Racconti illustrati

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    Spankee

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    "Leslie"

    Quando la giovane Leslie, in autunno, appena arrivata alla Hudson University per conseguire la laurea in medicina, bellissima nel suo completino azzurro, che tanto bene si intonava ai suoi capelli biondi, incontrò per la prima volta Freddy nella hall dell'università, tutti capirono che avrebbero fatto coppia fissa.
    Il giovane era altrettanto bello e frequentava l'ultimo anno d’università, campione della squadra universitaria di football e rampollo di una delle più prestigiose famiglie di Philadelfia.
    Il loro era stato amore a prima vista, i ragazzi provenivano da famiglie molto ricche, soprattutto quella di Leslie, che era figlia di un rinomatissimo e strapagato avvocato newyorkese; dunque a casa di entrambi avevano accettato di buon grado il fidanzamento dei due giovani tant'è che già si pronosticava un loro futuro matrimonio non appena Leslie si fosse laureata.
    I due giovani andavano d'amore e d’accordo, erano dei bravi studenti, e Freddy oltre ad avere ottimi voti si faceva onore come capitano della squadra della sua università mentre Leslie non era da meno capitanando la squadra delle cheerleader che da bordo campo, ogni domenica, incitavano i ragazzi che, come gladiatori nell'arena, vendevano cara la pelle per una meta.
    Il loro rapporto sarebbe stato idilliaco, e l’unica pecca era l’asfissiante gelosia della giovane Leslie che, nonostante Freddy non facesse nulla per darle anche il minimo sospetto, era quasi ossessionata dal fatto che il suo fidanzato, essendo un bel giovane da fisico prestante e per di più ricco, faceva gola a molte delle studentesse dell'università.
    Quando, sempre preda della sua gelosia, su consiglio di una sua amica, Leslie decise di di ingelosirlo, per mettere alla prova l'amore del suo Freddy, accadde quello che non si sarebbe mai aspettata.
    Poco prima delle vacanze di Natale quelli della confraternita a cui apparteneva Freddy avevano deciso di organizzare una festa a cui avrebbero partecipato non solo le cheerleader ma anche le altre studentesse dell'università.
    La serata si prevedeva essere movimentata, c'era la musica, c'era da bere e tutto faceva presagire che sarebbe stata una bellissima festa.
    Leslie nel suo bel completino rosa, composto dal maglioncino e dalla gonna di lana, non perdeva mai di vista il fidanzato e non fu per niente contenta quando lo vide chiacchierare con una splendida rossa dal fisico statuario; subito gelosissima, la circostanza le sembrò quella giusta per mettere in atto il suo proposito di fare ingelosire anche lei il giovane, e per questo cominciò a civettare con gli altri ragazzi della confraternita.
    Il suo comportamento però non sfuggì allo sguardo del giovane Freddy che, indispettito dalla troppa confidenza che la ragazza si prendeva con i suoi compagni ed amici, all'improvviso, smise di parlare con l'affascinante rossa e facendosi strada fra gli studenti che ballavano e bevevano al ritmo della scatenante musica del grande Elvis afferrò per un polso la giovane Leslie e la portò fuori dal salone.
    La giovane, mentre il suo ragazzo la trascinava fino ad una panchina posta poco lontano sotto un lampione, si lamentava: <ma che fai? Sei impazzito? Fa freddo, c'è la neve, torniamo dentro, ho freddo e poi mi stavo divertendo!>
    Freddy, con tono severo, la rimbeccò subito: <certo, ti stavi divertendo a fare la civetta con tutti, hai freddo, tranquillizzati, tra poco sentirai un bel calduccio, almeno in quella parte del tuo corpo dove non batte il sole!>
    Quindi, dopo essersi seduto sulla panchina, stese senza alcuno sforzo la ragazza a pancia sotto sulle sue ginocchia; Leslie, che non si aspettava minimamente che il suo piano per fare ingelosire il giovane avesse preso quella piega imprevista, ancora sperava che le cose non si mettessero come ormai temeva: <freddy, no, che vuoi fare?>
    Il ragazzo non si fece impietosire dalla vocina, quasi rassegnata, della fidanzata e quindi, più che deciso darle una lezione, continuò imperterrito: <non lo indovini? Sto per sculacciarti! Sto per riscaldare per benino questo tuo bel sederino, così la prossima volta ci penserai due volte prima di fare la civetta con tutti!>
    E mentre lo diceva le tirava su la gonna da dietro, fino ai fianchi.
    La ragazza cercò ancora di scusarsi, accusandolo a sua volta: <e tu allora? Prima sembrava che non avessi occhi che per quella rossa!>
    A sentire queste parole Freddy posò entrambe le mani sulla schiena della ragazza, emise un sospiro, e quasi sorridendo replicò:<quella rossa è mia cugina, venuta da Los Angeles per le vacanze natalizie, come tutti gli anni, dato che qui d'inverno nevica e poi ha anche intenzione di iscriversi in questa università, piccola sciocca gelosa che non sei altro>.
    A quelle parole la povera Leslie rimase a bocca aperta, riuscendo a malapena a balbettare scuse del tipo:< Ma … ma, conosco tutti nella tua famiglia, lei non l'ho mai vista, come potevo sapere che era tua cugina>. Cercava così di scusarsi per aver messo in dubbio l'amore del giovane, che aveva accusato ingiustamente.
    Poi Freddy riprese con voce severa: <se ti fossi avvicinata, mentre le stavo spiegando come fare alcune cose dell'università te l'avrei presentata, e ora non ti troveresti coricata sulle mie ginocchia, pronta per una lunga e bruciante e meritata sculacciata!>
    Un violento rossore di imbarazzo e di vergogna arrosò le guance della ragazza, che ora sapeva di non potere evitare la sculacciata; sentendo il fidanzato manovrare con la sua gonna, in cuor suo sperava che si sarebbe limitato a questo, ma quando sentì la sua mano sull’elastico delle mutandine, si irrigidì, inarcò la schiena e tentò di sollevarsi dalle ginocchia del suo ragazzo, implorando: < No! Ansimò, non qui, ti prego! Qualcuno ci vedrà! Fammi alzare!>
    Freddie, non si fece impietosire , le torse il braccio dietro la schiena e fece scivolare le mutandine fino alle cosce.
    Leslie sentì la brezza gelida sul suo sedere nudo, istintivamente guardò freneticamente intorno a se, verso le grandi porte vetrate della sala dove si svolgeva la festa e verso le finestre degli edifici che circondavano il giardino.
    Un singhiozzo di umiliazione le salì in gola, temendo il peggio, ma non si accorse che attraverso i vetri qualcuno stava già osservando quello che accadeva e si godeva, grazie alla luce diffusa dal lampione, l’intrigante spettacolo delle sue candide natiche nude, che adesso erano esposte a tanti sguardi indiscreti.
    Poi iniziò la punizione che si era meritata, il suo fidanzato cominciò a colpire con fermezza e decisione le sue eburnee rotondità posteriori; non ci volle molto perché altri partecipanti alla festa, nonostante la musica fosse ad alto volume, venissero richiamati dagli schiocchi dei severi sculaccioni e dalle suppliche della giovane che gridava, singhiozzava.
    La povera Leslie, sotto la granula infernale di sculacciate, agitava scompostamente le gambe, nel tentativo inutile di ripararsi da quanto si stava abbattendo sul suo sedere, ma in breve i due morbidi e ben fatti emisferi divennero roventi, cambiando via via colore.
    Intanto, attratti dai rumori e dal passaparola, molti ragazzi erano usciti dalla sala e si erano avvicinati ai due, incuriositi dalla scena inusuale della severa punizione che Freddy, incurante del pubblico presente, stava somministrando alla fidanzata con dovizia, senza tralasciare neanche un centimetro del suo bel sedere ormai divenuto purpureo.
    Leslie, sentendo alle sue spalle le loro risatine, si girò, e finalmente si accorse del folto pubblico che stava assistendo divertito alle sue disgrazie, un senso di enorme vergogna si impadronì della ragazza, il suo viso divenne, se possibile, ancora più rosso del suo culetto, dato che la sola idea che ad assistere alla sua punizione vi fossero molti suoi amici ed amiche che poi, ogni giorno, avrebbe dovuto incontrare nella quotidiana vita universitaria, la faceva veramente star male.
    Quando finalmente la feroce sculacciata ebbe fine Freddy aiutò la povera Leslie, ancora in singhiozzi, ad alzarsi ed a ricomporsi, quindi l’avvolse in un abbraccio appassionato dicendo: <spero che questo ti sia servito da lezione tesoro per insegnarti che non hai nessun motivo di dubitare del mio amore per te>, poi, continuando a tenerla stretta la baciò con passione.
    La giovane Leslie, ancora frastornata ebbe appena la forza di chiedere perdono fra le lacrime.
    Freddy, adesso sorridente, le cinse le spalle con il suo braccio vigoroso invitandola a tornare alla festa, dove, appena entrati, furono accolti dagli applausi e dalle grida entusiaste dei presenti.

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    Edited by Dolly c.r. - 13/7/2021, 12:26
     
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    quando la gelosia comporta risvolti positivi..

    Certo che se Otello si fosse limitato a dare una bella sculacciata a Desdemona tutti sarebbero stati più contenti (tranne forse Iago..) e Scassalancia avrebbe scritto una commedia scollacciata invece di una cupa tragedia con grande soddisfazione dei lettori
     
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    complimenti Dolly, brava come sempre :)
     
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    Brava Dolly
    La gelosia è una brutta bestia ;-)
    In certi casi scalda anche il cuore ... e non solo ;-) ;-)
     
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    Grazie...sono contenta che questo nuovo tread nei mie racconti e soprattutto il racconto...il primo di molti...siano piaciuti :)
     
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    CITAZIONE (Zonker @ 5/2/2021, 19:04) 
    quando la gelosia comporta risvolti positivi..

    Certo che se Otello si fosse limitato a dare una bella sculacciata a Desdemona tutti sarebbero stati più contenti (tranne forse Iago..) e Scassalancia avrebbe scritto una commedia scollacciata invece di una cupa tragedia con grande soddisfazione dei lettori

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    “La sfida”

    Leonardo, Maurizio e Mario erano amici da sempre o quasi, erano tutti in una fascia d’età compresa fra i trentacinque e i quarant'anni; Leonardo era il più anziano dei tre, poi veniva Maurizio ed infine Mario.
    Ognuno con la sua vita ed il suo lavoro, Leonardo faceva il rappresentante di commercio Maurizio era un impiegato di banca e Mario lavorava come giornalista in un noto quotidiano della città.
    Fisicamente e di carattere erano diversi ma avevano in comune una cosa che li legava come un filo invisibile e che aveva cementato il vincolo indissolubile dell'amicizia, la comune passione per lo spanking.
    La loro amicizia, era nata quando il web aveva cominciato a fare i primi passi e cominciavano a nascere le prime chat i primi forum a tema spanking, che proprio in quegli anni era stato, alla fine sdoganato e reso finalmente libero dalle “cerbere” catene della censura dei benpensanti.
    Proprio in una di queste primissime chat i tre si erano conosciuti ed erano diventati dei veri amici accomunati, tra l’altro, da quella passione comune che si concretizzava nella perenne ricerca di qualche bel sedere femminile da colorare e riscaldare.
    Gli anni poi erano passati e mentre due di loro si erano sposati, Leonardo aveva preferito non avere legami, comunque sia, prediligeva, pur per rapporti brevi, compagne di giochi alle quali piacesse essere sculacciate a dovere, come del resto anche i suoi due amici che avevano scelto, sposandosi, compagne di vita che apprezzassero di essere distese a pancia sotto sulle ginocchia di un uomo, godendo dello spanking.
    Era da poco arrivata l'estate ed i tre amici da tempo cercavano di organizzare una vacanza collettiva con mogli e fidanzate, possibilmente in un luogo tranquillo, magari isolato e lontano da orecchie e sguardi indiscreti, così da poter godere anche del piacere di arroventare in tutta tranquillità i prosperosi, sodi, candidi fondoschiena delle rispettive compagne.
    Dopo molto cercare la scelta era caduta su un bel rustico situato sulle sponde di un lago, in un punto bello, isolato ed a pochi passi da una spiaggia di sabbia vulcanica.
    La vacanza venne programmata in modo che tutti fossero liberi per un fine settimana e finalmente Leonardo, Maurizio e Mario si misero d’accordo, e dopo i preparativi del caso partirono con le loro compagne.
    Arrivati a destinazione non poterono fare a meno di ammirare la bellezza del posto prescelto, il rustico non era molto grande, ma, in compenso, dalla parte che dava sul lago aveva uno stupendo patio in muratura con al centro un lungo tavolo in marmo contornato da dieci sedie impagliate.
    Dal patio una breve scalinata portava direttamente alla spiaggia lambita dalle calme e celesti acque del lago che rifletteva l'azzurro del cielo; tutt'intorno era una sinfonia di colori, di profumi e di pace in cui la natura era la protagonista assoluta.
    Nonostante avessero portato cibo e quant'altro necessario perché non mancassero di nulla durante quei pochi giorni, Mario, che aveva la passione per la pesca, non voleva rinunciare, proprio la prima sera di poter gustare l'ottimo pesce di lago che lui stesso avrebbe pescato.
    Quindi, molto ben attrezzato, trascorse tutto il pomeriggio in riva al lago, intanto le signore sistemavano quel poco che c'era di sistemare, dato che avevano trovato la casa ben pulita e messa in ordine, mentre Leonardo e Maurizio si dilettarono a giocare a bocce sulla sabbia.
    Il bottino fu abbondante e Mario si assunse anche il compito di cucinare il freschissimo pesce che, dunque, venne cotto alla perfezione, come solo lui sapeva fare, sul grande barbecue in muratura situato nel giardino di fronte al patio.
    Quando il pesce fu pronto, c'era ancora il sole, dato che le giornate si erano allungate, e quindi quando tutti si misero a tavola, l'astro dorato rifletteva la sua calda luce sul lago dando al luogo un aspetto magico.
    Poi, mentre l'allegra compagnia banchettava col gustosissimo pesce pescato da Mario, accompagnandolo con qualche bottiglia di ottimo vino che Leonardo aveva trovato nella dispensa, fu un susseguirsi di chiacchiere e risate.
    Finita la cena i tre amici, dopo aver bevuto l'ennesimo bicchierino di grappa, si erano allontanati verso la spiaggetta per fare una passeggiata digestiva, chiacchieravano del più e del meno quando Mario fece agli amici una proposta, una sfida disse, e Leonardo e Maurizio lo ascoltarono subito con attenzione, interessati a quanto avesse da dire il loro amico.
    Mario propose che, dato il posto così isolato, dove certo nessuno avrebbe disturbato i loro giochi, di organizzare una vera sfida di spanking, che sarebbe consistita, continuò Mario, in una gara a tre, nella quale tutti insieme si sarebbero coricate sulle ginocchia le proprie compagne; chi avesse resistito più a lungo nel colorare e riscaldare le natiche della sua corrigenda sarebbe stato il vincitore.
    La proposta venne accolta con entusiasmo dagli altri due e subito i tre amici informarono allegramente le compagne, che, al contrario, non nascosero il loro disappunto di fronte alla prospettiva di venire sculacciate in presenza degli altri.
    Ma le preoccupava soprattutto il pensiero che essendo una sfida, avrebbe significato per loro restare sulle ginocchia dei propri uomini, con le belle natiche nude, indifese ed all'aria chissà quanto tempo, con la conseguenza di procurare alle suddette bruciori e dolori inimmaginabili.
    Sordi alle loro proteste i tre amici non persero tempo ed immediatamente ognuno di loro afferrò con decisione la propria compagna, si sedettero sulle sedie di vimini e in men che non si dica ognuno di loro trascinò la propria corrigenda a pancia sotto sulle ginocchia, ed ancora, insieme, denudarono subito le belle natiche che avevano a disposizione e che adesso erano tutte esposte ai loro sguardi, candide e tremanti, in attesa della bruciante sculacciata che non tardò ad arrivare.
    Subito nel patio illuminato, reso fresco dalla lieve brezza provenire dal lago, cominciarono a risuonare gli schiocchi degli sculaccioni che con fermezza e decisione i tre amici somministravano, avendo cura di non lasciare nessuna parte del fondoschiena delle tre donne fosse sottratta alle loro severe cure, mentre queste, con toni crescenti, rompevano il silenzio di quel magico luogo con i loro strilli, man mano che la feroce sculacciata progrediva.
    Leonardo, Maurizio e Mario, presi dallo spirito della sfida, non lesinavano né forza né ritmo nel colpire i roventi emisferi delle tre donne che, mentre i tre amici sorridevano soddisfatti del loro operato, sotto i colpi severi agitavano i loro corpi in una danza scomposta di gambe e natiche che metteva a nudo anche il più segreto angolo della loro intimità, dando ai tre uomini un piacevole spettacolo.
    Quando la bruciante sfida ebbe fine, senza vinti né vincitori, le tre donne giacquero esauste con i loro corpi ancora scossi dai singhiozzi e con le loro belle natiche roventi di un bel color rosso amaranto, sulle ginocchia dei loro punitori.
    Non appena vennero fatte alzare le tre donne corsero subito al lago e tutte insieme si sedettero immergendo le loro martoriate natiche nella fresca acqua in cerca di un poco di refrigerio, fra le risate dei tre amici.

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    Edited by Dolly c.r. - 13/7/2021, 12:27
     
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    Brava Dolly sempre belli i tuoi racconti
     
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    CITAZIONE (Fues @ 16/3/2021, 18:57) 
    Brava Dolly sempre belli i tuoi racconti

    Grazie Fues :)
     
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    anche questo aveva un vago sapore shakespeariano.. sogno di una notte di mezza estate, in particolare. Bello, amo le sessioni collettive! (nelle mie fantasie, almeno..)
     
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    CITAZIONE (Zonker @ 16/3/2021, 19:06) 
    anche questo aveva un vago sapore shakespeariano.. sogno di una notte di mezza estate, in particolare. Bello, amo le sessioni collettive! (nelle mie fantasie, almeno..)

    Grazie zio...sono contenta che ti sia piaciuto...ebbene sì...a volte dai racconti che scrivo trapela la mia passione per le opere del grande drammaturgo :lol:
     
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    Brava Dolly, quando passo e trovo un tuo racconto non mi deludi mai
     
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    Interessante l'idea della sfida.
    Si potrebbe chiedere al C.I.O., per i Giochi Olimpici di Parigi, di inserire questa " disciplina ":
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    Cominciate ad ....allenarvi.
     
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    CITAZIONE (Nena- @ 17/3/2021, 22:43) 
    Brava Dolly, quando passo e trovo un tuo racconto non mi deludi mai

    Grazie Nena....ormai mi sto adeguando all'idea di diventare il Jules Verne dello spanking :lol:
     
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