Lacci & Sculacciate

Votes taken by Nena-

  1. .
    Oed io per esperienza personale mi sono trovata male al munch della mia città perché purtroppo è stato come ha detto wilta, gruppetti di 3 4 persone che si conoscevano che non sono stati inclusivi. Per fortuna non ero l’unica neofita dei munch e mi sono salvata la serata con gli altri due neofiti altrimenti sarebbe stato come dice wilda; un fantasma. Ma come dicevo nel mio commento di ieri sta tutto agli organizzatori a fare gruppo e far sentire i benvenuti i nuovi , nel mio caso sono stati i primi a farsi gli affari loro e quindi non rendere piacevole l’ingresso.
    Sono andata poi in un altra città e la cosa è stata diversa; gli organizzatori sono stati inclusivi.
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    Bravo! Mi piace come prosegue
  3. .
    Si l’hanno usato su di me.

    Hai mai usato attivamente o passivamente la cera?
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    no mai

    hai mai pensato di smettere?
  5. .
    In che senso esempio?
    Spanking gdr sono punizioni descritte immedesimandosi con la testa , si descrivono sculacciate e punizioni (come un racconto), ci si immedesima ma solo mentalmente. Nella testa il culo è bollente e dolorante come se fosse vero.
    Punizioni reali non spanking? Beh corner, scritte…..
  6. .
    Buongiorno
    Per quanto mi riguarda io vedo questo gioco come gdr dietro a un monitor e quindi preferirei delle punizioni gdr. Non faccio foto al mio corpo per dimostraste qualcosa, io non faccio autospanking. Le punizioni per quanto mi riguarda dovrebbero essere castighi (se le volete reali) e scritte immedesimandosi nella situazione dello spanking
  7. .
    Non è un esperienza che mi intriga, quindi faccio fatica ad immedesimarmi.

    Prof, io andando avanti con il libro che ci ha detto di leggere. Sto facendo un po' di fatica devo ammettere. Non riesco a trovarci un filo logico che mi faccia rimanere attenta nella lettura.
  8. .
    Ore 22:30
    <<vado a letto presto stasera!>>
    <<stanca?>>
    <<no, ho un po’ di febbre e mal di gola!>>
    <<un po’ quanta?>>
    <<non tanta, 37 e spicci.>>
    <<spicci? Quanti spicci?>>
    <<37,9>>
    <<praticamente 38. Prendi qualcosa ciccia prima di andare a letto.>>
    <<ok capo. Buona notte>>
    <<buona notte e riguardati mi raccomando. Domani dimmi come stai.>>
    …una notte di sonno profondo…
    ----
    Ore 10
    <<buongiorno, come stai?>>
    <<bene dai, niente febbre stamattina>>
    <<non dirmi che sei al lavoro.>>
    <<ok non te lo dico. :-P>>
    <<ma che cavoli! Cosa devo fare con te?>>
    <<coccolarmi di più. Su non ti arrabbiare, ti vengono le rughe>>
    <<non mi arrabbio tranquilla, tu sai…>>
    Smetto di rispondere in maniera furba e cerco di chiudere il confronto.
    <<se stasera ho la febbre domani non vengo al lavoro. Promesso.>>
    <<vediamo!>>
    ----
    Ore 19
    <<ciao>>
    <<ciao, provata la febbre?>>
    <<non ancora!>>
    <<e che aspetti?>>
    <<che tu me lo ordini ovviamente.>>
    <<fila!>>
    …5 minuti dopo…
    <<36,5… visto che non è nulla?>>
    <<bene>>
    <<questa volta mi sono salvata dai! :-)>>
    <<non so se sei salva, e la gola?>>
    <<mi da fastidio ma passerà anche questa...>>

    Tre giorni dopo rientro a casa che sono cotta, è qualche notte che dormo poco perché lavoro fino a tardi e perché il mal di gola si è trasformato in tosse.
    Stasera non posso andare a letto presto perché ho un impegno importante e non voglio certo rinunciarci.
    Il campanello suona e corro ad aprire, mi sento come una bambina che non vede di ritornare tra le braccia amorevoli di mamma e papa.
    Quando entra mi fiondo tra le sue braccia, appoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi per odorare il suo profumo, per sentire il suo cuore e cerco un po’ di attenzioni. E’ più di un mese che siamo distanti e mi manca tutto di lei, i suoi sorrisi, i suoi brontolii, i suoi scherzi o battute, le sue sculacciate… si esatto le sue sculacciate. Non importa se sono dovute a un castigo, a un premio, a un gioco, a una condivisione, io ho bisogno di condividere questa cosa con lei e mi serve per sentirmi leggera.
    Mettiamo a tavola la cena e mangiamo con calma, chiacchieriamo a lungo del più e del meno, io tossisco mentre parlo.
    Mentre parliamo vedo nel suo viso un espressione particolare che conosco bene e così con il passare del tempo mi si spegne l’euforia dovuta all’incontro e inizio a chiudermi dentro a dei brevi silenzi, mi mordo le labbra per nascondere il mio senso di colpa di essermi un po’ trascurata (di nuovo).
    Mentre lavo i piatti lei mi viene dietro, infila le dita dentro all’elastico dei pantaloni e li fa scendere, non provo a bloccarla, so che sarebbe inutile e in fondo non la voglio certo fermare.
    Me li toglie del tutto e dopo un attimo anche gli slip finiscono alle caviglie e poi fuori dai piedi. Mi aiuta a sfilare la maglia.
    “Bene… ora si che mi piaci, la mia sguattera, è così che voglio vederti quando fai i piatti.”
    Non la guardo, faccio finta di nulla, continuo nel mio breve lavoro con un piccolo sorriso sul viso.
    Appena ho finito mi giro e la guardo in faccia, le sorrido, ricevo un bacio sulla guancia prima di essere presa per mano ed essere accompagnata in camera.
    Una scossa gira per tutto il mio corpo, mi lascia piccoli brividi, sensazioni di bagnato tra le gambe, salivazione a zero.
    Mi ritrovo in un angolo ad ascoltare la sua ramanzina, una lavata di testa condita da qualche sculaccione volante che mette i punti e virgola tra le varie affermazioni. Io ad ogni sculaccione scatto come se non me li aspettassi, spingo il bacino in avanti per attutire i colpi per non provare troppo bruciore.
    La predica è durata parecchio, ho le braccia ferme sulla testa che iniziano ad essere pesanti, le gambe che fanno un leggero movimento per cambiare peso.
    Le sue braccia si infilano davanti come volermi abbracciare, io voglio credere che stia per farlo quando le sue mani si impossessano dei miei capezzoli e li stringono forte, per attirare completamente la mia attenzione.
    Vorrei tirargliele via ma non lo faccio, non posso negarle nulla, non posso e non voglio sfuggire dal suo castigo. Qualche Ahiaaa mi escono dalla bocca, non riesco a nascondere che mi fa male, sono orgogliosa e di solito faccio del mio meglio per evitare di farle vedere che sta vincendo ma i capezzoli sono il mio tallone di Achille.
    Gioca a lungo con il mio seno, tirando, stringendo, mollando e riprendendo, si ordina di non muovermi e lasciare che lei faccia ciò che vuole, io sono sua stasera e per questo può fare tutto ciò che vuole di me.
    Ho un paio di lacrime che scendono sul viso, la mia voce inizia ad essere rotta dal dolore, le chiedo scusa, le chiedo pietà. Quando smette il mio seno è indolenzito, tiro un sospiro di sollievo quando mi prende per i capelli e mi tira verso il letto, appena vicino al letto mi sento spingere convintamente e cado avanti sul materasso come un sacco di patate.
    “Sai che fare!”
    Mi metto bene, sdraiata con un cuscino stretto tra le mani sotto il viso. La danza sta per iniziare e finalmente io sono parte di lei e lei è parte di me. Spesso mi piace pensarci una cosa sola in questi momenti, lei sa benissimo che cosa io provo mentre mi punisce e per questo la sento dentro la mia testa mentre mi punisce.
    La cinta di cuio è la sua prima scelta, i colpi scendono senza sosta, mi scaldano le carni, mi bruciano le natiche, mi surriscaldano il cervello, mi annegano le cosce.
    Una lunga serie di colpi di quella striscia di cuoio mi toglie il respiro, mi fa impazzire il cuore, lei a tratti mi rimprovera, la sua voce è dura, non le piace quando mi trascuro e ancora di più quando lo faccio nonostante lei me lo raccomandi.
    Il sedere brucia un sacco, io salto insieme alla cinta, comincio a piagnucolare che mi dispiace, che sarò più brava, per un momento mi giro verso di lei e cerco un contatto visivo, quando lo faccio lei sa… lei mi capisce al volo… lei sa che ho bisogno di sentire il suo tocco, il contatto della sua pelle. Lei sa leggermi dentro attraverso i miei occhi e io quando mi accorgo che lo sta facendo mi nascondo, affondo il viso nel cuscino per negarle la lettura troppo profonda.
    La cintura cade a terra, il materasso si abbassa sotto il suo peso, un bacio sulla mia testa e un po’ di scompigliate di capelli mi danno le sensazioni che cercavo, faccio respiri profondi.
    Mi prende il viso con forza e me lo fa girare verso di lei, la guarda dal basso all’alto, con uno sguardo da cane bastonato.
    “E’ chiaro che non devi andare al lavoro se stai male?”
    “Shi”
    “E’ chiaro che devi prendere le medicine se stai male?”
    “Shi”
    “E’ chiaro che questo corpo deve restare in salute?”
    “Mmmhhhh”
    “MMhhh… che vuol dire?”
    Esce un attimo il mio lato brat “Se lo avessi fatto tu non saresti qui ora… e io non avrei il culetto caldo!”
    Lei non sa se ridere o arrabbiarsi, lo si capisce dagli angoli della sua bocca che tentano di alzarsi.
    “Ah… è così?”
    Si mette comoda con la schiena appoggiata sullo schienale e con un gesto che non ammette repliche mi inviata ad accomodarmi di traverso sulle sue ginocchia.
    Mi sdraio senza farmelo ripetere, è la cosa più bella che poteva scegliere di fare in questo momento.
    Metto una mano dietro la schiena per farmela afferrare, quando lei me la stringe sento una connessione strana, importante. Mi piace paragonare questa cosa all’unione che si vede in Avatar tra i giganti blu e l’albero.
    Le sculacciate cominciano e inizia la nostra rumba, non è una punizione, non ci sono rimproveri, non ci sono raccomandazioni, c’è solo un piacevole silenzio di sculacciate. Scalcio leggermente, la sua mano ogni tanto smette di colpire e si infila tra le mie gambe per aiutare il lago a rompere la diga.
    Quando smette definitivamente di sculacciarmi mi sfilo da sopra le sue gambe, lei scende con il bacino per arrivare a sdraiarsi, appena la vedo nella giusta posizione mi appiccico a lei con la testa sopra la sua spalla e con gli occhi chiusi ascolto il suo respiro, lei mi parla con voce poco più che sussurrata e mi accarezza dolcemente.
    Le sono grata, mi fa stare bene quando si occupa di me, so che a volte la faccio arrabbiare ma in fondo se non lo facessi lei si sentirebbe inutile.
  9. .
    benvenuto Sicili88
  10. .
    Ciao Lumasoc, grazie dell’annuncio. Qualche volta potresti postare qui nel post un vecchio disegno quando dichiari i nuovi così dai contenuti al forum e attiri la gente a venire da te.
    Inoltre puoi continuare a scrivere su questo post le prossime volte e non aprine uno ogni volta? Grazie
  11. .
    Buon giorno professore . Mi scuso per le assenze ma io purtroppo non ho tutta questa libertà di movimento e ci sono quindi delle settimane in cui non ho modo di partecipare. Farò del mio meglio nelle prossime lezioni ma non posso garantire nulla.
  12. .
    Credo che capiti a tutti di sentirsi sbagliati davanti a delle necessità o a dei desideri che dalla maggior parte delle persone è considerata una cosa anomale, ti crescono con delle concezioni e delle convinzioni circa il cosa sia normale e cosa no.
    Si nasconde di guardare i film porno, immaginiamoci se non si nasconde di amare lo spanking, il ddlg, il bdsm.
    Con le persone che mi circondano questa cosa la nascondo perché so che potrebbe risultare una cosa sbagliata, lo faccio per non sentirmi sbagliata.
    Con le poche persone che sanno di questa mia necessità le cose vanno nettamente meglio e spesso capita di parlare solo di questa cosa, lo si fa perché per qualche attimo non ci si nega il nostro essere
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    CITAZIONE (Lady Incubus @ 7/1/2024, 16:34) 
    Scrivo per non dimenticare.

    Scrivendo quello che provo per me è un modo per andare oltre.
    Sono una persona emotiva e spesso mi capita di entrare in un sorta di loop emozionale e di perdere le mie priorità. Scrivendole mi alleggerisce la mente e il mio spirito riesce ad rielaborare ciò che mi accade o accaduto. Negli scritti pubblicati, talvolta le persone che leggono mi danno un punto di vista diverso da quello che vedo io. rivalutando tutto il panorama emotivo in gioco.

    In questo ultimo scritto, descrivo quello che sta accadendo in questi ultimi 6 mesi con le due persone a cui appartengono. Non è colpa di nessuno. Ma la vita e la frenesia ci stanno allontanando. e non riesco a capire più il giusto e il sbagliato dove stiano di casa.
    Non ci sono intenzioni da nessuna delle parti a tagliare il Cordone che mi lega a loro. A loro sono molto legata. Ma il silenzio fa male e da qualche parte lo devo esternare.

    Se ho dato fastidio chiedo scusa. Non era mia intenzione rattristire nessuno. Buon anno a tutti.

    Non devi chiedere scusa a nessuno. Questo forum è nato anche per questi sfoghi tranquilla.
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    Black ma stare zitta no?
    Questo ci riempie di video se continui
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    Buonasera professoressa.
    Questa settimana non sono stata benissimo e non sono riuscita a leggere il libro.
    Se riterrà punirmi lo capirò e farò del mio meglio per fare ciò che mi dice.
    Se mi dà un paio di giorni leggerò il capitolo che aveva dato.
    Mi scusi
1040 replies since 16/12/2019
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