Le (dis)avventure di Eva (2* parte)

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    Spankee

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    Tutto ebbe inizio già nella redazione del noto giornale dove la donna lavorava e dove tutti i suoi colleghi avendo ricevuto da Donato il filmato e la lettera tanto compromettenti per Eva, furono più che felici di mettere in pratica le raccomandazioni dell'uomo, d’altronde Eva non godeva di molta popolarità nella redazione; a detta dei suoi colleghi era una che se la tirava parecchio ed il suo modo di fare da snob, di chi si credeva professionalmente superiore alla maggior parte di loro l'aveva resa in parecchie occasioni invisa ai loro occhi. Era logico dunque che, dopo aver letto la lettera di Donato, il loro rapporto con la bella Eva prendesse una piega, almeno per la donna, bruciante e dolorosa.
    Eva, sapendo che tutti i suoi colleghi erano a conoscenza del contenuto della lettera si era ritrovata costretta, suo malgrado, a sottostare ad una situazione in fondo da lei stessa creata. Con il senno di poi si era pentita della sua curiosità di provare la sculacciata, mentre si era trovata sul treno con Donato e Miranda. Ma ormai non c'era più nulla che potesse fare, solo rassegnarsi e subire.
    Dal canto loro i suoi colleghi, uomini e donne, alla luce di quanto era successo ad Eva sul treno, si erano sentiti liberi da ogni soggezione nei suoi confronti e non le perdonavano la benché minima mancanza e tanto meno perdevano occasione per coricarsela sulle ginocchia, tant'è che ognuno di loro si era dotato di qualche particolare giocattolo con cui arrossare e riscaldare a dovere le natiche della donna.
    Nei cassetti delle loro scrivanie qualcuno teneva una spazzola, qualcun altro un paddle di legno ed ancora grossi mestoli, e poi righe di legno, ciabatte di cuoio e quant'altro fosse utile per una sculacciata sulle ginocchia. Si poteva dire che oramai la bella Eva vivesse costantemente con le natiche purpuree e roventi visto che quasi quotidianamente dopo averle fatto togliere le mutandine veniva coricata sulle ginocchia di questa o di quel collega con il suo giunonico fondoschiena nudo all'aria, mentre alla presenza di tutti gli altri il suddetto veniva severamente sculacciato. A nulla valevano i pianti e le suppliche della donna che subiva queste memorabili sculacciate sgambettando fra grida e pianti e provocando l'ilarità dei colleghi.
    Dopo ogni sculacciata Eva veniva obbligata a stare per un certo tempo in piedi, con la gonna tenuta alzata sul didietro, così da deliziare i colleghi mostrando loro, in tutto il loro splendore, le sue natiche bollenti e rosse.
    Ma veramente memorabile fu la sculacciata che Eva ricevette dal suo direttore, Leonardo, era successo infatti che incautamente aveva dato ascolto a certe chiacchiere scandalistiche su un noto politico e dopo aver scritto un articolo su di lui, appurato che quelle da lei riportate nell'articolo erano fake news, il direttore era stato costretto a scusarsi per mezzo stampa per la figuraccia fatta.
    La questione non era andata giù a Leonardo che, integerrimo giornalista quale era, ci teneva al buon nome del giornale ed al suo prestigio e ben convinto che per questa mancanza di professionalità Eva andasse adeguatamente punita, quella mattina, non appena Eva entrò in redazione Leonardo aprì la porta del suo ufficio che si trovava in fondo all’ ufficio e a gran voce la chiamò: <eva! VIENI NEL MIO UFFICIO! … SUBITO!>
    Dal tono autoritario della sua voce Eva capì subito che non sarebbe stato un colloquio cordiale ma soprattutto non si aspettava che anche lui avendo ricevuto la lettera di Donato avesse tutte le intenzioni di somministrare alla giornalista una lezione esemplare. Eva arrossendo percorse il lungo corridoio che divideva le varie scrivanie fino all'ufficio del direttore, fra le risatine e i sogghigni dei colleghi che sapevano già il motivo di questa chiamata.
    La donna si fermò appena fuori dalla porta, Leonardo era seduto ed appoggiava una gamba sulla sua scrivania: <entra Eva!> Le ordinò con durezza, <e non chiudere la porta, è giusto che i tuoi colleghi vedano cosa succede ad una giornalista professionista, quale ti reputi tu, quando non fa bene il suo lavoro!>
    La donna mortificata da quelle parole entrò timorosa: <leonardo, capisco il perché delle tue parole, ma ti giuro che... >obbiettò debolmente Eva: <cosa giuri Eva, lo sai quale è la più importante regola di un bravo giornalista?> La rimbeccò severamente l'uomo: <si...> rispose Eva con un filo di voce: <constatare sempre la veridicità delle notizie.> Disse la donna, visibilmente imbarazzata dal fatto che con la porta dell'ufficio aperta tutti i suoi colleghi stavano udendo la sua lavata di capo.
    <ed allora...>, incalzò Leonardo:<spiegami perché quando si è trattato di scrivere l'articolo non ti sei presa la briga di constatare la veridicità delle tue fonti? Ti sembra un comportamento professionale questo? Dimmelo tu!>
    Eva sempre più mortificata abbassando gli occhi rispose : <no, Leonardo...>
    <sono contento che tu ne sia consapevole, ma non sono altrettanto contento del fatto che con questa tua bella prodezza, con la tua mancanza di professionalità, per questa tua voglia di essere sempre la migliore, la più brava hai costretto me a pubblicare un articolo di scuse; hai messo a repentaglio il buon nome di questo giornale, rendendolo ridicolo davanti a tutta la stampa! Ora pagherai per la tua leggerezza e per la tua mancanza di professionalità, ora sarai tu ad essere messa in ridicolo davanti a tutti i tuoi colleghi! Levati la gonna e le mutandine! … Subito!>
    Queste parole fecero trasalire la donna.
    Leonardo aggiunse: <non fare quella faccia Eva! Forse pensavi che il filmato della tua sculacciata e la lettera l’avessero ricevute solo i tuoi colleghi? Invece io li ho ricevuti per primo, pensa un po', quindi adesso fai come ti ho ordinato e senza tante storie, d’altronde i tuoi colleghi sono abituati a vedere le tue belle chiappe nude, non c'è ragione che ti faccia degli scrupoli proprio con me! Via gonna e mutandine! …. Adesso!>
    Eva era frastornata, non bastava che fossero i suoi colleghi a sculacciarla ora perfino il suo direttore ed amico Leonardo l’avrebbe coricata sulle ginocchia e le avrebbe riscaldato a dovere il fondoschiena, ma non sapeva ancora che l'uomo aveva in mente per lei una ben più dolorosa punizione; così, mentre Eva si accingeva a togliersi la gonna e le mutandine Leonardo aprì un armadietto che teneva in ufficio e ne tirò fuori un battipanni di vimini.
    Non appena Eva vide il battipanni, che fino a quel momento non l'aveva mai assaggiato fu colta dal terrore: <oh no, Leonardo non vorrai sculacciarmi con quello, ti prego...!> L'uomo fece vibrare il battipanni nell'aria per testarne la flessibilità e con un sorrisetto continuò: <sì invece, questo battipanni l'ho comprato apposta per te e grazie a lui riceverai una bruciante lezione di professionalità! Adesso piegati e metti i gomiti sulla scrivania!>.
    Intanto i colleghi di Eva, ognuno con il proprio cellulare, grazie alla porta era aperta si apprestavano a godersi ed ad immortalare la superba battipannata che avrebbe di lì a poco arrossato e riscaldato a dovere le natiche della donna.
    Eva obbedì, si piegò a novanta gradi sulla scrivania e vi appoggiò i gomiti, esponendo alla vista dei colleghi che già avevano incominciato a riprendere con i cellulari le sue candide, ancora per poco, rotondità posteriori.
    <ora Eva pagherai la tua mancanza di professionalità con cinquanta colpi di battipanni e dovrai contarli tutti! Sono stato chiaro?> Le domandò Leonardo con severità.
    La donna con un filo di voce, ormai rassegnata alla sua sorte con voce tramante mormorò: <sì Leonardo>.
    L'uomo alzò il braccio dicendo: <comincia a contare>, e la prima battipannata si abbattè inesorabile sulle tremanti natiche della donna che, ignorando quanto fosse bruciante una sculacciata data col battipanni già dal primo colpo emise un grido: <spank! AHIAAA uno>, Leonardo non le diede neanche il tempo di riprendersi dallo choc iniziale che la colpì nuovamente con vigore <spank! AHHAAAA.due> …. E così via.
    Ma giunta appena alla ventesima battipannata Eva, ormai in singhiozzi, aveva perso il conto problema che venne risolto prontamente dai suoi colleghi che in coro contarono in sua vece fino all'ultima, cinquantesima battipannata.
    Quando la sculacciata con il battipanni ebbe termine Leonardo ordinò ad Eva di alzarsi dicendo:
    <adesso vai in quell'angolo e mettiti faccia al muro in modo che ti possano vedere bene tutti e rimanici finché non te lo dico io!>
    Eva con il corpo scosso dai singhiozzi, le natiche in fiamme e segnate dal battipanni che mostravano vistose strisce che andavano dal rosso porpora al blu; silenziosamente obbedì a Leonardo e si mise faccia al muro mentre i suoi colleghi dopo aver filmato tutta la punizione corsero subito a condividerla con i loro amici; non ci volle molto perché il filmato delle prosperose natiche di Eva, superbamente battipannate, finisse in rete con il risultato che, ovunque si trovasse, la donna divenisse oggetto di battutine spiritose riguardanti il suo fondoschiena costantemente purpureo e rovente.
    Per questo motivo ormai, grazie alle frequenti sculacciate a cui era sottoposta, con il tempo la donna si guadagnò il meritato soprannome di “The Sun ” … Il sole.

    Edited by Dolly c.r. - 2/11/2020, 23:41
     
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    Secona puntata carina e povera la protagonista , io sprofonderei dalla vergogna
     
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    CITAZIONE (Nena- @ 2/11/2020, 19:57) 
    Secona puntata carina e povera la protagonista , io sprofonderei dalla vergogna

    Hai capito la Nena ?
    Si preoccupa della vergogna non delle 50 battipannate .
     
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2 replies since 2/11/2020, 19:14   841 views
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