Quel ramo sul lago di Como

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    Spankee

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    Molti anni erano passati da quando si erano incontrati per la prima volta a Milano, dopo aver trascorso ore felici sul forum a giocare, Anna e Maurizio si sarebbero finalmente rivisti.
    Nel corso di quegli anni si erano perduti, ritrovati e di nuovo perduti, poi tramite un social ancora ritrovati, ed ora, inaspettatamente, si era creata l'occasione per rivedersi dal vivo, occasione che nessuno dei due aveva voluto lasciarsi scappare.
    Anna, come aveva fatto anni prima, quando aveva deciso di andare a Milano, aveva organizzato tutto fin nel minimo dettaglio, l'albergo ed il viaggio in treno. Aveva prenotato per un fine settimana a Varenna in provincia di Lecco, un paesino sulle sponde del lago di Como certa che sarebbe stata la perfetta cornice per il loro incontro.
    Arrivò all'hotel nel tardo pomeriggio molto affaticata perché, il viaggio in treno da Roma a Milano era stato lungo e poi aveva anche dovuto prendere un altro treno che la portasse a Varenna; ma lo strapazzo, la stanchezza di quel viaggio erano improvvisamente spariti di fronte allo splendido paesaggio che le si offriva ai suoi occhi.
    L'hotel si trovava proprio sul lago, ed Anna era incantata dalla magia di quel luogo, da quell'acqua che rifletteva l'azzurro del cielo, dai boschi che ricoprivano le colline circostanti colorandole di mille sfumature di verde, in quella primavera inoltrata.
    Aveva scelto appositamente il mese di maggio per partire, sapeva che Maurizio era arrabbiato con lei per via di alcune gravi mancanze nei suoi confronti, ma in quel mese il suo master festeggiava il compleanno, e per farsi perdonare aveva deciso che sarebbe stato il suo regalo.
    Quella sera Anna ebbe difficoltà a prendere sonno, era nervosa, eccitata ed emozionata al pensiero che il giorno dopo avrebbe rivisto il suo master.
    Maurizio arrivò in tarda mattinata da Brescia e vedendola sentì il cuore accelerare, sembrava che il tempo non fosse passato per la donna, era così giovanile, nonostante i suoi 59 anni, i capelli corti le davano un'aria sbarazzina, il volto ancora fresco, il seno che s'intravedeva sotto la maglia era prosperoso, la gonna di lana scozzese leggera le fasciava dolcemente i fianchi e poi quella camminata veloce ed elastica favorita dalle scarpe non troppo alte.
    Tutto lasciava riconoscere la brat che c’era in lei, l'uomo la guardava deliziato mentre la vedeva venirgli incontro con il più bel sorriso che avesse mai visto.
    Entrambi conoscevano bene il motivo per cui si erano dati quell'appuntamento, Anna doveva essere punita severamente per il comportamento impertinente e irrispettoso che aveva avuto verso di lui, ma, nel vederla così solare, giovanile e così simpaticamente “monella” avrebbe quasi voluto abbracciarla, coccolarla e baciarla; e quindi un po’ quasi si dispiacque al pensiero che di li a poco invece l’avrebbe non solo coricata sulle ginocchia, ma anche punita severamente, tanto che se lo sarebbe ricordato per il resto della sua vita.
    Ma il suo dovere di master gli imponeva di essere severo, e quando la donna gli fu vicino la guardò serio, con quello sguardo severo che tanto piaceva ad Anna, che, vedendolo, avvertì un brivido di timore e di piacere percorrerle la schiena.
    Ma ostentando una certa disinvoltura lo salutò: <ciao Maurizio>, sfoderando, mentre lo diceva, il più disarmante dei sorrisi, senza però riuscire ad incantare l'uomo, che, ricambiò cordialmente il saluto: <ciao Dolly, ti trovo bene, non sei cambiata affatto, sei la stessa monella che conobbi anni fa>.
    Anna, nel sentirsi chiamare col nickname che aveva nel mondo virtuale sussultò, e si rese conto che in quel momento lei e Maurizio non erano i due cari amici di web che si rivedevano, ma Verymaster e la sua brat Dolly.
    Questo significava una cosa sola, che il gioco era cominiato.
    <grazie Verymaster>, rispose la donna arrossendo ed abbandonando il tono confidenziale: <anche lei non è cambiato per niente>.
    Maurizio, non aveva voglia di convenevoli ed aveva fretta di fare quello per cui erano lì e dunque la invitò impaziente: <vogliamo andare?>, desiderava proprio punirla nella realtà come tante volte l'aveva punita nel virtuale, fin dai tempi in cui si frequentavano sui forum e su un social.
    Anna, sapeva che da lì a poco si sarebbe avverato il suo sogno, al tempo stesso temuto e desiderato, ed allora un po’ timorosa rispose: <sì Sir>, sapeva che il suo amato master, come tante volte le aveva promesso, le avrebbe somministrato la più lunga, severa e bruciante sculacciata della sua vita, ma temeva anche che forse, non si sarebbe limitato solo a quello.
    Entrarono però prima nel ristorante dell'hotel dove mangiarono qualcosa, beandosi del panorama che offriva il locale e dimenticandosi, per un momento, dei loro ruoli e chiacchierarono amabilmente; finito il pranzo, uscirono, dirigendosi verso la macchina di Maurizio, che, cavallerescamente, le aprì lo sportello e la fece accomodare, poi anche lui entrò in auto e mise in moto.
    Nel silenzio più assoluto percorsero il lungolago per una mezzora, quindi lui imboccò una stradina che si addentrava in uno dei tanti boschi che cingevano il lago e solo quando ebbe trovato il luogo giusto fermò l'auto, aprì lo sportello, scese dalla macchina e portatosi dalla parte di Anna, aprì lo sportello e le annunciò con tono severo: <siamo arrivati, scendi dalla macchina!>
    Senza fiatare la donna obbedì.
    Maurizio prese Anna per mano, tenendo con l’altra una corda, ed insieme, percorrendo un sentiero, si inoltrarono nel folto della boscaglia finché non giunsero in un posto che a quanto pare il master conosceva bene perché era solito portarvi le sue schiave quando doveva punirle; alti e fitti alberi di nocciuole delimitavano la radura, e si godeva una splendida vista del lago.
    Nessuno li avrebbe disturbati, Maurizio la guardò negli occhi dicendo :<È giunto il momento della tua punizione Dolly, lo sai vero?>
    Anna trasalì, pur sapendo bene che sarebbe arrivato questo momento, ora che stava per pagare per tutte le monellerie fatte, per tutte le volte che era stata ribelle, indisciplinata ed irrispettosa nei suoi confronti, sentiva una grande inquietudine si impadronirsi di lei.
    Vicino ai due c'era un grosso tronco abbattuto, Maurizio vi si sedette e senza alcuno sforzo tirò a sé la donna coricandola sulle sue ginocchia, quindi, dopo averle bloccato entrambe le braccia dietro la schiena sollevò la gonna leggera scoprendo il giunonico fondoschiena, ancora protetto dalle candide culotte e le formose cosce inguainate in seducenti calze autoreggenti.
    In un attimo Maurizio, con un gesto deciso della mano, tirò giù fino a metà coscia le culotte, ultimo baluardo a difesa delle natiche di Anna, che emise un gridolino.
    Ora agli occhi di Maurizio si offriva il seducente spettacolo di due chiappe ribelli, come le aveva chiamate in passato, adesso però erano ben diverse da quando le aveva viste anni prima, a Milano, già segnate dalla battitura di un altro master; ora invece accarezzava con la sua mano vogliosa due bellissime natiche pallide ed immacolate, che lui vedeva come una tela bianca su cui finalmente avrebbe potuto dipingere tutte le sfumature di rosso che avesse voluto.
    Desiderava prolungare l’attesa della donna, quindi le chiese, per stuzzicarla, se fosse pronta, lui intanto aveva smesso di accarezzare le natiche, pur lasciandovi sopra la grande mano per fargliene sentire il calore; Anna, che con l'approssimarsi della punizione sentiva aumentare l'ansia, emise un profondo sospiro di rassegnazione e fece cenno di sì con la testa, ed a quel punto la mano di Maurizio tozza e dura come un paddle si alzò.
    Già dal primo sculaccione che cadde sulla sua natica destra, Anna ebbe la consapevolezza di quanto severa e bruciante sarebbe stata la punizione.
    Maurizio, mentre colpiva con vigore e determinazione le morbide natiche ora a destra ed ora a sinistra, la rimproverava per tutte le sue mancanze rendendo più efficace la punizione; invece, la donna, man mano che procedeva la punizione sentiva crescere il bruciore provocato dai severi sculaccioni che piovevano senza sosta sul suo ormai rosso e bollente fondoschiena, ed in lacrime implorava e supplicava inutilmente che smettesse.
    Insomma un lungo ed intenso quarto d'ora di fuoco che lasciò la donna, come Maurizio le aveva promesso, scossa dal pianto, con le natiche scarlatte e roventi che ora lui, con delicatezza, stava però accarezzando, godendo della morbidezza e del calore che sprigionavano.
    Il master aspettò che la donna si riprendesse un poco e quindi l’aiutò ad alzarsi, così come si trovava, con le culotte abbassate, la condusse vicino ad un albero di nocciole poco distante, con un coltellino che aveva portato con se divise in due la corda e la usò per legare i polsi di Anna ad un ramo basso dell'albero, poi le sfilò la gonna e le culotte, lasciandola così nuda dalla vita in giù esposta e indifesa nelle sue mani.
    Poi le si pose davanti, tirò su la maglia leggera scoprendo il seno prosperoso, sorretto da un reggiseno con l'apertura davanti che Anna aveva indossato su richiesta del master, e con un semplice gesto lo slacciò, liberando dalla leggera costrizione due seni ancora ben sodi e con i capezzoli che si erano inturgiditi, quindi prese dalla tasca due piccole mollette di metallo, unite tra di loro con una catenella dalla quale pendeva una medaglietta su cui era incisa la lettera V e le applicò ai capezzoli di Anna.
    Fatto ciò strappò dall'albero un lungo e sottile ramo, facendolo vibrare più volte nell'aria per testarne l'elasticità; nel sentire il sinistro sibilo della verga Anna sussultò, immaginava già che il suo master non si sarebbe limitato a sculacciarla, ma adesso, immaginando la severità dello strumento che le avrebbe vergato le povere natiche già doloranti e rosse, fu colta dal panico.
    <la prego Verymaster, non lo faccia, non mi verghi, prometto che sarò buona, non sarò più impertinente, la prego>, supplicava Dolly, mentre calde lacrime avevano ripreso a scorrere sulle sue gote.
    <neanche per sogno!> Esclamò severo il master: <pensavi davvero di cavartela solo con le chiappe ribelli solo un po’ arrossate ? Troppo poco bambina per tutte le volte in cui mi hai mancato di rispetto! E per quel che mi riguarda hai parlato già troppo>, quindi, preso dalla tasca un bavaglio, tappò la bocca della donna, per impedirle di gridare sotto i colpi dell’improvvisata verga di nocciolo che sibilò subito nell'aria per colpire il bersaglio.
    Avendo la bocca imbavagliata, la povera Anna emise un grido soffocato, mentre lui colpiva con mano esperta e precisa i globi arrossati, dipingendovi sopra, vergata dopo vergata, sottili strisce di un rosso intenso che risaltavano sulla più leggera ed uniforme tonalità di fondo.
    Non metteva troppa forza nel colpire per non segnare troppo le splendide natiche ma solo quanto fosse bastato affinché la donna, una volta tornata a casa conservasse almeno per qualche giorno, il ricordo visibile di quella meritata punizione che invece nella mente sarebbe rimasta impressa per tutta la vita.
    Quando ritenne sufficiente la punizione, Maurizio si fermò, si sbottonò i pantaloni, tirò giù la chiusura lampo e dopo avere afferrato Anna per i fianchi la prese da dietro senza tanti complimenti.
    Il suo membro penetrò senza nessuna fatica nella dolce caverna, che era già molto ben bagnata, e pochi affondi bastarono per lubrificarlo a dovere con gli umori stessi della donna, poi, rapidamente lo estrasse e, spostandolo appena più in alto, la penetrò nell'orifizio posteriore, Anna, che non si aspettava la penetrazione anale, provò un dolore indicibile, tanto che se avesse potuto gridare l'avrebbero sentita fino al paese.
    Ma dopo un po' i sapienti movimenti di Maurizio fecero sì che il piacere prendesse il posto del dolore, e piano piano cominciarono a muoversi all'unisono, al ritmo di una sinfonia d'amore e di piacere che li portò a raggiungere insieme un orgasmo liberatorio che li lasciò esausti ma felici.
    Maurizio, dopo essersi ricomposto, liberò Anna prima dalle mollette che le stringevano i capezzoli, provocando un'ultima ed intensa fitta che la fece gemere, poi con delicatezza li massaggiò con la lingua ed ancora dolore e piacere si unirono, portando la donna ad un ennesimo godimento, quindi la liberò dalle corde e dal bavaglio ancora frastornata e dolorante, ma felice di essere stata punita e perdonata.
    Ora Maurizio la guardava ricomporsi, ma il suo sguardo non era più severo, bensì amorevole, lo sguardo di un master a cui sta veramente a cuore la propria impertinente e irrispettosa brat, poi le si avvicinò e la cinse in un abbraccio consolatorio.
    In silenzio ritornarono alla macchina, dentro la quale Anna si sedette con molta difficoltà a causa del bruciore e del dolore al fondoschiena; si fermarono a commentare quanto era successo, e Maurizio, che era pur sempre un gentiluomo, era preoccupato che Anna provasse troppo male, ma lei lo rassicurò dicendo che nonostante il bruciore e la difficoltà a stare seduta era contenta perché aveva avuto quello che meritava.
    A quelle parole sorrisero entrambi.
    Maurizio estrasse dalla tasca le mollettine che in precedenza aveva usato per i capezzoli, prese la mano di Anna e le mise nel suo palmo:<tienile, sono tue, le userai quando lo riterrò necessario, puoi portarle tranquillamente anche sotto al reggiseno>.
    La donna , emozionata e sorpresa del regalo lo ringrazio con un sorriso, poi Maurizio accese il motore e mise in moto la macchina, era tempo per entrambi di tornare alle proprie vite.

    Edited by Dolly c.r. - 13/3/2022, 17:08
     
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    CITAZIONE (Dani Mello @ 12/12/2020, 18:06) 
    Ben scritto (come sempre) ed eccitante.
    p.s. vado spesso a Lecco in direzione Valtellina e conosco bene Valmadrera e tutti i posti che hai descritto.

    E pensa che non ci sono mai neanche stata..ho solo preso spunto da alcune fotografie dei luoghi descritti :)
     
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    E' sempre un piacere leggerti Dolly (cr)..... mi riporti alla mente scene di vita vissuta......
     
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    CITAZIONE (very master @ 23/12/2020, 00:27) 
    E' sempre un piacere leggerti Dolly (cr)..... mi riporti alla mente scene di vita vissuta......

    Grazie Mister V. sono contenta che le sia piaciuto *^^*
     
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