Importanza della cultura -

Racconto di Amira Spankee tradotto da Gius

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    L’atmosfera crepitava di tensione, mentre Susan era ferma con la faccia al muro, la cui fredda e liscia superficie strideva con il caldo arrossamento del suo didietro.

    Il dolore intenso della prima punizione impartita da Eleonor, un rapido colpo con spazzola d’argento, fu solo un preludio ad una sinfonia di sofferenza che ora stava suonando al suo interno.

    Eleanor, la sua – solitamente imperturbabile – suocera, si era trasformata in un inflessibile direttore d’orchestra, i cui occhi fiammeggiavano in un modo che Susan non aveva mai sperimentato. La causa? Apparentemente una cosa da nulla: Susan si era permessa di suggerire di mettere in salotto un pezzo di arte moderna, offendendo la sensibilità tradizionalista di Eleonor.

    Ora, confinata nello studiolo, Susan aspettava il maestro in persona, Arthur. Generale in pensione, Arthur possedeva un’aura di autorità che poteva far scendere il silenzio in una stanza con un solo sguardo: i suoi metodi per mantenere la disciplina erano leggendari, e in famiglia se ne parlava con toni sommessi.
    La maniglia girò con un clic lento e deliberato, ogni suono amplificava il terrore di Susan. Arthur entrò, il suo volto era una maschera impassibile, i suoi occhi contenevano un luccichio d'acciaio.
    Guardó la scena, osservando la postura di Susan – le mani intrecciate dietro la testa, il sedere scoperto, le punte dei piedi infilate nelle scarpe con i tacchi alti – una posizione di sottomissione che lui stesso aveva appositamente progettato per momenti come questo.
    Ma invece della prevista predica o di una punizione fisica, Arthur si spostò verso l'antico grammofono nell'angolo. Selezionò con cura un disco: presto il suono graffiante di un valzer riempì la stanza. Poi si rivolse a Susan, con l'ombra di un sorriso sulle sue labbra. "Susan," cominciò, con voce bassa e rimbombante, "hai molto da imparare sul rispetto e sulla comprensione. Questo," indicò il grammofono, "è un valzer. Una danza della tradizione, dell'eleganza, dell'intesa tra partner." Tese la mano verso di lei. "Adesso imparerai a ballare il valzer." La confusione offuscò i lineamenti di Susan. Questa non era la punizione che si aspettava. Eppure, si ritrovò a mettere la mano nella sua, il corpo irrigidito dall'ansia. Arthur la condusse nella danza, la sua presa ferma ma gentile. Le parló della storia del valzer, del suo significato nelle diverse culture, dell'importanza di rispettare la tradizione abbracciando il progresso. Mentre ballavano, Susan cominciò a capire. Quella non era semplicemente una lezione di danza, ma una metafora di vita. Arthur le stava insegnando ad apprezzare il passato, a comprendere il valore della tradizione, riconoscendo anche la necessità di evoluzione e cambiamento. Il valzer finì, lasciando Susan senza fiato, sia fisicamente che emotivamente. Lo sguardo di Arthur conteneva un ritrovato calore. "Ricorda, Susan", disse, "la vita è una danza. Impara i suoi passi, rispetta le sue tradizioni, ma non aver paura di aggiungere il tuo tocco personale". Susan lasciò lo studio con un ritrovato rispetto per Arthur, per la tradizione e per l'arte del valzer. Il dolore sul sedere era svanito, sostituito dal calore della comprensione e dal desiderio di imparare.
    Aveva affrontato la musica e, così facendo, aveva scoperto un nuovo ritmo per la sua vita.

    Edited by Gius Carver - 26/4/2024, 17:06
     
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    Qui il testo originale se sapete l'inglese. L'autrice mi ha espressamente autorizzato
     
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