| Dopo la cena da amici rincasarono. Una notte di freddo pungente, ma cosa aspettarsi di diverso? Era pur sempre la vigilia di Natale. Chiusa la porta dell’ingresso c’era l’albero di Natale ad attenderli, che avevano lasciato acceso, con alcuni pacchetti alla sua base. Si tolsero i cappotti e rimasero in piedi vicino all’albero, per ristabilire la loro intimità dopo quell’appuntamento “social”. Lei gli mise le braccia sulle spalle, abbracciandolo… lui le posò le mani sui fianchi: “Uff, finalmente a casa” disse lei. E l’aiutò a togliere il pesante maglione e la camicia, godendosi la vista di lui a torso nudo. Dopo qualche istante si abbassò e prese una scatolina nera di forma quadrata da sotto l’albero, con sopra un bel fiocco rosso. La porse a lui sorridendo e dicendogli: “Ecco a te, amore, Buon Natale” “Per me? Grazieee” rispose lui e si apprestò ad aprire il regalo appena ricevuto. Tolto il nastro rosso, aprì la scatolina e vide una bella cinta nera da uomo di cuoio nero, ben arrotolata, che risaltava sul fondo bianco della scatola. Non aveva grandi aspettative su cosa avrebbe ricevuto, ma la sua espressione non nascondeva una certa delusione: “Uh, grazie…una cinta” disse con tono sarcastico. “Che c’è, non ti piace?” Chiese lei, prendendo la scatola con una mano. Mise l’altra mano tra i capelli di lui, accarezzandoli, per poi passare sulla spalla e iniziando a spingere sulla spalla di lui, accompagnandolo nell’abbassarsi fino a farlo inginocchiare. Lui non oppose grande resistenza, da quella posizione si godeva le forme del corpo di lei fasciato da quel tubino nero che le stava così bene. “Ma nooo, è che…” provò a dire lui, ma lei lo interruppe con un: “Oooh, bravo, così” disse lei; estrasse la cinta dalla scatola ed il cartoncino bianco che a lui sembrò essere il fondo della scatola. Fece un giro con la cinta attorno al collo di lui e passò un capo della cinta dentro la fibbia cromata, creando un perfetto guinzaglio, poi disse: “Su, andiamo”. A lui la situazione stava iniziando a piacere e la seguì a 4 zampe sorridendo e guardandola dal basso camminare, mentre veniva delicatamente tirato da quel guinzaglio saldamente tenuto nella mano di lei. Arrivarono in camera, al fondo del letto e lei lo aiutò a salire sul letto, dicendo: “Resta così, a 4 zampe”. Lui non capiva dove lei volesse andare, ma ubbidì. Lei si avvicinò al comodino e dal primo cassetto tirò fuori un paio di manette luccicanti; lui pensò che la cosa si stesse facendo sempre più interessante. Tornò alle sue spalle, poggiò l’estremità del “guinzaglio” sul letto, prese un polso di lui e portandolo dietro la sua schiena lo ammanettò; poi accompagnò la sua testa sul letto e fece lo stesso con l’altro polso. Lui ora si trovava in ginocchio sul letto, con la testa poggiata sul materasso e le mani ammanettate dietro la schiena. Lei, dopo averlo guardato qualche istante sorridendo, esclamò compiaciuta: “Oooh, così è perfetto” e lasciò cadere il cartoncino bianco sul letto, di fianco al volto di lui… che lo guardò non riuscendo a capire. Allora lei lo prese con la mano e lo girò dall’altro lato, inclinandolo in modo che lui potesse leggerlo. C’era scritto solo un numero: 100. Nella mente di lui, tutto assunse un significato più chiaro, mentre lei gli sbottonava i pantaloni e li abbassava assieme ai boxer natalizi che indossava per l’occasione. Gli carezzò delicatamente il sedere e prese la cinta ancora girata attorno al suo collo… la mise doppia tenendo in mano la fibbia e l’estremità opposta, poi disse divertita: “Conta… e mi raccomando, non perdere il conto o ricomincerò da capo”. Lui fu attraversato da brividi, capì che non scherzava e si concentrò. Lei iniziò ad abbattere quella cinghia nuova sulle sue natiche, in modo cadenzato, regolare. A lui quei primi colpi sembravano abbastanza sopportabili, anche perché più concentrato sul contare che sul sentire. Ad un certo punto lei si fermò e carezzandogli il sedere che iniziava ad essere caldo chiese: “Allora? A quanto siamo arrivati?” “35, amore” “OOh, molto bravo” rispose lei sorridendo soddisfatta. Smise di accarezzarlo e riprese, mentre lui contava con la voce soffocata perché aveva la faccia schiacciata sul materasso, almeno in parte. I colpi continuarono con la stessa cadenza di prima, ma decisi e ben assestati, mentre le sue chiappe diventavano sempre più rosse, calde e doloranti. La pronuncia del numero dei colpi diveniva via via meno chiara, perché mischiata a gemiti e lamenti. Arrivata a 90, lei si fermò nuovamente, mentre il respiro di lui si era fatto affannoso ed il plaid sotto il suo viso era bagnato da qualche lacrima. Dopo alcuni secondi di tregua, in cui lui sembrò tranquillizzarsi, lei disse con tono dolce: “Su, abbiamo quasi finito, sei pronto?” Dopo un sospiro, lui rispose: “Sì, amore”. Gli ultimi 10 colpi furono molto intensi, lui gemette ad ognuno di essi, soffocando il grido che voleva emettere premendo il viso sul letto e contando il colpo dopo un istante. Arrivata a 100, lei lasciò cadere la cinghia sul letto ed iniziò a tranquillizzarlo carezzandogli dolcemente la schiena. Lo aiutò ad alzarsi sulle ginocchia e successivamente ad indietreggiare, facendolo scendere dal letto; si accertò che lui rimanesse in ginocchio. Teneva una mano tra i suoi capelli e gli carezzava dolcemente la testa, mentre lui la guardava dal basso. Lei gli regalò uno splendido sorriso e si sedette sul bordo del letto davanti a lui, mentre lui era ancora in ginocchio e ammanettato. Con la mano libera si sollevò il tubino, e si scostò di lato le stupende mutandine di pizzo nere che indossava. Iniziò a stringere i capelli di lui, i suoi occhi si riaccesero di voglia e disse: “Forza, ora fammi il tuo regalo!” tirandolo per i capelli fino ad accompagnare la testa di lui tra le sue gambe aperte. Lui non se lo fece ripetere, si dedicò a lei con la lingua, avidamente… e con il culo in fiamme, tra il rosso ed il violaceo… le regalò uno dei più begli orgasmi mai provati. Quando lei smise di contorcersi e gemere di piacere, lui poggiò la testa su una delle sue cosce aperte e, guardandola così, splendida com’era ai suoi occhi, le disse: “Buon Natale, amore” |
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