I racconti di Paula

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    Primo racconto

    "Arabella"
    Già dalla mattina, nella residenza estiva dei Seymur, fervevano i preparativi per la sfarzosa festa che si sarebbe svolta nel tardo pomeriggio per celebrare il fidanzamento ufficiale fra la giovane nipote di Lady Dorotea con il rampollo della nota e facoltosa famiglia di banchieri londinesi dei Beaumont.
    Non mancava molto all'arrivo dei numerosi ospiti e Sua Signoria si trovava nel parco controllando con occhio vigile che tutto fosse perfetto per il ricevimento, non risparmiando rimbrotti e osservazioni al personale domestico occupato febbrilmente nei preparativi.
    Quando Giles, il maggiordomo, si avvicinò con discrezione sussurrando:<madam!>
    Lady Dorotea si girò verso l'anziano domestico e con l’abituale tono rispose :<sì Giles, cosa c'è?>
    Il maggiordomo, facendo un inchino e scusandosi per il disturbo annunciò che era arrivato il signorino David.
    La nobildonna, sorridendo compiaciuta gli rispose che l’aveva fatto venire apposta un po' prima del ricevimento per fare quattro chiacchiere con lui, poi chiese a Giles di far cercare la nipote e chiederle di raggiungerla nello studio.
    Date queste disposizioni Lady Dorotea rientrò ed accolse il giovane Boumont con un materno abbraccio:<david caro, grazie di essere venuto, spero non ti abbia recato disturbo venire qui prima degli altri.>
    Il giovane si affrettò a rassicurala: <buonasera Lady Dorotea, no, ma che dice, nessun disturbo>.
    Sorridendo Lady Dorotea, aggiunse subito:< Non pensi che sia giunto il momento di chiamarmi zia? Sciocco ragazzo, tu e Arabella da stasera sarete fidanzati ufficialmente e fra poco tempo vi sposerete> Così dicendo gli diede uno scherzoso buffetto sul viso.
    David un po’ imbarazzato rispose: <come vuole … anzi, come vuoi zia Dorotea>
    La nobildonna sorrise soddisfatta e comunicò al giovane che aveva fatto chiamare Arabella, e che li avrebbe presto raggiunti nello studio.
    Quindi condusse il giovane in un grande salone le cui pareti erano coperte interamente da una libreria, mentre vicino ad una grande porta finestra, che portava al parco, troneggiava una sontuosa scrivania in mogano ed al lato opposto, di fronte all’imponente camino in marmo vi era un sontuoso divano in pelle circondato da due enormi poltrone.
    Lady Dorotea si sedette sul divano invitando il giovane promesso sposo a fare altrettanto su una delle poltrone.
    Poco dopo che si erano accomodati vennero raggiunti dalla nipote della nobildonna che vedendo il fidanzato cinguettò:<david! Tesoro, che sorpresa, cosa ci fai qui a quest'ora? Pensavo venissi più tardi con i tuoi genitori>.
    Appena David la vide, cavallerescamente, si alzò in piedi e, messo in soggezione dalla presenza della nobildonna, si limitò a dare ad Arabella un casto bacio sulla guancia dicendo che era stata una sorpresa anche lui ricevere stamattina l'invito della zia a venire qui prima del ricevimento.
    Arabella stupita esclamò: <non capisco>.
    La nobildonna abbastanza seriamente disse:<tra poco capirai cara, ora per favore siediti accanto a me, ho fatto venire David perché devo parlargli di una cosa molto importante e che riguarda soprattutto te>.
    Mentre venivano scambiati questi convenevoli il fidato Giles aveva posato sul mobiletto il vassoio con la teiera, le tazze ed i biscotti e dopo aver servito i presenti, discretamente, aveva lasciato la stanza; la giovane Arabella però continuava a non capire il perché della presenza di David e cosa intendesse la zia, ma per non contraddirla, in silenzio, si era accomodata accanto a lei.
    Non appena il maggiordomo fu uscito Lady Dorotea prese la parola e rivolgendo un caldo sorriso al giovane futuro marito della nipote disse: <david caro, ho voluto vederti prima dell'arrivo degli altri invitati per parlarti della nostra Arabella, con lei presente, perché il discorso che sto per farti è molto importante per la futura vita di coppia che vivrete insieme>.
    I due giovani, ignorando ancora il motivo per cui erano lì si guardarono sorpresi e un poco imbarazzati.
    <dunque> continuò la nobildonna:< Tu sai che mi sono presa cura di Arabella da quando mia sorella e suo marito vennero a mancare per quel tragico incidente che tu sai, … sembra ieri> a quel punto una lacrima di commozione le spuntò negli occhi ripensando alla sera in cui i genitori della giovane erano morti in un terribile incidente automobilistico mentre tornavano da una premier teatrale.
    Ma fu solo un attimo, quindi la nobildonna riprese il discorso:<devi sapere che in memoria della mia povera sorella, all'epoca mi ripromisi che avrei cresciuto ed educato Arabella come se fosse figlia mia, e come hai potuto appurare tu stesso conoscendola, amandola e avendo deciso di sceglierla come compagna di vita, posso essere orgogliosa di affermare di aver fatto un buon lavoro>.
    Così dicendo Lady Dorotea abbracciò con trasporto la nipote che le sedeva accanto.
    David sorrise e prendendo la mano della giovane aggiunse <su questo non ci sono dubbi zia, Arabella è meravigliosa e averla accanto a me come compagna di vita mi rende l'uomo più felice del mondo>.
    Dorotea continuò :<ma se oggi caro David hai di fronte questa bella giovane donna educata come si deve, degna di stare al tuo fianco, è merito della severa educazione che ha ricevuta. Quando Arabella venne a vivere da noi, all'inizio mi diede dei problemi essendo figlia unica e cresciuta troppo viziata e coccolata, ma grazie ai miei metodi educativi, adottati anche con i suoi cugini. Ti puoi immaginare quanto sia stato difficile educare i miei tre figli tutti maschi, ma ci sono riuscita, grazie ad una severa educazione sono cresciuti bene come del resto la nostra Arabella>.
    A quel punto la giovane arrossì violentemente, le sue guance si fecero purpuree e un profondo imbarazzo si impadronì di lei, specialmente quando Lady Dorotea, continuando a parlare, aveva precisato come Arabella non avesse un carattere facile.
    David a quelle parole alzò gli occhi al cielo e sorrise:< Lo so zia, altroché se lo so, a volte la sua testardaggine le fa commettere imprudenze, a volte diciamo che esagera, ma la capisco, a vent'anni anni una giovane donna è una forza della natura ed io che ne ho dieci di più, anche se a volte mi fa arrabbiare, poi alla fine la perdono sempre>.
    La zia proseguì :<il perdono va bene, David, ma dopo, dopo che l'avrai corretta come si deve e adesso ti farò vedere come fare con questa monella quando esagera, perché è importante, dopo che vi sarete sposati, che sin dal principio tu le faccia capire chi è che porta i pantaloni in famiglia, come del resto ha fatto e fa tutt'ora mio marito>.
    Così dicendo Lady Dorotea, all'improvviso, con grande sorpresa dei due giovani prese Arabella e la coricò sulle ginocchia:
    <zia, no, ti prego, non davanti a David!>
    Implorò quasi gridando la giovane Arabella che non si aspettava minimamente di venire sculacciata in presenza del fidanzato:
    <silenzio!>
    Sentenziò la nobildonna:< Sto per mostrare al tuo futuro marito come ti dovrà trattare d'ora in poi quando ti comporterai come a volte fai, da bambina testarda e capricciosa>.
    Poi, facendo finta di non sentire le proteste della giovane, con gesti calmi e decisi, le tirò su fino in vita il morbido e fresco vestito di seta e con gesti altrettanto calmi e decisi le fece scendere fino alle ginocchia le vezzose mutandine, scoprendo alla vista di David che, intrigato e pieno di curiosità ed ammirazione non perdeva un solo istante di quanto stava accadendo, rapito dalla vista delle morbide, sode quanto perfette natiche della giovane.
    Subito la nobildonna iniziò a colpire con severità le candide rotondità, alternando gli sculaccioni ora alla sulla natica destra, ora sulla sinistra, mentre i gemiti ed i gridolini della giovane, che già da subito aveva iniziato a sentire il bruciore provenirle dal posteriore, cominciavano a risuonare nella grande biblioteca rompendone il silenzio ovattato.
    Intanto David osservava i movimenti convulsi di quel giovane corpo, il frenetico ondeggiare di natiche e gambe che, ad un certo punto, aveva fatto sì che le mutandine volassero letteralmente via mostrando, al suo sguardo ammaliato, le più recondite intimità di Arabella che, piena di vergogna con il viso in fiamme, e non solo il viso, piangeva e supplicava.
    Implorava e cercava in ogni modo di sottrarsi all'umiliante situazione di venire sculacciata sul sedere nudo, esposto al fidanzato mentre sonori e brucianti schiocchi si potevano udire anche da fuori, nel parco, dove i domestici della casa stavano allestendo per la festa.
    I minuti passati da Arabella sulle ginocchia della zia furono interminabili, roventi, le sembrava di avere le natiche in fiamme mentre gridava, piangeva e supplicava desiderando che quel tormento finisse al più presto.
    Solo quando le sue belle natiche furono ardenti ed ebbero preso uno splendido color rosso tramonto Lady Dorotea mise fine alla correzione, quindi sorridendo aiutò la singhiozzante Arabella ad alzarsi, e con gentilezza l’invitò ad andare nella sua stanza a prepararsi per la festa e soprattutto ad indossare l'abito preparato per lei.
    Arabella, rossa in viso per il gran pianto e con lo sguardo basso per la vergogna cercò di ricomporsi come meglio poteva ed in silenzio lasciò la stanza.
    Intanto Lady Dorotea versava dell'altro tè nella sua tazza ed in quella di David visibilmente emozionato da quanto aveva visto ed intenzionato più che mai a seguire l'esempio che poco prima gli aveva dato la nobildonna.
    Più tardi cominciarono ad arrivare gli ospiti, la festa stava per iniziare quando Arabella, sotto braccio al suo David, sorridente e felice fece un ingresso trionfale con il sottofondo musicale dell'orchestra chiamata per l'occasione.
    Era bellissima nel suo abito bianco di chiffon e sarebbe stato tutto perfetto per la giovane se non fosse che il vestito, scelto da sua zia, un po' troppo aderente per portarlo con le mutandine, grazie alla sua birichina trasparenza, mostrasse agli sguardi di tutti gli invitati il velato rossore del suo fondoschiena sculacciato.

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    Edited by Dolly c.r. - 7/3/2021, 12:33
     
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    Bellissimo racconto
     
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    CITAZIONE (Nicola CERRATO @ 7/3/2021, 06:58) 
    Bellissimo racconto

    Grazie Nicola *^^* :muah:
     
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    Bello e avevo immaginato le tre righe finali, ottimo!
     
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    Magnifico. e, come altre volte ho già detto, adoro l'ambientazione "vintage". Brava Dolly! :clapping:
     
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    Grazie zio...grazie Mr Badguy...troppo buoni *^^* :muah:
     
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    Secondo racconto

    “Al Roxy Bar” Prima parte

    Lunedì, tardo pomeriggio, Harry sta percorrendo l’ottava Avenue, in quel momento molto intasata dal traffico del rientro, cinque minuti prima era stato fermato da una volante della polizia, le solite richieste di rito, documenti e patente che l'uomo aveva subito porto al poliziotto sicuro di non aver fatto nulla che potesse nuocergli.
    Il poliziotto dopo aver esaminato bene i documenti e controllato che fossero in regola, mentre li ridava ad Harry gli disse: <bene signore è tutto a posto, tutto regolare>, quindi prendendo un blocchetto da una tasca della divisa continuò: <ma devo sanzionarla perché ha uno dei fari posteriori rotto e questo le costerà una multa di cento dollari>.
    Quest'affermazione lasciò di stucco l'uomo che ignorava che uno dei fari fosse rotto, se l'avesse saputo, il venerdì precedente prima di tornare a casa, avrebbe l'asciato l'auto al suo amico carrozziere Benny che gliela avrebbe riparata in tempo e non avrebbe preso una salata multa.
    Harry senza proferire parola prese il foglietto della multa che il poliziotto gli stava porgendo quindi un po’ innervosito gli rispose: <grazie agente, sarà mia cura farlo riparare al più presto!>
    Quindi con un gesto della mano salutò il poliziotto e rimise in moto l'auto diretto al Roxy Bar, un locale poco lontano dove sapeva di poter trovare sua moglie Camilla insieme alla sua amica Paula come tutti i lunedì, per il loro happy hour settimanale.
    Mentre parcheggiava vide le due donne che, sedute ad un tavolino, sorridevano e chiacchieravano davanti a due calici di spritz e un piatto di stuzzichini, quindi sceso dall'auto, a passo spedito, anche troppo dato che intruppò più di qualche passante che camminava in senso contrario, si diresse verso di loro.
    Non appena le ebbe raggiunte si pose alle spalle di Camilla, che per questo non l'aveva visto arrivare e con gesto deciso gettò sul tavolo il verbale della multa, la donna si girò sorpresa, immaginando che fosse qualche importuno, ma nel vedere il marito in piedi dietro di lei, con una eloquente espressione del viso che valeva più di mille parole, esclamò sfoderando un sorriso:< Tesoro, ti immaginavo già a casa, cosa ci fai qui?>
    Intanto Paula, anch'essa rimasta sorpresa dall'arrivo improvviso dell'uomo, visibilmente in collera, rendendosi conto che sarebbe stata testimone di un alterco coniugale, per non turbare ulteriormente la situazione, facendo finta di nulla cercò di accomiatarsi dicendo:< Beh Camilla, è tempo che io vada, ci vediamo domani, d’accordo?>
    Ma Harry con voce severa la fermò subito:<no Paula, non è il caso che tu vada via, anzi è importante che resti!>
    Poi, rivolgendosi verso Camilla con altrettanta severità, indicando il foglio sul tavolo, quasi a denti stretti le chiese: <sai cos'è questo?>
    Camilla, ora più intimorita che sorpresa dal tono con cui il marito le stava parlando, guardando con più attenzione il foglio, a voce bassa sussurrò: <tesoro, è un verbale di contravvenzione!>
    <e sai perché?> Chiese con lo stesso tono Harry.
    La donna, guardandosi intorno si era accorta che gli altri avventori del bar, avvertendo il tono alterato di Harry si erano girati verso di loro, e quindi, arrossendo in viso per l'imbarazzo e deglutendo a fatica rispose:< No Harry>
    <te lo dico io perché hanno trovato il fanale di dietro rotto, e mi hanno fatto cento dollari di multa>, esclamò l'uomo con un tono di voce sempre più alto, poi continuò:<ora dovresti essere così gentile da spiegarmi come è potuto accadere che il fanale di dietro si sia rotto dato che venerdì sera, quando sono tornato dal lavoro era sano! … Sai spiegarmelo?>
    Camilla, sempre più imbarazzata, sapendo benissimo che il fanale si era rotto mentre faceva manovra al parcheggio del centro commerciale dove era andata a fare shopping tossicchiando rispose:<non lo so Harry, davvero, forse sarà stato sabato, quando al parcheggio del centro commerciale ho urtato una colonnina di marmo>.
    La sua risposta ebbe il risultato di incollerire ancor di più il marito: <ti costava tanto dirmelo? Se me lo avessi detto non appena tornata a casa avrei portato immediatamente la macchina da Benny che l'avrebbe riparata subito e non mi avrebbero fatto la multa!>
    Camilla, sentendosi addosso gli sguardi dei presenti e dell'amica Paula, arrossendo abbassò lo sguardo: <hai ragione Harry, avrei dovuto dirtelo, e che non ci ho pensato, non lo ritenevo importante, scusa!>
    Harry alzando gli occhi al cielo con voce severa esclamò:< Ma sentitela, non ci ha pensato, non lo riteneva importante, eh già, quando sei tornata a casa eri sicuramente troppo presa da quello che avevi comprato al centro commerciale per mettermi al corrente del danno fatto alla macchina!>
    Intanto i presenti, inconsapevoli di come la situazione si sarebbe evoluta, osservavano con crescente attenzione e curiosità la scena.
    Camilla, sempre più imbarazzata dalla situazione cercava in ogni modo di mitigare la collera del marito: <mi dispiace ho sbagliato, avrei dovuto dirtelo, ti prego scusami, ma non facciamo scenate qui, adesso andiamo via e ne parliamo a casa, d’accordo?>
    Mentre lo diceva fece per alzarsi ma il marito le poggiò con forza una mano sulla spalla ed esclamò:< Non ci penso nemmeno a parlarne a casa, ne parliamo qui e subito, davanti a tutti, hai sbagliato e adesso paghi alla presenza della tua amica Paula, di tutte queste persone e dei camerieri, così che in futuro tu non faccia più sbagli del genere!>
    Così dicendo Harry, fra la sorpresa di tutti i presenti e soprattutto di Camilla afferrò la moglie per un braccio, costringendola ad alzarsi, poi, dopo essersi seduto al suo posto, la coricò a pancia sotto, senza sforzo, sulla sua gamba destra, quindi mentre con una mano le spingeva in basso la testa, con l’altra le tirava su la gonna abbassandole poi le mutandine fino alle ginocchia.
    Provocando, con questo gesto plateale, non solo la profonda vergogna nella donna, che arrossì violentemente, fino all'attaccatura dei capelli, sapendosi esposta con le formose natiche nude davanti a tutti, ma suscitò anche l'ilarità dei presenti che non si aspettavano di certo di assistere allo spettacolo di un bel sedere sculacciato a dovere.
    Harry bloccò con la sua, le gambe della moglie, e così facendo le sue belle rotondità posteriori si vennero a trovare più in alto rispetto alla testa, dando così ai presenti la più completa visione non solo del suo giunonico fondoschiena ma anche delle sue intimità più nascoste
    Poi, Harry, incurante delle proteste e dei sgambettamenti della moglie che tentava in vano di sottrarsi alla cocente umiliazione di una sculacciata pubblica, alzò il braccio sinistro e, subito dopo, la sua grossa mano impattò sulla natica sinistra di Camilla, che gridò più per l'umiliazione che per il bruciore, che, con gli sculaccioni che seguirono, non tardò molto ad infuocarle entrambi i globi posteriori.
    Harry colpiva con forza e severità, e nel locale risuonava il rumore dei cocenti sculaccioni che riscaldavano e coloravano sempre di più il fondoschiena di Camilla, fra l'ilarità dei presenti e soprattutto dell'amica Paula, che, all’inizio, aveva assistito silenziosa all'evolvere degli eventi, ma poi, essendo una famosa disegnatrice a tema spanking ed anche una vera appassionata del genere, non le era parso vero di assistere di persona ad una vera e severa sculacciata punitiva.
    Per questo si era alzata e posizionata alle spalle della povera Camilla per gustarsi, come i presenti, lo spettacolo delle belle natiche dell'amica che ondeggiavano di qua e di là nel tentativo di sottrarsi alla punizione, osservando come il sedere si stava colorando di un rosso sempre più intenso, e lasciava intendere che anche il bruciore doveva essere veramente intenso.
    Camilla strillava e piangeva sotto la granula di sculaccioni che si stava abbattendo senza pietà sul suo sedere e intanto, con la coda dell'occhio, vedeva la sua cara amica Paula e tutti gli altri ridacchiare e fare commenti divertiti sulle sue disgrazie, cosa che le fece provare una profonda vergogna.
    Ma ancor più si sentì sprofondare quando Paula, con un sorriso malizioso sulle labbra, avvicinatasi ad Harry, gli disse all’orecchio, ma abbastanza forte affinché anche gli altri sentissero:< Complimenti Harry, stai proprio facendo un ottimo lavoro di riscaldamento sulle natiche della nostra Camilla, si stanno proprio arrossando bene, chissà come le bruciano, poverina, e che vergogna starà provando a stare così, col fondoschiena nudo mentre, davanti a tutti, si sta prendendo una bella dose di sculaccioni, per non parlare poi della passerina così in bella mostra!>
    Harry ricambiò il sorriso di Paula quindi, senza interrompere la sculacciata le rispose : <ci puoi scommettere, sto facendo un ottimo lavoro Paula! Come sempre del resto, ogni qual volta Camilla ha bisogno di queste cocenti attenzioni>.
    Poi continuò: < Ti assicuro che le accade molto più spesso di quanto pensi di venire distesa sulle mie ginocchia e sculacciata a dovere, per poi ritrovarsi nell'angolo con le sue belle natiche ardenti e purpuree, come lo saranno anche oggi, quando avrò finito, e ti assicuro che per qualche giorno le sarà impossibile sedersi>.
    Per la povera Camilla sembrava che il tempo non passasse, sapeva soltanto che il terribile bruciore, proveniente dalle natiche, era diventato ormai insopportabile, e dunque con tutto il fiato che aveva in gola singhiozzava e supplicava il marito di smettere.
    Harry, lasciò passare ancora cinque minuti di fuoco, poi si fermò, aiutò la singhiozzante Camilla ad alzarsi e mentre questa cercava di ricomporsi come meglio poteva la sua cara amica Paula le si avvicinò e la avvolse in un abbraccio consolatorio dicendo a voce alta:< Povera, povera Camilla, su non piangere più cara, lo so che il sedere ti brucia tanto, vero?>
    La poveretta, non colse il sottile piacere col quale Paula la consolava, e rispose tra i singhiozzi <sì, mi brucia da morire.>
    E ancora continuò l’amica :<lo credo bene che ti brucia cara, sembra un bel sole al tramonto per quanto è rosso e sicuramente altrettanto rovente, tranquilla su, passerà, quando starete a casa il tuo Harry ti ci metterà della crema rinfrescante ed il bruciore, passerà anche se, come ha detto lui non potrai sederti per un po’. In compenso hai offerto a tutti noi il meraviglioso spettacolo delle tue meravigliose natiche sculacciate a dovere, talmente bello che voglio usarlo come soggetto per uno dei miei disegni, non sei contenta?>
    E mentre faceva questo discorso, Paula, sempre abbracciando Camilla e insieme ad Harry uscirono dal Roxy Bar, fra l'ilarità dei presenti.

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    Complimenti, un bel racconto come sempre anche se per i miei (personali) gusti una sculacciata pubblica non la preferisco, comunque scritto sempre molto bene :)
     
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    Complimenti, un bel racconto come sempre anche se per i miei (personali) gusti una sculacciata pubblica non la preferisco, comunque scritto sempre molto bene :)

    Grazie Fues....la sculacciata pubblica è una delle mie fantasie preferite ecco perchè ne parlo spesso nei miei racconti :)
     
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    Mi piace un sacco come scrivi. Brava....
     
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    E poi ci troveremo come le stars, a farci sculacciare al Roxy bar......
     
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    CITAZIONE (Nena- @ 13/4/2021, 22:30) 
    Mi piace un sacco come scrivi. Brava....

    Grazie Nena *^^*

    CITAZIONE (Ravel2014 @ 14/4/2021, 09:15) 
    E poi ci troveremo come le stars, a farci sculacciare al Roxy bar......

    Ah ah ah e magari dal Blasco in persona...chissà com'è come spanker :lol:
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    "Al Roxy Bar" Seconda parte

    Erano passate alcune settimane dalla sera in cui Paula aveva assistito, con molta sorpresa ma soprattutto con molta soddisfazione allo spettacolo offerto dalla sua amica Camilla mentre veniva con severità sculacciata pubblicamente dal marito.
    La visione delle superbe e giunoniche natiche della corrigenda diventare sempre più rosse e bollenti davanti agli sguardi divertiti dei clienti presenti al Roxy Bar l'aveva talmente emozionata da non riuscire a togliersela dalla mente dato che lei era da sempre appassionata di spanking oltre che una famosa disegnatrice.
    Ormai persino la notte sognava di arrossare e riscaldare a dovere l'opulento fondoschiena dell'amica, e dunque, non riuscendo più a resistere alla tentazione di godere del piacere di elargire cocenti sculaccioni su quegli ammalianti globi posteriori, dopo molti scrupoli dato che si trattava della sua migliore amica, finalmente si era decisa a telefonarle per invitarla a casa sua a prendere un aperitivo per poi cenare fuori e festeggiare il nuovo appartamento in cui era andata ad abitare.
    Camilla, ignorando quali fossero le vere intenzioni dell'amica aveva accettato subito e con piacere l'invito, quindi, dopo aver avvertito il marito che quella sera sarebbe stata impegnata con Paula, prendendo un taxi raggiunse l'abitazione dell'amica in perfetto orario.
    Paula la fece subito accomodare e le mostrò il nuovo appartamento, che per la zona in cui si trovava e per l'arredamento piacque molto a Camilla.
    Dopo un po' di convenevoli Paula la invitò vedere lo studio dove lavorava ad accomodarsi su una delle poltrone che si trovavano lì, quindi la lasciò temporaneamente per andare in cucina dove, con preparò due deliziosi aperitivi.
    Mentre Paula era in cucina Camilla non poté fare a meno di notare che fra le due poltrone c'era un tavolinetto con sopra alcuni strumenti per lo spanking, ma lì per lì non ci fece caso, pensando che servissero all'amica per i suoi disegni senza sapere che di lì a poco avrebbe dovuto ricredersi.
    Mentre sorseggiavano l'aperitivo Paula guardava con un sorriso sornione l'amica quindi, volendo tastare un poco il terreno le disse: < Camilla, da quanto tempo siamo amiche?>
    La donna, presa alla sprovvista dalla domanda un po' titubante rispose:<non saprei Paula, direi da bambine, siamo per cosi dire cresciute insieme visto che abitavamo vicine, perché me lo chiedi?>
    Continuò Paula: < Perché, anche se ci conosciamo da tanto tempo ignoravo che frequentemente finisci coricata sulle ginocchia di tuo marito per farti riscaldare a dovere le tue stupende natiche.Come ben sai, essendo una famosa disegnatrice di spanking, ne ho visti di fondoschiena ma il tuo, scusa la franchezza, è semplicemente meraviglioso, vedere il tuo giunonico mappamondo diventare sempre più rosso, sempre più ardente sotto la mano sculacciatrice di tuo marito mi ha dato delle sensazioni talmente forti che, come ti avevo detto quella sera, non ho potuto fare a meno di trasferirle sulla carta quelle sensazioni e appena tornata a casa mi sono messa subito a disegnare la tua superba sculacciata, ecco, questo è il disegno, spero ti piaccia>.
    Paula porse all'amica il disegno che aveva fatto, che esprimeva benissimo la scena a cui aveva assistito, con il movimento delle figure che parevano prendere vita, ne facevano un autentico capolavoro.
    Camilla, alla vista di quel disegno così ben fatto, così reale, ebbe quasi un sussulto ed arrossì violentemente ripensando alla vergogna provata quando si era ritrovata sulle ginocchia del consorte con le natiche nude esposte allo sguardo dei presenti e sculacciata pubblicamente.
    Quindi con un filo di voce sussurrò:< Non farmici pensare Paula, ho provato una tale vergogna mentre Harry mi sculacciava lì, davanti a tutti che sarei voluta morire >.
    Paula, dal canto suo era intenzionata a raggiungere ad ogni costo il fine che si era prefissata e sorridendo, con voce pacata, dopo aver preso in mano uno degli strumenti che si trovavano sul tavolinetto, precisamente un tawse, cercò di calmare l'amica che cominciava ad agitarsi.
    Parlandole con calma disse che capiva la vergogna che aveva provato in quel momento, il bruciore delle sculacciate, ma rassicurò che, almeno per lei è stata un'esperienza a dir poco esaltante, che per notti intere aveva sognato di rivivere in prima persona>.
    Camilla, guardandola sorpresa le chiese:<in che senso in prima persona?>
    Quindi Paula guardandola in viso continuò :< Nel senso che desidero ardentemente riscaldare a dovere le tue stupende natiche, ecco il motivo di questi bei giocattoli sul tavolino, mi serviranno per darti una sculacciata che ricorderai per molto, molto tempo tesoro, soprattutto quando dovrai sederti>.
    Detto questo Paula, prima che Camilla se ne potesse rendere conto, la tirò sulle ginocchia quindi con decisione alzò il bel vestitino a fiori che indossava e le abbassò con altrettanta decisione le mutandine, mettendo a nudo le opulente natiche della donna, che incredula non si aspettava di certo di finire coricata sulle ginocchia dell'amica per essere sculacciata a dovere.
    Paula alzò il braccio ed in breve tempo il tawse cominciò a arrossare e riscaldare il fondoschiena di Camilla che, sotto i colpi brucianti dello strumento, cominciava a sgambettare ed a supplicare l'amica, a cui però la donna pareva non dare ascolto perché, dopo aver usato il tawse lo posò, accarezzò con delicatezza le già bollenti natiche dell'amica dicendo:< Su, su tesoro, non piangere, dovrai passare ancora molto tempo sulle mie ginocchia, ci sono gli altri strumenti che desidero provare sulle tue stupende chiappe, non vorrai consumare tutte le tue lacrime ora che abbiamo appena cominciato.>
    Poi sistemò meglio l'amica sulle ginocchia, con una gamba bloccò le sue, con il braccio sinistro le bloccò il destro dietro la schiena in modo che non potesse in alcun modo tentare di evitare le sculacciate, quindi afferrò il robusto paddle di cuoio che stava sul tavolino ed iniziò a colpire con severità le indifese natiche dell'amica.
    Camilla, sotto i roventi colpi del paddle di cuoio aveva ricominciato il balletto delle gambe, pur limitato dal fatto che la gamba dell'amica le impediva i movimenti. Riusciva a malapena ad agitare le natiche in ogni direzione, nel disperato tentativo di schivare qualche colpo dello strumento che, facendo il suo dovere, le arroventava e arrossava il fondoschiena sempre di più.
    La poveretta oramai singhiozzava e supplicava, sotto l'infernale gragnuola che si stava abbattendo sulle sue martoriate rotondità posteriori, suppliche e singhiozzi parevano non muovere a pietà l'amica che con inaspettato vigore le stava impartendo una sculacciata a dir poco memorabile.
    Quando Paula si fu stancata di usare il paddle lo posò sul tavolino, aiutò la frastornata e singhiozzante amica ad alzarsi e senza neanche darle tempo di riprendersi la fece inginocchiare sulla poltrona, prese il martinet di cuoio e con questo somministrò sulle ormai scarlatte e ardenti natiche dell'amica l'ultima parte della punizione.
    Le grida della povera Camilla echeggiarono nuovamente sotto i baci ardenti del martinet e le sue natiche ripresero ad ondeggiare sotto lo sguardo soddisfatto di Paula che fino a quel momento si era goduta ogni attimo di quell'esperienza tanto desiderata e che avrebbe voluto far durare all'infinito.
    Ma siccome tutto prima o poi finisce anche Paula, seppur a malincuore dovette porre fine alla punizione con estremo sollievo dell'amica che, con il corpo scosso dai singhiozzi, non ne poteva più dell'intenso bruciore che sentiva alle natiche.
    Quindi Paula vedendo l'amica sofferente con delicatezza le accarezzò i sedere purpureo e ardente sussurrandole in un orecchio: <su, su cara, è tutto finito, non ti alzare ancora, rimani ancora un poco così, giusto per darmi il tempo di mettere su un foglio il meraviglioso spettacolo delle tue natiche>.
    A quelle parole Camilla, docilmente obbedì rimanendo in quella posizione, non immaginando che l'amica, prima di mettersi a disegnare e senza essere vista e sentita aveva telefonato ad Harry...
    31_17

    Edited by Dolly c.r. - 24/5/2021, 19:04
     
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    Grande! Mi è proprio piaciuto molto.
     
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