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    (titolo)

    L’ebbrezza della fuga prese il cuore di Sophie con la stessa intensità di un dolore e i semplici frutti del giardino le apparivano come i rami dell’albero della cuccagna.

    Ogni morso sapeva di libertà da doveri, responsabilità, imposizioni familiari e lo stesso pericolo corso scendendo dalla finestra al basso tetto e poi al terreno impregnava mele, more, fragole, di un prezioso e indistinto nettare.

    Le due megere fuori dalla mia vista, pensò, con poco rispetto per Adele e Marie, governanti in realtà piuttosto giovani e neppure separate da lei da chissà quanti anni.

    Ah, le preparazioni a questo e a quello. Ah, la necessità di studiare per garantirsi un buon marito, come se non bastassero i soldi della dote! Del resto di giovanotti di buona famiglia ben disposti non ne mancavano certo, e tra un ballo e l’altro prima o poi si sarebbe decisa a scegliere qualcuno cui non importasse quanto bene conoscesse Hugo e Pascal.

    Guardò in basso la gonna, sporca di terra e succhi. Oh, pensò, la cambierò, che importa? Sporcarsi è vita!

    E viva si sentiva, e leggera, mentre tornava verso la sua stanza, volando sulle scarpe d’un bianco ormai lercio....

    Il sorriso di Adele e Marie compitamente in piedi sulla porta, le mani dietro la schiena, la fece fermare di colpo come se avesse sbattuto su di un muro e quel muro le fosse venuto per giunta addosso, tanto da farla inarcare un po’ all’indietro, la fronte ad angolo di 45 gradi con gli occhi sgranati.

    Le uniformi delle due governanti apparivano luminose quasi da essere irreali, nella luce accecante del mattino.

    “Signorina, mi sembrava di averle chiaramente detto” prese a dire Marie “che la mattina deve essere dedicata allo studio. Ho forse dimenticato di dirlo, mia cara Adele?”.

    “No” risponde l’altra con uno squillo di voce che pareva una risatina “sono certa che tu lo abbia detto chiaro e tondo alla nostra signorina, che invece, mi pare, è andata ad inzaccherarsi in giardino ritenendo di non dover chiedere il nostro permesso. Ritengo, visto che le parole non hanno avuto esito, che si debba procedere ad una punizione corporale”.

    La giovane Sophie non era stupida, ma talvolta riteneva che fare il pesce in barile consentisse di trovare facili scappatoie a situazioni difficili, così, fingendosi tonta e adirata ad un tempo, e arretrando piano, sibilò: “se voi due pensate di darmi le sculacciate, vi ricordo che sono adulta e vaccinata, quindi io...”.

    Che Adele e Marie fossero molto più atletiche di lei, oltre che molto più alte e robuste, Sophie lo sapeva, ma non si aspettava che la raggiungessero in cosi poco tempo mentre fuggiva e la portassero con gentile fermezza (una per lato tenendole le braccia a mo’ di carabinieri) nella sua stanza.

    Una volta lì, si trattava di capire come procedere alla promessa punizione.

    “Adele, cara, la signorina si agita davvero troppo. Era prevedibile che non avrebbe accettato dignitosamente di essere punita. Mhmpf (sbuffo per lo sforzo di trattenere la sempre più spaventata Sophie per il braccio)”.

    “Tranquilla, cara” rispose Adele mentre traeva da un cassetto, sotto lo sguardo terrorizzato di Sophie una pesante spazzola di legno “cingi la signorina da dietro con un braccio e siediti sulla poltroncina”.

    Marie, ben più alta e forte della sua vittima, fece come diceva la sua compagna senza grandi difficoltà.

    “Bene, ora con il braccio libero alzale le gambe”. Questa operazione fu meno facile, dato che la disgraziata prese a scalciare protestando ad alta voce la sua contrarietà: “ferme, fermee. Non voglio, non sono mai stata punita in questa casa, come ve lo devo dire, ferme! Che fai, così mi si vede TUTTO!”.

    In effetti, aveva afferrato saldamente e insieme le gambe della giovane da sotto la gonna, che ora non copriva più né le nudità né le graziose mutandine rosa. Ella si trovò così con le ginocchia contro il petto, saldamente tenuto dal possente braccio di Marie,e con una vergognosa sensazione di nudità.

    “No, cara” Adele velocemente rimosse le mutandine rose ora lodate alzandole verso le ginocchia di Sophie “ORA, si vede tutto. La prego però di non lamentarsi, dovevo scoprile il sedere sia per regolare meglio il dolore che ora sta per provare, sia per controllare che la spazzola non le provochi ferite”. “FERITE? Ma cosa hai intenzione di fare? Lasciami tu, maledetta strega”. “Ho intenzione di procedere alla sua punizione, signorina. È ben vero che avrei preferito procedere mentre lei era dignitosamente piegata sullo scrittoio, o al massimo mentre era sulle mie ginocchia come una bambina – poco consono alla sua età, ma più confortante per lei – però il suo comportamento non mi ha dato altra scelta, quindi non protesti se deve mostrarmi la sua intimità. Ora Marie tienila ferma, procedo”.

    Le ulteriori proteste di Sophie furono soffocate dal suo bisogno di urlare, una volta che Adele, postasi a fianco della collega, cominciò a dare colpi con la parte posteriore della spazzola al suo sedere.

    La ragazza non aveva mai provato un dolore simile. I muscoli e la pelle, tesi a causa della posizione, sembravano volersi strappare a ogni colpo che Adele non risparmiava, andando a percuotere la parte del culetto vicina alle cosce, giusto ai lati del sesso, alternando l’uno e l’altro gluteo. A ogni colpo alzava un po’ di più il braccio e aumentava l’intensità, facendo impazzire di dolore Sophie che ormai gridava priva di ogni dignità: “Basta, basta vi prego, Marie e Adele, farò la brava, farò quello che mi dite. Ve lo giuro, non ce la faccio più, basta, per pietà!”.

    Pur pietosa per antica indole, Adele ritenne di dover proseguire la punizione con ben assestati colpi di spazzola per altri cinque minuti buoni, fino a vedere la pelle della ragazza tendere a un rosso acceso, garanzia di memoria del dolore a lungo termine, che avrebbe ancora sentito specialmente nei giorni successivi seduta sui duri banchi della chiesa.

    “Bene, è sufficiente. Ha imparato la lezione, signorina?”

    La risposta fu un breve cenno del capo,tra i singhiozzi.

    “Brava, ora si stenda sul letto, vado a prendere la crema lenitiva. Dovrà rimanere ferma per almeno due ore. Ah, e ovviamente durante queste due ore studierà un po’ di letteratura francese. Obiezioni?”.

    “No...”
     
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    Bello!!!
     
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1 replies since 2/3/2023, 22:48   193 views
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