano appesi il diploma e i numerosi attestati e riconoscimenti ricevuti in anni di blasonata carriera, oltre ad alcune foto di Olga Zybina da giovane, durante gli spettacoli che l'avevano resa celebre, o in compagnia di altri illustri personaggi della danza.
    La direttrice rientrò, aveva in mano un vassoio con un bricco da tè e due tazzine, lo appoggiò alla scrivania e riempì le tazzine, porgendone una a Bianca.
    - Su bevi, ti farà stare meglio.
    La ragazza si aggrappò con gratitudine alla sua tazza di tè bollente, ne aveva davvero bisogno.
    Mentre lo sorseggiava, lanciava timide occhiate alla direttrice, anch'ella intenta a bere.
    Era affascinata da quello sguardo impenetrabile.
    Pensò che in fondo, sotto l'apparenza dura, si nascondesse un animo gentile, dopo quella scena mortificante avrebbe potuto sbatterla fuori dalla sala con un "arrivederci e grazie", invece si era addirittura presa la briga di portarla nel suo studio e offrirle del tè!
    Ovviamente si aspettava che la sua audizione fosse finita lì, quindi rimase di stucco nel sentire le sue parole:
    - Visto che ora ti sei calmata, non appena avrai finito il tuo tè potremo tornare in sala per riprendere l'audizione da dove l'abbiamo lasciata.
    - Ma io... credevo che per me fosse finita! - balbettò Bianca incredula.
    - È questo che vuoi? Andartene senza nemmeno averci provato? Quando ti ho vista mi hai dato l'impressione di una ragazza determinata, ma evidentemente mi sbagliavo, peccato.
    - Signora io voglio provarci, è solo che... insomma, non credo che riuscirò ad entrare!
    - Capisco! Beh è davvero un peccato, perché io e gli altri insegnanti abbiamo visto del talento in te, ma è ovvio che se non credi in te stessa nessuno potrà mai farlo al posto tuo. Questo mondo non è per tutti e neanche il talento più grande sarebbe sufficiente senza la giusta tenacia e determinazione.
    O forse semplicemente questo sogno non è poi così importante per te, quindi è giusto che tu ti faccia da parte e lasci la possibilità di realizzarlo a chi ci tiene veramente.
    Punta sul vivo, Bianca ebbe un moto di risentimento:
    - Sì che ci tengo Signora, è il mio sogno più grande da quando ero bambina e farei qualunque cosa per realizzarlo!
    - Davvero? Perché da come ti sei comportata finora non si direbbe!
    Se le cose stanno così, torna di là e mostra alla commissione quello che sai fare! Rimani concentrata sul tuo obiettivo, senza inutili paure e piagnistei, quelli lasciamoli alle bambine, tu non lo sei!
    Bianca si alzò dalla sedia, ammaliata.
    Era incredibile come quella donna sapesse agire sulle sue emozioni, in due parole aveva neutralizzato le sue paure.
    Quello che la ragazza sentiva adesso era solo il desiderio di farcela, dando il meglio di sé.
    - Ah, ancora una cosa! - disse la direttrice prima di uscire - resta inteso che, se dovessi essere ammessa, il primo aspetto su cui lavoreremo sarà quello di migliorare la tua autostima.
    Una ballerina professionista non può avere questo genere di problemi, se entri in questa scuola il tuo atteggiamento dovrà cambiare, io stessa mi occuperò personalmente di aiutarti con tutti i mezzi a mia disposizione, più o meno duri, e sappi che io ottengo sempre quello che voglio.
    Bianca non comprese pienamente il significato di quelle parole, che le misero tuttavia un leggero senso di inquietudine.
    Ma ora non aveva tempo per pensare a questo, doveva concentrarsi sulla sua prova.
    In sala tutti gli occhi erano puntati su di lei, ma stavolta non avrebbe fallito, doveva farcela...
    Partì la musica e accadde quello che succedeva ogni volta che danzava, improvvisamente non era più la ragazzina timida e impacciata di pochi istanti prima, ma si era trasformata nella bella e fiera Kitri, che volteggiava leggera come una farfalla sulle punte gessate, quasi a celare la fatica e il dolore provati.
    Solo al termine dell'esibizione tornò ad essere la piccola Bianca, che guardava con timore gli sguardi compiaciuti della commissione.
    La direttrice si alzò e la guardò con un guizzo indefinibile negli occhi, che la spaventava e la soggiogava al tempo stesso.
    - Signorina De Angelis, ho il piacere di ammetterla nella nostra Accademia di danza, inizierà a lavorare con noi da lunedì prossimo, complimenti e benvenuta!

    Edited by Edy. - 2/9/2022, 18:11
     
    .
  2.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso

    Group
    Member
    Posts
    2,049
    Reputation
    +593

    Status
    Anonymous
    Gran bell'inizio,davvero brava...
    (Il titolo poi a me richiama un cartone da un anime che ho molto amato)

    Edited by You… - 1/7/2022, 19:09
     
    .
  3.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso
    Amministratori

    Group
    Administrator
    Posts
    2,072
    Reputation
    +1,216
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    Grande E.D.Y! Ci sono tutte le premesse per un prosieguo con tutti i crismi!
     
    .
  4.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    Presente

    Group
    Member
    Posts
    466
    Reputation
    +256

    Status
    Anonymous
    CAPITOLO 2 - TRA FANTASIA E REALTÀ

    Essendo già diciottenne, Bianca era stata ammessa all'ultimo anno di corso, quello che le avrebbe permesso di conseguire il diploma necessario a garantirle un futuro da ballerina professionista.
    L'Accademia era dotata di alloggi per gli studenti, che potevano inoltre accedere alla mensa interna per i pasti principali.
    La giornata degli allievi era molto impegnativa e scandita da ritmi serrati, che richiedevano una ferrea autodisciplina:
    Ogni mattina dovevano frequentare il liceo coreutico, poco distante dall'Accademia, mentre l'intero pomeriggio era dedicato alle lezioni di danza.
    Infine la sera si ritiravano nei dormitori dove, nonostante la stanchezza, dovevano dedicarsi allo studio delle materie scolastiche prima di poter dormire, in quanto la perdita dell'anno scolastico avrebbe comportato l'espulsione dall'Accademia, senza possibilità di riammissione.
    Non c'era dunque molto spazio per lo svago e il divertimento, anche se, all'interno degli alloggi, gli allievi più vivaci e turbolenti trovavano il modo di organizzare di nascosto dei party notturni.
    Questi erano naturalmente proibiti dalle rigide regole dell'Accademia, come descritto nel regolamento firmato dagli allievi al momento dell'ammissione, che parlava di "sanzioni disciplinari" in caso di trasgressione delle regole, senza troppo entrare in dettagli.
    L'unico giorno libero della settimana era la domenica, dove gli studenti potevano rientrare dalle loro famiglie o gestire il loro tempo come meglio credevano.
    A Bianca era stata assegnata una piccola stanza, che condivideva con una coetanea, Lisa Nardin, una ragazza tutto pepe che non avrebbe potuto essere più diversa da lei, sia nel carattere che nell'aspetto fisico.
    Lisa era alta e slanciata, aveva la pelle chiarissima e il viso cosparso di lentiggini, impreziosito da due enormi occhi verdi e circondato da una cascata di riccioli rossi, ribelli e indisciplinati proprio come era lei.
    Lisa fumava in camera, anche se era severamente proibito, ed era un'assidua frequentatrice e organizzatrice dei famosi festini notturni, dove era solita ubriacarsi e fumare non solo sigarette, ma anche altre sostanze che spesso riuscivano a circolare fra gli studenti, nonostante le frequenti ispezioni a sorpresa effettuate dai responsabili dei dormitori.
    Era entrata in Accademia all'età di dodici anni ed era riuscita ad arrivare all'ultimo anno non solo grazie al suo talento innato, ma anche alla sua dialettica che le permetteva di cavarsela in ogni situazione.
    Bianca era l'esatto opposto della sua compagna di stanza:
    Non molto alta, ma snella e proporzionata, come richiedevano i requisiti fisici di una ballerina classica, i muscoli erano tonici e ben sviluppati, modellati da anni di danza classica.
    Aveva lunghi capelli lisci e castani, due profondi occhi scuri e la pelle olivastra.
    Il fatto che Lisa fosse caratterialmente così diversa da lei, gliel'aveva resa istintivamente simpatica e le due si erano subito trovate in perfetta sintonia: una ribelle, l'altra estremamente rispettosa delle regole, una audace, l'altra riflessiva e timorosa, insieme riuscivano a mitigare i loro difetti.
    Sicuramente a Bianca serviva una compagna come lei, che la spronasse nei momenti difficili e le ispirasse quel tantino di coraggio e ribellione che le erano sempre mancati.
    L'inizio per Bianca non fu semplicissimo, aveva nostalgia di casa, dei suoi amici, della vecchia scuola, tuttavia le sue giornate erano così piene da non aver quasi tempo per la malinconia, a cui relegava un posticino solo la sera prima di addormentarsi.
    Le lezioni di classico, che occupavano la maggior parte del suo tempo, erano dirette dalla giovane e affascinante maître de ballet Chloé Dubois, ex ballerina francese, che aveva avuto una brillante, ma breve carriera, interrotta purtroppo a soli trent'anni da una frattura della caviglia, che l'aveva costretta a ripiegare sull'insegnamento.
    Non che ciò le dispiacesse particolarmente, anzi, una volta superata la delusione iniziale, aveva scoperto di essere particolarmente portata per questo lavoro, mescolando severità e dolcezza riusciva a tirar fuori il massimo dai suoi allievi, che la rispettavano moltissimo.
    In Accademia tutti erano a conoscenza del particolare rapporto che vi era tra la direttrice Olga Zybina e Chloé Dubois, ma nessuno osava parlarne apertamente, come se vi fosse qualcosa di illecito o scandaloso nell'amore tra due donne.
    Nessuno, salvo ovviamente Lisa che, appassionata com'era di gossip e intrighi, non aveva perso occasione di metterne a conoscenza l'amica, appena presa un pò di confidenza con lei.
    Se per Lisa si trattava di un pettegolezzo come un'altro, per Bianca fu invece una rivelazione epica, che la turbò profondamente.
    Per lei l'argomento "amore" era un tasto dolente, si era sempre sentita "diversa" dalle sue coetanee e si era convinta di essere anormale, forse asessuata, poiché non aveva mai avuto un ragazzo, non si era mai innamorata nè le era capitato di provare attrazione per un maschio.
    Quando a scuola le altre parlavano di ragazzi e di sesso, lei sentiva di non aver niente in comune con quell'argomento, così si isolava e iniziava a fantasticare sulla prossima lezione di danza.
    Ogni sera, quando si trovava da sola nel tepore del suo lettino, immaginava sempre lo stesso scenario:
    Mentre era a lezione di danza sbagliava qualche passo e veniva duramente ripresa davanti a tutti dalla sua maestra, che la metteva alla sbarra e le faceva ripetere più e più volte lo stesso passo, mentre le colpiva con sonori schiaffoni il culo e le cosce per farle correggere la posizione.
    Mentre fantasticava si eccitava moltissimo, avvertiva un formicolio ai genitali e una fitta di desiderio nel basso ventre, che non esitava a soddisfare, toccandosi ripetutamente il clitoride con rapidi movimenti circolari, fino ad esplodere in un potente e liberatorio orgasmo, dopodichè si addormentava esausta e soddisfatta.
    Negli ultimi tempi la sua mente aveva iniziato a spingersi oltre la monotonia di quello scenario e l'aveva portata nello studio o a casa della sua insegnante.
    La donna le infliggeva una punizione supplementare per le sue negligenze, facendola appoggiare alla scrivania e somministrandole svariati colpi di canna dopo averle fatto abbassare i jeans alle ginocchia.
    Infine la metteva a sedere sulle sue ginocchia e la abbracciava affettuosamente, consolando le sue lacrime di dolore e vergogna con baci e tenere parole.
    Talvolta la fantasia premeva per spingersi ancora più in là, oltre i baci e le carezze, ma la sua parte razionale subito interveniva, censurando questi slanci di erotismo.
    Non era ancora pronta per tutto questo, si vergognava moltissimo delle sue fantasie, non accettava questa parte di sè che la faceva sentire diversa e che teneva gelosamente nascosta nel profondo del suo cuore.
    Da quando aveva saputo dell'omosessualità di Madame Dubois, Bianca aveva iniziato per qualche inspiegabile ragione a sentirsi attratta da lei e a volte, quando la sentiva alzare la voce o le si avvicinava per le dovute correzioni, non riusciva a evitare di cadere nelle sue fantasie, perdendo la concentrazione.
    - Signorina De Angelis, posso sapere a cosa sta pensando invece di concentrarsi sull'esercizio?
    La voce dura e squillante della Dubois la riportò sul pianeta terra.
    - A niente... mi scusi Madame - farfugliò imbarazzata Bianca.
    - Non è la prima volta che la trovo distratta, se succede un'altra volta sappia che dovrò informare la direttrice e ci saranno delle spiacevoli conseguenze per lei.
    - Non ricapiterà Madame - rispose Bianca mortificata.
    Passò il resto della lezione sentendosi in colpa e indegna di occupare quel posto.
    Non era abituata ai rimproveri perché, il suo sentirsi costantemente inadeguata, l'aveva sempre spinta a chiedere a se stessa la perfezione, quindi a differenza di quanto accadeva nelle sue fantasie, nella vita reale molto raramente era stata rimproverata e le poche volte che accadeva, era per lei una conferma della sua incapacità.
    Cercava per orgoglio di trattenere le lacrime che volevano sgorgare a tutti i costi, col risultato di sbagliare continuamente i passi degli esercizi, rendendo la sua lezione un completo disastro.
    - Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito, potete andare grazie. Signorina De Angelis, lei rimanga un momento per favore.
    Bianca teneva gli occhi bassi colmi di lacrime, non osava alzarli per paura che l'insegnante potesse leggere le sue emozioni, o di crollare davanti a lei.
    - Vuoi dirmi cosa ti succede Bianca? Ultimamente sei molto distratta e non è da te, per caso non stai bene o ti senti stanca?
    Per la prima volta l'aveva chiamata con il suo nome dandole del tu, quel tono così dolce e confidenziale riuscì a rompere tutte le sue difese, l'emozione prese il sopravvento e le lacrime iniziarono a scendere senza controllo.
    - Mi dispiace! Io non voglio piangere, è che... non capisco cosa mi succede...- balbettava tra un singhiozzo e l'altro.
    Era la seconda volta che si metteva a piangere davanti agli insegnanti da quando era arrivata in quella scuola e se ne vergognava terribilmente, lei che era sempre così trattenuta e riservata sulle sue emozioni stava facendo la figura della bambina, chissà cosa avrebbero pensato di lei!
    Sentì un caldo abbraccio che la avvolgeva.
    - Su, ora calmati mia cara, i momenti di sconforto capitano a tutti, non c'è nulla di cui vergognarsi - le sussurrò Chloé mentre la teneva stretta.
    - Sta per iniziare la prossima lezione, dobbiamo lasciare la sala. Vieni con me.
    In Accademia non erano previsti alloggi per gli insegnanti, ma la direttrice aveva fatto in modo di assegnare alla Dubois un piccolo ufficio adiacente al suo, con la scusa del suo titolo di maître de ballet principale della scuola, suscitando non poche invidie e commenti maligni da parte dei colleghi.
    Chloé fece accomodare Bianca, che stava riflettendo sul curioso fatto di essersi trovata per ben due volte nello studio delle due figure più importanti dell'Accademia.
    L'ambiente era piccolo, ma caldo e accogliente, molto diverso dallo stile con cui era arredato l'ufficio della direttrice:
    A destra dell'ingresso si trovava un divanetto blu elettrico, davanti ad esso un tappeto con vivaci fantasie in mezzo al quale era collocato un basso tavolino di legno.
    Sul lato opposto era posizionata una poltrona letto aperta e di fronte ad essa un comodino in stile francese su cui era appoggiata la tv.
    Alla finestra erano appese vivaci tende colorate e alle pareti decine di fotografie e dipinti con temi perlopiù astratti.
    - Tieni cara, bevi un sorso d'acqua - disse porgendole un bicchiere pieno.
    Bianca era un po' imbarazzata da tutte quelle attenzioni inaspettate, ma si stupì di non trovarsi poi così a disagio e anzi, di desiderare che quel momento durasse a lungo.
    Le sembrava di rivivere una delle sue fantasie, quelle di cui si vergognava tanto, solo che adesso stava accadendo realmente...
    Si fissarono per qualche istante in silenzio, Bianca si perdeva in quegli occhi azzurri come il cielo.
    Chloé non disse nulla e con un sorriso malizioso le si inginocchiò di fronte, togliendole le mezze punte.
    Poi tornò a sedersi accanto a lei sul divano e , afferrate le spalline del body, fece per abbassargliele.
    - Madame, io non so se...
    - Shhh... taci. Lascia fare a me e non muoverti.
    Le abbassò il body fino ai fianchi, poi la fece alzare e glielo sfilò.
    Era rimasta solo con la calzamaglia bianca, nuda dalla vita in su, in piedi, coprendosi vergognosamente il seno appena pronunciato con le mani incrociate sul petto.
    Non era certo la prima volta che una donna la vedeva nuda, negli spogliatoi e durante le prove costume le ballerine erano solite girare nude o seminude senza particolari pudori.
    Ma stavolta era diverso, la sua insegnante l'aveva spogliata per ammirarla e chissà cos'altro le avrebbe fatto.
    Si sentiva un brutto anatroccolo sgraziato di fronte a quella Dea bionda e sensuale, non riusciva davvero a spiegarsi cosa ci trovasse in lei...
    Se solo si fosse vista come era realmente e come la vedeva Chloé, vale a dire una meravigliosa preda, con la freschezza e semplicità dei suoi diciotto anni, che l'aveva attratta fin dalla prima audizione e non aveva colpito solo lei...
    Le spostò gentilmente, ma con fermezza, le mani dal seno, la fece sdraiare sul divano e le portò le braccia sopra la testa, poi si mise seduta sui suoi fianchi, iniziando a solleticarle il ventre con leggeri movimenti circolari, fino a raggiungere i piccoli e sodi seni.
    Le pizzicò i capezzoli, che divennero subito turgidi e sporgenti, poi, abbassandosi su di lei, li prese in bocca e iniziò prima a leccarli, poi a succhiarli con decisione, infine ad alternare morsi leggeri a piccoli colpi con la lingua.
    Questo trattamento durò diversi minuti, durante i quali Bianca rimase inerme, in balia unicamente delle sue fantasie proibite e della sua eccitazione.
    Improvvisamente sentì le mani della maestra afferrare l'elastico della calzamaglia.
    Istintivamente le bloccò le mani.
    - Cosa ti ho detto poco fa? Di lasciar fare a me e non muoverti, sai rispettare un ordine della tua insegnante? Leva subito quelle mani!
    Il suo tono era improvvisamente duro, quel cambiamento repentino e inaspettato le provocò un brivido di soggezione e di piacere intenso.
    Sentì i genitali che si riempivano di umori e dovette stringere forte le cosce per assecondare quella sensazione.
    Tolse le mani e le alzò sopra le spalle, lasciandosi denudare completamente.
    Ora nulla poteva proteggerla dalle sue pulsioni, la ragione non poteva più frenare i suoi istinti.
    Chloé arretrò leggermente per ammirarla in tutto il suo splendore, quella timida creatura con le guance arrossate e gli occhi bassi per la vergogna, così inconsapevole del suo fascino.
    Le afferrò saldamente le cosce e gliele spalancò, la presa era molto forte, Bianca non aveva nessuna possibilità di muoversi, né di sfuggire alle attenzioni della sua insegnante.
    Esattamente come aveva fatto con i capezzoli, iniziò a leccarle il clitoride con movimenti circolari della lingua alternati a colpetti secchi.
    Ogni tanto smetteva di leccarlo e lo succhiava, mentre lo sentiva diventare sempre più turgido, poi lo mollava e scendeva fino all'orifizio vulvare ancora vergine della ragazza, che tuttavia riusciva a penetrare con la punta della lingua, riempiendosi la bocca con i suoi umori copiosi.
    Infine tornava a dedicarsi al clitoride, tormentandolo fino a portarla ad un passo dall'orgasmo, per poi interrompersi.
    Prolungava così il piacere e l'agonia della ragazza che, in balia di questo trattamento, credeva di impazzire.
    Inizialmente trattenuta, dopo pochi minuti di quel supplizio era stata costretta a mollare ogni freno inibitorio e aveva iniziato a gemere e supplicare con toni sempre più espliciti.
    Alla terza volta che la donna si era interrotta all'apice del piacere, si era messa quasi a piangere :
    - Nooo per favore, non smetta adesso, vada avanti la prego!
    - Questo lo decido io mia cara, non tu! Credi di meritarlo dopo tutte le distrazioni di questo periodo?
    Bianca si sentì come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco e riprese a piangere disperatamente.
    - Mi dispiace, giuro che mi impegnerò di più!
    - Ne sono certa, ma credo sia bene che tu capisca che ogni distrazione qui dentro ha un prezzo e niente ti verrà regalato! Per questa volta avrai solo un piccolo assaggio di quello che ti succederà se da oggi in poi non ti vedrò dare il massimo in sala prove.
    Con un movimento rapido la fece alzare in piedi, si sedette sul divano e se la portò prona sulle ginocchia, una mano appoggiata sui reni le premeva il ventre contro il divano per rialzare ed esporre meglio le natiche alla sua vista e ai colpi che stava per impartirle.
    Resasi conto dell'umiliante situazione in cui si trovava, Bianca Iniziò a coprirsi il culo con i piedi e tentò di divincolarsi dalla salda presa di Chloé, che tuttavia non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare senza prima aver giocato tutte le sue carte.
    - Nooo non voglio!
    Per favore, non sto scherzando, non mi piace tutto questo!
    - Dici davvero?
    Sei davvero sicura che non ti piaccia e che non ti farebbe stare meglio? Eppure mi sembrava che ti sentissi molto in colpa per il tuo comportamento!
    Se davvero non vuoi ti lascio andare tranquilla, non ti costringerò di certo ad essere sculacciata, non sei una bambina, deve essere una tua scelta.
    Dimmi ora che non vuoi continuare e sei libera di tornare immediatamente nella tua stanza.
    Bianca era rimasta in silenzio e pensava alle parole di Chloé.
    Provava un miscuglio di sentimenti contrastanti: da una parte si sentiva umiliata e profondamente in imbarazzo, la ragione le diceva che tutto questo era sbagliato, anormale e privo di ogni logica, che avrebbe dovuto preservare la sua dignità e andarsene da quella stanza.
    Dall'altra l'istinto le ripeteva prepotentemente che quello era il suo posto, sulle ginocchia di quella donna a farsi prendere a sculaccioni sul culo nudo ed esposto, per espiare tutte le sue colpe.
    - Non voglio andarmene...- sussurrò.
    - Non ho sentito!
    - Voglio essere punita per quello che ho fatto! - disse alzando la voce.
    - Questo è solo un avvertimento, non voglio vederti muovere un muscolo o ricomincio daccapo, tutto chiaro?
    - Sì...
    - Sì cosa?
    - Sì Madame!
    Iniziò ad accarezzarle le natiche, che al primo tocco si ricoprirono di pelle d'oca.
    Dopo alcune carezze partì il primo colpo, leggero, poi i successivi, in un crescendo di ritmo e intensità.
    Dopo una decina di colpi, Bianca, che era una neofita, iniziò ad avvertire un po' di bruciore.
    Chloé stava mettendo una discreta energia nella sculacciata, ma faceva attenzione a non esagerare e a cogliere ogni reazione della ragazza, perché voleva lasciarle il ricordo di un'esperienza positiva e il desiderio di ripeterla.
    Sapeva di correre un grosso rischio giocando in quel modo con lei senza avere la certezza che le piacesse, ma aveva chiesto e ottenuto il suo consenso e alcuni suoi atteggiamenti le avevano fatto intuire che potesse condividere le sue stesse pulsioni.
    La sculacciata procedeva senza interruzioni, Chloé era un'abile sculacciatrice, distribuiva equamente i sonori colpi su entrambe le natiche, che erano uniformemente arrossate.
    Ogni tanto le apriva e distribuiva alcuni colpi più leggeri in verticale vicino all'ano e ai genitali, ai quali la ragazza reagiva cercando di contrarre i muscoli e gemendo in un modo che sembrava tutt'altro che di dolore.
    Da quella posizione poteva intravedere gli umori che sgorgavano abbondanti dai genitali, segno inequivocabile del piacere che la sua allieva provava in quel momento.
    Bianca dal canto suo era in estasi, non poteva credere che quello su cui tante volte aveva fantasticato stesse accadendo realmente!
    Non immaginava che una semplice sculacciata potesse causare tanto dolore.
    A circa metà della punizione dovette compiere un grosso sforzo di autocontrollo per rimanere in posizione e soffocare l'istinto di coprirsi il culo con le mani.
    C'era però tanto desiderio e tanto piacere in quel dolore, che avrebbe voluto non finisse mai, l'avrebbe ripetuto altre mille e mille volte...
    Terminata la punizione, la lasciò per un attimo sdraiata a godersi le ultime sensazioni, accarezzandole il culetto gonfio e rovente.
    Poi l'aiutò a rimettersi seduta e la strinse in un abbraccio accarezzandola, mentre le lacrime scendevano silenziose...
    - Rivestiti tesoro, è ora che torni in camera tua.
    Mentre stava per lasciare la stanza la trattenne per un braccio:
    - Per questa volta non diremo nulla alla direttrice sulle tue distrazioni, sempre che non si ripetano. Credimi, è molto meglio per te che non lo venga a sapere, non sarebbe clemente come lo sono stata io...
    Buon riposo, ci vediamo domani a lezione.

    Edited by Edy. - 2/9/2022, 20:08
     
    .
  5.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso
    Amministratori

    Group
    Administrator
    Posts
    2,072
    Reputation
    +1,216
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    Bellissimo!!! Pensa che prima mi stavo facendo un godino solo pensando alla prima parte del racconto, ma qualcuno mi ha tirato un anatema e mi si è scaricato il vibrino sul più bello 😠, meglio così però perché appena si ricarica un po' ho più materiale per fantasticare😍🐱
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Presente

    Group
    Member
    Posts
    466
    Reputation
    +256

    Status
    Anonymous
    Non sai quanto piacere mi fa essere motivo di un tuo godino! 😂
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso
    Amministratori

    Group
    Administrator
    Posts
    2,072
    Reputation
    +1,216
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    🥰🥰
     
    .
  8.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Agli inizi

    Group
    Member
    Posts
    84
    Reputation
    +92

    Status
    Offline
    Molto bello!! E ho un debole per il mondo della danza... doppiamente bello! 😁👏👏👏
     
    .
  9.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso

    Group
    Member
    Posts
    2,049
    Reputation
    +593

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Dopo una decina di colpi, Bianca, che era una neofita, iniziò ad avvertire un po' di bruciore.
    Chloé stava mettendo una discreta energia nella sculacciata, ma faceva attenzione a non esagerare e a cogliere ogni reazione della ragazza, perché voleva lasciarle il ricordo di un'esperienza positiva e il desiderio di ripeterla.
    Sapeva di correre un grosso rischio giocando in quel modo con lei senza avere la certezza che le piacesse, ma aveva chiesto e ottenuto il suo consenso e alcuni suoi atteggiamenti le avevano fatto intuire che potesse condividere le sue stesse pulsioni.

    Questo appaga il mio consenso letterario, tutto il resto mi accende (vedi commento di Salice : D )
     
    .
  10.     +3   Like  
     
    .
    Avatar

    Presente

    Group
    Member
    Posts
    466
    Reputation
    +256

    Status
    Anonymous
    CAPITOLO 3 - LA RIVELAZIONE

    Era passata una settimana dalla "punizione" nello studio di Madame Dubois, da quel giorno Bianca non aveva fatto altro che pensare e ripensare all'accaduto, masturbandosi con veemenza ogni sera prima di addormentarsi.
    La cosa strana è che, dopo quell'incontro, si sentiva insolitamente carica, sicura di sè e felice, come se tutta la fatica e la stanchezza dei giorni precedenti l'avessero abbandonata.
    In sala prove si impegnava al massimo senza distrazioni e stava facendo grandi miglioramenti, forse perché desiderava compiacere la sua insegnante, o forse perché lei le aveva chiaramente fatto capire di apprezzarla, e non solo come ballerina.
    Ma non era solo questo.
    A causa delle sue fantasie si era sempre sentita sbagliata, perversa, ma ora per la prima volta aveva avuto la sensazione che non ci fosse nulla di male in ciò che provava e, soprattutto, di non essere la sola a provarlo.
    Desiderava ripetere quell'esperienza, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo alla sua maestra e sperava che fosse lei a fare il primo passo.
    Tuttavia i giorni passavano e nulla accadeva.
    Chloé sembrava molto fredda e distaccata, aveva quasi l'impressione che la ignorasse e che avesse dimenticato quello che era successo tra loro.
    Ma cos'era successo realmente?
    Bianca, insicura com'era, si diede subito la sua risposta:
    La Dubois si era solo voluta divertire per una sera usandola come passatempo, del resto tutti sapevano che aveva una relazione con la direttrice, che ruolo avrebbe mai potuto avere lei?
    Che stupida - si tormentava - cosa potrebbe mai importarle di una ragazzina insignificante come me!
    Avvertiva una fitta di gelosia in fondo al cuore, che non le dava pace.
    Cercava di concentrarsi nello studio e nella danza, ma era molto difficile con tutti quei tarli per la testa.
    Una sera, mentre i pensieri le impedivano di prendere sonno, ebbe un'illuminazione.
    Doveva provare in qualche modo ad attirare la sua attenzione, facendo qualcosa di sbagliato.
    Questo per lei era molto difficile, detestava deludere gli altri e temeva di perdere la stima della sua maestra.
    D'altra parte non poteva continuare a tormentarsi così, se fosse andata male perlomeno si sarebbe messa il cuore in pace.
    Il giorno dopo si presentò alle prove con un'ora di ritardo senza avvisare e con lo chignon totalmente disfatto, sapendo quanto Chloé tenesse alla puntualità e alla precisione.
    Il cuore le batteva a mille, non osava entrare in sala, si sentiva terribilmente in colpa al pensiero di deludere la sua insegnante e fu sul punto di correre in camera fingendo un malore improvviso, ma il desiderio di ottenere attenzioni da lei prevalse sulla paura.
    Entrò.
    Tutti si voltarono, compresa Madame Dubois.
    - Signorina De Angelis, cos'è successo?
    Non ha avvisato del ritardo, ero preoccupata, credevo avesse avuto un malore!
    - Io... mi dispiace, dopo pranzo ero stanca e mi sono addormentata, ho dimenticato di puntare la sveglia.
    Lo sguardo di Chloé cambiò immediatamente e la incenerì:
    - Mi dispiace constatare che prenda così poco seriamente i suoi impegni, se per lei dormire è più importante delle prove la pregherei di tornare in camera sua e continuare a farlo.
    Bianca era atterrita, non era questa la reazione che si aspettava!
    Cercò di correre ai ripari:
    - Mi dispiace Madame, io non me ne sono accorta...
    - Signorina, qui stiamo lavorando e non abbiamo tempo da perdere, buona giornata!
    Era inutile insistere, capì che avrebbe solo peggiorato la situazione.
    Con il cuore a pezzi e un pesante nodo in gola, si trascinò fino alla sua stanza e si gettò sul letto, scoppiando in singhiozzi.
    Cos'aveva combinato! Che diavolo le era saltato in testa di fare quella scenetta idiota?
    Sentiva di aver rovinato tutto, si sentiva ancor più in colpa perché non era stato un errore involontario, ma l'aveva fatto di proposito, cretina che non era altro!
    Rimase a piangere rutto il pomeriggio, saltò anche la cena, aveva lo stomaco completamente serrato.
    Nemmeno Lisa era riuscita a tirarla su di morale, raccontandole di tutti i suoi ritardi per convincerla che non fosse poi la fine del mondo.
    Mentre fissava tristemente il soffitto squillò il telefono, era un messaggio da un numero sconosciuto.
    Lo aprì.
    -Ti voglio nel mio studio entro cinque minuti .
    Era lei!
    Uno spiraglio di speranza le aprì il cuore.
    Balzò fuori dal letto, si infilò una t shirt e un paio di jeans e uscì quasi correndo, stavolta non avrebbe tardato neanche un secondo.
    Bussò alla porta con un peso enorme dentro lo stomaco, chissà cosa le avrebbe detto, o fatto...
    - Avanti!
    Era seduta sul divano con le gambe accavallate, la fissava con un'espressione arcigna dipinta sul viso.
    Bianca tentava di proteggersi, teneva gli occhi bassi per paura che potesse leggere il suo senso di colpa e il suo dolore.
    - Vieni qui! - disse seccamente.
    Le si avvicinò timorosa.
    Madame Dubois la trasse a sè prendendola per i fianchi, le sbottonò i jeans e glieli abbassò a mezza coscia, poi afferrò l'elastico delle mutandine e lo tirò lentamente verso l'alto fino a far penetrare tutto il tessuto tra le natiche della ragazza, come se indossasse un perizoma.
    - Mettiti in quell'angolo faccia al muro, gambe divaricate, mani dietro la testa, gomiti ben rialzati. Rimani ferma in posizione finché te lo dico io, altrimenti sarà peggio per te.
    Bianca obbedì come un automa e assunse immediatamente la posizione ordinatale.
    Stava bruciando per la vergogna, se ne stava in un angolo con i pantaloni abbassati e il culetto scoperto come una mocciosa, mentre la sua insegnante la guardava in quelle condizioni!
    Non vedeva l'ora che quella punizione assurda finisse, preferiva decisamente essere sculacciata.
    Ma Chloé non era del suo stesso avviso e sembrava decisa a godersi lo spettacolo ancora a lungo, comodamente seduta sul divano aveva preso a masturbarsi con due dita infilate sotto le mutandine, certa che la sua allieva non avrebbe mai osato disubbidirle e girarsi.
    Dopo un quarto d'ora Bianca iniziò a sentire formicolare gambe e braccia, non avrebbe retto ancora a lungo e stava per cadere nella disperazione, quando Chloé la chiamò.
    - Vieni a sederti qui, vicino a me.
    Bianca tirò un sospiro di sollievo e scrollandosi gli arti indolenziti fece per rialzare i jeans.
    - Quelli rimangono dove sono, le bambine irresponsabili meritano di rimanere col culetto scoperto! - ordinò Chloé cercando di trattenere un sorriso.
    Umiliata, ma profondamente eccitata da quelle parole, lasciò cadere obbediente le braccia lungo i fianchi e, camminando come una papera per l'ingombro dei pantaloni abbassati, si sedette imbarazzatissima di fianco alla donna, che si gustava sadicamente la scena.
    - Ora voglio che mi spieghi esattamente perché l'hai fatto e sappi che non tollero bugie!
    Questo proprio non se l'aspettava, credeva che avrebbe ricevuto un'altra strigliata e magari, sperava, una severa sculacciata, ma non che le avrebbe chiesto il perché.
    Allora forse lei sapeva... aveva capito che l'aveva fatto di proposito!
    Avrebbe voluto confessarle tutto, i suoi desideri più intimi, i turbamenti di quei giorni, ma le parole le rimanevano serrate in gola, come un fiume imprigionato in una diga.
    - Bianca, sto aspettando!
    - Non posso dirlo, non voglio!
    - Devi farlo se vuoi che continuiamo a vederci.
    - Ma sa già perché l'ho fatto, l'ha capito...
    - Certo che l'ho capito, ma voglio sentirtelo dire.
    Bianca sospirò, più e più volte, le gambe le tremavano per l'adrenalina.
    Stava per confessare quello che si era gelosamente tenuta dentro per anni, non aveva scelta, aveva finalmente trovato ciò che la rendeva felice e non poteva perderlo...
    - L'ho fatto apposta, perché volevo essere punita - sussurrò sommessamente.
    - Perché volevi che ti punissi Bianca?
    - Perché... perché è una cosa che desidero da sempre.
    - Ti eccita?
    - Sì, moltissimo.
    Ce l'aveva fatta, l'aveva detto.
    Ora qualcuno oltre a lei sapeva che era una schifosa masochista, ma non le importava più, perché si sentiva finalmente libera.
    Una lieve carezza le sfiorò i capelli.
    - Sono contenta che tu sia riuscita a dirlo.
    - Mi dispiace, so che ha di meglio da fare che perdere tempo con una depravata come me!
    - Non sei una depravata, o se lo sei, io lo sono quanto te. È da quando sei entrata in Accademia che desidero prendermi cura di te in questo modo, ma dovevo essere certa che fosse quello che volevi anche tu, per questo ho aspettato un tuo segnale.
    Il suo cuore fece una capriola, non poteva credere alle sue orecchie!
    Stavolta prese coraggio e la guardò dritta negli occhi.
    - Ma lei e la direttrice... insomma, so che avete una relazione...
    Chloé scoppiò in una fragorosa risata, che la fece sentire una perfetta idiota per aver fatto quell'uscita ridicola.
    - E questo cosa c'entra mia cara! Sappi che io non sono di proprietà di nessuno, sono libera di frequentare chi voglio.
    Bianca era rimasta colpita dalle sue parole.
    Aveva sempre pensato a una relazione come un impegno esclusivo, ma quel nuovo punto di vista la incuriosiva molto.
    - Comunque Olga è informata di ogni cosa e non ha nulla in contrario, anzi...
    Bianca arrossì violentemente, la direttrice la metteva ancora più in soggezione della sua maestra, sapere che fosse a conoscenza di tutto la faceva sentire terribilmente a disagio!
    E che significava quel "non ha nulla in contrario, anzi..." ?
    Decise di non chiederlo, aveva il terrore della risposta che avrebbe ricevuto.
    - Se accetti di intraprendere questo percorso con me, devi essere consapevole che avrai una serie di regole da rispettare oltre a quelle previste dal regolamento accademico e, se le trasgredirai, verrai punita.
    Oltre alle sculacciate, le punizioni potranno prevedere anche altro, che ovviamente stabiliremo insieme in base ai tuoi limiti. Per trasgressioni che riterrò particolarmente gravi, potrò decidere di coinvolgere nella punizione anche la direttrice, ma questa sarà una decisione che spetterà solo a me, lei non potrà toccarti senza il mio consenso.
    A quelle parole, Bianca si sentì avvolta da un senso di protezione che sciolse ogni suo dubbio.
    - Puoi prenderti del tempo per pensarci, oppure darmi subito la tua risposta.
    - Io accetto, Madame - disse istintivamente.
    - Ne sono felice - sorrise Chloé.
    - Ora è molto tardi, devi andare a riposarti, domani inizieremo le prove dello spettacolo.
    Bianca non si aspettava che la serata finisse così, sperava che, dopo la bugia del pomeriggio, Chloé l'avrebbe quantomeno sculacciata severamente, invece dopo tutto quel discorso sulle punizioni la stava liquidando con un quarto d'ora di faccia al muro.
    Era molto delusa, non voleva andarsene.
    - Madame, per la bugia di oggi...
    - Già, la bugia di oggi. Ti anticipo subito che dirmi bugie sarà uno dei motivi più gravi per cui verrai punita, specialmente se riguardano le lezioni di danza.
    Ricordati sempre che il tuo obiettivo principale è diventare una ballerina professionista, qualunque cosa accada non devi mai perderlo di vista.
    Oggi mi hai mentito perché volevi attirare la mia attenzione e farti sculacciare, il risultato è stato perdere un'intera lezione. Questo non deve più accadere.
    Pensi che sia giusto darti quello per cui hai mentito?
    No mia cara, non ti toccherò neppure con un dito e neppure tu lo farai.
    Ti proibisco di masturbarti fino a domani sera e non provare a disubbidirmi!
    Avanti, a letto ora!
    Il tono di Chloé non ammetteva repliche, quindi con un nodo in gola per la delusione e maledicendosi nuovamente per quella stupida bugia, tornò in camera sua.
    Non sapeva spiegarsene il motivo, ma anche in quella delusione, nella privazione della punizione che tanto avrebbe desiderato, nel divieto di masturbarsi, c'era una stato di eccitazione mentale che la pervadeva...
    Faticò molto a prendere sonno senza potersi toccare, ne avrebbe avuto un gran bisogno dopo tutte le emozioni di quella serata, ma non aveva intenzione di trasgredire e alla fine ci riuscì.
    Il mattino dopo, appena sveglia, ricevette un messaggio:
    Buongiorno piccola mia,
    Ecco le regole, o meglio gli obiettivi, che ho stabilito per te:
    - Essere sempre sincera su qualunque cosa faccia, senta, o mi venga chiesta.
    - Evitare di comportarmi male di proposito per ottenere attenzioni.
    - Avere fiducia in me stessa e nelle mie possibilità.
    - Impegnarmi al massimo e con determinazione per raggiungere i miei obiettivi.
    - Mangiare e dormire regolarmente, senza saltare i pasti e seguendo la dieta del nutrizionista.
    - Accettare senza discussioni le punizioni che mi verranno assegnate.
    Riflettici durante la giornata e stasera mi dirai se accetti o se hai dubbi su qualche punto e preferisci discuterne con me.
    Buona giornata.
    Bianca ci pensò su per tutto il giorno: erano regole sensate, anche se non molto semplici da rispettare.
    In particolare avrebbe fatto molta fatica ad essere sempre sincera, era abituata a mentire spesso, soprattutto riguardo alle sue emozioni, perché se ne vergognava.
    Altro aspetto su cui era consapevole di avere grossi problemi era la scarsa autostima, ma proprio per questo era grata alla sua insegnante di averlo posto come obiettivo da raggiungere, forse l'avrebbe aiutata a non sentirsi costantemente un fallimento.
    La sera, al termine della lezione di classico, dopo che tutti gli allievi furono usciti, si fermarono in aula per parlare.
    - Hai riflettuto su quello che ti ho scritto?
    - Sì Madame.
    - E cos'hai deciso? Qualcosa non ti è chiaro o non ti sta bene?
    - No Madame, accetto tutto, però devo dirle che probabilmente la deluderò, perché so già che alcune regole non riuscirò a rispettarle, nonostante il mio impegno.
    - Di questo non devi preoccuparti. Se accetti le regole sarà mio compito trovare il modo di fartele rispettare e vedrai che saprò essere molto convincente.
    Bianca sospirò stringendo forte le cosce, per trattenere il piacere che provava ogni volta che la sentiva pronunciare quel genere di frasi.
    Madame Dubois le rimandò un sorriso maliziosamente sadico: sapeva perfettamente quali corde toccare per eccitare la sua pupilla e non avrebbe perso occasione per farlo.

    Edited by Edy. - 3/9/2022, 07:32
     
    .
  11.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso
    Amministratori

    Group
    Administrator
    Posts
    2,072
    Reputation
    +1,216
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    ❤️
     
    .
  12.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso
    Amministratori

    Group
    Administrator
    Posts
    2,591
    Reputation
    +1,698

    Status
    Anonymous
    Mi piace un sacco... aspetto di leggere il seguito... continua così
     
    .
  13.     +3   Like  
     
    .
    Avatar

    Presente

    Group
    Member
    Posts
    466
    Reputation
    +256

    Status
    Anonymous
    CAPITOLO 4 - INFERNO E PARADISO

    Da quando aveva iniziato il suo percorso di sottomissione, Bianca era molto scrupolosa sul rispetto delle regole ricevute.
    Desiderava con tutte le sue forze essere punita corporalmente, ma aveva imparato per esperienza che con Chloé sarebbe stato controproducente sgarrare di proposito, quindi si guardava bene dal ripetere l'errore.
    Durante il giorno erano semplicemente allieva e insegnante, per non destare sospetti o maldicenze, ma la sera, prima di dormire, si scambiavano conversazioni telefoniche o messaggi, nei quali la ragazza era tenuta a fare il resoconto della giornata e a confessare eventuali trasgressioni, oppure era la maestra stessa a farle notare mancanze e comportamenti inadeguati, che avrebbero richiesto un intervento da parte sua.
    Tuttavia, essendo Bianca piuttosto giudiziosa, non vi erano molti motivi per cui punirla, così Chloé decise di vivacizzare la situazione e di creare alcuni pretesti punitivi, calcando un po' la mano sugli inevitabili errori che commetteva in sala prove.
    Era un periodo decisamente impegnativo, gli allievi si stavano esercitando duramente per imparare una nuova coreografia con alcuni passi molto complessi.
    Chloé correggeva tutti, ma con Bianca era particolarmente severa, le stava addosso in continuazione, rimproverandole ogni minima imperfezione, questo anche per allenare la sua capacità di reagire alle critiche, da sempre molto scarsa.
    In altre circostanze Bianca, data la sua fragilità, avrebbe avuto un crollo emotivo al primo rimprovero, ma conoscendo i motivi per cui Chloé si comportava così, cercava di non scoraggiarsi e di mettere in atto tutte le correzioni ricevute.
    Quel pomeriggio le pirouettes con triplo giro non volevano saperne di riuscirle.
    L'insegnante le aveva chiesto di fermarsi dopo la lezione per provare ancora ed erano rimaste loro due sole.
    - Quante volte devo dirti di non inarcare la schiena! Devi tenere gli addominali e i glutei contratti mentre giri, altrimenti perdi l'equilibrio!
    La rimproverò aspramente, affibbiandole due secchi sculaccioni, uno su ciascuna natica.
    Poi, mettendole una mano sull'addome per mostrarle la posizione corretta, la prese da dietro, attirandola contro il suo corpo.
    Bianca era distrutta dalla fatica, ma ciò non le impedì di provare un fremito di piacere quando sentì la mano severa della maestra sculacciarla e il suo respiro caldo sul collo, mentre la teneva stretta a sé.
    Per un attimo ricordò quel sogno che faceva sempre da piccola, e si sciolse come una candela dimenticata vicino al fuoco.
    Sudata e ansimante , stava provando e riprovando dall'inizio della lezione e non aveva più sensibilità nelle dita dei piedi , rinchiusi da ore nelle punte rigide e strette.
    Chloé sapeva benissimo che in quelle condizioni non sarebbe mai riuscita a fare di meglio e, in qualunque altra circostanza, non l'avrebbe mai preteso, ma in questo caso l'obiettivo da raggiungere era un altro.
    Bianca tentò un'ultima pirouette, ma si sbilanciò al punto che rischiò di cadere.
    - Basta così - le disse Chloé.
    - Non ho intenzione di ripeterti per l'ennesima volta di non buttare fuori il culo, vorrà dire che te lo farò capire in un altro modo.
    Bianca divenne paonazza per l'imbarazzo, non le aveva mai parlato in modo così esplicito.
    - Vai a farti una doccia e a mangiare qualcosa, poi ti aspetto da me.
    Aveva tutti i muscoli contratti, mentre si rilassava sotto la doccia fantasticava su quello che sarebbe successo di lì a poco, l'acqua calda le scivolava dal corpo, mescolandosi ai suoi liquidi sessuali.
    Mangiò qualcosa al volo, la tensione le aveva tolto l'appetito, ma secondo le regole non le era permesso saltare i pasti.
    Raccontò a Lisa che doveva fare una lezione serale supplementare e sgattaiolò verso lo studio di Madame Dubois, con le farfalle nello stomaco.
    - Entra pure Bianca!
    Chloé stava seduta su una sedia posizionata in mezzo alla stanza.
    Bianca rimase in piedi davanti a lei, in silenzio e con gli occhi bassi, in attesa.
    - Non sono per nulla soddisfatta del tuo lavoro di oggi, non ascoltavi le correzioni, sbagliavi in continuazione... così non va bene, devi metterci più impegno!
    Il tono era volutamente esagerato.
    La afferrò per un braccio e se la mise di traverso sulle ginocchia, premendole una mano sul fianco per immobilizzarla.
    La ragazza indossava un paio di corti pantaloncini in cotone leggero, che di solito usava per andare a letto.
    Iniziò a colpirla sopra ai vestiti.
    Colpi leggeri e distanziati, per metterla nel giusto stato d'animo e lasciarle assaporare la situazione.
    - Questo era solo il riscaldamento, ora iniziamo a fare sul serio signorina.
    Le fece sollevare i fianchi e in un solo gesto le calò pantaloni e mutandine, lasciandoglieli alle ginocchia per impedirle di scalciare.
    Si accertò della sua eccitazione sfiorandole i genitali, che trovò già umidi, poi le solleticò per qualche secondo il clitoride, deliziata nel vederla inarcare la schiena per esporlo meglio alle sue carezze.
    Improvvisamente smise di accarezzarla e iniziò a batterle quel culetto tondo e sodo con colpi forti e ravvicinati, per farle capire che non stava affatto scherzando.
    Spiazzata da questo improvviso cambio di ritmo, Bianca tentò inizialmente di sopportare il dolore, stringendo i denti per non lamentarsi e stritolando la gamba della sedia a cui si era disperatamente aggrappata.
    Ma ben presto fu costretta a mettere da parte l'orgoglio.
    Iniziò ad agitarsi e scalciare sulle ginocchia della donna, supplicandola senza ritegno.
    - Ahhh! Ahi!!! Per favore fa troppo male!!! Basta la pregooo!!!
    Chloé ignorava le sue suppliche e continuava a sculacciarla senza pietà.
    Le bloccò dietro la schiena la mano con cui la ragazza aveva tentato di proteggersi dai colpi, e riprese a batterla ancora più energicamente, per punire la sua mancanza di disciplina.
    Non disse una sola parola per tutta la durata della punizione, lasciandola sola in balìa delle sue sensazioni.
    Terminò solo quando vide che Bianca aveva smesso di difendersi, lasciando crollare ogni barriera.
    Ora piangeva calde lacrime, sdraiata sulle ginocchia della sua aguzzina, che le aveva concesso una brevissima pausa.
    - Forza alzati!
    Non penserai di cavartela con così poco, siamo solo all'inizio! - le disse crudelmente.
    Le natiche somigliavano a due ciliegie mature.
    Le ordinò di spogliarsi completamente.
    Per quanto imbarazzata, Bianca non osò opporsi e in pochi istanti i vestiti finirono in un angolo della stanza.
    Posizionò due cuscini sulla seduta della sedia e la fece accomodare, ma girata al contrario, con il petto appoggiato contro lo schienale, le cosce spalancate e il sedere che sporgeva ampiamente dalla seduta.
    - Adesso inarca la schiena e spingi in fuori il culo come hai fatto per tutta la lezione, guai a te se ti vedo perdere la posizione!
    Bianca eseguì gli ordini e sporse ancor più in fuori le natiche, consapevole di offrire uno spettacolo osceno dietro di sè.
    Costretta in quella posa umiliante, la sua intimità era completamente esposta.
    Ubriaca di endorfine, abbracciava mollemente lo schienale di legno, nell'attesa di scoprire quali altre torture vi fossero in serbo per lei.
    Chloé, dal canto suo, l'ammirava estasiata e dovette compiere un grande sforzo di volontà per non sbatterla sul letto e porre fine alle sue pene, saziando quel desiderio che pulsava tra le cosce di entrambe.
    Era troppo presto, prima aveva altre idee in mente.
    Bianca la sentì trafficare e aprire un cassetto del comodino, era curiosissima, ma non osò voltarsi per paura di punizioni supplementari.
    La donna appoggiò sul tavolino alcuni oggetti, davanti allo sguardo apprensivo della giovane.
    Una lunga e robusta paletta rettangolare di legno, due cinghie nere in pelle, un bicchiere pieno d'acqua con qualcosa che galleggiava al suo interno.
    Prese le due cinghie e, inginocchiandosi dietro di lei, legò saldamente le caviglie alle gambe della sedia.
    Poi afferrò il paddle e si diede un paio di colpetti sulla mano per saggiarne la consistenza, lanciandole un'occhiata eloquente.
    Bianca sentì salire l'angoscia, l'idea di essere battuta con quello strumento la eccitava e la terrorizzava al tempo stesso.
    Chloé si posizionò dietro di lei.
    - Sei pronta?
    Ci fu un attimo di esitazione.
    - Non lo so...
    - Questa è una domanda retorica, l'unica risposta che accetto è "Sì, Signora".
    - Sì, Signora.
    - Molto bene. Ricordati che comunque puoi sempre pronunciare la safeword che abbiamo concordato in caso di bisogno.
    Questa precisazione, invece di tranquillizzarla com' era nelle intenzioni di Madame Dubois, ebbe l'effetto di metterla ancor più in agitazione: se le aveva ricordato della safeword significava che aveva intenzione di farle davvero molto male...
    Le appoggiò il paddle sulle natiche protese e offerte al castigo, distribuendo una serie di colpetti leggeri, per aumentare la tensione dell'attesa.
    Era abbastanza lungo da poter colpire comodamente entrambe le natiche di quel culetto piccolo, ma paffuto.
    Scagliò il primo colpo al centro del culo, forte e secco.
    Bianca urlò, non si aspettava un bruciore così intenso.
    Le diede qualche secondo per riprendersi, poi partì un secondo colpo, altrettanto intenso, e gli altri a seguire, cadenzati da alcuni secondi di pausa che le permettevano di riprendere fiato e gestire il dolore, altrimenti insopportabile.
    Non le aveva detto di proposito il numero dei colpi, era la prima volta che usava uno strumento su di lei e voleva studiare la sua resistenza, l'avrebbe semplicemente sculacciata finché l'avesse ritenuto sufficiente per le sue possibilità.
    Bianca non poteva evitare di urlare ad ogni colpo, soprattutto quando il crudele strumento era indirizzato verso la parte bassa dei glutei.
    Questi colpi erano particolarmente brucianti ed era impossibile per lei rimanere ferma.
    Chloé non le dava tregua:
    - Rimettiti subito in posizione o ricominciamo dall'inizio!
    - Per favore, non ne posso più, fa troppo male! - singhiozzò disperata la ragazza.
    - Non farmelo ripetere Bianca!
    E controlla quelle urla, o dovrò metterti un bavaglio!
    La minacce ebbero l'effetto sperato.
    Si riposizionò obbediente e rassegnata al suo destino.
    Abbondanti umori le colavano fra le gambe.
    Chloé riprese a colpire l'attaccatura delle cosce, per mettere alla prova la disciplina della sua allieva, che si sforzava in ogni modo di compiacerla.
    Ad ogni colpo soffocava le grida in fondo alla gola, mordendosi un braccio per non farsi udire.
    Tremava convulsamente, stringendo con forza lo schienale della sedia, ma non si muoveva.
    Tutto questo le costava una fatica immane, ma non avrebbe mai pronunciato la safeword.
    Non voleva deludere la sua maestra, ma soprattutto non voleva perdere la tacita sfida contro se stessa e i suoi limiti.
    Fu Chloé a capire che la ragazza era giunta al limite e non avrebbe potuto sopportare oltre.
    Si fermò, lasciandola libera di godersi la sua vittoria.
    Bianca ansimava molle e sfatta sulla sedia, gli occhi rossi bagnati di lacrime, le pupille dilatate dal piacere che le circolava nelle vene.
    La donna avvicinò il volto al suo, annusando il profumo dei suoi capelli sciolti, e le scoccò un bacio sulla fronte.
    Poi prese il bicchiere che aveva posato sul tavolino e ne estrasse un oggetto giallo, simile a un cuneo arrotondato.
    Si avvicinò alla ragazza per mostrarglielo.
    - Sai cos'è questa?
    Bianca la osservò per qualche istante, poi rispose esitante:
    - Una patata?
    Chloé la guardò con un sorrisetto divertito.
    - È una radice di zenzero, che ho modellato per te a forma di plug.
    Lo zenzero un tempo veniva infilato nell'ano dei cavalli per farli correre più velocemente, a causa del bruciore che provoca.
    Deglutì.
    Le sue guance assunsero lo stesso colore delle natiche.
    - Ora fai la brava e te la tieni nel culetto per venti minuti, poi abbiamo finito.
    Era troppo per lei. Non poteva essere così perversa da lasciarsi infilare quel coso su per il culo.
    - Questo no, per favore...non voglio farlo!
    Scoppiò in un pianto disperato, temeva di averla delusa ancora una volta.
    Chloé rimase ad osservarla in silenzio, lasciandola sfogare.
    Non voleva darlo a vedere, ma era incerta sul da farsi.
    Costringerla se davvero non voleva sarebbe stato controproducente, d'altra parte non voleva assolutamente privarsi della possibilità di giocare con il buchetto posteriore della sua giovane ancella, sarebbe stata una rinuncia troppo grande per lei.
    Tentò di farla ragionare.
    - Spiegami perché non vuoi farlo, cos'è che ti spaventa tanto?
    - Ho paura di non sopportarlo - rispose a voce bassa.
    - Se è questo il problema puoi stare tranquilla, è fastidioso, ma non è nulla in confronto a tutti i colpi che hai ricevuto finora.
    - È che... mi farebbe sentire sporca... solo un deviato mentale può fare certe cose!
    - Ti ringrazio per avermi appena dato della deviata! - ironizzò Chloé.
    - Oh no io non volevo dire questo, davvero! Non mi riferivo a lei, ma a me.
    - Quindi significa che ti piacerebbe, ma non vuoi perché ti senti in colpa, è così?
    Bianca teneva gli occhi bassi, le lacrime continuavano a sgorgare silenziose.
    Chloè aveva centrato il punto.
    - Vuoi sapere una cosa?
    Ho passato metà della mia vita a sentirmi in colpa per la mia sessualità, poi finalmente qualcuno mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto capire che non esiste un modo giusto e uno sbagliato di viverla.
    Puoi avere tutti i limiti che vuoi e decidere che rimangano tali, ma non lasciarti limitare dal senso di colpa, perché lo rimpiangeresti.
    Inizia ad accettarti per quello che sei, a pensare che meriti di essere felice come chiunque altro.
    Bianca ascoltava le sue parole in silenzio, una nuova consapevolezza stava nascendo dentro di lei.
    Non era sola, esisteva qualcuno che provava i suoi stessi desideri e con cui poteva essere se stessa, senza vergognarsi di ciò che sentiva.
    I suoi sensi di colpa iniziavano a sgretolarsi.
    Prese la radice dalle mani di Chloé e se la rigirò per un po' tra le dita:
    - Credo davvero di meritarmela, la prego di punirmi severamente, Madame.
    I suoi occhi brillavano di una nuova luce.
    Chloé rimise in ammollo la radice per qualche secondo, poi si preparò dietro la ragazza, che era rimasta nella stessa posizione, nuda ed esposta.
    - Inserirla sarà fastidioso, ma non posso lubrificarla se vogliamo che faccia il suo dovere.
    Si inginocchiò e prendendola per i fianchi la trascinò indietro, facendo sporgere più in fuori i glutei.
    Separando le natiche con una mano per esporre meglio il suo buchetto vergine, vi appoggiò sopra il piccolo plug speziato e iniziò a esercitare una pressione leggera, ma costante.
    La punta arrotondata della radice iniziò a dilatare lo sfintere stretto, il quale, non essendo abituato ad essere vìolato, opponeva resistenza all'intrusione.
    Quando fu dentro per metà, il dolore divenne troppo forte.
    Istintivamente Bianca si ritrasse, contraendosi e sollevando il sedere dalla sedia, sputando fuori la radice.
    - Rimettiti giù subito! - ordinò severa Chloé.
    - Ma brucia troppo! Per favore voglio smettere! - piagnucolò Bianca.
    Le afferrò una natica affondando le dita nella carne e la costrinse a tornare in posizione.
    Riprese il suo lavoro, ignorando le proteste della ragazza, che teneva gli occhi chiusi e il viso sprofondato tra le braccia conserte.
    La radice era entrata quasi completamente, mancava solo la parte più larga.
    Aumentò la pressione.
    La giovane lanciò un urlo e tentò di alzarsi. La prese saldamente per un fianco, immobilizzandola, e con un rapido gesto deciso gliela spinse dentro tutta, lasciando sporgere solo lo stretto gambo finale che serviva ad estrarla.
    Bianca era sudata e ansimante, più di quanto non fosse dopo una dura lezione di danza.
    Quel dolore acuto si stava attenuando, tirò un sospiro di sollievo.
    Ma solo per un attimo, perché subito un fastidioso bruciore iniziò a farsi sentire, aumentando rapidamente di intensità.
    Si propagava non solo dentro l'ano, ma anche ai genitali, dove tuttavia la sensazione di caldo formicolio non poteva definirsi del tutto sgradevole.
    Le veniva istintivo contrarre il buchetto intorno alla radice per tentare di alleviare il fastidio, ma questo le causava al contrario un bruciore ancor più intenso, poiché il succo urticante dello zenzero veniva rilasciato in maggiore quantità.
    Avrebbe voluto spingerla fuori, ma le minacce della sua maestra le facero subito cambiare idea.
    - Trattienila per venti minuti e vedi di non farla cadere, altrimenti ti frusto fino a riempirti di vesciche! Chiaro?
    Sarebbe stato comunque impossibile perderla, visto che Chloé gliela teneva in posizione, muovendola e ruotandola ogni tanto per aumentare il suo disagio.
    Forse per il calore che sprigionava nelle sue parti intime, quel bruciante supplizio la stava eccitando da morire, se solo si fosse sfiorata il clitoride per qualche istante sarebbe esplosa in un potente orgasmo.
    Dopo venti minuti il fastidio si era decisamente attenuato, quasi non lo percepiva più.
    Chloé afferrò il gambo della radice e tirandolo gliela estrasse con delicatezza, senza farle male.
    Giaceva abbandonata sulla sedia, con gli occhi socchiusi.
    Le slegò le caviglie dalla sedia, la prese in braccio e la adagiò sul letto.
    Bianca la osservò mentre si spogliava davanti a lei.
    Era splendida, con quel fisico slanciato e armonioso, ancora modellato da anni di danza, ma ormai sbocciato e maturo nelle sue forme.
    Si sdraiò insieme a lei e iniziò a coccolarla.
    Le accarezzava con movimenti circolari le spalle, i seni, i glutei e le cosce.
    Bianca era come una bambola di pezza tra le sue mani, si lasciava manovrare senza opporre alcuna resistenza.
    Scese in mezzo alle sue gambe, divaricandogliele.
    Iniziò a baciarle l'interno delle cosce, scendendo fino alle labbra umide.
    Era già estremamente eccitata, appena sentì la lingua calda della sua Signora sfiorarle il clitoride, inarcò istintivamente la schiena, per offrirglielo.
    Temeva che si sarebbe interrotta sul più bello, ma stavolta Chloé non aveva nessuna intenzione di fermarsi, voleva darle piacere fino a vederla sciogliersi davanti a lei.
    Non dovette attendere a lungo: in pochi minuti, violente scosse di piacere percorsero il suo corpo, accompagnate da un lungo gemito gutturale.
    Era la prima volta che raggiungeva l'orgasmo davanti a qualcuno e questo la imbarazzava non poco, ma non poteva in alcun modo controllare le reazioni del suo corpo, né sottrarsi allo sguardo della donna, che si godeva attentamente ogni sua espressione.
    Rimase a osservarla finché le scosse si furono placate, poi le si sdraiò accanto.
    Con una mano scese ad accarezzarle nuovamente le natiche segnate, un dito si addentrò nello spazio tra i due globi e le sfiorò l'anello di carne.
    - Questo buchetto è troppo stretto, dovremo iniziare a dedicargli più attenzioni, da domani ci penserò su. - disse maliziosamente.
    Bianca deglutì al pensiero di quali progetti avesse in serbo per lei la sua Signora.

    Edited by Edy. - 3/9/2022, 07:51
     
    .
  14.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso
    Amministratori

    Group
    Administrator
    Posts
    2,072
    Reputation
    +1,216
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    😍😍
     
    .
  15.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Famoso
    Amministratori

    Group
    Administrator
    Posts
    2,072
    Reputation
    +1,216
    Location
    Emilia Romagna

    Status
    Anonymous
    Pensa che ieri sera non ero riuscita a farmi il mio godino della buonanotte perché avevo avuto una giornata davvero stressante e mi hai sbloccata 🤗
     
    .
143 replies since 1/7/2022, 17:40   7386 views
  Share  
.