Quattro storie minime

- puri dialoghi, a botte e risposta

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    UN AFFARE DI FAMIGLIA



    “Cos’è questo?”
    “Mamma! Hai frugato nella mia borsetta!”
    “Si è ribaltata e questo è rotolato fuori. Allora?”
    “Ehm, penso che si veda.. è uno spinello. Me l’ha regalato un ragazzo che..”
    “Non voglio sentire storie! Tu queste cose non le devi neanche avvicinare, meno che mai portartele dietro! Vieni qua!”
    “Mamma, no, ti prego! Ahi!”
    “Mi pregherai dopo, quando ti avrò fatto il culetto rosso!”
    “Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!”
    “E adesso, giù le mutandine!”
    “Ahi! No, ti prego! Ahi! Va bene, le calo.. Ahi!”
    “Cosa succede qui?”
    “Ahi! Papà, ti prego, falla smettere! Ahi!”
    “Cos’ha combinato stavolta?”
    “Guarda tu, cos’aveva in borsetta, è sul tavolo”
    “Ah è così? Quando ha finito la mamma vieni su che finisco di dartele io!”
    “Hai sentito? Rispondi, sciagurata!”
    “Ahi! Ho capito, Ahi! Dopo passo nel tuo studio, Ahi!”
    “Bene, allora solo altri venti, conta!”
    “Ahi! Uno, Ahi! Due, Ahi! Tre, .. ... ..Ahi! Diciannove, Ahi! Venti!”
    “Adesso alzati e vai da tuo padre che ti sta aspettando”
    “Vado .. snif..”
    “Papà, è permesso?”
    “Entra e chiudi la porta; mettiti contro la poltrona”
    “Ne ho già prese tante, non puoi..”
    “Muoviti! e spogliati il culetto”
    “Ecco.. NO, papà, non con la cintura!”
    “Sì.”
    “Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Mi brucia tanto, Ahi!”
    “Potevi fare a meno di cercarti quelle porcherie!”
    “Ahi! Ahi! Ahi! Lo giuro, Ahi! Non lo faccio più! Ahi!”
    “Conosco i tuoi giuramenti.. mi fido solo della deterrenza di trovarsi con un culetto a stelle e strisce”
    “Ahi! Ahi! Ahi!.. … ..Ahi!”
    “Bene, ora rivestiti e vai in castigo in camera tua”
    “..snif.. sì, grazie papà”
    “Ehi sorellina, perché piagnucoli?”
    “La mamma mi ha sculacciato, e poi anche il babbo”
    “Cosa avevi fatto di tanto grave?”
    “Mi hanno trovato una canna nella borsetta”
    “Scherzi? Ma allora le prenderai anche da me! Vieni in camera mia”
    “No, lasciami, ne ho già prese tante..”
    “E ne prenderai ancora di più! Giù sulle mie ginocchia”
    “Ahi! Ahi!”
    “Vediamo il culetto.. eh sì, è bello rosso: bene, le sentirai meglio”
    “Ahi! Ahi! Ahi! Basta, brucia, brucia!”
    “Cosa sono queste grida? Oh.. perché stai sculacciando nostra sorella?”
    “Diglielo”
    “Ahi! Avevo.. snif.. una canna Ahi! Nella borsetta! Ahi!”
    “Sul serio? Allora mi sembra il minimo! Fratellone, lasciamene un po’ per me”
    “D’accordo, ancora un quattro e te la passo”
    “Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!”
    “Bene, tirati su che ci scambiamo di posto..”
    “Ecco, rimettiti giù”
    “Ahi! Ahi! Ahi! Pietà! Ahi!”
    “Avrò pietà, te ne darò uno di meno di nostro fratello.. tu quante glie ne hai date?”
    “Circa una cinquantina”
    “Bene, allora solo quarantanove.. comincia a contare”
    “Ahi! Uno, Ahi! Due, Ahi! Tre.. ... ..Ahi! Quarantotto, Ahi! Quarantanove! Basta! Finito!”
    “Sei pentita?”
    “Sì Sì Sì pentitissima non succederà più”
    “Sicura che non ne vuoi ancora uno?”
    “Sicuriss.. AHI! Sì, ne voglio ancora uno, uno a testa”
    “Con piacere” “Con piacere”
    “Ahi! Ahi!”
    “Che dici, la lasciamo andare?”
    “Per stavolta.. Su, sorellina, la tua camera ti attende”

    Più tardi: “Non male”, pensò, distesa sul letto, una mano sul sedere bollente e l’altra sul clitoride; “Per la prossima settimana devo pensare a qualcosa di diverso. Magari se ci fosse anche lo zio..”


    _________________

    ESTATE IN MONTAGNA


    “Mamma, mamma! Aiuto! Carlo mi vuole sculacciare!”
    “Fermi lì.. perché vuoi fare questo a tua cugina?”
    “Mi ha sgambettato per farmi cadere in un cespuglio di ortiche! Guarda qua, zia!”
    “Vedo.. è vero quello che dice?”
    “Ehm, sì, ma era per gioco, ci correvamo dietro..”
    “E tu l’hai spinto tra le ortiche”
    “Ehm, sì, ma..”
    “Allora te le meriti, lascia che ti sculacci”
    “COSA?”
    “In realtà dovrei farlo io, ma se smetto di mescolare stasera mangiamo carbonella. E adesso andate e sistemate la questione tra di voi”
    “Oh.. come vuoi. Va bene, andiamo”

    “Hai sentito cos’ha detto?”
    “Ahi! Aspetta, se devi sculacciarmi facciamolo come si deve.. Ahi! Smettila, andiamo nello scantinato”

    “Eccoci. Chiudi a chiave la porta, io metto su un po’ di musica”
    “Fatto, è chiusa. Propongo la Sagra della primavera di Stravinsky”
    “Per il sacrificio della vergine, dici? Va bene, adesso siediti lì”
    “Io avevo pensato ai colpi di tamburo. Sono pronto; non ti tiri giù i jeans?”
    “Ecco: sono a tua disposizione”
    “Allora cominciamo.”
    “Aw, Aw, Aw, Aw, Aw, Aw, Aw,...
    “Come va?”
    “Non mi fai male per niente.. AHI! Adesso sì.. AW! AW! AW!..”
    “Tua mamma te le dà così?”
    “Aw! Sì, quando succede.. Aw! Me le dà a questo modo Aw! “
    “E quante te ne dà?”
    “Aw! Dipende da cosa ho combinato.. Aw! Non le ho mai contate.. Aw! ma dice sempre che non smette Aw! fino a quando non ho Il culetto bello rosso Aw!“
    “Quindi dovrò dartele fino a stanotte, visto che il tuo culetto è nascosto dalle mutandine”
    “Aw! Non mi toglierò le mutandine, Aw!“
    “E quindi, devo farlo io.. voilà”
    “Che hai fatto? Vergognati! Aw!“
    “Chi di noi due dovrebbe vergognarsi, in questo momento?”
    “Aw! Sì dovrei vergognarmi.. Aw! Star qui a offrirti il culetto nudo.. Aw! E’ rosso, almeno? Aw!”
    “Noo, ha appena preso un po’ di colore, saprò io quando smettere. Ma sei tu che te le sei cercate, dovresti ringraziarmi per il lavoro che faccio”
    “Aw! Hai ragione, sono stata Aw! una stronza e quindi Aw! me le merito tutte, Aw! e ti ringrazio, Aw! per tutta la fatica Aw! che stai facendo, Aw!“
    “E quindi, se mi farai ancora dispetti..”
    “Aw! Sarò io stessa, Aw! a stendermi sulle tue ginocchia, Aw! e a pregarti di sculacciarmi, Aw! Aw! Aw! Ma adesso mi sta bruciando veramente, Aw! non credi di avermene Aw! date abbastanza? Aw!“
    “Ci siamo quasi, solo qua sotto è ancora un po’ pallido, ti va bene se te ne do ancora qualcuna?”
    “Va bene, Aw! L’uniformità è importante, Aw! “
    “Allora ringraziami”
    “Aw! Grazie, Aw! Grazie, Aw! Non so come farei.. Aw! senza il tuo aiuto, Aw!”
    “Bene, per adesso può bastare. Puoi rivestirti”
    “Grazie padrone”

    “Bene,” pensò lei rimettendosi in piedi, “direi che sono finalmente riuscita a risvegliare il mortodisonno”, e di questo trovò conferma da un’occhiata di sguincio alla protuberanza dei suoi pantaloni. “Per oggi che si maceri da solo, domani altro dispetto e altra sculacciata, e alla fine sarà lui a chiedermi di fargli un pompino.. il mese che resta di vacanza si preannuncia interessante”

    _________________

    GRAZIE ZIA


    “Zia, sei stata veramente gentile a offriti di ospitarmi per il mese di stage”
    “Ma figurati.. so quanto costa affittare una stanza in una città come questa; e poi, con le mie figlie all’estero, mi sentivo sola in una casa così grande”
    “Comunque, troverò il modo di sdebitarmi”
    “Non hai nessun debito con me; l’unica cosa che ti chiedo è di non lasciare le tue cose in disordine, tua madre ti avrà detto che sono un po’ fissata sull’argomento”
    “Mi ha fatta una testa così.. Non preoccuparti, sarò ordinata come un ragioniere del catasto”
    “Non ne dubito, anche perché se combini qualcosa ti prendi una sculacciata che ti fa passare la voglia”
    “Pensi di sculacciarmi? Veramente?”
    “Certo che sì; ti sembra così strano?”
    “Non lo so.. non sono mai stata sculacciata”
    “Davvero? E come ti puniscono i tuoi genitori? O sei tanto brava da non meritarle mai?”
    “Questo no, ma le punizioni consistono sempre in prediche interminabili.. a volte avrei preferito una bella sculacciata, ma non è mai successo”
    “Bene, allora sei arrivata nel posto giusto. Vieni qui che ti faccio capire cosa si prova”
    “Ma zia, non ho fatto ancora niente, cosa fai? Aw!, aw! aw!”
    “Te l’ho detto, è per mostrarti cosa succede se mi fai arrabbiare”
    “Aw, aw, aw, hi hi, aw, hi hi hi, aw”
    “Trovi la cosa divertente?”
    “Aw, no, è che aw! mi vengono in mente aw! dei vecchi fumetti dove i ragazzini aw! le prendono in questo modo, aw! riversi sulle ginocchia aw! degli adulti, aw!”
    “Eh sì, una volta c’era più saggezza. Ti brucia il culetto?”
    “Aw! No, non molto, aw!”
    “Ci credo: ti sto dando una passatina leggera; Se combini qualcosa avrai molto meno da ridere. Bene, basta così, adesso alzati, puoi andare a disfare i tuoi bagagli”
    “Grazie, zia”

    “Cosa sono queste?”
    “Oh grazie, zia, non riuscivo a trovare i miei slip da nessuna parte; dov’erano?”
    “Erano SUL DIVANO! Se fosse entrato qualcuno, cosa avrebbe pensato di una casa con mutande sparse dappertutto? E sei qui da soli due giorni!”
    “Beh, scusa, starò più attenta”
    “Lo so, che starai più attenta, perché te lo farò ricordare io! Vieni qui”
    “Ma zia, dai, sul serio? Solo per un paio di mutAhi!”
    “Il fatto che non ti sembra grave è un motivo in più per fartelo capire”
    “Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ma oggi mi fai male davvero, Ahi! “
    “Certo, credevi che la passatina dell’altro giorno fosse una punizione vera? E, a proposito di mutande.. è tempo che ti cali le tue”
    “Ahi! Ma no, mi vergogno Ahi!”
    “Ma di lasciarle in giro non ti vergogni? Avanti, o lo faccio io, ma ti faccio pagare anche questo”
    “Ahi! No, va bene.. snif.. ecco. AHI! Fa ancora più male! Ahi!”
    “Certo, lo scopo è quello. E adesso questo culetto lo faremo bello rosso”
    “Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!.....”

    “Non ho più l’età per queste cose.. da quando sei qui ho dovuto sculacciarti quasi tutti i giorni, e cominciano a dolermi le mani”
    “Infatti ho notato che ieri me le davi piano, non sei neanche riuscita a farmi il culetto rosso”
    “La prossima volta dovrò usare qualche strumento.. magari la cintura di mio marito buonanima”
    “Mi vengono in mente quei fumetti di cui ti parlavo.. a volte venivano puniti col battipanni”
    “A brava! Com’è che non mi è mai venuto in mente? Io le ho prese, a volte, con quello, ma poi sulle mie figlie non ho mai pensato di usarlo. Ce n’è uno in ripostiglio, vai a prenderlo”
    “Ma zia, non intendevo.. oh, va bene”
    “Brava. Mettiti contro la spalliera del divano”
    “Ma non ho fatto niente..”
    “Hai appena detto che ieri te ne ho date poche. E poi, mi sembri curiosa di provarlo”
    “Come lo sai? Oh accidenti, dopo tante sculacciate volevo provare qualcosa di diverso. Ecco; devo anche spogliarmi il culetto?”
    “Naturalmente. Quanti colpi vuoi?”
    “Non so.. quando mi sculacci me ne dai una media di duecento, li ho contati, ma questo deve fare molto più male, facciamo una ventina?”
    “Venti, davvero? Però! Benissimo, vado”
    “AHIAHI! Ma fa TANTISSIMO più male! No, ne bastano due!”
    “Venti hai detto e venti saranno. Comincia a contare”
    “AHI! Due!”
    “A casa mia si comincia con l’uno”
    “MaAHI!.. Va bene.. Uno! Ahi! Due, Ahi! Tre.. .. .. Ahi! Diciannove, Ahi! Venti, Basta!”
    “Basta lo dico io”
    “Ahi! Sì certo, quando vuoi, Ahi! “
    “Bene, basta; puoi ricomporti. Come va il culetto?”
    “Come se mi fossi seduta su una griglia per la carne alla brace”
    “Eh, per soli venti colpi..”
    “Ventiquattro”
    “Per punizione, io ne prendevo almeno cinquanta, così sarà per te se me ne fai qualcun’altra”
    “Spero che ti guariscano presto le mani..”

    “E’ ora che ti muovi, cara, il tuo treno parte fra un’ora”
    “Ho tutto pronto, ora esco. Davvero, non so come ringraziarti per l’ospitalità”
    “Sono io che ti ringrazio per la compagnia. Come inquilina sei un disastro, ma sei simpatica e mi mancherai”
    “Sai invece di cosa sentirò io la mancanza? Non ci crederai.. delle tue sculacciate; anche se quella che mi hai dato ieri sera la sentirò per almeno due giorni”
    “Oh, se è per quello non ti mancheranno a lungo: Ne ho parlato a tua madre, e ne è entusiasta”
    “CHE HAI FATTO ?!?”
    “Ha capito di aver sbagliato a non farlo prima.. e anche tuo padre è d’accordo. Dicono che come arrivi ti daranno una bella sculacciata per recuperare il tempo perduto”

    “Mi ha facilitato la cosa”, pensò lei montando sull’autobus; “non riuscivo a pensare a un modo efficace per dirlo ai miei senza che capiscano quanto mi eccita.. Grazie, zia.”

    _________________

    MEIN PROF


    “Posso entrare, professore?”
    “Entri entri, la stavo aspettando”
    “Mi hanno detto di venire da Lei per..”
    “So già tutto, signorina, si accomodi. Si metta contro la cattedra”
    “Mi servirebbero..”
    “Glie ne servono venti, c’è scritto sulla nota. E adesso si chini in avanti”
    “Ma, professore..”
    “Si metta giù, non mi faccia perdere tempo! Ecco, e adesso si tiri su il gonnellino. Non vuol farlo? Come vuole, provvedo io. Visto che per lei è la prima volta, userò il righello di legno al posto della bacchetta.”
    “Ma, professore, AHI!”
    “Se continua a protestare peggiora soltanto la situazione. Cominci piuttosto a contare, sono venti colpi”
    “Ahi! Uno.. Ahi! Due.. Ahi! Tre.. Ahi! Quattro.. Ahi! Cinque.. Ahi! Sei.. Ahi! Sette.. Ahi! Otto.. Ahi! Nove.. Ahi! Dieci..”
    “Bene, come abitudine, adesso che siamo a metà punizione può scegliere: tutti gli altri dieci colpi, oppure solo cinque, ma senza mutandine”
    “..La seconda, che ha detto, snif, professore.. ecco.. AHIAHI!”
    “Eh, certo che fa più male sulle pelle nuda, è per questo che si dimezza la pena. Vuole cambiare idea o comincia a contare?”
    “No, vada via così, AHI! Uno.. .. AHI! Due.. AHI! Tre.. AHI! Quattro.. AHI! Cinque!”
    “Bene, ora può.. COME SI PERMETTE DI ENTRARE SENZA BUSSARE?”
    “Ho bussato, professore, forse non mi ha sentito per via.. ehm.. del rumore”
    “E Lei chi è?”
    “Anna Rambaldi, professore, mi hanno detto di venire da Lei..”
    “LEI è la Rambaldi? Ma allora chi.. intanto aspetti fuori, la chiamerò io. E allora, Lei chi sarebbe?”
    “Giuliana Trabacci, Professore, sono stata trasferita a questo collegio l’altroieri”
    “E perché è venuta da me?”
    “Mi hanno detto di passare da Lei per farmi dare le dispense del primo trimestre.. ho cercato di dirglielo ma non me ne ha lasciato il tempo”
    “Ma poteva protestare quando ho cominciato a colpirla”
    “Ero un po’ stranita, professore, poi ho pensato che fosse una sorta di cerimonia di benvenuto”
    “Questa potrebbe essere un’idea per il futuro.. però adesso si alzi e si rivesta, il suo posteriore è ammirevole ma questa è una scuola seria, di solito almeno. Ecco le sue dispense; può considerarsi esente da punizione per la prima mancanza che eventualmente dovesse capitarle di fare”
    “Ma no, professore, considero che sia stata davvero una cerimonia di benvenuto. Se dovessi meritare una punizione, insisterò per riceverla senza sconti”
    “Come desidera, ma veda comunque di non meritarsele, come la signorina che è in attesa fuori dalla porta”
    “A proposito, se posso chiedere, cos’è che ha combinato quella?”
    “C’è scritto sulla nota, vediamo.. <si rivolgeva a un docente con parole irripetibili. Venti colpi>. Lo tenga presente”
    “Può starne certo, professore, arrivederci”
    “Arrivederci”

    “Interessante questo prof”, pensò scostandosi per fare entrare la vittima seguente; “Bene, ho già un ricco database di parolacce; penso proprio che mi toccherà incrementarlo.”
     
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    Io preferisco le storie corte e non lunghissime.
    Parlammo quando hai pubblicato queste storie perché erano brevi ed essenziali.
    Volevamo creare un concorso (non a votazioni) tra gli utenti ma non lo abbiamo mai fatto.
    Ora ci penso a mettere a terra questa idea che avevi.
    Per ora rileggo queste e ci prendo spunto
     
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    Ma la prima è la sceneggiatura del fumetto! Non ricordavo che avesse fatto pure il racconto
     
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