La postina distratta

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    Spankee

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    Quella mattina, una come tante nella cittadina di Midsomer Worthy, nella contea di Midsomer, si potevano vedere in giro i suoi abitanti affaccendati nelle loro occupazioni, così come la giovane postina Mary che, avendo preso il posto del padre, dopo che questi era andato in pensione, faceva il suo lavoro.
    Mary era la tipica bellezza britannica, capelli lunghi, biondi, viso lentigginoso, begli occhi azzurri ed un fisico piuttosto robusto ereditato dalla madre irlandese.
    Nel suo lavoro cercava di essere il più possibile professionale ma ultimamente, a causa di certe pene d'amore con il giovane lattaio Robert Cavendish, Bobby per gli amici, era troppo frequentemente distratta e questo aveva influito negativamente sul suo lavoro e difatti più di qualcheduno dei cittadini di Midsomer Worthy si era lamentato con il direttore dell'ufficio postale e capo di Mary riguardo al mancato ricevimento della posta.
    Uno soprattutto aveva buoni motivi per lamentarsi del lavoro svolto male dalla giovane, Martin Warren, proprietario del pub locale, un uomo ben piazzato sulla cinquantina, era accaduto che a causa del mancato ricevimento di importanti lettere della banca, mai consegnate da Mary, si era ritrovato invischiato in un contenzioso legale che metteva a rischio la proprietà del suo pub.
    È facile intuire che quindi aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato con la giovane ed aspettava solo il momento opportuno per darle una lezione di professionalità.
    L'occasione gli si presentò proprio quella mattina, il pub era aperto da un'ora e erano presenti molti clienti affezionati intenti a bere le loro consumazioni, quando la giovane postina, dopo aver lasciato fuori la sua bicicletta entrò nel locale con il suo borsone pieno di corrispondenza, salutando allegramente sia il padrone che i presenti.
    Il signor Warren, notoriamente di carattere gioviale e socievole, guardò la giovane e la apostrofò invece con durezza: <buongiorno un cavolo Mary! Sarebbe un buon giorno se per colpa tua non mi fosse arrivato un avviso di sfratto dalla banca!>
    La giovane, vedendosi aggredita verbalmente in quel modo, in un primo momento fu incapace di replicare, ma poi cercò di scusarsi: <mi dispiace signor Warren, non capisco di cosa stia parlando, le posso assicurare che faccio bene il mio lavoro, e che tutta la corrispondenza, che mi viene affidata, viene consegnata ai legittimi destinatari>.
    Le assicurazioni della giovane fecero alterare ancor di più il signor Warren che, minacciosamente, uscì da dietro il banco e si pose di fronte a Mary: <e' qui che ti sbagli signorina! Tuo padre sì che faceva bene il suo lavoro! Quando era lui a distribuire la posta non si è mai lamentato nessuno per il mancato ricevimento e invece da quando ci sei tu a distribuire la posta quasi tutti in paese si lamentano!.>
    La povera Mary non sapeva come rispondergli e rimase attonita con la bocca aperta, senza riuscire a proferire parola.
    Sempre con maggiore foga il signor Warren continuò <sei distratta Mary, e tutti qui ne conosciamo il motivo, ma sappi che il lavoro che fai è molto delicato e non puoi permetterti distrazioni ed omissioni di alcun genere, perché puoi arrecare danni seri, come ne hai arrecati a molti dei presenti qui in questo momento, ed in particolare a me. Sappi che per colpa del tuo comportamento irresponsabile io rischio che la banca, a cui ho chiesto un cospicuo prestito per aprire il pub, mi faccia chiudere il locale per morosità, e solo perché tu non mi hai consegnato ben due avvisi di pagamento delle rate!>
    Mary, nel sentire quelle parole arrossì fino alla cima dei capelli ed abbassò lo sguardo consapevole che la sua leggerezza e distrazione avevano messo in pericolo l'attività del onest'uomo, quindi veramente in apprensione balbettò :<mi dispiace, mi dispiace veramente signor Warren, le assicuro che d'ora in poi farò più attenzione nel mio lavoro sono veramente dispiaciuta!>
    Il signor Warren, guardandola dall'alto in basso, senza dire una parola le si avvicinò sfilandole dalla spalla la grande borsa contenente la corrispondenza.
    <signor Warren, ma che fa?> Chiese la giovane Mary alquanto sorpresa.
    A questo punto il signor Warren l’apostrofò con severità: <sono sicuro che sei dispiaciuta cara Mary, e se mi assicuri che d'ora in poi svolgerai con più attenzione il tuo lavoro voglio crederti, ma per essere sicuro che d'ora in poi farai quello che hai appena detto voglio darti un incentivo che sicuramente ti spronerà ad essere più ligia al tuo dovere di postina!>
    Senza aggiungere altro, l'uomo la costrinse a piegarsi su uno degli sgabelli a trespolo situati davanti al banco e, prendendo due strisce di stoffa da una tasca, le legò i polsi alle rispettive gambe del trespolo, in modo che il sedere della ragazza fosse rivolto verso i tavoli del locale dove si trovavano gli avventori.
    La giovane ritrovandosi in quella posizione sconveniente gridò allarmata: <signor WARREN, LA PREGO ... COSA VUOL FARE?>
    L’uomo non l’ascoltò nemmeno e riprese deciso: <cosa voglio fare Mary? Voglio far si che d'ora in poi tu faccia bene il tuo lavoro e non ti faccia più distrarre dalle tue vicende personali!>
    Mentre il signor Warren diceva queste parole, le aveva alzato la gonna fino alla vita e senza tanti scrupoli le aveva tirato giù le candide culotte fino alle ginocchia, tra le risatine soffocate dei presenti che adesso cominciavano a capire cosa sarebbe accaduto, a questo punto cominciò colpire con vigore le eburnee natiche della giovane con la sua grossa manona, fra la crescente ilarità dei presenti.
    I severi sculaccioni risuonavano nel locale, mentre la povera Mary, rossa per la vergogna di trovarsi con il sedere nudo davanti a tutti, ma impossibilitata a sottrarsi a questa situazione, avendo i polsi legati alle gambe del trespolo, cercava in tutti i modi di evitare quella gragnuola infernale di colpi che le stava infiammando i globi posteriori.
    La ragazza gridava, piangeva e supplicava senza però riuscire ad impietosire il suo sculacciatore che invece continuava imperterrito la punizione; intanto le sue natiche e le sue gambe, che si agitavano all'impazzata avevano fatto sì che le candide culotte volassero via, fra le risate e le incitazioni dei presenti, ai quali si era aggiunto, senza che Mary potesse vederlo, proprio il giovane lattaio Bobby Cavendish, che, passando di lì in quel momento, era stato attratto dal rumore degli sculaccioni e dalle grida della giovane.
    Al ragazzo, avendo riconosciuta Mary, non era sembrato vero di assistere a quella sculacciata e dunque si era fermato a vedere attraverso la vetrata del pub per godersi insieme agli altri il ballo pruriginoso delle sue splendide natiche che lasciava intravedere, sempre meglio, anche l'angolo più recondito della sua intimità.
    Dopo un buon quarto d'ora di fuoco il signor Warren smise di sculacciarla e Mary si illuse che quel vergognoso supplizio fosse terminato e che l'uomo l'avrebbe infine slegata, ma si sbagliava di grosso, infatti stava ancora singhiozzando quando, con la coda dell'occhio, vide il signor Warren togliersi la cintura.
    Cosa che fece ricominciare a gridare e piagnucolare la giovane supplicando: <noooo ... LA PREGO ... SIGNOR WARREN ... BASTA ... BRUCIA>.
    Per tutta risposta l'uomo alzò il braccio e cominciò a stampare, sulle già infuocate rotondità posteriori della povera Mary, lunghe strisce fiammeggianti e purpuree che lei avvertiva come lingue di fuoco che le arroventavano ancor di più le natiche bollenti.
    Dopo un cospicuo numero di cinghiate, quando i due emisferi, furono decorati interamente da molteplici strisce violacee che si intersecavano fra di loro il signor Warren posò la cinta sul bancone e liberò i polsi di Mary permettendole così di rialzarsi.
    La giovane, ancora scossa dai singhiozzi raccolse le sue culotte e cercò di ricomporsi come meglio poteva, tenendo gli occhi bassi per la vergogna.
    Il signor Warren, che si era calmato e commentava l’accaduto con gli avventori, si rivolse allora alla ragazza con tono serio dicendole : <spero che la lezione ti sia servita Mary perché non esiterò a dartene un'altra se dovessi avere ancora dei problemi per colpa tua, sono stato chiaro?>
    <sì, signor Warren> Gli rispose sottovoce, fra le lacrime la giovane Mary, quindi riprese il suo borsone, se lo mise a tracolla ed uscì dal pub, fra le risatine dei presenti.
    Uscita dal locale prese la sua bicicletta e senza salirci sopra, camminando con fatica a causa del bruciore intenso delle sue natiche infuocate riprese il suo giro di consegna della corrispondenza, memore di quanto le era accaduto, e ben intenzionata a fare da quel momento in poi il suo lavoro con grande attenzione e senza distrazioni.
    Dietro di lei, ad una certa distanza e senza farsi vedere, faceva la sua stessa strada il giovane lattaio che lei ben conosceva ma che, ignorava, non avendolo visto, avesse assistito alla sua punizione.
     
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    CITAZIONE (Dani Mello @ 2/12/2020, 17:48) 
    Molto carino, tipico del tuo stile elegante. Brava.

    Grazie *^^*
     
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1 replies since 1/12/2020, 19:19   578 views
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