CITAZIONE (Nena- @ 29/11/2022, 19:24)
A volte ritornano.... Avevo pensato di non continuarlo perché non avevo più idee ma una decina di giorni fa mi sono venute delle idee e questo venerdì un altra. e quindi .... ecco il diario.
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Caro Diario,
sono stata una cattiva ragazza anche oggi…
in realtà più che cattiva sono una ragazza che oggi si è sentita sbagliata.
Diversamente dal solito ti sto scrivendo seduta abbastanza comodamente alla scrivania, come sempre iniziamo dal principio dai.
Oggi è venerdì e come ogni venerdì in ufficio gira un’aria ormoni alti da parte degli uomini, battute più o meno pesanti. Sembra che si preparino per un week end di sesso.
L’argomento del giorno è un servizio fatto dalle Iene ieri sera, l’ho visto pure io quel servizio e mi è piaciuto. Devo ammettere che a tratti ho pensato che qualche cosa era un po’ troppo.
Il mio collega inizia a spiegare che hanno intervistato una donna, di giorno fa l’impiegata e quando smonta dal lavoro si trasforma in una mistress a pagamento, questa donna ha presentato alcuni servizi che fornisce. Ovviamente il mio collega parte raccontando di sculacciate, fustigazioni, tortura del solletico, calpestamento con i tacchi a spillo, bondage, fino ad entrare in alcuni servizi che fornisce a distanza.
La Mistress sotto sollecitazione ha fatto un elenco di cose che le sono state chieste piuttosto particolari, alcune decide di non farle perché non vuole fare danni fisici ad altri, esempio uomini che le chiedono di castrarli, di calpestargli un dito fino a maciullarglielo mentre altre che per lei sono innocue le fa senza problemi. Ha raccontato che un suo cliente gli invia oggetti nuovi di zecca e gli chiede di distruggerli davanti a una videocamera mentre lo offende pesantemente.
I miei colleghi scherzano durante questa spiegazione, prendo in giro le persone che pagano per farsi “menare”, un termine che mi da fastidio sentire. A un certo punto mi chiedono che ne penso e io mi trovo a disagio, se do loro ragione nego la mia indole, se vado loro contro rischio di mettere troppa enfasi e farmi sgamare.
Decido di rispondere con un “beh mica tutti pagano, ho sentito dire che c’è anche chi lo fa nella coppia e altri lo fanno per puro piacere a gratis no? E comunque c’è di peggio. Senza contare che se non fanno male a qualcuno per me possono divertirsi come vogliono.”
“Si si sono liberi di fare ciò che vogliono per carità! Ma secondo me hanno avuto grossi problemi quando erano piccoli!”
Il mio collega continua a spiegare il servizio e con il passare del tempo parlandoci insieme mi accorgo che pure io a volte ragiono come loro, ieri sera mentre guardavo la tv anch’io ho pensato “anche no… che schifo…”. La Mistress ha raccontato che le viene chiesto di filmarsi mentre urina e defeca e poi inviare i propri fluidi a pagamento a chi gliel’ha chiesto, dichiarando anche i prezzi… esempio 40 euro un bicchiere di pipi per berla, 50 euro un tampax usato (a quanto pare si usa per fare tisane), 200 euro un barattolo di feci per mangiarla, altri vogliono barattoli di sputi di cui non è stato chiarito l’utilizzo.
Più tempo passiamo a parlarne più mi sento sbagliata, inizio a pensare di essere malata come dicono i miei colleghi, cerco di entrare nella loro testa e obbligarmi a stare alle loro battute, questa cosa fa si che mi si spenga qualcosa dentro.
Arrivata a casa loro si accorgono che ho qualcosa che non va, si accorgono che sono spenta, non faccio battute, non faccio i miei soliti dispetti, non punzecchio, mangio in silenzio e a occhi bassi.
Lei pensa che io abbia fatto qualcosa e che ho paura di dirlo per non rischiare un castigo, durante il caffè insiste che devo parlare. Non ottenendo risultati esce con un “se non parli giuro che te lo faccio sputare a sculaccioni!”
Con un filo di voce mi esce un “è da malati questa cosa, lo sai vero?”
Entrambi mi guardano straniti da questa mia risposta, “Scusa? E’ da malati?”
Parto come un fiume in piena a raccontare loro cosa è successo, dando ragione ai miei colleghi, “io voglio essere una persona normale.”
Loro pazientemente mi ascoltano, mi fanno domande e attendono le mie risposte, io invece di ragionare con la mia testa ragiono con quella dei miei colleghi e della maggior parte delle persone bigotte. A loro non serve molto per smontarmele, in fondo io sono una spankee e non posso essere davvero convinta che sia da malati.
Finita la lunga chiacchierata lei decide di prendersi l’onere e perché no anche il piacere di farmi ritornare il sorriso.
Ce ne andiamo in camera mia, lei ha un sorriso che esprime dolcezza, non ha il suo solito sguardo da intrigo di cui aver timore, ha un’espressione che rassicurerebbe chiunque.
Si avvicina e mi prende il viso per costringermi a guardarla dritto negli occhi, non ho desiderio di fuggirle come capita spesso, mi fa un occhiolino prima di spostare le mani dal viso ai miei pantaloni.
Continua a guardarmi negli occhi mentre li fa scendere, senza che lei mi dica nulla faccio in modo di farli arrivare alle caviglie e li sfilo. Non ci serve che restino al loro posto.
Quando si stacca da me si va a sedere sul letto accomodandosi i cuscini dietro la schiena e un attimo dopo con un gesto mi invita ad andare verso la mia normalità.
Mi sdraio facendo attenzione a non farle male, non parlo, il silenzio della stanza ci coccola e ci porta verso il nostro mondo. La sento abbassarmi gli slip, non faccio nulla perché è indispensabile per fare ciò che vuole.
Quando la sua mano comincia a sculacciarmi non è severa, subito si può paragonare a una coccola, piano piano la forza aumenta e con essa anche il rumore che inonda la stanza.
Quando inizio a sentire un leggero bruciore le gambe iniziano a scalciare leggermente, il mio corpo a fare un anguilla, dalla mia bocca cominciano i brontolii di lamentela poco convinta,
Brateggiare in questo momento è per me una parte del piacere che ci stiamo donando, lei ci tiene di sapere come sto e anche questo mio modo di risposto a bratteggio è un modo per dirle “Va tutto bene… non ti fermare”.
Le sculacciate continuano a lungo ma mai troppo forti per farmi cedere e volere che smetta, mai troppo forte per portarla ad avere male alla mano. Ogni tanto la sento rallentare, accarezzarmi, mi parla per capire se sto ricordando perché mi piace essere sculacciata e che non è da malati.
Quando smette mi lascia un paio di minuti sulle sue ginocchia e poi io di mia spontanea volontà mi metto sdraiata accanto a lei a guardare sognante il soffitto.
“Scimmietta ora te lo ricordi che le sculacciate sono solo un modo diverso di dimostrazione d’affetto?”
“Si, e tu non smettere di dimostrarmelo ti prego. E’ bellissimo.”
Lei se n’è andata da poco per chiedere a lui di ricordarle la stessa cosa.